Unicredit (UCG) la LEGA ha voluto la testa di Profumo!

Il paese italia continua a impoverirsi!!
Per colpa unica e solo dei politi che ci costano troppo e molto, ma molto di piu della media europea,5 finanziare all'anno di piu...qui si devono trovare i soldi x il rilancio dell'economia e per frenare il nostro debito...solo qui ci sono sprechi di soldi pubblici senza senso, molti di piu che nella sanità e nella evasione fiscale...perchè dobbiamo mantenere un esercito improduttivo burocratico cosi enorme e dispendioso(200 miliardi annui contro al max 70miliardi)ma sapete che con questa differenza l'Italia volerebbe e non ci sarebbe piu disoocupazione...si potrebbero fare un sacco di infrastrutture,pagare i sussudi di chi non ha lavoro temporaneo come in germania...ed invece dobbiamo mantenere un numero straesagerato oltre il piu buon senso di buon padre di famiglia x gestire un governo politico che si sa come si comporta poi....privilegi senza pudore -pensioni mensili sopra gli 8000 euri a tutti dopo 19mesi mentre noi ci mandano dopo 65 anni con una miseria,forse...loro abusano di auto blu(stiamo aspettando ancora il resoconto promesso da Brunetta....avevo fiducia di lui ma mi devo ricredere...)di privilegi su case...ogni tanto e sempre piu spesso si intascano bustarelle x lavori pubblici quando non ci sono dei privati che controllano...basta sto x vomitare....
Il fatto che non ho la capacità di essere postivo e di sperare in una giustizia migliore in futuro...non ci sarà mai un politico che ci governi come un buon padre di famiglia e tagli gli spreghi come si deve e dove si deve...non si toglierà mai i privilegi e non porterà mai la spesa politica ad una giustificabile media europea...forse speriamo che ce la imponga l'europa....
Perchè l'opposizione bersani o altri non ne parlano...sapete quanti voti prendereste a togliere un po di queste schifezze dei vostri privilegi....
Io prometto che come ho sempre fatto negli ultimi anni ,io e la mia famiglia non andremo a votare un politico che non "giuri" di riportare la spesa politica alla media europea e andare in pensione come noi umane persone...
Io non voglio almeno essere il responsabile con il mio voto dei vosti diritti di privilegio sociale...
Povera italia e che dio ci assista.
 
MISTERO PROFUMO - perchè allontanare MISTER ARROGANCE, se la sua linea è confermata in tutto e per tutto DA GHIZZONI? Rampl sbotta: "perchè con Profumo abbiamo avuto una discussione nel week-end e non potevamo permetterci pericolose fughe di notizie, meglio decidere subito" - MA sui motivi del blitz resta il mistero che è protetto da un impegno: la consegna del silenzio da parte di tutti i consiglieri - SALe LA TENSIONE SUL DIRETTORE GENERALE - POCO PROBABILE LA NOMINA DI WEIMER PER L’OPPOSIZIONE DEI SOCI ITALIANI...


1 - LA CONSEGNA DEL SILENZIO
A.Ol. per "Il Sole 24 Ore"

Nel dopo Profumo non cambierà niente in UniCredit.

Confermata la presenza in Italia e all'estero.

Nessun ripensamento sulla banca unica.

Nessun rimescolamento del mix di business, perchè la diversificazione ha permesso di superare la crisi senza chiedere aiuto allo Stato.
Giro di vite sugli accantonamenti? Non ce n'è bisogno.

Pulizia nei conti? Nemmeno, non ci sono scheletri nell'armadio.

La quota in Mediobanca? Resta strategica.

Pentimenti su Rcs? Non se ne parla.



Insomma, nessun grande cambiamento, come ha riassunto in conferenza stampa il presidente Dieter Rampl.
Ma allora perchè allontanare Profumo, se la sua linea è confermata in tutto e per tutto?

Forse c'è lo zampino della politica? Neanche per sogno.

L'imbarazzo dei libici nel capitale? E perchè mai?

Credono nella banca e non interferiscono nelle strategie. Davanti alla giornalista anglosassone che incalza e non si accontenta della spiegazione "dopo 15 anni era l'ora di cambiare",

Rampl alla fine sbotta: perchè con Profumo abbiamo avuto una discussione nel week-end e non potevamo permetterci pericolose fughe di notizie, meglio decidere subito.
Dieter Rampl

Ok, abbiamo capito l'urgenza, ma sui motivi del blitz resta il mistero.

