Le “fake news” e la Post Verità

28 febbraio 2018

No Vax, sì Money”
, è il titolo del quarto e ultimo report che il Partito democratico ha dedicato alla disinformazione e all’industria delle false notizie in Rete.

La fake news del movimento No Vax
A conclusione del lavoro portato avanti nelle ultime settimane, in questo ultimo report si è scelto di trattare uno dei temi simbolo della fabbrica delle fake news, quel movimento No Vax che tanti danni ha fatto e continua a fare al nostro Paese, con i numeri sul calo dell’immunità di gregge che hanno spinto il Governo italiano a varare la legge sull’obbligatorietà.

Come funziona e ha funzionato, dunque, il movimento anti-vaccinista in Italia?

Il rapporto del Pd ricostruisce la vicenda, partita ormai 20 anni fa con l’articolo-fake del medico britannico Andrew Wakefield, che sulla rivista Lancet pubblicò uno studio in cui si sosteneva una probabile correlazione tra il vaccino trivalente all’autismo.

Una affermazione non solo mai riscontrata scientificamente, ma per la quale, si è scoperto in seguito, Wakefield non aveva utilizzato nessun “case study”, limitandosi a illustrare conclusioni personali senza alcun supporto sperimentale.

In seguito, ricostruisce il report del Pd, un’inchiesta del Sunday Times svelò un grave conflitto di interesse di Wakefield, che fu costretto ad ammettere di aver ricevuto, per compiere quegli studi farlocchi, 500mila sterline da un avvocato interessato a dimostrare una correlazione tra vaccini e autismo, perché oggetto di una causa contro le aziende farmaceutiche.

L’articolo di Lancet venne rivisto e corretto ma quando era già stato condiviso e diffuso dai media. Ne risultò un grave calo dei bambini vaccinati nel Regno Unito e un aumento dei casi di morbillo.

Il punto su cui si concentra il report è da un lato il comportamento di alcune parti politiche in Italia, che soprattutto in campagna elettorale, anziché prendere le distanze da certi comportamenti, al contrario li strumentalizzano. E dall’altro sulle dinamiche di diffusione del movimento No Vax sul web, che hanno al centro un intento ormai chiaro: lucrare per guadagnarci.

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La rete di diffusione delle bufale antiscientifiche
Il Report evidenzia una vera e propria rete organizzata di diffusione in Italia delle bufale antiscientifiche. Il primo caso analizzato è quello di AttivoTv, un sito che ha costruito il suo successo su un uso massivo della tecnica del clickbaiting, con articoli quasi tutti a contenuto “complottista” nei confronti della scienza ufficiale.
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Fake news: Il quarto report del Pd "No Vax, sì Money"
quello che riporti è la più grande fake asservita alle case farmaceutiche
informati meglio e fai meno il bocalone

La verità raccontata da Andrew Wakefield
 
SPY FINANZA/ I guai di Usa e Cina nascosti dai media
18.10.2019 - Mauro Bottarelli
Ci sono dati e notizie che non raggiungono i media mainstream, ma che invece sono importanti per capire cosa ci aspetta

SPY FINANZA/ I guai di Usa e Cina nascosti dai media


Ve lo dico chiaramente e con largo anticipo: la questione relativa alla domanda di liquidità nel sistema finanziario sarà il mio mantra. Per cui, preparatevi. Perché è inutile cercare di capire quanto accade attorno a noi, se non si ha una stella polare cui fare riferimento: si gira a vuoto. E io non ho voglia di perdere tempo. E, ancor meno, di farmi prendere in giro. E attenzione, perché le prese per i fondelli sono all’ordine del giorno: sapete qual è stato uno dei motivi di discussione negli Stati Uniti l’altro giorno? Il fatto che la ABC, non esattamente l’ultima rete televisiva del Paese, ha mandato in onda un filmato girato nel 2017 presso il poligono di tiro di Knob Creek vicino West Point, in Kentucky, spacciando il fumo e le fiamme di un’esercitazione per la repressione turca in atto in quel momento contro i curdi nel Nord della Siria. Ci sono voluti due giorni di proteste, soprattutto sui social, perché l’emittente si degnasse di ammettere “l’errore” dal proprio profilo Twitter, chiedendo scusa ma non rimuovendo il filmato dal proprio sito. Premio Goebbels, insomma. Mettete le parole chiave in qualsiasi motore di ricerca e troverete quanto andato in onda domenica scorsa a World News Tonight e il giorno seguente a Good Morning America.

