la Moratta è furfatta

tontolina

Forumer storico
Caso Derivati/ L'allarme dell'opposizione: il Comune di Milano perde 4,4 milioni al mese. I documenti esclusivi di Affari
Mercoledí 31.10.2007 16:34

I DOCUMENTI

Il contratto stipulato con Jp Morgan Chase Bank: http://canali.libero.it/affaritaliani/upload/de/0006/derivati_milano1.pdf

Il grafico con le perdite subite dal Comune: http://canali.libero.it/affaritaliani/upload/de/0006/derivati_milano2.pdf

Numeri, messi neri su bianco. Numeri freddi, ma che rivelano molto su un'operazione che l'opposizione a Palazzo Marino definisce "azzardata". Così, il caso derivati coinvolge anche Milano e - soprattutto - le sue casse. Affari può ricostruire l'intera vicenda con carte inedite ed originali.

Tutto ebbe inizio con l'apertura, da parte della Procura, di un fascicolo su questi prodotti finanziari. Fascicolo contro ignoti.
L'abbrivio venne dalla trasmissione televisiva "Report", dove operazioni complesse come i derivati venivano proposti ad amministrazioni comunali assolutamente impreparate a fronteggiare l'inestricabile gomitolo di conti, valutazioni, curve che si portavano dietro.
Poi, però, il caso si è trasformato, mano a mano, in qualcosa d'altro. E ora siamo arrivati al punto che Davide Corritore, ex amministratore delegato della Deutsche Bank Sgr e consigliere comunale della Lista Ferrante, parla di "un'operazione inspiegabile se non alla luce di un'esigenza di fare cassa nell'immediato, cioè nel bilancio 2005 (sciuraMoratti o Albertini?). Senza tuttavia pensare alle conseguenze future".
Sulla stessa linea Basilio Rizzo, lista Fo, tra i primi ad interessarsi della questione.

Insomma, sul banco degli imputati (politicamente parlando) non c'è la poca chiarezza degli operatori finanziari, ma una precisa volontà dell'amministrazione comunale.



DAL FONDO - Per spiegare l'operazione bisogna partire dal fondo. Dalle conseguenze pratiche. "In questo momento gli swap in essere stanno producendo una minusvalenza di 123 milioni di euro - spiega Corritore - E questo perchè questi derivati sono stati concepiti, al contrario del loro uso tradizionale, che dovrebbe essere quello di di proteggere dal rialzo dei tassi. Cioè, è stata fatta una scommessa". I risultati? Oltre 123 milioni in due anni e quattro mesi, equivalgono a 4,4 milioni al mese. Una bella somma. Ma perchè "i derivati dovrebbero servire a proteggere"?

Secondo un operatore finanziario, "in senso canonico il derivato (o swap) dovrebbe servire a proteggere l'investitore dalle fluttuazioni di mercato. In pratica si paga una sorta di 'assicurazione'. Se fatto nella maniera giusta". Appunto. Perchè qui sta il problema. Il Comune, nel giugno 2005, aveva emesso un bond da un miliardo e 700 milioni di euro. Tasso fisso, rata costante. Insomma, Palazzo Marino è in una botte di ferro. Poi però, inspiegabilmente, nello stesso periodo, cambia qualcosa. E nel giugno 2005, vengono stipulati quattro contratti di swap con Jp Morgan Chase Bank, Depfa Bank, Deutsche Bank e Ubs. Nel caso di Jp Morgan la cifra è di 421 milioni di euro circa. In ogni caso, i quattro contratti insieme trasformano interamente la natura del bond da un miliardo e 700 milioni: il tasso non è più fisso. Diventa variabile. (quando si dice politicanti si dice imbecilli per antonomasia?)

LA SCOMMESSA - "In pratica - spiega Corritore - il Comune si è esposto al rischio di crescita dei tassi d'interessa. E, per ora, ha avuto sicuramente torto". Perchè il tasso d'origine era il 4,019 percento, con rata d'incasso annuale e durata trentennale. Oggi, però, la crisi dei mutui subprime ha impennato i tassi e siamo al 4.599. Tuttavia, il Comune ha avuto un incasso immediato di 100 milioni di euro dovuto alle tecnicalità particolari di questa operazione. "Era questa probabilmente la finalità: fare casse subito, senza rendersi conto di che cosa ciò avrebbe potuto comportare per i bilanci successivi", spiega Corritore. I conti sono una via crucis dolorosa: per ogni variazione dello 0,01 in più sul tasso Palazzo Marino perderebbe 1,6 milioni di euro.