Un mistero che, a detta degli ambienti finanziari, è protetto da un impegno: la consegna del silenzio da parte di tutti i consiglieri.

Con buona pace del mercato che non troverà mai una risposta ai tanti dubbi sulla vicenda.(A.Ol.)


2- UNICREDIT, TENSIONE SUL DIRETTORE GENERALE - POCO PROBABILE LA NOMINA DI WEIMER PER L'OPPOSIZIONE DEI SOCI ITALIANI
Luca Fornovo per "La Stampa"

La bufera su Unicredit non è ancora del tutto passata, dopo le dimissioni di Alessandro Profumo. Il neo amministratore delegato, Federico Ghizzoni, appena salito sulla plancia di comando di Piazza Cordusio, si appresta ad affrontare in settimana un compito delicatissimo: nominare uno o due direttori generali.
Federico Ghizzoni

Una partita che rischia di provocare più di un malumore tra manager e azionisti.

Tra i candidati ci sono i tre i vice ad di Unicredit, Roberto Nicastro, Paolo Fiorentino e Sergio Ermotti. Il toto-nomine contempla anche, ma in posizione più defilata, il tedesco Theodor Weimer, ad dell'ex Hypovereinsbank, l'istituto che si è unito ad Unicredit.
La scelta del direttore generale appare difficile e delicata soprattutto perché Ghizzoni dovrà tenere conto delle diverse ambizioni personali dei suoi manager, senza incrinare sul nascere quella che sarà la nuova squadra. Una mediazione complessa che dovrà passare anche per il gradimento dei soci forti, le Fondazioni Cariverona, Crt, Carimonte e Cassamarca.

Nicastro, che è stato in corsa fino all'ultimo per diventare ad di Unicredit, resta il candidato favorito alla direzione generale. Un incarico che però il manager, responsabile del settore commerciale (Retail) di Unicredit gradirebbe gestire in autonomia. Ma nella nuova governance, che Ghizzoni punta a definire in tempi brevi, potrebbe spuntare anche la figura di un secondo direttore generale. Tra i nomi che già circolano, negli ambienti finanziari vicini a Piazza Cordusio, c'è quello di Paolo Fiorentino, ora a capo dei servizi globali della banca.

Più in salita, invece, appare l'ipotesi che sulla poltrona di direttore generale salga Weimer, gradito ad Allianz ma sul quale avrebbero opposto un «no» secco le fondazioni.

E salvo colpi di scena, Ermotti dovrebbe essere confermato alla guida di due settori cruciali, la Corporate & Investment banking e il Private banking. Già oggi, comunque, Ghizzoni aprirà le consultazioni per sciogliere al più presto il nodo della governance.
Oltre a incontrare i manager, Ghizzoni sentirà il presidente, Dieter Rampl. Ma anche Banca d'Italia vorrà parlare della nuova governance: l'incontro è previsto nei prossimi giorni e tra i temi in discussione ci sarà anche l'assetto della banca e il rafforzamento dei libici in Unicredit, saliti al 7,5% di Piazza Cordusio.
Ma Ghizzoni, l'uomo dell'Est, dovrà anche scegliere chi sarà il nuovo responsabile delle attività del gruppo nel Centro ed Est Europa, un ruolo che prima era occupato dallo stesso Ghizzoni. L'altra partita di cui dovrà occuparsi è la Banca Unica, un progetto strategico per avvicinare ancora di più Unicredit al territorio e che partirà dal 2 novembre.
Intanto, domani e mercoledì riprendono le trattative con i sindacati sui 4.700 esuberi. Una dialogo affidato al capo del personale, Rino Piazzolla ma che vorrà seguire da vicino anche Ghizzoni. E nel fine settimana l'ad di Unicredit volerà a Washington per partecipare al vertice annuale del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale, in cui si discuterà di come creare maggiore stabilità nel sistema finanziario globale.