Sicuramente si è trattato solo di una svista in fase di montaggio. Ma ricorda tremendamente la trama di Wag the dog, film capolavoro sul tema della manipolazione mediatica delle masse al fine di creare cortine fumogene per la politica. E da cosa dovevano essere distratti gli americani? Ad esempio, da questo, primariamente: ieri, come vi avevo detto, è stato inaugurato il nuovo ciclo di acquisti diretti della Fed sul mercato e quello che vedete è il prospetto dell’operazione diffuso martedì sera. C’è la data di “prenotazione”, quella di operatività del settlement e soprattutto gli ammontare di domanda e offerta: bene, quest’ultima è stata 4.3 volte inferiore alla prima. A fronte di acquisti per un controvalore di 7,501 miliardi di dollari c’erano domande di acquisto – di fatto, ammontare di T-Bills che banche e soggetti finanziari accreditati volevano vendere per ottenere liquidità – per 32,569 miliardi di dollari.

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Il tutto, dopo che in mattinata l’asta repo aveva portato con sé un ritorno della tensione, visto che al netto di disponibilità di denaro a un giorno per un massimo di 75 miliardi, la domanda era stata pari a 80,35 miliardi. E non basta, perché overnight e in attesa di quell’asta, il tasso repo era schizzato di nuovo in alto, arrivando al 2,275%, ben al di là della banda di oscillazione appena abbassata dalla Fed. E anche una volta stabilizzato dopo l’asta, è rimasto in area 2,15%: sopra l’1,80% in cui dovrebbe rientrare. Signori, il sistema sta parlando ma nessuno pare intenzionato ad ascoltarlo. E non per mancanza di volontà, bensì perché chi di dovere sta invitandoci a ballare come sul ponte del Titanic, tenendo il volume della disinformazione al massimo. Rimbambendoci con emergenze che non sono tali.

Ragionate un attimo: a vostro modo di vedere, se la mossa della Turchia fosse davvero così “eversiva”, la Russia sarebbe rimasta serenamente a guardare, dopo aver sacrificato mezzi e uomini per la lotta contro Daesh?
E l’Iran, resterebbe silente?
E l’America si sarebbe permessa il lusso di lanciare quattro sanzioni ridicole, cogliendo la palla al balzo per smobilitare dalle sue aree di competenza in Siria, lasciate oltretutto in dote proprio alle truppe di Mosca?
Suvvia, siamo seri.
Quell’angolo di mondo è stato un mattatoio vero e proprio per almeno 5-6 anni nel disinteresse totale dell’Occidente, oggi siamo all’avanspettacolo a uso e consumo di guai più seri.
Un esempio? Vi pare un caso che sia diventato virale il video della bambina curda in fuga con la famiglia, la quale chiede ai potenti del mondo che le venga restituita la sua infanzia?
Le stesse parole – identiche – pronunciate da Greta Thunberg all’Onu: siamo alla “cura Ludovico” di Arancia Meccanica, amici miei. E quali guai più seri si sta cercando di occultare, quelli cui si impegna a porre rimedio una Fed sempre più in ordine sparso?