Ma ci sono altri due dettagli importanti.
Il primo è che il Comune ha agito ponendo dei limiti certi: il tetto massimo e minimo. Ovviamente, essendo una scommessa sul fatto che i tassi resteranno invariati o si abbasseranno, c'è un limite minimo oltre al quale Palazzo Marino non può più "guadagnare", ed è il 3,48 percento. Alla stessa maniera, il massimo possibile di perdita arriverebbe con un tasso del 6,19 percento. Siamo ancora lontani da quel tetto, "ma gli effetti sono già disastrosi adesso", spiega Corritore.
(come dire short straddle con stop loss .... ma sono figli di puttana ... questo è giocare con la finanza speculativa senza esserne capaci... tanto paga pantalone .... questo non è amministrare ma giocare al Casinò e con somme sproporsitate)

L'altro dettaglio riguarda i rischi. Palazzo Marino, con un comunicato, rassicura i cittadini. "Ad oggi sull'intera operazione di swap d'ammortamento, considerando gli anni 2006 e 2007, il Comune di Milano ha ottenuto in termini di interessi un saldo positivo di flussi finanziari pari a 3,6 milioni euro (come si evince dalla contabilità dell'Amministrazione). Va inoltre rilevato che il Comune di Milano, nel proprio bilancio, ha prudenzialmente creato (come solo oggi la Corte dei Conti sezione Lombardia ha raccomandato di fare) una specifica appostazione 'fondo rischi operazioni finanziarie' che, ad oggi, ammonta a 30 milioni di euro che potrà essere eventualmente incrementata". Ma l'opposizione legge la nota in modo diametralmente opposto. "Che bisogno c'è di fare un fondo rischi se non ci sono rischi? - si chiede Corritore - La verità è che i rischi ci sono, eccome".



LO SPECIALE

Inchiesta derivati/ Rumors: l'indagine si allarga ai piccoli Comuni. La Procura attende le relazione della Gdf http://canali.libero.it/affaritaliani/INCHIESTAderivatipiccolicomuniMI2210.html

Inchiesta derivati/ Nel mirino della Procura cinque bond. L'ipotesi è truffa aggravata http://canali.libero.it/affaritaliani/INCHIESTAbondFMMI1910.html
 
Inchiesta derivati/ Rumors: l'indagine si allarga ai piccoli Comuni. La Procura attende le relazione della Gdf
Lunedí 22.10.2007 16:19


Non finisce qui. Assolutamente no. Anzi, si raddoppierà, triplicherà, moltiplicherà. L'inchiesta sui derivati (che poi investe tutto un settore, ben più ampio di questo solo prodotto finanziario) promette colpi di scena.
Per adesso è solo agli esordi, magari timidi.
Nessun nome nel registro degli indagati e un'ipotesi di reato generica. Ma promette bene.
Anche perchè, dopo la trasmissione Report, che ha posto l'accento su questo sistema spericolato di autofinanziamento degli enti pubblici, la Procura di Milano ha aperto un fascicolo destinato a ingrossarsi rapidamente.
Secondo rumors raccolti da Affari, infatti, la Guardia di Finanza potrebbe effettuare altre perquisizioni.
E questa volta nel mirino potrebbero finire Comuni e Amministrazioni in tutta la Provincia. Intanto, il pm titolare dell'inchiesta, Alfredo Robledo attende le relazioni che le Fiamme Gialle stanno finendo di stilare.

Cosa potrebbe venire fuori da questa inchiesta? Potenzialmente è un vaso di Pandora e la definizione "derivati" è solo di comodo.
Per ora, infatti, nella lista delle operazioni monitorate ci sono cinque bond emessi da Regione, Provincia e Comune di Milano.

La prima operazione è quella da un miliardo di dollari della Regione Lombardia con Merril Lynch e Ubs.