In vista dell'assemblea annuale di sabato, il Fondo Monetario Internazionale (Fmi), mette in evidenza come nel riscrivere le regole le autorità dovrebbero concentrare la loro attenzione su cinque obiettivi. Intanto assicurare regole coerenti attraverso un coordinamento globale. In secondo luogo migliorare l'efficacia della supervisione: per prevenire un eccesso di leverage e di prese di rischio.
Terzo: sviluppare un coerente meccanismo di risoluzione a livello nazionale e per le istituzioni finanziarie cross-border. Quarto punto: creare una cornice macroprudenziale ampia che punti a migliorare la resistenza delle singole istituzioni. Infine, le riforme dovranno puntare a gestire le esposizioni e i rischi emergenti in tutto il sistema finanziario non solo nelle banche.
 
ieri REPORT ha messo in evidenza come la CONSOB sia solerte ha multare l'associazione consumatori che avvisava, due o 3 anni fa, i piccoli azionisti del problema esposizione derivati della banca (sappiamo che poi furono effettuati ben due aumenti di capitale di notevole entità.....senza contare del prestito obbligazionario convertibile)


però la stessa CONSOB non ha multato silvio berlusconi ....
magari i dirigenti che percepiscono 500mila euro e passa di stipendio temevano per la loro poltrona
infatti la nomina dei dirigenti Consob è nomina politica

e silvio sa esercitare molto bene lo strapotere
 
da Casi Profumo/Unicredit e Vaticano/Ior, qualche ipotesi
Casi Profumo/Unicredit e Vaticano/Ior, qualche ipotesi


