la stupidità dell'UCRAINA è conclamata ed è pure PRIVA d'ONORE

UCRAINA come ISRAELE
LILIN RACCONTA LA SUA ESPERIANZA PERSONALE ... SUO PADRE AVVISò I RUSSI SI ODESSA

La variabile saudita - Dietro il Sipario - Talk Show​

 
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UCRAINA come ISRAELE
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in effetti ci sono TROPPE ANALOGIE

ed oggi trovo la conferma

TRUMP SULLA TOMBA DEL REBBE DEGLI ORTODOSSI CHABAD​


Silvano Danesi Politica Internazionale 09 Ottobre 2024

Una delle offese più ripugnanti che si possa fare all’umanità è quella di cancellarne la storia e la cultura. Operazione diabolica (nel senso di radicalmente divisiva), tesa a rendere le masse un insieme informe di “contemporanei”, possibilmente idiotizzati.
Per capire quanto sta accadendo nel mondo, al contrario, è necessario studiare tutto il possibile, tutto quanto è nelle nostre possibilità singole, avvalendoci con spirito critico di tutte le fonti (ormai innumerevoli) e guardando non solo alla storia degli eventi, delle guerre, dei re e delle regine, delle fortune e dei tracolli finanziari, ma, e soprattutto, delle idee.
Nei secoli hanno determinato maggiormente la storia dell’umanità le idee di quanto lo abbiano fatto le guerre, la finanza, l’economia.
Pensiamo solo alle grandi religioni monoteistiche, che ancora oggi indirizzano miliardi di persone o all’illuminismo, che ha chiuso una fase lunghissima della storia dominata dal potere ecclesiale e ha ispirato la Rivoluzione francese e quella americana.
Pensiamo a cosa ha significato il Rinascimento italiano.
C’è poi un sostrato culturale e ideale, assai poco conosciuto e spesso volutamente evitato, che a volte rappresenta la chiave per comprendere cosa avviene in superficie.
Ad esempio non è possibile capire il wokismo se non si approda al malthusianesimo e al puritanesimo. Le attuali idiozie wokiste non nascono dal nulla, ma da ben precisa correnti ideologiche, alcune delle quali essoteriche, ossia comprensibili, manifeste e altre esoteriche, incomprensibili ai più e spesso determinanti.
Trump 2

Questa lunga introduzione è necessaria per capire il motivo per il quale Donald Trump è andato a celebrare l’anniversario della strage perpetrata da Hamas il 7 ottobre dello scorso anno sulla tomba dell’ultimo Rebbe del movimento Chabad-Lubavitch, Menachem Mendel Schneerson, filosofo, mistico e rabbino ucraino, naturalizzato statunitense.
Un inciso.
L’Ucraina e la Polonia sono stati, con la Germania, i luoghi della diaspora askenazita e anche quelli dove si sono affermati i movimenti messianici chassidici, ma anche le eresie frankiste e di Sabbatai Zevi.
Perché soffermarci sull’Ucraina?
Perché Volodymyr Zelenski è ebreo, così come Victoria Nuland, figlia di Sherwin B. Nuland, medico ebreo immigrato dalla Bessarabia, all'epoca facente parte della Russia (oggi in parte Ucraina e in parte in Moldova), di nome Nudelman, esperto di bioetica della Yale School of Medicine.
Victoria Nuland è l’autrice, con l’ebreo George Soros (ungherese) della rivoluzione arancione in Ucraina.

Ebreo è anche Antony Blinken, segretario di Stato Usa
, il quale è nato a Yonkers (nello stato di New York) da genitori ebrei, Judith (Frehm) e Donald M. Blinken, il quale ha ricoperto l'incarico di ambasciatore degli Stati Uniti in Ungheria. I nonni materni erano ebrei ungheresi e i nonni paterni erano ebrei ucraini.

Significa qualcosa? Forse sì, in quanto i protagonisti di una questione aperta come è quella dell’Ucraina non può non intrecciarsi con le radici, con le storie individuali e anche con le idiosincrasie conseguenti.