Per la Provincia, nel mirino c'è la stipula di due contratti (Euro Medium Term Notes) dal valore complessivo di circa 400 milioni sotto la presidenza Ombretta Colli.
Nel dicembre 2005, presidente Penati, c'è un ultimo prestito obbligazionario fino a 200 milioni con emissione nei successivi 3 anni. La prima tranche è da 71,8 milioni e l'interlocutore dell'operazione Depfa Bank con sede in Irlanda e specializzata nel settore pubblico. Questi fondi avrebbero ripianato la situazione economica dopo l'esborso di 238 milioni di euro versati, con un debito verso Banca Intesa di circa 260 milioni, per acquisire il 15 percento di azioni Milano-Serravalle, da Marcellino Gavio e conquistare il pieno controllo della società. Un'operazione che - ai tempi - suscitò sospetti, critiche, polemiche.

Per quanto riguarda il Comune gli inquirenti concentrano l'attenzione sul prestito da 1,685 miliardi, bond trentennale bullet, con Jp Morgan, Deutsche Bank, Ubs e Depfa.

Queste operazioni di "ingegneria finanziaria" (come le definì l'assessore provinciale Vittadini presentando al consiglio l'EMTN Programme) sono solo la punta dell'iceberg. Perchè in effetti in tutta la Regione proliferano altri metodi (consentiti dalla legge) di autofinanziamento. Sistemi "pericolosi" perchè sono sottratti ad ogni controllo.
"Non abbiamo altra scelta", confessa un sindaco ad Affari. Il problema è il patto di stabilità. Un vincolo ferreo per le amministrazioni locali, che funziona come controllo e deterrente di sprechi, ma anche come pastoia per investimenti strategici. Chi "sgarra" nella spesa comunale, infatti, viene penalizzato sui successivi bilanci. E allora, come fare per uscire dall'impasse? Le amministrazioni la scappatoia l'hanno trovata da tempo. Costituiscono una o più società (ci sono Comuni che hanno delle vere e proprie scatole cinesi) definite "patrimoniali". In pratica, soggetti a capitale pubblico che però agiscono sul libero mercato come privati. Gestiscono di tutto: acqua, gas, oneri, urbanistica, mense scolastiche, piscine, impianti sportivi. "Svuotano" il Comune di competenze, ma da lui dipendono. E - ovviamente - agendo sul libero mercato non hanno limiti: ogni strumento finanziario è loro consentito (derivati compresi), le assunzioni sono sbloccate, le consulenze e gli incarichi pure.
Così, ci sono paradossi in giro per tutta la Lombardia: società patrimoniali che hanno più dipendenti del Comune stesso, o bilanci più importanti.
Sindaci che diventano manager, insomma, e che riescono a mettere d'accordo tutti. Nei consigli di amministrazione delle patrimoniali (o partecipate) sono infatti dentro tutti: esponenti di maggioranza e d'opposizione, sinistra e destra.

INFATTI SI SONO AUMENTATI GLI STIPENDI e non avendo denari hanno aperto questi contratti capestro!
 
Inchiesta derivati/ Nel mirino della Procura cinque bond. L'ipotesi è truffa aggravata
Venerdí 19.10.2007 18:55

Il fascicolo è ancora contro ignoti. Nessun nome.
Ma qualcosa - di questa inchiesta è ancora ai primi vagiti - inizia a trapelare.
Il pm Alfredo Robledo, ieri aveva ordinato una serie di perquisizioni alla Guardia di Finanza nelle sedi Regione, Provincia e Comune al fine di "acquisire al procedimento la documentazione completa relativa a prestiti obbligazionari contratti che siano correlati, in qualunque modo, con operazioni finanziarie in prodotti derivati, con particolare, ma non esclusivo, riferimento a contratti di swap, o a creazione di fondi di ammortamento denominati 'sinking fund'", si legge nell'ordine emesso dal magistrato. Ma cosa sta cercando esattamente il pubblico ministero? Per adesso l'attenzione si è concentrata su cinque differenti bond.

Derivati/ Unicredit, Italease, Intesa, Capitalia, Bpvn, Mps. Ecco le banche più esposte. In totale 12 mld
La prima operazione - nota già nel giorno delle perquisizioni - era quella da un miliardo di dollari della Regione Lombardia con Merril Lynch e Ubs.
Dal Pirellone la risposta è stata improntata alla massima tranquillità sul proprio operato. Le altre quattro, invece, trapelano dalla Procura e riguardano prevalentemente la Provincia di Milano, per tre operazioni nel 2002, 2003 e 2005.