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26 settembre 2010 |
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Autore: Lino Bottaro | Stampa questo articolo
Un lettore del giornale in abbonamento online Effedieffe.com, Giuseppe Federici, di Vicenza, espone quanto descritto qualche paragrafo sotto, ipotizzando il ruolo della Lega Nord.
La redazione di Effedieffe prende le distanze ribadendo che un eventuale spezzettamento dell’Italia costituirebbe una opportunità in più per gli Angli e la finanza internazionasle di ingoiarci. Poi pubblica l’articolo che anche noi postiamo per approfondire l’argomento.
Queste due posizioni, quella del giornale e quella del lettore, meritano però alcune precisazioni che vengono regolarmente omesse o occultate dai media ma anche da molti siti di informazione libera.
All’obiezione della redazione di Effedieffe potremo dire che se alziamo gli occhi solo un poco ci accorgiamo dell’esempio della Svizzera che è costituita dai vari Cantoni indipendenti ma uniti nella Confederazione Elvetica.
Questa piccola nazione che ha un Pil che è la metà del Veneto ( il quale Veneto, giova ricordarlo, ha un Pil che è 4 volte l’Austria), ha un suo esercito efficientissimo ed ogni anno i maschi fino a mi pare 50 anni devono fare un “ripasso” militare, una esercitazione per tenersi pronti a difendere la Patria federata. In quasi tutti i paesi e in molte case vi sono inoltre i Rifugi antiatomici. ( Sanno infatti che l’ Italia ne è zeppa di bombe atomiche!) Mi chiedo: è mai possibile che nessuno proponga l’esempio svizzero? La difesa della patria la fanno tutti ma la gestione politica dei Cantoni è autonoma, proprio come dovrebbe essere anche nel Nord Italia.
Alla Lega ed ai leghisti chiedo: come si fa ad essere così polli da bersi tutte le scemenze sparate ad arte dalla disinformazione ufficiale che amplifica ogni stupidaggine che esce regolarmente di bocca al capetto leghista di turno, quasi senza reagire?
Come si fa ad essere cosi ingenui da farsi impallinare e bollare costantemente dai giornali di sinistra del gruppo De Benedetti come xenofobi? Anzi come si fa ad aizzare la xenofobia di giorno e invocare l’arrivo degli immigrati nelle nostre fabbriche del Nord Est, di notte? E la latitanza delle Lega riguardo all’adesione passiva, stupida e ignorante al Trattato di Lisbona ed a altre manovre europee contro la nostra Italia delle Regioni? Più volte ho cercato delle risposte ma non ne ho ricevute. Sveglia cara Lega!
L’arte dell’ipocrisia dei politici di professione mi sembra che abbia contagiato irrimediabilmente anche molti leghisti nordici. Avremo modo di affrontare meglio la situazione nei prossimi giorni credo.
Apro infine una parentesi sulla visita del Papa in Inghilterra. La stampa di regime all’inizio non ha dato gran risalto al viaggio papale, anzi si parlava del rischio che si volesse incriminare il Papa come responsabile dei misfatti dei preti pedofili. Solo a fine viaggio sentendo le calandre cantare nei notiziari di regime ho capito che il viaggio era stato un successo ed è stato motivato con: al primo punto il perdono invocato dal papa per i reati dei preti pedofili e per il secondo punto, per il fatto che ha deplorato ancora una volta l’operato nazista ed esaltato la resistenza inglese. Non hanno però parlato a sufficenza del bagno di folla e del cambio di paradigma che il Pontefice esponeva nel messaggio di pace e comprensione .
Un successo quindi anche per gli Angli e i padroni dei media che hanno ricevuto scuse e legittimità ai loro comportamenti inquisitori..
LB
Dopo aver sollevato i vari quesiti, leggiamoci il testo postato da Giuseppe F. di Vicenza
In questi ultimi giorni sono accaduti due eventi particolarmente significativi apparentemente estranei l’uno all’altro:il caso Profumo/Unicredit ed il caso IOR/Vaticano.
I fatti:
- Profumo, l’ad di Unicredit, la seconda banca italiana ed una delle più importanti in Europa, dà le dimissioni perchè di fatto sfiduciato dal consiglio di amministrazione dell’istituto di credito stesso.
- La sfiducia giunge ufficialmente a causa della gestione personalistica dell’operazione, che vede l’entrata di finanzieri libici nel capitale azionario della banca, soprattutto su iniziativa delle fondazioni bancarie (in primis quella di Verona) ed il retrostante pressing della Lega Nord (il sindaco di Verona Tosi in particolare). Tra l’altro nei mesi scorsi il governatore del Veneto Zaia aveva negoziato proprio con Profumo affinchè Unicredit assicurasse più sostegno finanziario alle imprese venete.
- In realtà la sfiducia giunge soprattutto per gli utili Unicredit fortemente in calo negli ultimi due anni con conseguenti drastiche riduzioni dei dividenti per i soci e quindi anche per le fondazioni bancarie territoriali. Particolarmente negativa è poi la presenza, nel portafoglio finanziario di Unicredit, di una rilevante quota di titoli tossici di provenienza americana (derivati e mutui sub-prime).
- La direzione passa ad interim al presidente, il tedesco Dieter Rampl, rappresentante dell’azionariato finanziario del suo Paese (ricordiamo che Francoforte è la seconda piazza finanziaria europea dopo Londra).
- Geronzi, ad delle Assicurazioni Generali (un istituto assicurativo tra i più importanti al mondo)
critica aspramente le fondazioni bancarie per il loro «malinteso senso del radicamento con il territorio» e addossa loro la responsabilità di aver fatto cadere Profumo in un modo irresponsabile.
- Il Financial Times di Londra giudica negativamente il fatto e definisce le fondazioni bancarie «anacronistiche»
- Bossi esorta le fondazioni, espressioni del territorio, ad agire congiuntamente per impedire che i tedeschi assumano il controllo della banca.
- Da ambienti vicini al PD si vèntila l’ipotesi che Profumo, che partecipò col suo voto alle ultime primarie del Partito Democratico e amico personale di Prodi, possa essere incluso nel novero dei possibili candidati premier della sinistra alle prossime elezioni politiche.
Era fatale che la Lega Nord, espressione politica del territorio, finisse prima o poi per scontrarsi frontalmente con il potere più elitario che esista. Il sistema finanziario/bancario. Il più potente potere esistente, seppur quasi invisibile agli occhi della massa.