Torniamo a Trump [ha origini tedesche... non è che anche lui ha degli antenati askenaziti?]e ai movimenti messianici dello ḥasidismo (chassidismo).
Il Chassidismo o Hassidismo è il nome di diversi movimenti religiosi ebraici.
Gli Ḥasidim, i «pii», erano detti i difensori della tradizione in opposizione all'ellenismo, ai tempi della rivolta dei Maccabei e da essi ebbero origine i farisei e gli esseni.
Come si vede le radici contano e, in questo caso, si intrecciano con quelle della vicenda di Gesù, detto il Cristo, un ebreo, probabilmente esseno, dalla cui vita e dalla cui predicazione ha tratto origine uno dei movimenti religiosi mondiali come è il cristianesimo.
In America, luogo di una sorta di seconda diaspora, quella degli ebrei dell’Europa orientale dovuta ai vari pogrom e al nazismo, non tutti gli ebrei sono uguali in quanto ai rapporti con la religione e con la tradizione.
Negli Usa ci sono i Conservativ e i Reform, ci sono le sinagoghe tradizionali e quelle riformate, dove celebrano i riti anche rabbini di sesso femminile.
L'ebraismo riformato, chiamato anche ebraismo liberale o ebraismo progressista, è una forma di ebraismo nata nel XIX secolo in Germania e diffusasi successivamente principalmente negli Stati Uniti d’America. L’ebraismo riformato cerca di ridurre e relativizzare il complesso delle 613 regole (Mitzvot) della Torah e di adeguarlo alla modernità.
Per ebraismo conservatore o ebraismo masoretico (tradizionale) si intende quella forma di ebraismo nata negli Stati Uniti nei primi anni del Novecento. Oggi l'ebraismo conservatore si colloca come il movimento più numeroso, raccogliendo tra il 35% e il 40% degli ebrei statunitensi.
Va considerato un dato demografico: gli ebrei Usa sono all’incirca 7,5 milioni, di poco inferiori a quelli residenti in Israele: 9,5 milioni.
Mentre la maggior parte degli ebrei americani siidentifica con i movimenti “reform” o “conservative”, quasi la totalità degli ebrei israeliani è ortodossa, movimento caratterizzato da leggi religiose più severe.
Come mi spiega gentilmente un amico ebreo che ben conosce le dinamiche interne al mondo ebraico, mentre in America l’80 per cento degli ebrei è riformato o conservativo e solo il 20 per cento è ortodosso, le percentuali si ribaltano in Israele, dove l’80 per cento degli ebrei è ortodosso.
La scelta di Trump di celebrare la ricorrenza del 7 ottobre con gli ebrei chabad, quindi ortodossi o meglio, molto ortodossi, pregando sulla tomba dell’ultimo Rebbe del movimento Chabad-Lubavitch di New York, è un chiaro segno che la sua possibile amministrazione, se vincerà le elezioni, sarà vicina all’ortodossia ebraica in America e, soprattutto, ed è qui il punto nodale da considerare, all’ortodossia israeliana.
Chabad è acronimo di Cochmah, Binah e Da’at, ossia Saggezza, Comprensione, Conoscenza.
Non va dimenticato che la figlia di Trump, Ivanka, convertita all’ebraismo, ha sposato Jared Kushner, ebreo ortodosso e vero tessitore degli Accordi di Abramo.
Impossibile, nello spazio di un articolo, approfondire la galassia ebraica e le implicazioni di quanto di esoterico si muove in rapporto con l’essoterico, di quanto le idee possano determinare le politiche.
Ecco perché chi si vuole imbecillire e idiotizzare le masse, proclama la cancel culture, perché cancellare la conoscenza e la comprensione, impedisce la saggezza e consente ai lupi travestiti da agnelli di comandare vessando il gregge.
La scelta di Trump è dalla parte della Tradizione che è molto, ma molto di più, della conservazione.
Nella foto di copertina, Menachem Mendel Schneersonla, Rebbe del movimento Chabad-Lubavitch e la sua tomba.
 

La nuova grana Ucraina, una brutta sorpresa per l’Italia​

C'è stato un repentino cambio di direzione del vento sul tema Ucraina. E alcuni Paesi europei come il nostro rischiano di essere colti di sorpresa​

Mauro Bottarelli
Pubblicato 11 Ottobre 2024
Davvero pensate che l’euro-baruffa scoppiata mercoledì sia dovuta a quella frasetta di Viktor Orban relativa alla necessità per l’Europa di cambiare verso? Davvero pensate che la freddezza di Ursula von der Leyen verso il Premier ungherese e Presidente di turno vada ricercata nello scontro con Ilaria Salis e nel sotteso conflitto riguardo la questione dei cosiddetti diritti?

La questione è decisamente più seria.
E lo sa molto bene Giorgia Meloni. La quale è stata clamorosamente colta con la guardia abbassata non tanto dall’ondata di onestà che il ministro Giorgetti ha riversato su mesi di narrativa del Governo. E delle sue grancasse mediatiche. Bensì dal repentino cambio di direzione del vento sul tema Ucraina.

Ieri sera Volodymir Zelensky era a palazzo Chigi a fare il pieno di solidarietà. E non solo. Oggi sarà in Vaticano. Dove invece il realismo sarà decisamente più presente. Sapete perché Ursula von der Leyen era così scura in volto? Perché l’appuntamento di mercoledì doveva essere il punto di ratifica del nuovo regime sanzionatorio unificato richiesto dagli Usa all’Ue per mettere sul tavolo i 20 miliardi di dollari di competenza statunitense nello swap da 50 miliardi a favore di Kiev deciso al G7 pugliese di giugno.
E invece, la settimana precedente, proprio Viktor Orban ha bloccato il provvedimento, il quale necessitava dell’unanimità.
Nessuna unificazione del regime sanzionatorio. E, soprattutto, nessun ampliamento dei divieti alle importazioni via pipeline di gas e petrolio russo.