Nel 2002, presidente Ombretta Colli di Forza Italia, la Provincia aveva infatti stipulato un EMTN Programme (Euro Medium Term Notes) dal valore di 170 milioni.

"Gli enti locali sono alla ricerca di nuovi strumenti finanziari che consentano di reperire maggiori risorse per coprire i costi dei servizi che la legge pone a loro carico e per realizzare i programmi di opere pubbliche. La finanza innovativa risponde a queste esigenze e rappresenta una delle più importanti fonti sulle quali Comuni, Province e Regioni contano per raggiungere i propri obiettivi. Si tratta di operazioni di ingegneria finanziaria che vengono adeguate e aggiornate secondo l’esigenza dei vari enti locali, tenendo anche conto delle loro dimensioni e capacità di spesa - aveva spiegato l'assessore Vittadini al consiglio provinciale -
La nostra Provincia, già dall’esercizio scorso, ha acquisito tramite Moody’s la valutazione di A3 e gradualmente ha attivato la procedura per effettuare operazioni di emissioni di obbligazioni in Euro sui mercati internazionali. Tale operazione, prevista dalla programmazione finanziaria del 2002 e nel programma di mandato, ha avuto inizio con la scelta degli advisor che sono stati individuati in Merrill Lynch e in Dexia Crediop. Si è arrivati a loro dopo avere effettuato una gara tra più istituti specializzati, così come emerge dalla delibera di Giunta in data 15.3.2001, anche se trattandosi di una gara per prodotti finanziari, in base alla normativa CEE, l’incarico poteva essere assegnato a trattativa diretta”.
Insomma, tutto regolare? Questo è tutto da vedere, tanto che i magistrati di Milano stanno indagando con l'ipotesi di truffa aggravata ai danni dell'ente pubblico. Restano le parole verbalizzate di Vittadini: "Il contratto EMTN Programme è pertanto un documento preliminare che consente, con l’assistenza di più istituti di credito, di emettere obbligazioni sui mercati internazionali. Queste saranno destinati agli investitori istituzionali che le acquisteranno al prezzo che si formerà sul mercato nel momento in cui verrà lanciata l’operazione.
Quelli che sono stati firmati sono pertanto una serie di atti preliminari, distribuiti nella versione italiana,che potrebbero anche non concretizzarsi o concretizzarsi solo in parte, se e in quanto le decisioni definitive devono essere, come sono, sottopose al Consiglio".

Nel 2003 è la volta del "Madonnina Bond". Importo? 134 milioni di euro, sempre con Dexia, Merril Lynch e Deutsche Bank. "Nell’attuale emissione è stata inserita, con una quota più bassa, Deutsche Bank - spiega ancora una volta Vittadini al consiglio - L’emissione della seconda tranche è prevista per un importo di 134.000.000 di Euro, di cui 70.000.000 per ristrutturare il residuo debito di alcuni mutui contratti dal 99 al 2001, con il Banco di Sicilia e 64.000.000 per finanziare parte del programma delle opere pubbliche previste nel Bilancio 2003.
L’emissione avrà la durata di trent’anni, durata che corrisponde alle richieste attuali del mercato, con il pagamento nel 2004 di una sola rata posticipata. Il prestito verrà collocato a tasso variabile, con il sistema di ammortamento tradizionale, estinzione graduale del debito con pagamento degli interessi, oppure il BULLET, ossia il pagamento dei soli interessi ed accantonamento di una quota capitale semestrale, presso le banche che assistono l’emissione, per poi restituire l’intero capitale alla fine del prestito. Sarà il mercato, all’atto del lancio, ossia i primi di dicembre, ad indicare il sistema di emissione più conveniente".
Infine, nel dicembre 2005, presidente Penati, c'è un ultimo presto obbligazionario fino a 200 milioni con emissione nei successivi 3 anni. La prima tranche è da 71,8 milioni e l'interlocutore dell'operazione Depfa Bank con sede in Irlanda e specializzata nel settore pubblico. Ma a cosa serve questa emissione? Lo spiega lo stesso Penati, il 15 dicembre: "La provvista finanziaria attraverso emissione di bond - commentò il presidente Filippo Penati il 15 dicembre 2005 - consente di mantenere alto il livello degli investimenti e l'ammodernamento dei diversi settori di attività". Che tradotto poi nella realtà volle dire una boccata di ossigeno per le casse di Palazzo Isimbardi, appena "svenatosi" per i 238 milioni di euro versati, con un debito verso Banca Intesa di circa 260 milioni, per acquisire il 15 percento di azioni Milano-Serravalle, da Marcellino Gavio e conquistare il pieno controllo della società.