La ventilata candidatura di Profumo alla guida di una coalizione politica di centro-sinistra dimostra, una volta di più, il pesante grado di compromissione del PD con i poteri forti finanziari italiani e soprattutto internazionali. Ricordo, a questo proposito il caso Britannia.
Infatti il 2 giugno 1992 (governo Amato) sotto l’imperativo mediatico delle privatizzazioni delle aziende pubbliche, si dette inizio alla più grande svendita delle aziende italiane di proprietà dello Stato, in gran parte in favore di multinazionali straniere (vedere allegato). L’accordo venne preso sul panfilo Britannia, onori di casa fatti dalla regina d’Inghilterra, al largo di Civitavecchia, tra Draghi, allora direttore generale del Tesoro, Azeglio Ciampi, in qualità di governatore della Banca d’Italia, e un centinaio tra rappresentanti della finanza anglosassoneamericana (Barclays, Warburg, azionista della Federal Riserve, PricewaterhouseCoopers – ex Coopers Lybrand – Barings – oltre alla Goldman, ecc.) e degli ambienti industriali e politici italiani. Il processo delle privatizzazioni continuò negli anni successivi sotto i governi Ciampi, Dini e Prodi (presidente dell’IRI nel 1982-89 e 1993-94, successivamente consulente della superbanca americana Goldman Sachs, poi presidente del Consiglio nel 1996-98, presidente della Commissione Europea nel 1999-2004 e infine ancora presidente del Consiglio nel 2006-2008; da notare come i governi Prodi si siano sempre contraddistinti per l’attuazione di politiche bancocentriche). Inutile sottolineare come Amato, Ciampi, Dini e Prodi in modo più o meno esplicito abbiano sempre mostrato di posizionarsi politicamente a sinistra.
Per quanto riguarda il caso IOR/Vaticano i fatti sono invece i seguenti:
- la Procura di Roma avvia un’indagine sullo IOR, la banca del Vaticano, per presunte violazioni delle norme anti riciclaggio. L’indagine è condotta da un magistrato appartenente a Magistratura Democratica.
- La notizia trova immediatamente grande risalto in Inghilterra dal momento che il Financial Times gli dedica la prima pagina.
- Il fatto desta perplessità presso la Santa Sede in quanto si ritiene che «la natura e lo scopo delle operazioni oggetto di indagine potevano essere chiariti con semplicità e rapidità» senza avviare necessariamente una indagine della magistratura.
- Il quotidiano della CEI Avvenire parla di una «drammatizzazione offensiva ed inspiegabile» e di una «singolare coincidenza con ben altri eventi» riferendosi con tutta probabilità al grande successo ottenuto da Papa Benedetto XVI nel suo recente viaggio nel Regno Unito nonostante esso sia stato turbato dall’arresto di 6 algerini sospettati di attentare alla vita del Papa e dal conseguente alto livello d’allarme annunciato dalle autorità britanniche (alla fine del viaggio i 6 algerini sono stati rilasciati in quanto per la Polizia essi non costituivano una minaccia fondata!).
Il viaggio di Papa Ratzinger nel Regno Unito ha dato molto fastidio all’establishment massonico-finanziario che controlla il Paese. Creando uno stato d’allarme artificiale, le autorità britanniche hanno tentato di scoraggiare la gente dal partecipare in massa alle celebrazioni liturgiche del Papa (cosa che invece è avvenuta oltre ogni previsione). Il successo del Papa nel Regno Unito ha scatenato poi una immediata ritorsione ad opera, guarda caso, di un magistrato di Magistratura Democratica politicamente quindi vicino alla sinistra. Di nuovo abbiamo un ulteriore indizio della vicinanza fra superpoteri finanziari (la City di Londra è considerata da alcuni esperti il vero centro della finanza mondiale) e la sinistra politica italiana (ma la stessa cosa avviene anche nel resto dell’Occidente).
In conclusione la Lega Nord e l’attuale Papa stanno sorprendentemente e contemporaneamente combattendo la stessa battaglia anche se con modalità differenti. Pochi però si rendono conto che questa battaglia è diretta contro l’avvento di un Nuovo Ordine Mondiale che prevede l’instaurazione di un Governo Globale dominato da una ristretta elite di oligarchi (soprattutto megabanchieri) su una umanità ridotta ad uno stato di soggezione fisica, morale e spirituale.
Fortunanamente però è in atto un risveglio dell’umanità a livello globale di cui la Lega Nord è stata incredibilmente l’antesignana avendo riscoperto per prima l’importanza fondamentale dell’identità e delle radici storico/culturali dei popoli. L’esempio recente più eclatante è quello del Tea Party americano, nato spontaneamente negli USA a seguito dello shock della crisi finanziaria del 2008 e che si rifà ai principi costituzionali dei padri fondatori degli Stati Uniti d’America.
«Britannia»: la grande svendita delle aziende pubbliche italiane sotto i governi Amato, Ciampi, Dini, Prodi, con una breve parentesi di Berlusconi
(allegato)
Di seguito sono elencate le più importanti privatizzazioni operate nel periodo 1992-1998. Quando è possibile sono indicati il ricavo, i beneficiari dell’operazione, le dimensioni delle aziende privatizzate, etc.
Per la compilazione dell’elenco, che non ha pretese di completezza né di assoluta precisione, sono state consultate documentazioni di varia fonte (principalmente la Relazione sulle privatizzazioni del ministero del Tesoro e notizie di stampa). Tuttavia dobbiamo rilevare come fino ad oggi manchi una documentazione, accessibile al pubblico, che fornisca l’elenco completo delle innumerevoli privatizzazioni grandi e piccole, indicandone ricavo effettivo, debiti trasferiti, etc.
a) Nell’anno 1992/93 (Governo Amato, poi Ciampi)
- Italgel (IRI-SME) 1.600 dipendenti, quota ceduta 62% per 431 miliardi a Nestlè
- Cirio-Bertolli-De Rica (IRI-SME) quota ceduta 62%, per 310 miliardi, a FISVI poi Unilever e Cragnotti
- Credito Italiano (IRI) 15.800 dipendenti, quota ceduta 55%, per 1.801 miliardi, l’80% a piccoli azionisti, controllo Mediobanca ed altri.
- SIV (vetro EFIM) 3.800 dipendenti, quota ceduta 100%, per 210 miliardi all’inglese Pilkington
- Nuovo Pignone (ENI) 5.100 dipendenti, quota ceduta 70%, per 713 miliardi a General Electric (USA) (ulteriore 9% ceduto a G.E. nel 1997).

