Spiegazione interessante
Queste sono le principali conclusioni di un recente articolo pubblicato su Nature.
nature.com/articles/s4158…
Molti hanno riportato questa notizia come un fenomeno incredibile e promettente, ma pochi ne hanno descritto il meccanismo d’azione.
Scopriamolo insieme…
Qui entra in gioco l’immunologia, quindi mettetevi comodi se volete approfondire l’argomento.
Partiamo dagli ICIs usati come trattamento nel carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) e melanoma.
Le cellule tumorali usano un particolare “immune checkpoint” per impedire ad una specifica categoria di cellule del sistema immunitario, dette linfociti T, di attaccarle e di distruggerle. Questo “immune checkpoint” si basa sul legame tra PD-L1, espresso sulle cellule tumorali e PD-1, espresso sui linfociti T.
Gli ICIs, interferiscono con questo legame (per questo vengono chiamati immune checkpoints inhibitors), legandosi o a PD-1 o a PD-L1 e quindi permettono ai linfociti T di attaccare le cellule tumorali con efficienza.
Il grosso problema è che le cellule tumorali hanno messo a punto tutta una serie di meccanismi che gli permettono comunque di inibire l’azione delle cellule T riattivate dagli ICIs, rendendo, spesso, inefficace la terapia con gli ICIs.
Detto questo, in che modo il vaccino a mRNA contro il SARS-CoV-2 ha contribuito a rendere gli ICIs più efficaci e ad aumentare la sopravvivenza dei pazienti vaccinati, non avendo un’azione diretta nell’attivare il sistema immunitario contro le cellule tumorali?
Attraverso una sorta di meccanismo di attivazione della risposta immunitaria contro i tumori “indiretto” e articolato in più fasi:
1) Essendo i vaccini a mRNA contro il SARS-CoV-2 disegnati per stimolare una potente risposta immunitaria mediata dai linfociti T, è stato osservato che nei pazienti vaccinati, il vaccino ha stimolato la produzione di una particolare citochina, detta IFN-α, che ha una duplice azione: da un lato inibisce direttamente la proliferazione delle cellule tumorali e dall’altro induce l’attivazione delle cellule del sistema immunitario predisposte ad eliminare le cellule tumorali, come per esempio i linfociti T. Nei pazienti vaccinati è stato osservato una potente attivazione di tutta una serie di cellule del sistema immunitario che hanno lo scopo di riconoscere ed eliminare le cellule tumorali.
2) I vaccini a mRNA contro il SARS-CoV-2 hanno aumentato l’infiltrazione dei linfociti T nel microambiente tumorale. Perché è importante questo aspetto? Perché linfociti T attivati che non riescono ad infiltrarsi nel tumore sono come dei carri armati con il cannone inceppato.. Determinare l’aumento dell’infiltrazione dei linfociti T attivati nel microambiente tumorale significa avere un’azione antitumorale potente
3) I vaccini a mRNA contro il SARS-CoV-2 aumentano l’espressione del PD-L1 sulle cellule tumorali. Perché è importante questo aspetto? Perché più PD-L1 viene espresso sulle cellule tumorali e più gli ICIs riescono a bloccare questo meccanismo e ad essere efficaci.
4) I vaccini a mRNA contro il SARS-CoV-2, tramite i fenomeni descritti nei punti 1 e 2 hanno reso le cellule tumorali piu sensibili all’azione degli ICIs. Questo, insieme al fenomeno descritto nel punto 3, permette in maniera indiretta ai vaccini a mRNA contro il SARS-CoV-2 di contrastare i meccanismi che le cellule tumorali usano per inibire l’azione degli ICIs, aumentando di fatto l’efficacia degli ICIs in determinati tipi di tumore come carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) e melanoma.
Queste osservazioni gettano le basi per disegnare vaccini a mRNA specifici contro determinati tipi di tumore e di mettere a punto terapie sempre più selettive ed efficaci.
Ci vorrà del tempo e studi più solidi per arrivare a questo punto, ma la ricerca e la scienza sono sulla strada giusta..