la donna perfetta esiste

Un uomo perfetto ne una donna perfetta possono esistere, sarebbero angeli.
L'uomo è contraddizione vivente dei suoi istinti carnali: ossigeno, acqua, impulsi sessuali, paure, aggressività etc etc.
Ciò che sia perfetto, non può avere caratteristiche umane.
La sua perfezione diviene un oggetto meramente mistificatorio, solo nella cratività dell'arte si raggiungono picchi elevatissimi, ma è come una specie di distacco dal proprio corpo che avviene, una elevazione dello spirito, qualcosa del genere. ;)
 
Un uomo perfetto ne una donna perfetta possono esistere, sarebbero angeli.
L'uomo è contraddizione vivente dei suoi istinti carnali: ossigeno, acqua, impulsi sessuali, paure, aggressività etc etc.
Ciò che sia perfetto, non può avere caratteristiche umane.
La sua perfezione diviene un oggetto meramente mistificatorio, solo nella cratività dell'arte si raggiungono picchi elevatissimi, ma è come una specie di distacco dal proprio corpo che avviene, una elevazione dello spirito, qualcosa del genere. ;)

Vero.
Analogamente, un cerchio perfetto esiste solo in astratto, nella Geometria.

Disegnandone uno vero, basterà ingrandire il disegno e ci si accorgerà che non è perfetto.

Viva la virtualità, anche dei cerchi.
 
Un uomo perfetto ne una donna perfetta possono esistere, sarebbero angeli.
L'uomo è contraddizione vivente dei suoi istinti carnali: ossigeno, acqua, impulsi sessuali, paure, aggressività etc etc.
Ciò che sia perfetto, non può avere caratteristiche umane.
La sua perfezione diviene un oggetto meramente mistificatorio, solo nella cratività dell'arte si raggiungono picchi elevatissimi, ma è come una specie di distacco dal proprio corpo che avviene, una elevazione dello spirito, qualcosa del genere. ;)
Fra non molto la Microsoft lancerà Uomo 1.0
il primo androide umanoide che si comporta in tutto per tutto come
un uomo e naturalmente rispetta le tre regole della robotica
non è l'uomo perfetto ma si avvicina... è un percorso dunque
 