Poi dicono che l’Austria ha solo 9 milioni di abitanti e non conta nulla. A quanto pare, la valanga FPO qualcosa ha smosso. Seppur a livello carsico.

E guarda caso, a strettissimo giro di posta rispetto allo showdown andato in scena a livello europeo, ecco che dal sito del quotidiano tedesco Der Spiegel spunta l’indiscrezione: il vertice sull’Ucraina in programma per sabato (domani, ndr) nella base americana a Ramstein, in Germania, è stato cancellato e rinviato a data da definire. E il giornale cita anche la fonte della propria anteprima: un portavoce del Pentagono. Pochi minuti e dal Pentagono stesso arriva la conferma. Con una spiegazione: il presidente Joe Biden ha annullato le visite di Stato in Angola e Germania a causa dell’uragano Milton. Annunci sulle future riunioni del Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina saranno comunicati prossimamente, aggiungeva la nota del ministero della Difesa statunitense. Insomma, non c’è fretta. Nonostante i russi avanzino ogni giorno. Nonostante da più parti ormai si dipinga uno Zelensky costretto ad ammettere l’impossibilità di vincere e la necessità di trattare. Cedendo anche più di qualcosa, pur di far finire la guerra.

Esattamente come quella relativa al Pil italiano che straccia Germania e Francia, persino la retorica sull’Ucraina che sconfigge il Golia russo sta andando repentinamente in pensione. E chi la sostiene ancora, rischia un clamoroso effetto cerino fra le dita. Perché l’inverno è alle porte. L’Ucraina continua a incassare gli sporchi soldi dei diritti di transito di Gazprom sul suo territorio e, dati alla mano, le importazioni energetiche europee dalla Russia – anche via Turkish Stream – continuano ad aumentare. Brutta cosa la realtà.
Non ci sarà alcun incontro a livello di capi di Stato e di governo a Ramstein e non avrà luogo nemmeno l’incontro a quattro previsto tra Biden, Scholz, Macron e Starmer, ha poi confermato il portavoce del governo tedesco, Steffen Hebestreit, in conferenza stampa a Berlino. Aggiungendo che, al momento, non è stata ancora fissata una nuova data per il vertice sull’Ucraina a Ramstein.
Forse il 17 a Bruxelles si terrà un meeting informale.
Forse. Diciamo che l’Ucraina non rappresenta più tutta questa urgenza.

Perché la Casa Bianca non ha emesso un comunicato, però, lasciando che fosse il Pentagono a confermare il forfait e solo dopo lo scoop di Der Speigel?
Vuoi dire che i meteorologi di fiducia di Pennsylvania Avenue si siano accorti di Milton solo prima del suo abbattimento sulle coste della Florida? O forse la materia si sta facendo scottante, stante l’approssimarsi sempre più rapido e incerto dell’appuntamento con il voto del 5 novembre? Vi invito a fare un esperimento. Andate su X e mettete come parole chiave Milton e Ukraine. Immediatamente capirete il perché di questa brutta figura diplomatica. Gli americani sono furenti per le inefficienze e il sotto-finanziamento della Fema, l’agenzia federale per la gestione delle emergenze e fanno notare come invece i soldi per Kiev ci siano sempre stati. E in abbondanza.

Populismo? Ovviamente.
Ma questa volta, sacrosanto.
Perché esattamente come con i Talebani, il Frankenstein di destabilizzazione che hanno creato in laboratorio fin dalla primavera arancione e da Maidan, ora si è rivoltato contro gli interessi di Washington. La quale, esattamente come per la fuga improvvisa e vigliacca da Kabul, ora si chiama elegantemente fuori.

Chi saranno i fessi a restare con il cerino dell’inimicizia con Mosca in mano? Gli europei, ovviamente. E la loro economia.

Ma non basta. Perché poco prima che Viktor Orban prendesse la parola, a farlo era stata la portavoce del ministero degli Esteri russi, Maria Zakharova, a detta della quale la Russia ha le prove del coinvolgimento degli Usa e della Gran Bretagna nell’attentato al gasdotto Nord Stream del settembre 2022. E in precedenza, il capo del servizio d’intelligence esterno russo, Serghei Naryshkin, aveva affermato che nell’azione sono stati impiegati sabotatori professionisti dei servizi segreti americano e britannico e che l’Amministrazione Usa ha ritenuto giustificato intraprendere un simile sabotaggio per garantire la separazione dell’Europa e, soprattutto della Germania, dalla Russia.

Zakharova ha poi confermato che Mosca ha più volte sollecitato i Paesi occidentali, pubblicamente e attraverso i canali legali, a cooperare per far luce sul sabotaggio ma non ha ricevuto risposta. Due anni dopo l’attacco terroristico, l’Occidente continua a cercare di sottrarsi alle responsabilità. Si sta facendo di tutto per garantire che la comunità internazionale non tocchi questo argomento in nessun caso.
Allarme rosso a palazzo Chigi.
 

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