Per quanto riguarda il Comune gli inquirenti concentrano l'attenzione sul prestito da 1,685 miliardi, bond trentennale bullet, con Jp Morgan, Deutsche Bank, Ubs e Depfa.


MA SONO CAPACI DI INTENDERE E VOLERE?
se sì paghino di tascA LORO I DANNI CHE GANNO COMBINATO!
 
Derivati/ Unicredit, Italease, Intesa, Capitalia, Bpvn, Mps. Ecco le banche più esposte. In totale 12 mld
Sabato 20.10.2007 13:26

"Nessuno ha mai detto che non ci siano problemi a comprare o vendere derivati o che fosse puntualmente rispettata la distinzione tra compratori al dettaglio e istituzionali".
Il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, respinge le critiche di chi giudica troppo rassicuranti le indicazioni fornite da Palazzo Koch sul comportamento delle banche italiane in tema di derivati e subprime.
"Noi", afferma, "abbiamo detto che da come apparivano i bilanci delle banche italiane ad agosto, quando è partita la turbolenza, non sembravano cosi' esposte sui subprime come quelle tedesche, inglesi o statunitensi".

Unicredit, Italease, Intesa, Capitalia, Bpvn, Mps. Ecco le banche italiane più esposte sul fronte derivati. Un’esposizione fra i 10-12 miliardi di euro e perdite fra i 3-4 miliardi di euro (perdite per il 30%).
A tanto dovrebbe ammontare la cifra dei derivati in circolazione contratti dalle banche con il sistema economico. Dati ufficiali non ce ne sono, in Banca d’Italia non esistono statitische al riguardo, eccetto che qualche rilevazione fatta nell’ambito della finanza locale. Solo la Vigilanza archivia le statistiche fornite dalle banche tramite la centrale Rischi (CeRi).
Ma sono rilevazioni interne, diffuse nel sistema e senza singole posizioni per banca o azienda.
Per non parlare dell’Abi, completamente abbottonata sul punto, che non ha voluto nenanche rilasciare un no comment, per ovvi motivi.

Ma secondo quanto risulta ad Affari la cifra globale dei prodotti finanziari strutturati rientrante nella lista dei derivati sulla base del Testo unico della finanza, ammonta a più di 10 miliardi di euro. Esattamente 10,5 mld. quelli più o meno contratti dal sistema e forse anche qualcosa in più considerando che le segnalazioni di solito nella Centrale Rischi, vengono fatte per importi dai 75 mila euro in su.

Sommando le risultanze anche della Centrale rischi associativa (Cra), di altre banche dati (tipo Crif ed Experian), si dovrebbero superare i 12 miliardi.
Con in testa Unicredit che ha dichiarato la sua esposizione per 1 miliardo di euro e Banca Italease che ad oggi vanta un’esposizione per circa 700 milioni di euro. Ed anche Intesa Sanpaolo, Capitalia, Banco Popolare Verona Novara, Montepaschi qualche operazione l’hanno fatta. Difficile quantificare la quota di derivati contratti dagli enti pubblici, ma dovrebbe essere più della metà, poiché gli amministratori locali incassando a breve e ribaltando sulle future giunte l’onere del debito erano i clienti più abbordabili per il sistema.

Tanto che non era difficile ascoltare qualche rampante direttore di un’importante banca italiana invitare i propri sviluppatori ad inserire nei prodotti per imprese ed enti pubblici un bel derivato. Ove invece la controparte era già impegnata, radiobanca sottolineava come lo stesso direttore consigliava di “… scappare più in fretta possibile, essendoci una bomba pronta ad esplodere”.

