Alla fine, tu, anche se non lo ammetti e l'hai appena negato qua sopra, sei il portatore sano e nemmeno tanto inconscio, dell’esempio - in questo caso - migliore in termini filosofici, su come si interpreti il decorso del tempo: il tuo non far nulla sottende una filosofia di invidiabile disprezzo verso quella naturale ed incontrastabile ossessione della misurazione del tempo e del suo scorrere immutabile.
Alla fine, per chi sa conquistare questo distacco, il tempo o meglio - il proprio tempo - muore quando finisce di avere importanza e non c’è nemmeno bisogno di consacrarlo in un funerale, perché in tal caso, è il tempo che seppellisce se stesso.
Ovvio che si possa distinguere la percezione del tempo secondo le fasi naturali dell’evoluzione della vita: un tempo dell’infanzia, uno della gioventù, una della maturità ed infine un tempo della vecchiaia. Dipende poi, in una specie di sublimazione del ragionamento, cosa assorbire dai tempi di queste fasi, fino ad arrivare al tempo della morte, che può durare la somma di quei tempi (in una vita di merda) o un solo attimo, che in tal caso, per paradosso linguistico, diventa il tempo della morte della morte che, quindi, non è una ripetizione.
Nella storia c’è stato un periodo millenario in cui l’uomo, pur nella consapevolezza di ogni caducità, possedeva il tempo, perché il timore ne faceva percepiva la fine. Poi è sopravvenuta una specie di eclissi di tutti i valori e l’uomo fu posseduto dal tempo; rimase e rimane sempre più schiavo del tempo e – ironia della sorte – in nome della libertà. Per possedere il tempo, l’uomo non dovrebbe essere schiavo del suo conteggio, ma del suo valore. Finché l’uomo vive, il suo rapporto con il tempo è di consumo: l’uomo consuma il tempo e il tempo consuma l’uomo, in un rapporto biunivoco, circolare per i greci e diacronico per i credenti cristiani. E’ un po’ come immaginare una sfera (uomo) che ruota in senso inverso dentro un’altra sfera (tempo) e per dirla con Dante, così facciamo contenta anche l’amica Claire, “
parendo incluso da quel ch’elli ‘nclude…”
Poi sopraggiunge la morte fisica e la sfera interna si arresta mentre quella che la include continua a girare con ritmo costante.
Di fatto, chi vuol esser lieto sia che ….
Fine del pippone