b
) Nel 1994 (Governo Ciampi, poi Berlusconi, dal 27 maggio al 22 dicembre 1994; in realtà, nei 7 mesi di governo, Berlusconi non fece nessuna privatizzazione, nde)
- IMI (ministero del Tesoro) 900 dipendenti, ceduta prima tranche 33% per 2.180 miliardi, controllo a banche (San Paolo, Cariplo, Montepaschi)
Banca Commerciale Italiana (IRI) 18.000 dipendenti, quota ceduta 51% per 2.891 miliardi, piccoli azionisti 85%, controllo a Mediobanca, Generali, Paribas, Commerzbank
INA (ministero del Tesoro) 4.600 dipendenti, ceduta prima tranche 47% per 4.530 miliardi, controllo a banche (San Paolo, Cariplo)
Acciai Speciali Terni (IRI) 24.300 dipendenti, quota ceduta 100% per 600 miliardi a KAI (Krupp, Falk, etc.)
SME (IRI) 18.900 dipendenti, ceduta prima tranche 32% per 723 miliardi a Luxottica/Benetton
c) Nel 1995 (governo Dini)
- ItaltelL (IRI-STET) 15.000 dipendenti, quota ceduta 50% per 1.000 miliardi a Siemens (Germania)
- Ilva laminati piani, 18.000 dipendenti, quota ceduta 100% per 1.929 miliardi a Gruppo Riva
- IMI (ministero del Tesoro) ceduta seconda trance 19% per 1.200 miliardi
- SME (IRI) ceduta seconda tranche 15% per 341 miliardi a Luxottica/Benetton
- ENI (ministero del Tesoro) 95.000 dipendenti, ceduta prima tranche 15% per 6.229 miliardi ad azionariato diffuso
- ISE (IRI settore energia) 150 dipendenti, quota ceduta 74% per 370 miliardi a Edison-EDF (Francia)
- Enichem-Augusta (ENI) 1.100 dipendenti, quota ceduta 70% per 336 miliardi a cessionari non noti.
- INA (ministero del Tesoro) ceduta seconda tranche 18,4% per 1.887 miliardi a banche
d) Nel 1996 (governo Dini, poi Prodi)
- Dalmine (IRI) 4.700 dipendenti, quota ceduta 84% per 301 miliardi a Technit/Rocca
-Italimpianti (IRI) 1.200 dipendenti, quota ceduta 100% per 42 miliardi a cessionari non noti
-Nuova Tirrenia (CONSAP navigazione) 900 dipendenti, quota ceduta 91% per 548 miliardi
- SME (IRI) ceduta terza ed ultima tranche 15,2% per 121 miliardi
- INA (ministero del Tesoro) ceduta terza tranche 312% per 3.260 miliardi
- MAC, quota ceduta 50% per 247 miliardi a GEC-Marconi (GB)
- IMI (ministero del Tesoro) ceduta terza tranche 5,9% per 501 miliardi
-Montefibre, quota ceduta 65% per 183 miliardi
- ENI (ministero del Tesoro) quota ceduta seconda tranche 15,8% per 8.872 miliardi azionariato diffuso
- Alfa Romeo Avio (IRI-Finmeccanica) quota ceduta 75% per 200 miliardi a Fiat
e) Nel 1997 (governo Prodi)
- ENI (ministero del Tesoro) ceduta terza tranche 17,6% per 132.309 miliardi ad azionariato diffuso
- Telecom (ministero del Tesoro) quota ceduta 92,5% per circa 26.000 miliardi ad azionariato diffuso, controllo a nucleo stabile (7,5% azioni) costituito da banche, FIAT/IFIL, soci stranieri
- FincantieriI (IRI) ceduto 100% NEW SULZER AG per 151 miliardi a società finlandese
- SEAT (IRI) ceduto 44,7% per 1.600 miliardi a Comit, De Agostini, etc.
- Banco di Napoli (ministero del Tesoro) 60% per 62 miliardi
f) Nel 1998 primo semestre (governo Prodi)
- ENI (ministero del Tesoro) ceduta quarta tranche 14,2% per 13.000 miliardi ad azionariato diffuso (con la quarta tranche ENI risulta privatizzato al 62% con 41.000 miliardi di incasso totale)
Italia Navigazione (IRI-Finmare) quota ceduta 100% per 150 miliardi ad armatori privati italiani (D’Amico)
- AEM (Comune di Milano) quota ceduta 49% per 1.400 miliardi ad azionariato diffuso
Alitalia (IRI) cessione controllo alla olandese KLM (attraverso scambio azioni o cosiddetta joint venture)
- Elsag-Bailey (IRI-Finmeccanica) quota ceduta 100% per cifra non nota ad acquirenti stranieri
Lloyd Triestino (IRI-Finmare) quota ceduta 100% per cifra non nota a gruppo Evergreen (Taiwan)
Banca Nazionale del Lavoro (ministero del Tesoro) quota ceduta 67,8% per 6.707 miliardi ad acquirenti non noti.
Successivamente sono state eseguite altre importanti operazioni di privatizzazione, fra cui quella della società Autostrade (IRI), conclusa nel 1999.
Giuseppe Federici
Allegato Britannia tratto da > Antonio Venier, Il disastro di una nazione. Saccheggio dellItalia e globalizzazione, presentazione di Bettino Craxi, Padova, Edizioni di Ar (Le due bestie 1) 1999.
 