Non solo. Lo scorso fine settimana, infatti, ci aveva portato in dote la notizia rassicurante del raggiungimento della cosiddetta Phase One dell’accordo commerciale fra Cina e Usa. Di fatto, un potenziale sospiro di sollievo. Durato un attimo però, visto che nell’arco di due giorni Pechino sarebbe tornata a puntare i piedi: prima l’accordo quadro e poi gli acquisti di beni agricoli Usa.
Insomma, nuovo tira e molla.
Perché?
Perché il Governo cinese ha bisogno di un nemico da vendere alla sua popolazione, la quale ha dovuto fare i conti con un aumento del costo della carne di maiale che nel mese di settembre ha superato il 60% su base annua, come mostra questo grafico, spedendo contestualmente il dato sull’inflazione core al massimo da 6 anni a questa parte.
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Inaccettabile, soprattutto se hai una moneta da tenere obbligatoriamente e giocoforza svalutata per tamponare i danni dei dazi già presenti sull’export.
E se hai un’economia che perde pesantemente sempre più colpi nei suoi comparti più importanti, come ad esempio quello automobilistico.
Quello registrato nel mese di settembre, infatti, è stato il 15° calo consecutivo su sedici mensili tracciati per le vendite di autoveicoli. “il peggior calo di un’intera generazione”, ha sentenziato Bloomberg. Il mercato è infatti sceso del 6,6%, raggiungendo solo 1,81 milioni di unità vendute: stiamo parlando della Cina, della quota di mercato globale per conquistare la quale, i principali marchi mondiali hanno dato vita a una guerra senza esclusione di colpi. E, soprattutto, parliamo di un Paese che da almeno un semestre sta incentivando gli acquisti con ogni metodo, dall’eco-bonus alle formule agevolate e business-friendly per passare a veicoli più capienti. Tutto inutile, la domanda si è piantata.
Ed ecco spiegato il dato monstre del Fmi dell’altro giorno rispetto alle prospettive di crescita globali, le peggiori dalla crisi finanziaria del 2008.

Non vi basta ancora? Tranquilli, c’è quella che gli anglosassoni chiamano cherry on top, la ciliegina sulla torta. Questi grafici mostrano plasticamente come Pechino sia ridotta, a livello di dissimulazione della realtà che sta vivendo: sapete a cosa si riferiscono in realtà le barre rosse alla voce Net errors and omissions? Alle fughe di capitali. Si è scelta una formula esotica e poco intuibile al primo colpo per definire la dinamica che maggiormente sta preoccupando Pechino: quella voce, a livello ufficiale, documenta i movimenti e i flussi di capitali che si sono mossi attraverso i confini cinesi senza essere stati documentati, quindi classificati in quel modo “originale” nel dato ufficiale della bilancia dei pagamenti. Ma sono capitali in fuga. E come vedete, in fuga continua e per un certo controvalore.

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Non stupitevi, quindi, se durante le manifestazioni previste per questo fine settimana a Hong Kong si passerà il segno. E, temo, si arriverà abbastanza in fretta all’imposizione della legge marziale o, quantomeno, al dispiegamento di soldati cinesi per le strade, al fine di “riportare l’ordine”. Hong Kong, oltre a rappresentare un pessimo esempio per altre province ribelli e troppo filo-Usa, tipo Taiwan, è anche l’hub finanziario della Cina, la porta d’ingresso (ma anche di uscita, verso Singapore in prima istanza) dei capitali esteri e di quelli interni che cercano beni rifugio e lidi più tranquilli, temendo l’imposizione a brevissimo di controlli sul capitale. Pechino potrebbe sentire la necessità di inviare un segnale chiaro, sia ai cittadini della Cina continentale che agli Usa, prima ancora che ai manifestanti dell’ex colonia britannica.

Il mondo è in fiamme, ma noi siamo troppo distratti a guardare il camino ardente dei buoni sentimenti e dell’indignazione a comando, siano essi rappresentato dai Fridaysforfuture o dalle colonne di profughi curdi.

L’accordo sul Brexit raggiunto ieri, fra squilli di trombe e fanfare trionfanti? Aspettate e vedrete, i primi di novembre non sono più così distanti.
 
questa è una fake news che alcuni medici spacciano ancora per vera

La bella favola del fluoro
Categoria: Medicina & Salute
Pubblicato: 16 Maggio 2018
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Come trasformare un rifiuto tossico in un toccasana indispensabile per l’uomo.


