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Cuba - 20.9.2006
La linea dei Non Allineati
Si è concluso all'Avana il vertice del Movimento, buoni propositi e una sorpresa: le Farc chiedono un intervento
La condanna al terrorismo, la disapprovazione dell’attacco perpetrato da Israele nei confronti del Libano e la decisione di portare avanti la risoluzione pacifica della questione nucleare iraniana: questi gli argomenti principali del summit del Movimento dei Paesi non Allineati, terminato domenica notte all’Avana, capitale di Cuba.
Ahmadinejad, presidente dell'IranIl vertice, al quale hanno partecipato 118 paesi, ha anche sottolineato il valore universale della democrazia, criticando quei paesi che se ne fanno promotori con la forza.
Come specificato dal vicepresidente cubano, Raul Castro, “il fatto che in questa riunione abbia prevalso uno spirito d’intesa e che tutti i Paesi siano stati capaci di arrivare a consensi chiari e unanimi, anche nelle tematiche più complesse, dimostra che abbiamo deciso di dare la priorità a ciò che ci unisce e di affrontare insieme i difetti dell’ordine economico-politico imposto dai potenti, che non solo è profondamente ingiusto, ma anche insostenibile”.
Uno dei comandanti delle FarcDello stesso avviso il vicepresidente del Guatemala, Eduardo Stein, che nel suo discorso ha voluto aggiungere l’importanza della decisione presa dai paesi accreditati al summit in merito all’Onu. “Tutti i paesi membri del Mnoal sono molto interessati alla riforma del sistema delle Nazioni Unite soprattutto per quanto riguarda il Consiglio di Sicurezza”. In molti, infatti, hanno chiesto una risoluzione contro il potere di veto dei cinque membri permanenti.
Fra i tanti aspetti presi in considerazione dall’Assemblea dei Paesi non allineati c’è la situazione palestinese. Solidarietà e volontà di aiutare il popolo palestinese sono state espresse da tutti i partecipanti e dalla vicepresidenza di Cuba. “Adesso ne hanno più che mai bisogno - ha detto il ministro degli esteri cubano Felipe Perez Roque – soprattutto a causa delle difficili condizioni permanenti nelle quali i palestinesi sono costretti a vivere”.
Alla cumbre Raul Castro e Felipe Perez RoqueI temi trattati dalla ‘Cumbre’ sono stati anche altri. Il sottosviluppo di certi Paesi, lo sfruttamento dell’ecosistema, lo spreco delle risorse, la fame e la povertà.
E dalla Colombia una lettera inaspettata. Il capo della Commissione internazionale delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), Raul Reyes, ha inviato una lettera al Movimento dei paesi non allineati, sollecitando aiuto nella ricerca di una soluzione politica al quarantennale conflitto sociale e armato colombiano. Il portavoce guerrigliero fa un resoconto delle enormi ricchezze del paese, sottolineando che, in condizioni di pace, produrrebbero alimenti per 104 milioni di essere umani. Reyes precisa che la guerriglia non è la responsabile della violenza e afferma che il presidente Alvaro Uribe conosce le proposte che le Farc hanno più volte avanzato per arrivare alla cosiddetta "Agenda comune per il cambiamento", che permetta di disegnare una Colombia diversa e nuova. Allo stesso tempo, Reyes ha ribadito che le Farc hanno avanzato proposte per un accordo umanitario, rispettose del diritto internazionale, e rinnova la loro disponibilità a inviare una delegazione che spieghi al Movimento le loro posizioni in vista di un processo di pace. “Se potremo contare su garanzie certe, siamo disposti a mandare le nostre delegazioni nei vostri paesi (del Movimento ndr.) per discutere con i vostri governi le nostre proposte in vista di soluzioni politiche; così come siamo disposti a ricevere vostri delegati nei nostri accampamenti per dar loro la nostra versione sul conflitto interno e spiegarvi i nostri sforzi e le nostre iniziative per arrivare a una pace definitiva e duratura”, ha dichiarato il portavoce guerrigliero.
