Italia

tontolina

Forumer storico
Continua il Collasso dell'Industria Italiana che si va a sommare ad un "sobrio" trend da ca. -25% di Produzione negli ultimi 8 anni.
il Declino Strutturale ed Irreversibile di FallitaGlia continua ed il Default si avvicina sempre di più...ma la maggioranza italopiteca continua a negare la realtà
Italian Industrial Sales (May) M/M -1.10% (Prev. 2.10%)
Italian Industrial Sales WDA (May) Y/Y -2.70% (Prev. 0.10%)
Italian Industrial Orders NSA (May) Y/Y -4.20% (Prev. -11.30%)
Italian Industrial Orders (May) M/M -2.80% (Prev. 1.00%)

(aspettate che si aggiunga anche l'effetto Brexit + Turchia...)
Intanto anche i dati PMI manifatturieri dell'UK post-Brexit crollano... a dimostrazione (come vi spiego da tempo) che è comunque un passaggio complesso&delicato... pertanto se lo si interpreta da Talebani sia sovranisti che pro-euro... ;-) lo si interpreta male, come male si interpreta tutta l'economia&la finanza...
NO TIFO Teoremi ed Ideologie ma analisi equilibrate e pragmatiche
UK Services PMI (Jul) M/M 47.4 vs. Exp. 48.9 (Prev. 52.3)
UK Composite PMI (Jul) M/M 47.7 vs. Exp. 49 (Prev. 52.4)
UK Manufacturing PMI (Jul) M/M 49.1 vs.Exp 47.8 (Prev. 52.1)




Stefano Bassi | Facebook
 
Barclays, l'Italia tornerà in recessione
Barclays racconta la cronaca di una recessione annunciata, con la Brexit che ha dato linfa a un processo di decelerazione già in atto. Il broker taglia le stime di crescita per il 2017 da +1,2% a -0,1%. Colpa dell'instabilità politica e dello stato di salute delle banche


Barclays, l'Italia tornerà in recessione - MilanoFinanza.it

Sono debolezze strutturali quelle che stanno minando la capacità dell'Italia di assorbire lo shock dovuto alla Brexit, Italia che si troverà a tornare a fare i conti con trimestri di recessione. Questa l'analisi di Barclays, che ha predetto un rallentamento nei prossimi mesi di quella ripresa modesta e fragile che ha interessato il Paese nell'ultimo anno, nonostante condizioni ancora favorevoli di politica monetaria, un basso prezzo delle materie prime, politiche fiscali agevolative e un mercato del lavoro in via di miglioramento.

Nel dettaglio, dopo una media trimestrale di crescita intorno al 0,3%, il broker si attende un +0,2% nel secondo trimestre di quest'anno e un +0,1% nel terzo periodo, seguiti da due trimestri a -0,1% e -0,2% rispettivamente.
Solo successivamente, l'economia italiana tornerà a puntare verso l'alto.
"Prevediamo una crescita media dello 0,8% per l'anno in cors
o e una contrazione dello 0,1% nel 2017, stima tagliata dell'1,3%", ha commentato la banca d'affari.

Secondo gli esperti a remare contro il recupero dello Stivale sono la forte volatilità dei mercati e lo scenario politico domestico instabile, elementi che potrebbero esercitare una forte pressione sulla domanda interna. Infatti, se la pressione del voto britannico ha trovato piena espressione nel settore creditizio del Bel Paese, con le banche che potrebbero ridurre ancora di più il già debole supporto conferito alle società non finanziarie, le elezioni amministrative di giugno hanno dato chiari segnali del rapido declino di popolarità che sta vivendo il governo di Matteo Renzi.

Questo ha fatto emergere preoccupazioni in vista del referendum costituzionale di ottobre, diventato indicatore primario per la riconferma dello stesso Renzi e il fallimento del quale potrebbe portare a una brusca svolta dell'attuale sentiment di mercato favorevole. "Una vittoria del no potrebbe avere conseguenze molto più severe delle dimissioni di un giovane primo ministro riformista", ha sostenuto Barclays, notando che, se si andasse al voto, non solo questo sarebbe diverso per ognuna delle due camere, ma potrebbe portare a una situazione di sostanziale stallo, rendendo impossibile per l'Italia l'approvazione di riforme per molti anni e, di conseguenza, rendendo poco appetibili i suoi asset agli occhi degli investitori.