Sembra che lui abbia trovato la sua donna perfetta. a me sembra essere la Musa

Philippe Starck è un uomo tanto, tanto impegnato. Sfido, pensi: lampade e spremiagrumi, occhiali e orologi, nani da giardino e mobili. Barche, moto, hotel, ristoranti, negozi. I nuovissimi generatori eolici domestici e, tra poco, un’università della creatività. Invece, no. Il principale impegno per il visionario francese è qualcosa di retrò: l’Amore. Con l’A maiuscola. Nell’incarnazione di Jasmine, la trentasettenne di origine algerino-croata che ha sposato due anni fa e che ora è direttrice comunicazione del suo brand. «Io vivo solo per amare qualcuno. Per me l’amore è azione, lavoro a tempo pieno. Occupa il mio cervello e la mia esistenza al 98 per cento» esordisce “l’esploratore” (definizione che oggi preferisce a quella di designer perché «il design è in stand by per i prossimi vent’anni: ci sono altre priorità in quest’epoca di profonda barbarie»): è a Milano di passaggio per presentare la sua seconda collezione di capi in cachemire. «Amare e farsi amare è un’attività complicata, soprattutto quando hai un brutto carattere, quando sei un po’ vecchio, un po’ grasso...».
Perché, sua moglie la tiene a dieta?
«Ci prova (l’interessata, accanto a lui, lascia capire con un cenno che lo sforzo è titanico). Non posso immaginare di vivere senza lei, che è un mix complesso di femminilità e mascolinità. Io sono incredibilmente femminile e Jasmine è anche maschile: è la mia coscienza. Ho un cervello che è pura intuizione, zero intelligenza; lei rappresenta la mia parte di intelligenza. Sono un entusiasta, mi innamoro perdutamente delle persone e Jasmine mi avverte quando prendo un abbaglio (alla fine, ha sempre ragione). A detta sua e dei miei amici, ho 12 anni. A volte ne dimostro 16, non di più. Di certo, non 61…».
Ingegnoso: così diventa Jasmine l’anziana della coppia...
«No, mia moglie non ha età: viene dal nulla, viene dalla Bibbia, viene da un altro pianeta. Anch’io vengo dal nulla ma sono ancora nel nulla. Lei è la mia connessione con il mondo: non comunico con nessuno, non ho telefono, non ho computer. E, anche se tento di parlare di più con i miei figli (quattro, nati da tre precedenti unioni, ndr), la maggiore mi definisce brillantemente: “autistico contemporaneo”. Viviamo come monaci, io e Jasmine: tutti soli, cuciniamo, leggiamo... Non andiamo al cinema, non andiamo alle mostre, non guardiamo la tv. È lei è il mio canale con l’esterno e se un giorno mi lascerà, cosa possibile…».
Possibile? Jasmine
(scuotendo energicamente la testa) «Assolutamente no».
Philippe
«…mi metterò a letto e ci resterò per il resto della vita. Sono il tipo di persona di cui si legge sui giornali: “Il cadavere è stato scoperto dopo sei mesi”. Non c’è niente di negativo in lei. Quelli che la conoscono mi chiedono: “È stupefacente. Dove l’hai trovata?”».
Già. Dove l’ha trovata?
P.«Nell’oscurità. Non esco mai, ma una sera, nel 2002, ero con mia moglie a un cocktail parigino quando ho visto uscire dal buio, in compagnia di una coppia di amici gay, questa figura splendente. Me l’hanno presentata, l’ho baciata e ho detto - quanto a volgarità, sono un professionista - “È così triste vedere due gay con la più bella ragazza in città e sapere che non concluderanno niente”. Mi è rimasta stampata in mente la qualità della sua “luce”, anche se non ho preso iniziative: sono fedele, non imbroglio mai. Però la vita è la vita: qualche tempo dopo ho divorziato e immediatamente...».
J. «Immediatamente... Erano passati tre anni!».
P. «... ho ordinato agli amici: ritrovatemi la ragazza di Vuitton (ricordavo che si occupava di pubbliche relazioni)».
J. «Loro mi hanno chiamato subito: sono passati quattro mesi prima che accettassi l’invito a cena. Ero presissima, lavoravo tanto… Quando finalmente abbiamo fissato per un venerdì, il giovedì ho rotto con il ragazzo con cui stavo - un italiano. Andando all’appuntamento ho pensato: “Ok, stasera incontro l’uomo della mia vita”. Sono arrivata tardi, eravamo in sette e mi hanno fatto sedere alla destra di Philippe. Ho premesso: “Spiacente, non sarò una gran compagnia: mi sono appena lasciata con il boyfriend”. E lui: “Non preoccuparti, anch’io ho appena rotto”. Ci siamo scambiati i numeri, ci siamo mandati 70 sms in tre settimane finché mi ha chiesto di partire per un weekend. Al ritorno ho detto a mia madre: “È l’uomo giusto”. E lei: “Perché è un genio riconosciuto?”. No. perché è un visionario: quello che ha in mente se l’è costruito da solo, non tiene in considerazione abitudini o convenzioni».
Comunque, è un genio riconosciuto. Complicato viverci?
J. «No. Ci siamo incontrati da adulti, avevamo esperienza alle spalle - lui con tanto di figli, io con qualche fidanzamento fallito e una vita moderna, indipendente, piena. Non avrei mai pensato di essere così colpita da qualcuno. Philippe mi ha aperto alla creatività, mi ha insegnato a non lasciarmi sopraffare dall’esterno e a ricevere nel modo giusto (quando ricevi, puoi dare di più). Viviamo in simbiosi, lavoriamo insieme».
P. «Facciamo anche la pipì insieme». Questo amore, Philippe, è la sua creazione perfetta?
P. «Cerco di renderlo perfetto ma, per quel che mi riguarda, sono lontano. Fortunatamente c’è lei a smussare il prototipo».
J. «Un prototipo grandioso».
Sempre stato così romantico o lo è diventato con Jasmine?
P. «A lei piacerebbe che dicessi: “Lo sono diventato”. In realtà, sono sempre stato irriducibilmente romantico. Con un’adorazione mistica per le donne. Ma è la prima volta in vita mia che sono felice in amore. Due anni fa le ho confessato: “Non posso smettere di pensare che non sarò più infelice”».
È il tipo da infelicità cronica?
Jasmine annuisce, roteando la mano davanti allo stomaco per alludere al contorcimento interiore.
P. «Lo ero. Non è facile affermare: “Sono felice”; sarebbe stato impossibile senza di lei. Impossibile. Jasmine ha un sesto senso per la felicità. Oggi sono felice ma ancora non convinto che siamo qui, in questo mondo, per essere felici».
Cosa le provoca tanto pessimismo?
P. «Ho avuto un’educazione cattolica davvero pesante. Estremo senso della responsabilità, del dovere, della colpa. Nessun’idea consolatoria di perdono per le mancanze».
Chissà che dramma il sesso...
P. «Proprio no! Il sesso è la prima e principale forma di comunicazione con la persona che amo. Io sono timido, pudico. Posso andare avanti per ore con stupidi giochi di parole, non sono mai serio... Il barometro del mio amore è il sesso: non posso concepire un giorno senza farlo».
Neppure un giorno?
P. «No, mai. Un giorno senza sesso, anche se poi recuperi alla sera, per me è un giorno buttato. Non riesco a pensare, a creare, a stare in contatto con mia moglie e con il mondo senza aver fatto sesso al mattino».
Ed è ok per lei, Jasmine?
J. (ammicca) «Assai più che ok». Prossima creazione, un bambino?
P. «Sì, ci stiamo lavorando. Non stop. Sono esausto».
 

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