Di Alessandro Grandi e Stella Spinelli
Da www.peacereporter.net
La linea dei Non Allineati
Si è concluso all'Avana il vertice del Movimento, buoni propositi e una sorpresa: le Farc chiedono un intervento
La condanna al terrorismo, la disapprovazione dell’attacco perpetrato da Israele nei confronti del Libano e la decisione di portare avanti la risoluzione pacifica della questione nucleare iraniana: questi gli argomenti principali del summit del Movimento dei Paesi non Allineati, terminato domenica notte all’Avana, capitale di Cuba.
Ahmadinejad, presidente dell'IranIl vertice, al quale hanno partecipato 118 paesi, ha anche sottolineato il valore universale della democrazia, criticando quei paesi che se ne fanno promotori con la forza.
Come specificato dal vicepresidente cubano, Raul Castro, “il fatto che in questa riunione abbia prevalso uno spirito d’intesa e che tutti i Paesi siano stati capaci di arrivare a consensi chiari e unanimi, anche nelle tematiche più complesse, dimostra che abbiamo deciso di dare la priorità a ciò che ci unisce e di affrontare insieme i difetti dell’ordine economico-politico imposto dai potenti, che non solo è profondamente ingiusto, ma anche insostenibile”.
Uno dei comandanti delle FarcDello stesso avviso il vicepresidente del Guatemala, Eduardo Stein, che nel suo discorso ha voluto aggiungere l’importanza della decisione presa dai paesi accreditati al summit in merito all’Onu. “Tutti i paesi membri del Mnoal sono molto interessati alla riforma del sistema delle Nazioni Unite soprattutto per quanto riguarda il Consiglio di Sicurezza”. In molti, infatti, hanno chiesto una risoluzione contro il potere di veto dei cinque membri permanenti.
Fra i tanti aspetti presi in considerazione dall’Assemblea dei Paesi non allineati c’è la situazione palestinese. Solidarietà e volontà di aiutare il popolo palestinese sono state espresse da tutti i partecipanti e dalla vicepresidenza di Cuba. “Adesso ne hanno più che mai bisogno - ha detto il ministro degli esteri cubano Felipe Perez Roque – soprattutto a causa delle difficili condizioni permanenti nelle quali i palestinesi sono costretti a vivere”.
Alla cumbre Raul Castro e Felipe Perez RoqueI temi trattati dalla ‘Cumbre’ sono stati anche altri. Il sottosviluppo di certi Paesi, lo sfruttamento dell’ecosistema, lo spreco delle risorse, la fame e la povertà.
E dalla Colombia una lettera inaspettata. Il capo della Commissione internazionale delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), Raul Reyes, ha inviato una lettera al Movimento dei paesi non allineati, sollecitando aiuto nella ricerca di una soluzione politica al quarantennale conflitto sociale e armato colombiano. Il portavoce guerrigliero fa un resoconto delle enormi ricchezze del paese, sottolineando che, in condizioni di pace, produrrebbero alimenti per 104 milioni di essere umani. Reyes precisa che la guerriglia non è la responsabile della violenza e afferma che il presidente Alvaro Uribe conosce le proposte che le Farc hanno più volte avanzato per arrivare alla cosiddetta "Agenda comune per il cambiamento", che permetta di disegnare una Colombia diversa e nuova. Allo stesso tempo, Reyes ha ribadito che le Farc hanno avanzato proposte per un accordo umanitario, rispettose del diritto internazionale, e rinnova la loro disponibilità a inviare una delegazione che spieghi al Movimento le loro posizioni in vista di un processo di pace. “Se potremo contare su garanzie certe, siamo disposti a mandare le nostre delegazioni nei vostri paesi (del Movimento ndr.) per discutere con i vostri governi le nostre proposte in vista di soluzioni politiche; così come siamo disposti a ricevere vostri delegati nei nostri accampamenti per dar loro la nostra versione sul conflitto interno e spiegarvi i nostri sforzi e le nostre iniziative per arrivare a una pace definitiva e duratura”, ha dichiarato il portavoce guerrigliero.
Di Alessandro Grandi e Stella Spinelli
Da www.peacereporter.net