La ragione per cui Barclays attribuisce un peso così forte agli sviluppi politici interni ed esterni si basa sulla convinzione che questa possa portare a una acutizzazione della decelerazione già presente nel primo trimestre dell'anno. Infatti, escludendo i consumi (+0,3% congiunturale, ndr), l'andamento di investimenti (+0,2% congiunturale nel primo trimestre contro un +0,6% e un +0,8% nei precedenti periodi, ndr), importazioni ed esportazioni avevano già dato segnali di frenata.
In particolare, dati i benefici di una moneta più debole, i risultati degli scambi commerciali con l'estero, "si sono rivelati deludenti" e "non ci sono elementi che lascino presagire un rimbalzo a breve termine": l'export è sceso dell'1,5%, mentre l'import dello 0,9%, dato che ha aiutato ad affievolire l'impatto sulla bilancia commerciale, ma che è indicativo di una domanda interna che sta perdendo il suo vigore.

Brusco crollo a maggio anche per la produzione industriale (-0,6% su base mensile), "dato che porta a pensare a una contrazione anche nel secondo trimestre, flessione che dovrebbe mitigare il +0,5% del periodo gennaio-marzo", hanno proseguito gli analisti. A questo si aggiungono gli indicatori del sentiment economico, che segnalano una più debole fiducia del settore privato e dei consumatori, e un Pmi composito in contrazione, anche se comunque al di sopra della soglia di espansione pari a 50.

A una situazione generale obiettivamente difficile, ha continuato il broker, si va a sommare la delicata situazione degli intermediari italiani, titoli che hanno pagato più dei loro pari europei la frenesia di vendite post-Brexit, con l'indice Msci delle banche italiane che ha riportato un -16% tra il 23 giugno e il 15 luglio (-45% da inizio anno) contro una media europea a -9% (-20% da inizio anno), e che potrebbero trovare difficoltà nel supportare l'economia domestica nel futuro.

"A nostro parere sono stati fatti molti passi avanti dal governo per rafforzare la stabilità del comparto, ma ulteriori misure sono necessarie per migliorare la qualità e la redditività degli asset", ha sottolineato Barclays, secondo cui questo è da identificarsi come principale motivo di un andamento più debole. "Ripristinare la sicurezza sul sistema creditizio italiano è fondamentale se si vuole evitare un deterioramento dello scenario economico, evento da noi stimato", ha proseguito. "Con il livello dei crediti deteriorati che è tornato a salire, unito allo stress posto dal mercato, il livello di rischio sulle previsioni di investimento aumenta, in quanto le aziende potrebbero trovarsi a mediare un calo dei crediti elargiti alle società non finanziarie".

Per evitare l'instaurarsi di un circolo vizioso, il governo sta studiando differenti soluzioni per affrontare i problemi di capitalizzazione e liquidità delle banche, in particolare in relazione a Monte dei Paschi
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he dovrà rispondere alla richiesta della Bce di ridurre il carico di Non performing loans (Npl) nel suo portafoglio di 10 miliardi di euro entro il 2018. Tra le azioni sotto scrutinio, una ricapitalizzazione di Atlante o la costituzione di un fondo similare. "Riteniamo sia meglio implementare una soluzione più ampia, in quanto se tutte le sofferenze iscritte a bilancio dovessero essere cedute a prezzi correnti, il sistema necessiterebbe di un'iniezione di 40 miliardi per coprire la differenza", hanno concluso gli analisti.
 

IL GRANDE BLUFF: Ma sette banche sono già fallite
Videmus nunc per speculum in enigmate. Un diario di navigazione nei mari (perigliosi) dell'informazione economico-finanziaria. Oltre i luoghi comuni e…
ilgrandebluff.info



Ma sette banche sono già fallite

Malgrado le nuove regole, liquidate 1 Sgr, 3 coop, 3 Spa e una popolare nel 2015

Il grafico mostra le banche italiane finite in liquidazione coatta amministrativa o, nel linguaggio comune, fallite nel corso del 2015.
Le banche fallite sono.....................
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una SGR (in verde) Axia Immobiliare, tre banche di credito cooperativo (in rosso), Banca Romagna, Banca Padovana e Banca Brutia, tre SPA (in giallo) la Banca delle Marche, la Cassa di Risparmio di Ferrara e la Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti e una popolare la banca dell’Etruria e del Lazio.