Di Federico Povoleri

Parecchi anni fa un pediatra mi allungò due tavolette di fluoro per il “bene” di mio figlio; non soltanto erano indispensabili per prevenire la carie, disse (il fatto che non avesse ancora i denti e che avrebbe dovuto cambiare completamente i primi che sarebbero spuntati non intaccò minimamente la sua logica), ma aggiunse che erano vitali anche per le ossa.

Lo guardai in faccia con attenzione e il suo sguardo rispose a qualsiasi tentazione potesse venirmi di intavolare una discussione. Lo ringraziai, uscii e le pasticche volarono nel primo cestino di rifiuti che mi capitò a tiro. Ero certo della sua buona fede ma lo ero altrettanto della sua ignoranza.

Oggi il fluoro si trova nell’acqua potabile, in quella minerale, in tutti i dentifrici più comunemente utilizzati, nelle gomme americane e continua ad essere raccomandato dai pediatri (solo per fare alcuni esempi); è tutt’ora considerato un importante aiuto per la salute di ossa e denti e questa leggenda metropolitana (o fake news, fate voi) persiste nonostante non sia certo un mistero il fatto che fin dalla sua scoperta è stato catalogato come: rifiuto tossico estremamente pericoloso.

Il Dott. Giorgio Petrucci, chimico e insegnante di diritto industriale e sicurezza nei laboratori dell’Università di Firenze, ci aiuta a capire di cosa si tratta:
...Il fluoro è l’ultimo elemento (escludendo i radioattivi e i transuranici) che viene isolato e studiato; la ragione è dovuta alla sua altissima reattività chimica che lo porta a interagire, anche violentemente, con quasi tutti gli altri elementi. E’ un gas giallo verdastro altamente tossico che non esiste in forma libera. Nonostante la sua abbondanza relativa nei composti della crosta terrestre sia maggiore di elementi come rame o piombo, la difficoltà di ottenerlo allo stato puro rende la sintesi dei suoi composti molto costosa…

I sali di fluoro sono molto stabili, spesso poco o affatto solubili e presentano un’altissima fitotossicità per molte specie di piante. Essi possono essere assorbiti dal suolo mediante le radici ma la maggior parte degli inquinanti fluorurati di origine industriale vengono assorbiti per via aerea. In questo caso l’introduzione delle sostanze fluorurate avviene attraverso gli stomi (sistema respiratorio sito sulle foglie)... (Giorgio Petrucci - I pericoli del fluoro – 2004)

Sempre Petrucci ci spiega che il primo composto importante del fluoro dal punto di vista industriale è l’acido fluoridrico; una sostanza molto tossica e aggressiva che attacca pure il vetro e deve essere trasportato attraverso contenitori o tubature costruite con materiali adeguati. Questo composto assieme al fluoro sta alla base di tutta una serie di processi industriali.

Il fluoro infatti viene utilizzato nella lavorazione dell’alluminio (prodotto quindi in enormi quantità durante il periodo bellico), è ampiamente utilizzato anche nell’industria nucleare e uno dei suoi impieghi più importanti è stato quello per la produzione della bomba atomica (arricchimento dell’uranio) nel famoso “Progetto Manhattan”. E’ stato inoltre prodotto anche come gas nervino e insetticida (Sarin – Soman. Ibidem)

A questo punto uno potrebbe chiedersi: “Ma allora? Si sa che è tossico?” Certo che si; ad esempio, il fluoro sta nell’elenco dei composti da smaltire per proteggere l’ambiente e la salute umana secondo la legge italiana.

In uno studio del Consiglio Nazionale delle Ricerche americano viene caldamente consigliata una riconsiderazione immediata relativa al rischio-beneficio della supplementazione di fluoro nella dieta umana.