Crisi:Ghizzoni, decisioni politiche da prendere in fretta




giovedì 18 novembre 2010


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(ANSA) - FRANCOFORTE, 18 NOV - L'ad di Unicredit Federico Ghizzoni chiede che 'le decisioni, che sono di tipo politico' da prendere sulla crisi in Europa e che vanno al di la' dei singoli Paesi, vengano 'prese il piu' velocemente possibile'. Parlando a un convegno a Francoforte Ghizzoni ha spiegato che la situazione, se non sara' gestita 'continuera' a generare instabilita' sui mercati'. 'La vicenda Irlanda non ci preoccupa, la nostra esposizione e' molto limitata', ha spiegato. Secondo il banchiere il gruppo potrebbe risentire 'degli effetti indiretti', come la volatilita' dei mercati e l'allargamento degli spread. Ghizzoni ha ribadito l'importanza 'strategica' dell'Europa Centrale e Orientale per il gruppo e ha sottolineato come le 'cassandre' siano state smentite e la regione contribuisca in maniera importante agli utili Unicredit. 'Due anni dopo il fallimento di Lehaman Brothers - ha spiegato - i super esperti del settore bancario ci avevano detto che per noi come maggiori investitori nell'Europa dell'Est non c'era futuro', ma 'dopo un paio di anni per Unicredit la regione rappresenta il 24% dei ricavi totale e il 40% in termini di contributo all'utile'. Il gruppo conta cosi' di realizzare aumenti nei prossimi 5 anni a due cifre per impieghi e depositi (16% e 15% rispettivamente). Gli utili netti dell'area nello stesso periodo dovrebbero salire dell'11%. Sotto il profilo dei rischi Basilea3 mettera' sotto pressione le banche non tanto sotto il punto di vista della capitalizzazione 'poiche' sono meglio capitalizzate di alcuni istituti in Europa Occidentale' ma piuttosto sulla liquidita' e la raccolta.
 
in questo video si mette in evidenza la situazione delle banche italiane e soprattutto dei loro amministratori

poi si punta l'attenzione sulle banche del NORD: UBI_BAQNCO POPOLARE
e il costo della provvista....
[ame=http://www.youtube.com/watch?v=yT8DyM5QQTU&list=ULJ7au7Skt0a0&playnext=5]YouTube - BlogEconomy Day 02 Paolo Barrai, Luca Peotta e Fabio Bolognini 20 Novembre 2010[/ame]
 
Ecco i beneficiari dei 3mila 300 miliardi di aiuti anti-crisi della Fed, ci sono anche due banche italiane

di Andrea Franceschihttp://www.ilsole24ore.com/art/fina...chera-nomi-beneficiari-miliardi-151709.shtml#http://www.ilsole24ore.com/art/fina...mi-beneficiari-miliardi-151709.shtml#comments


