La mò hot daily news (nuovo servizio x IO ) scianin è x tì

Camillino Benso di La mò ha scritto:
sharnin ha scritto:
Ruggiero La mò ha scritto:
l' acceso nazionalismo, si forse ma ricorda che gli svizzeri hanno sempre una facciata, cioè mascherano le vere intenzioni, sanno bene come gira il business :cool:

Si, vero, però hanno anche ragione a difendere certe loro prerogative, possiamo dire democratiche?
Io in Svizzera sono stata da ragazzina nei pensionnat, in estate.


assolutamente la svizzera non è un paese democratiko in realtà, le lobbies son + forti e potenti che altrove....c'è un certo razzismo sibillino in tutte la branke sociali, mi riferisco agli stranieri e sopratutto sul piano commerciale, difficile ad esempio un italiano possa aprire qualsiasi società se non sorrretto da predette lobbies cantonali e non , molto forte è la lobbies intelettuale......la casta degli "illuminati" che si mescola in genre con quella economica....è molto articolata la svizzera sotto questo piano...

Quello che dici è sostanzialmente vero (però in Ticino sono meno razzisti) però i loro cittadini sono trattati bene, con riguardo, da politici e autorità
 
bisogna sempre capire che significato attribuisci a razzismo, cmq c'è in svizzera e molto, il canton ticino bah......si son tenuti bene ma quella sostanzialmente x ultura è ankora italia, io mi riferisco ai cantoni teutonici in particolare dove il concetto di migrazione e differenza sociale si sente maggiomente forse influenzato dalla cultura tedesca, invece x il cantone di ginevra il razismo è molto basso....quello forse è il cantone + internazionale e quindi le differenze si sento in minor misura
 
Camillino Benso di La mò ha scritto:
bisogna sempre capire che significato attribuisci a razzismo, cmq c'è in svizzera e molto, il canton ticino bah......si son tenuti bene ma quella sostanzialmente x ultura è ankora italia, io mi riferisco ai cantoni teutonici in particolare dove il concetto di migrazione e differenza sociale si sente maggiomente forse influenzato dalla cultura tedesca, invece x il cantone di ginevra il razismo è molto basso....quello forse è il cantone + internazionale e quindi le differenze si sento in minor misura

Ti racconto una cosa. Una volte quando ero a St. Moritz a sciare, nei bar facevano finta di non capire l'italiano - tieni conto che a St. Moritz ci sono più milanesi che svizzeri - allora io, che parlavo benissimo il francese (mais vos n'avez pas d'accent!) mi sono messa a parlare ostentatamente solo in italiano.
Comunque i crucchi sono razzisti anche in Alto Adige! :D
 
Difficile accedere al mercato americano
swissinfo
14 febbraio 2006 08.59

Il consigliere federale Joseph Deiss ha tracciato a Lugano un bilancio sulle relazioni economiche tra Svizzera e Stati Uniti.
Invitato dalla Camera di commercio americano-svizzera, il ministro non ha nascosto le difficoltà in campo. Ma l'obiettivo di giungere ad un accordo rimane intatto.
"A Davos io e il delegato americano al commercio Rob Portmann ­ dice a swissinfo Joseph Deiss ­ abbiamo deciso di continuare le discussioni. Prima di tutto per non sprecare il lavoro fatto finora e per mantenere intatte le cose acquisite. In secondo luogo perché Stati Uniti e Svizzera sono interessati ad andare nella direzione di un accordo".
"Non è detto che riusciremo subito ad imbastire un accordo di libero scambio esaustivo, ma siamo determinati a terminare questi colloqui su un successo, anche parziale".
Certo, perché le difficoltà non sono poche: dalle misure sulle importazioni per combattere il terrorismo all'ottenimento di un permesso di lavoro a corto-medio termine per personale qualificato. Per non parlare del complesso sistema in campo assicurativo.

Un nuovo incontro prima dell'estate
Per permettere a Svizzera e Stati Uniti di stilare un elenco di settori e temi su cui si potrebbero eventualmente avviare dei negoziati, i due paesi hanno creato un "Forum commerciale e di investimenti".
L'obiettivo è di confrontare le diverse opzioni ed esigenze per stabilire il prima possibile che tipo di accordo, di interesse comune, può essere preso in considerazione.
"Il consiglio federale ­ ricorda Deiss ­ mi ha incaricato di avviare e continuare le consultazioni con gli USA in vista dell'ottenimento di un accordo di libero scambio, o di un accordo simile. Incontrerò Portmann prima dell'estate, in modo tale da poter presentare al Consiglio federale la situazione".
"Attualmente le condizioni per assicurare il successo dei negoziati non ci sono. Del resto quando si avviano, bisogna anche prepararsi al fallimento. Ma ho la sensazione che tanto la Svizzera quanto gli Stati Uniti siano consapevoli dell'importanza delle relazioni economiche tra i due paesi e delle possibilità di svilupparle ulteriormente. Guardo dunque al futuro con fiducia".

Più in là con l'Unione europea
Se da un lato Berna sta negoziando con gli USA, d'altro lato sta però vagliando anche la possibilità di un accordo di libero scambio con l'Unione europea (UE) in campo agricolo: non c'è il rischio di incompatibilità?
"Stiamo redigendo un rapporto ­ risponde Deiss ­ sulle conseguenze che potrebbe avere un simile accordo con l'UE e sulle questioni di compatibilità. Nulla è ancora stato deciso. Ma se si è creativi si trovano sempre delle soluzioni che permettono di trovare un consenso su questioni complesse".
"Ricordo inoltre che con l'UE non partiamo da zero: nel settore agricolo ci sono già dei precisi accordi bilaterali. All'inizio di quest'anno, inoltre, abbiamo anche armonizzato la nostra legislazione in campo alimentare per i prodotti lattieri".
Con l'UE il ventaglio della liberalizzazione in campo agricolo è dunque già piuttosto ampio. "Dobbiamo ora stabilire ­ sottolinea Deiss - quali sono i margini per giungere ad una liberalizzazione totale".

Orizzonti a tutto campo
Ma la Svizzera guarda anche più lontano, lo dimostrano le consultazioni avviate con una serie di paesi. "Abbiamo appena ratificato un accordo con la Tunisia, firmato un accordo con la Corea del Sud, che è uno dei 10 paesi più importanti economicamente. Terminati, inoltre, anche i negoziati con l'Unione dell'Africa del Sud".
E il ministro dell'economia continua l'elenco: "Abbiamo anche avviato dei contatti con il Giappone. Al ministro cinese dell'economia ho proposto io stesso delle consultazioni con l'AELS. Ho fatto la stessa proposta all'India, che ha accettato". La Svizzera, insomma, allarga il più possibile gli orizzonti e non sta a guardare.

swissinfo, Françoise Gehring Lugano
 

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