Le nuove regole dell’area euro

Nell’Unione Europea, sono state modificate le norme per l’intervento pubblico a favore delle banche in crisi, allo scopo di tutelare i risparmiatori da brutte sorprese.
Per le banche e per alcune società di intermediazione mobiliare (SIM) è stata introdotta una nuova procedura armonizzata, la risoluzione, comune ai 19 Stati membri dell’area dell’euro, in modo da superare i problemi creati dalle troppe differenze tra le procedure utilizzate nelle varie nazioni.
Dal 21 settembre 2015 la Banca d’Italia riveste il ruolo di autorità di risoluzione per il nostro paese.

Cosa si può fare quando una banca è in crisi?
- La risoluzione può essere attuata in quattro modi: la cessione della banca in crisi a un altro intermediario;
- il trasferimento temporaneo delle attività e passività aziendali a una banca ponte (bridge bank), costituita e gestita in vista di una successiva vendita sul mercato;
- il trasferimento delle attività deteriorate a una società veicolo (bad bank) che ne gestisce la liquidazione;
- il salvataggio interno (bail-in) della banca, con lo scopo di assorbire le perdite e ricapitalizzarla.

Cos’è il bail-in
L’intento delle nuove leggi è fare in modo che il costo del risanamento delle banche in crisi ricada sugli azionisti e sui creditori, invece che sui contribuenti.
A questo obiettivo rispondono le norme sul salvataggio interno (bail-in), che prevedono la riduzione del valore delle azioni e di alcuni crediti o la conversione di questi ultimi in azioni per assorbire le perdite e ricapitalizzare la banca.

Il meccanismo di risoluzione unico

Dal 1° gennaio 2016 nell’area dell’euro è attivo il Meccanismo di risoluzione unico (Single Resolution Mechanism, SRM) delle banche e delle principali SIM.
L’SRM persegue l’obiettivo di preservare la stabilità finanziaria dell’area dell’euro mediante la gestione centralizzata delle procedure di risoluzione.
Per finanziare queste procedure è stato costituito un Fondo di risoluzione unico (Single Resolution Fund, SRF); la dotazione di risorse del Fondo raggiungerà, entro il 1° gennaio 2024, un livello pari all’1% dei depositi protetti di tutte le banche dell’area dell’euro. I soldi arriveranno dalle banche e dalle Sim sottoposte all’SRM.

I dati si riferiscono al 2015
Fonte: Bankitalia

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Ultima modifica:
l'Italia fallisce solo quando chiudono il rubinetto del debito pubblico attualmente garantito dal solo settore immobiliare
ma la base di tutto questo declino sono gli italiani che hanno votato senza considerare i loro interessi
siamo oltre 2.242 miliardi, il pil non cresce, le tasse sono al massimo, l'immobiliare sconta un 50% rispetto la media mondiale causa della pressione fiscale
l'Italia sta per fallire pero' intanto ha tempo da perdere in gender, missioni bonta e leggi costituzionali

c'e' solo un filo che tiene lo spread al minimo e il default lontano: la finanza USA
finche' non cambiano le cose in USA non cambiera' nulla nemmeno in italia, ci faranno soffocare dal nostro stesso stato
 
l'Italia fallisce solo quando chiudono il rubinetto del debito pubblico attualmente garantito dal solo settore immobiliare
ma la base di tutto questo declino sono gli italiani che hanno votato senza considerare i loro interessi
siamo oltre 2.242 miliardi, il pil non cresce, le tasse sono al massimo, l'immobiliare sconta un 50% rispetto la media mondiale causa della pressione fiscale
l'Italia sta per fallire pero' intanto ha tempo da perdere in gender, missioni bonta e leggi costituzionali

c'e' solo un filo che tiene lo spread al minimo e il default lontano: la finanza USA
finche' non cambiano le cose in USA non cambiera' nulla nemmeno in italia, ci faranno soffocare dal nostro stesso stato

di sicuro ci sarà il default, e anche imminente, soprattutto da quanto riportano numerose e variegate fonti parlamentari (del resto, se non lo sanno nei corridoi del potere, chi può saperlo)?

BANCHE: Cosa sta succedendo in ITALIA e perché i risparmi sono a rischio. I motivi del DEFAULT Italiano - Spazioconsumatori

ok, allora qualcuno nei corridoi dei palazzi sa che l'Italia sta per fallire?

quando? ottobre, novembre? insomma se deve fallire chiudete sta cosa subito e poi abbassate le tasse!
 

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