La scadenza imposta dalla Legge Dodd-Frank approvata quest'estate, nell'ambito della complessa riforma finanziaria varata dall'amministrazione Obama, è il primo dicembre 2010. La Federal Reserve ha quindi pubblicato i nomi dei beneficiari dei 3 mila e 300 miliardi di dollari sborsati in questi anni per aiutare banche e imprese a far fronte alla crisi tra il 2007 e il 2010. Sul sito ci sono i dettagli di 21mila transazioni nell'ambito dei piani di intervento messi in atto dal primo dicembre 2007 al 21 luglio 2010 per stabilizzare i mercati.
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Nello specifico la pubblicazione è attuata in base al Dodd-Frank Wall Street reform and consumer protection act, che impone alla banca centrale questo atto di trasparenza. Dallo scoppio della crisi finanziaria con il fallimento della Lehman Brothers, la Banca centrale americana, normalmente prestatore di ultima istanza, è intervenuta per garantire fondi alle società alle prese con una gigantesca crisi di liquidità.
I beneficiari sono stati soprattutto le banche. Ma non mancano anche altre società come General Electric, Chrysler o il colosso dei fast food McDonald. Ci sono poi diverse sussidiarie americane di società europee. Tra queste anche le due maggiori banche italiane Unicredit e Intesa Sanpaolo i cui nomi compaiono nelle statistiche del Term Auction facility. Si tratta di un programma, istituito a dicembre 2007, con cui la Fed presta a breve termine (da uno a tre mesi) soldi a tassi agevolati garantendo anonimato a chi se ne serve (scarica qui le statistiche).
La sussidiaria di New York di UniCredit ha usufruito 24 volte di questo canale per un totale di prestiti che ammonta a 62 miliardi e 210 milioni di dollari ad un tasso d'interesse che, con l'eccezione delle prime due operazioni del 4 e 23 dicembre 2008, è pari allo 0,25%. Tra i collaterali presentati a garanzia non c'è traccia di titoli tossici. Sono soprattutto «commercial loans» (mutui commerciali) e «international securities».

Più contenuto il prestito chiesto dalla Intesa San Paolo di New York, che il 20 dicembre del 2007 ha chiesto un prestito da 5,9 milioni di dollari a un tasso d'interesse del 4,65%. Le somme sono già state restituite per intero.


Sono diverse le banche europee che hanno attinto a questo canale. Barclays, attraverso varie sue sussidiarie, ha chiesto prestiti per un totale di 232 miliardi di dollari. La banca ha acquistato diverse divisioni di Lehman Brothers. Nella top ten dei beneficiari di questo programma ci sono anche Bank of Scotland, Rbs, le francesi Societé Géneralé, le tedesche Dresden e Bayerische Landensbank e la belga Dexia.

Tra i vari programmi messi in atto dalla Fed ci sono poi quelli per l'acquisto di titoli tossici come i mortgage backed securities (titoli garantiti da mutui). Il programma è stato avviato dalla Fed a gennaio 2009 con l'obiettivo è quello di rivitalizzare il mercato immobiliare e immettere liquidità nel sistema. L'ammontare messo a disposizione è pari a mille e 25 miliardi di dollari.

Nelle statistiche le società più attive risultano essere due banche non americane: Deutsche Bank e Credit Suisse.
Un altro programma è il primary dealer credit facility, adottato dalla Fed il 17 marzo 2008. Solo nel mese di ottobre 2008, con i mercati in tempesta per il fallimento di Lehman Brothers, Goldman Sachs chiese in prestito 24 miliardi di dollari. Complessivamente la banca ha usato questo canale 84 volte per un totale di quasi 600 miliardi di dollari.
La banca che più ha attinto a questo canale è Citigroup. La divisione global markets ha chiesto l'astronomica cifra di mille e 756 miliardi di dollari a cui si devono aggiungere 256 miliardi e 900 milioni chiesti dalla sussidiaria con base a Londra.


Nella lista della Fed si trova anche Banca Centrale Europea, che aveva fatto ricorso ai programmi di swap in dollari complessivamente 271 volte dal dicembre 2007 fino, più di recente, utilizzati durante la crisi di debito in Europa.
«La partecipazione a questi programmi - scrive la Fed nel comunicato in cui presenta i dati - riflette la gravità della situazione dei mercati finanziari durante la crisi e non la debolezza finanziaria di chi se ne serve».
 

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