Ora anche il governo e la banca centrale, grazie alla trasmissione Report della Rai, si sono accorti del fenomeno.
Arriverà una regolamentazione sull'uso da parte degli enti locali degli strumenti finanziari a servizio del debito. Sull'argomento ci sono emendamenti del relatore alla Finanziaria Giovanni Legnini (Ulivo) e al decreto della senatrice Cinzia Bonfrisco. Proposte che potrebbero confluire in un unico testo bipartisan. Ma la frittata è stata fatta e quel buco qualcuno lo dovrà pur pagare.
 
striscia lontano da milano

brava Tontolessa(tontolina non mi piace), aggiungerei che striscia la notizia sempre pronta a paciugare, giustamente, nelle fandonie degli altri, si tiene sempre opportunamente lontano dalla zona del comune di milano.
 
Re: striscia lontano da milano

luigi723 ha scritto:
brava Tontolessa(tontolina non mi piace), aggiungerei che striscia la notizia sempre pronta a paciugare, giustamente, nelle fandonie degli altri, si tiene sempre opportunamente lontano dalla zona del comune di milano.
vuoi scherzare vero

ma come
NON SAI CHE Moratti è azionista del fondo di private equity CARLYLE?
noooooooo?

in passato avevo postato un bell'articolo in merito
la cui lettura mi aveva chiarito il motivo per cui Berlusconi l'aveva voluta al suo fianco come ministra della pubblica distruzione


e vuoi che una sua trasmissione sfiori l'immagine di una persona dell'elite mondiale, amica ed azionista assieme alla fam. Bush e alla fam. Bin Laden?
 
ricordo che la fam Moratti è azionista assieme a Bush del fondo CARLYLE



0/03/2008 12:45 - Carlyle Capital Corp: in corso colloqui con creditori
Carlyle Capital Corp, fondo del gruppo di private equity Carlyle Group che nei giorni scorsi ha ricevuto degli avvisi di default per non avere reintegrato i margini di garanzia, ha reso noto di avere in corso colloqui con i creditori sottolineando che in caso di mancato accordo questi potrebbero vendere i titoli detenuti in garanzia.


neppure il fondo del presidente degli USA si salva dai debiti
 
MILANO: IL SEQUESTRO DEI BENI DI ALCUNE BANCHE ESTERE PONE UNA DOMANDA?


Ma se la procura ha ravvisato un reato per la vendita dei derivati al comune di Milano (12 mesi dopo la trasmissione Report...) perchè le altre procure NON possono fare lo stesso?

I comuni che hanno problemi per i derivati accesi anni fa NON potrebbero chiedere aiuto alla Procura di Milano per cercare di salvaguardare gli interessi dei propri cittadini?

O forse i politici (essendo gli stessi che hanno firmato l'aperetura del derivato) hanno paura di perdere i propri beni materiali?
Alcuni politici milanesi infatti hanno visto porre sotto sequestro i loro beni.....
 
aggiorno
perchè la moratta ha lasciato il comune di milano nella mer
nel mare di debiti

Sea: maxi dividendo mette a rischio quotazione (Repubblica) Dowjones
MILANO (MF-DJ)--La strada di Sea verso Piazza Affari si e' fatta improvvisamente in salita nelle ultime settimane.
I mercati, scrive Repubblica, sono andati in fibrillazione, scivolando ai minimi del 2011. Uno scenario da incubo per una quotazione, specie in un anno in cui ben quattro potenziali matricole (Rhiag, Moncler, Philogen e Sem),hanno rinunciato allo sbarco in Borsa proprio perche' non riuscivano a trovare compratori al prezzo desiderato. "Se avessimo dovuto collocare gli aeroporti milanesi in questi giorni", dice una fonte vicino alle banche coinvolte, "sono quasi certo che l'operazione sarebbe fallita". Nel Comune di Milano (che detiene l'84,6% del capitale della societa' che gestisce gli aeroporti milanesi di Linate e Malpensa), dove il dividendo della Sea era considerato fino a ieri un assegno gia' in cassaforte, hanno iniziato a drizzare le antenne. Cosa fare se fra 3 mesi i mercati saranno in crisi? Non si tratta di una discussione accademica. Palazzo Marino sta gia' incontrando forti difficolta' a vendere la partecipazione nella Serravalle, un'altra somma data gia' per scontata nei bilanci previsionali della giunta Moratti. E il mancato incasso della cedola dagli aeroporti rischierebbe di far saltare del tutto i bilanci municipali. I tecnici della giunta hanno iniziato a studiare un "Piano B" per non aprire un'altra voragine nei conti della citta'. red/lab
(END) Dow Jones Newswires
 

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