LA RELATIVITA' TEORIZZATA DA EINSTEIN ESiSTE, BASTA CONFRONTARE LA SEGUENTE

ieri all'olimpico di Torino durante il minuto di silenzio per andreotti


































La foto di Falcone e Borsellino in risposta al minuto di silenzio per Giulio Andreotti. L’iniziativa del Coni per ricordare l’ex senatore a vita prima di tutte le partite del turno infrasettimanale di serie A, non è stata propriamente un successo. Fischi, cori ed insulti sono stati la risposta trasversale, e non necessariamente di pancia, a ciò che la gente ha sempre pensate del Divo.
Ma la risposta più forte è arrivata dalla curva Primavera dallo stadio Olimpico di Torino, durante il match Torino-Genoa. La tifoseria ha infatti risposto al ricordo di Andreotti tappezzando la gradinata con centinaia di riproduzioni delle storiche foto in bianco e nero dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Un gesto organizzato tramite il tam-tam del web, twitter, e-mail, inviti a voce.
Al momento del fischio dell’arbitro Rocchi, la curva Maratona ha iniziato a fischiare sonoramente, dedicando ad Andreotti cori con cui, di solito, vengono “omaggiati” gli avversari di turno. La curva Primavera ha invece sollevato centinaia di copie delle famosa foto in cui i due magistrati simbolo della lotta italiana alla mafia vengono ritratti assieme. Ora concentrati, ora sorridenti, a scambiarsi l’uno parole all’orecchio dell’altro.

Come troppo spesso accade nel web, la foto della tifoseria del Torino – ripresa dalla pagina Facebook Rialziamo la testa prima che sia troppo tardi - è stata tacciata di fotomontaggio o ritenuta fasulla, senza prima provvedere a verifica. La conferma arriva invece prontamente nell’album fotografico della pagina sul social network del sito Toro.it, che riporta l’intera fotogallery della partita. Un match che non passerà certo alla storia per quello che si è visto sul campo, ma per quello che è apparso in curva.
Il gesto, poco pubblicizzato e finora del tutto ignorato dalla stampa, sta raccogliendo approvazione dalle tifoserie di ogni colore e ringraziamenti da tutto il web. Per non dimenticare ciò che la Corte d’Appello di Palermo, pur assolvendo Andreotti dai fatti dopo il 1982, disse di ciò che era accaduto prima del 1980. Anche le tanto vituperate curve degli stadi italiani a volte possono tingersi di legalità.
 

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che ***** posso fare mi daiuna responsabita ....ti sono davvero vicino amico davvero mio
.....fanculo al Mondo
 
zio condannato......:D

c'è andato leggerino, eh??


Per la prima volta nella sua lunga carriera di imputato, Silvio B. è stato condannato in appello, ultimo grado di merito, a conferma della prima sentenza che gli infliggeva 4 anni di reclusione, 5 di interdizione dai pubblici uffici e 10 milioni di danni da pagare al fisco per una mega-frode fiscale durata dieci anni. Ora gli resta soltanto la Cassazione, presieduta proprio da ieri da un vecchio amico di Previti. Che però può valutare solo i profili di legittimità, mentre i fatti sono definitivamente accertati, così come illustrati dalle motivazioni del Tribunale: B. è un criminale matricolato che ha mostrato "particolare capacità di delinquere nell'architettare" e "ideare una scientifica e sistematica evasione fiscale di portata eccezionale" che gli ha procurato "un'immensa disponibilità economica all'estero, ai danni non solo dello Stato, ma anche di Mediaset e, in termini di concorrenza sleale, delle altre società del settore" tv. Il noto delinquente ha governato l'Italia, direttamente o indirettamente (nascosto dietro Monti e Letta jr.), per 11 anni su 19.

È con questo delinquente che il mese scorso il Pd s'è appena alleato per rieleggere Napolitano e fare il governo che deve "pacificare" l'Italia dopo vent'anni di "guerra civile". La guerra fra guardie e ladri, fra chi non paga le tasse e chi le paga anche per lui. Mentre plotoni di finti tonti rimuovono la biografia penale e politica di B., chiamando "pace" l'impunità al delinquente, e mentre si attende che il Pd trovi le parole per definire il suo pregiato alleato, è il caso di ricordare l'oggetto del processo Mediaset. Checché ne dicano i servi di Arcore, la Procura ha dimostrato "con piene prove orali e documentali" che nel 1995-'98 (quando B. era già in politica da un pezzo) la Fininvest e poi Mediaset acquistarono 3mila film dalle major Usa con 13mila passaggi contrattuali per gonfiare i costi, abbattere gli utili, pagare meno tasse e accumulare una fortuna per B. e famiglia nei vari paradisi fiscali, con due diversi sistemi: i film rimbalzavano da una società fittizia all'altra, aumentando ogni volta di prezzo (le decine di offshore create ad hoc dall'avvocato Mills, tutte riferibili al mandante B.); e altri passaggi- fantasma venivano assicurati da "intermediari fittizi" come il produttore Frank Agrama, prestanome di B., anche lui condannato. Risultato: costi maggiorati per 368 milioni di dollari, con evasioni fiscali sulle varie dichiarazioni fino a quella del 2004. L'inchiesta partì nel 2002, il dibattimento nel 2006. In origine i reati erano tre: falso in bilancio, appropriazione indebita e frode fiscale.

Poi i primi due caddero in prescrizione, così come gran parte delle frodi (restano 7,3 milioni). E non solo per il naturale passare del tempo: anzi è un miracolo che il processo sia giunto in fondo, visto che in 11 anni s'è trasformato in una corsa a ostacoli, costellata da ben 11 leggi ad personam. Nel 2001 il primo scudo fiscale. Nel 2002 la controriforma del falso in bilancio che, per le società quotate, abbatte le pene e dimezza la prescrizione; il condono fiscale, che sanava un bel po' di frodi berlusconiane. Nel 2003 il condono fiscale per i coimputati; il lodo Maccanico- Schifani; lo scudo fiscale-bis. Nel 2005 la ex-Cirielli che tagliava ancora la prescrizione e salvava dall'arresto i condannati ultrasettantenni.

Nel 2006 l'indulto del centrosinistra, che condonava 3 anni ai condannati passati e futuri (perciò, se questa sentenza diventerà definitiva prima della prescrizione nel luglio 2014, B. non andrà in galera, ma dovrà lasciare il Senato). Nel 2008-2010 il "lodo" Alfano, il legittimo impedimento (due leggi scritte dall'attuale vicepremier e ministro dell'Interno, poi dichiarate incostituzionali) e lo scudo fiscale-tris. Ora, per pacificarci definitivamente col delinquente evasore, manca soltanto l'ultimo passaggio: che l'amico Napolitano lo nomini senatore a vita. S'è liberato il posto di Andreotti, lo impone l'ordine alfabetico.

Da Il Fatto Quotidiano del 09/05/2013.
 
oggi a far su 'sto bordello dove non ci si capisce piu' un beato cazzzo mi sa che si stanno divertendo come le foche......:rolleyes::wall::wall:
 
quanto ci godrei a vedere lo yen crollare senza freni........fankhulo loro e i loro QE a ripetizione.......:D
 
zioaltrasponda......:D

gli ha dato l'idea........ce lo ritroviamo mica "Silvia" adesso......:mmmm::D:D:D
 

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non chiedetemi nulla per cortesia , ma sento il dovere di chi e' amico e ha contatti faccia un saluto a olly credo che gli farebbe davvero piacere!
 

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