Nella tabella sottostante si può vedere la tossicità della sostanza dove, ad esempio, LD50 sta per: dose singola considerata letale per il 50% delle cavie (ratto o coniglio) sottoposte a esperimento dopo l’ingestione, LD Uomo è la dose letale per l’uomo e via dicendo. E’ espressa in milligrammi di sostanza per chilo su peso dell’animale. (Giorgio Petrucci – Ibidem)

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Un’altra considerazione importante che fa notare Petrucci riguarda i valori medi utilizzati negli Stati Uniti per cui un lavoratore può essere esposto per otto ore lavorative al giorno senza che ne ricavi un danno permanente. E’ strano che i valori siano pari a 2,5mg/m³, esattamente identici a quelli inglesi e tedeschi che però sono espressi in valori di dose massima da non superare nemmeno per un secondo.

...Essendo improbabile che i lavoratori statunitensi siano più immuni all’effetto dei fluoruri rispetto a quelli europei, sorge il dubbio che questi parametri siano stati creati ad arte per le esigenze dell’industria americana... (Giorgio Petrucci – Ibidem)

Ci sarebbe molto, moltissimo da aggiungere, ma per il momento fermiamoci qui, il quadro è abbastanza inequivocabile.
Come si fa allora a trasformare una potente sostanza tossica conosciuta fin dall’800 in una medicina miracolosa? Ci vuole un po' di magia, una faccia come il culo e una riserva di stronzate gigantesche; insomma servono soldi, tattiche per manipolare l’opinione pubblica e l’istinto di Zio Paperone.

Smaltire il fluoro infatti è tutt’altro che economico ma ciò che rappresenta un costo e una perdita per l’industria, può facilmente trasformarsi in una risorsa e in un’ulteriore guadagno grazie alla parola: “riciclaggio”.

Strane cose iniziano ad accadere… Nel 1931 il dentista Henry Trendley Dean sta indagando su un fenomeno che colpisce popolazioni isolate degli Stati Uniti le cui fonti idriche mostrano un’alta concentrazione di fluoruro. Per la prima volta Dean può verificare i danni dell’acqua sottoposta a fluorizzazione; il dentista infatti rileva tutti i sintomi della fluorosi (intossicazione da fluoro): smalto macchiato, perdita di colore e forte corrosione. Curiosamente però, i dati allarmanti che emergono dalle analisi vengono tralasciati a favore di una teoria accarezzata da Dean: dato che gli abitanti sembrano non avere carie, è possibile che riducendo la quantità di fluoro nelle acque si possa giovare alla salute dentale. Il fatto che il dentista fosse alle dipendenze del ministero del tesoro che aveva come segretario Andrew Mellon, tra i fondatori e principali azionisti della “Alcoa” (alluminium company of America) non fa storcere il naso a nessuno.

Nel 1939 è la volta del biochimico Gerald Judy Cox che dopo aver somministrato fluoro ai topi, arriva alla conclusione che il fluoro può diminuire la carie arrivando al punto di suggerire la fluorizzazione delle acque come misura preventiva di sanità pubblica. Il fatto che il biochimico stesse lavorando per il “Mellon Institute”, il laboratorio di ricerca della “Alcoa”, ancora una volta non interessò a nessuno.

Arriviamo così alla seconda guerra mondiale, dove entra in campo l’industria militare e il progetto Manhattan; nelle industrie di fluoruri i vetri sono incrinati dai vapori di fluoro; tra i lavoratori si riscontrano lesioni cutanee, la perdita di tutti i denti [quindi nessuna carie] e altre patologie. Tutte queste realtà sono raccontate da documenti all’epoca classificati segreti e declassificati di recente. Un completo resoconto con estese fonti bibliografiche può essere rintracciato nel libro di Lorenzo Acerra: Fluoro, pericolo per i denti, veleno per l’organismo – 2000)

Davanti alla prospettiva di vedersi piovere addosso e da ogni parte denunce per intossicazione di fluoruro che avrebbero potuto mettere in pericolo la segretezza del progetto Manhattan, le autorità militari fanno quello che gli riesce meglio: insabbiano tutta la faccenda.

Iniziano così a spuntare medici e ricercatori che asseriscono che il fluoro in piccole dosi fa bene alla salute.

In questo articolo leggiamo leggiamo: "Uno degli esempi più eclatanti della manipolazione dei dati è la pubblicazione di uno studio sugli effetti del fluoruro apparsa sul “Journal of the American Dental Association“, datato Agosto 1948; in questo che è considerato uno degli “articoli chiave” nella storia della fluorizzazione dell’acqua, Peter P. Dale e H. B. McCauley, entrambi coinvolti nel “Progetto Manhattan”, evidenziano come gli operai che prestano servizio presso le fabbriche in cui viene prodotto fluoruro destinato alla realizzazione di armi nucleari, hanno meno carie rispetto ai loro colleghi che lavorano in fabbriche che nulla hanno a che fare con il fluoruro. Lo studio si basa su dati reali, ma ciò che Peter P. Dale e H. B. McCauley omettono di dire è che, la maggior parte degli operai presi in considerazione, non ha più denti, evento che, di per sé, fra crollare drasticamente la possibilità di avere delle carie."

Inizia quindi una vera e propria campagna pubblicitaria a favore della fluorizzazione delle acque e soltanto molti anni dopo si scoprirà che per dirigere l’opera di manipolazione fu ingaggiato, fin dal 1930, niente meno che il padre della persuasione: Edward Bernays che lavorava in quegli anni proprio per l’Alcoa.

Per chi ancora non lo conoscesse, può farsi un’idea del personaggio da questo articolo:

Bernays promosse la fluorizzazione dell'acqua, consultando la strategia per l'Istituto Nazionale di Ricerca Dentale."Vendere il fluoruro era un gioco da ragazzi", spiegò Bernays [in un'intervista del 1993]. Il mago delle relazioni pubbliche comprese che i cittadini avevano una fiducia spesso inconscia nell'autorità medica. «Puoi praticamente far accettare qualsiasi idea», disse Bernays ridacchiando. "Se i medici sono favorevoli, il pubblico è disposto ad accettarlo, perché un medico è un'autorità per la maggior parte delle persone, indipendentemente da quanto lui sappia o non sappia ... Per la legge della media, di solito è possibile trovare un individuo in qualsiasi campo che sarà disposto ad accettare nuove idee, e le nuove idee si infiltreranno poi nelle altre persone che non l'hanno accettata ".
(The Fluoride Deception (2004) di Christopher Bryson)


Per concludere, quali sono i danni collegati e gli effetti collaterali legati al fluoro?
Fluorosi ossea, osteoporosi ed artrite
Disfunzioni della tiroide
Danni ai reni
Effetti negativi sulle funzioni cerebrali
Cancro


Maggiori approfondimenti sugli studi degli effetti collaterali li trovate nei libri citati.

La considerazione inquietante che emerge da questa storia è che nonostante tutta la voluminosa documentazione scientifica in materia comprese le prove sugli studi manipolati, le leggi, la letteratura etc. sia di dominio pubblico, resiste ancora, a distanza di anni, la leggenda metropolitana dell’innocuo fluoro che fa bene ai denti e alle ossa.
Questo è forse il segnale più importante del potere della propaganda nel manipolare il cervello della gente trasformando una palese falsità in una verità durevole nel tempo e profondamente radicata nell’opinione comune.

Buon dentifricio a tutti.
Luogocomune
 
La FDA dice no alla terza dose. Ma i giornaloni invece scrivono "sì"
La FDA dice no alla terza dose. Ma i giornaloni invece scrivono “sì”


Per capire come funzionano i media, la giornata di oggi è quella giusta. La notizia è la seguente: la FDA americana, organo equivalente di EMA e Aifa, ha detto NO alla terza dose di vaccino per tutti i cittadini. Unica eccezione: gli over 65 e i fragili.

Come è stata riportata tale importante notizia in Italia?
L’agenzia Adnkronos la dà correttamente: No a terza dose vaccino per tutti, voto del panel FDA
Ma la correttezza finisce qui.
Il resto dei media si lancia in avventurosi titoli nel disperato tentativo di dare ad intendere che la FDA sia d’accordissimo sull’ammannire la terza dose alla popolazione.
 

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