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tontolina

Forumer storico
a lega: «È un superporcellum»


Italicum, approvata la legge
alla Camera. Ora passa al Senato


Approvato con 365 voti favorevoli, 156 contrari e 40 astenuti,
Ora va all’esame di Palazzo Madama


di Redazione Online


Legge elettorale






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Via libera della Camera al disegno di legge di riforma della legge elettorale per la Camera che ha recepito l’intesa fra il segretario del Pd e presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, il cosiddetto Italicum. Il provvedimento, approvato con 365 voti favorevoli, 156 contrari e 40 astenuti, passa ora all’esame del Senato.



Meloni: «Inaccettabile la mancata rappresentanza»

In precedenza vo erano state le dichiarazioni di voto . Psi, Fdi, Popolari per l’Italia e la Lega e Sel avevano anunnciato che voteranno contro l’Italicum.Giorgia Meloni, capogruppo di Fratelli d’Italia, aveva criticato Renzi: «Non parli di piccoli partiti, chi ha il 4% ha il voto di due milioni di italiani, è inaccettabile escluderli dalla rappresentanza. Semmai siamo partiti non allineati», mentre il leghista Matteo Bragantini ha parlato di «Forza Italicum, un ritorno al passato, è un super Porcellum anticostituzionale». Sel aveva invece inscenato una protesta, stigmatizzata dal presidente Boldrini, sventolando libretti con la Costituzione.


L’astensione di Scelta Civica

Scelta Civica sceglieva invece la strada dell’astensione :«L’Italicum zoppica sulla novità, una legge elettorale deve essere trasparente, e questa riforma non va in questa direzione. Non siamo sindacalisti dei cosiddetti partiti piccoli, ma Scelta Civica si astiene, è un incoraggiamento per una rinegoziazione e un miglioramento della riforma al Senato, vanno sciolti dei dubbi seri, di sistema».


I voti favorevoli di Ncd e Forza Italia

Arrivava poi il momento dei sì: Ncd votava positivo all’Italicum, ma chiedeva che in Senato si apportassero modifiche al testo. Lo ha detto nell’Aula della Camera la capogruppo del partito, Nunzia De Girolamo. «Il bicchiere è mezzo pieno, perchè è stata superata l’impostazione originaria, che portava al bipartitismo attraverso una forzatura», ma è anche «mezzo vuoto per l’assenza delle preferenze. Questo Paese ha il diritto-dovere di determinare chi e perchè deve sedere in quest’Aula», ha affermato. Anche Forza Italia diceva sì, ma annunciava, per bocca del deputato Massimo Parisi, che in Senato non avrebbe accettato « altri accordi al ribasso» sul testo.


Il voto convinto del Pd

Il Pd votava«convintamente» l’Italicum, ma al Senato lavorerà per apportare miglioramenti al testo. Questo quanto ha affermato il capogruppo Roberto Speranza, che spiegava: «Sulla questione di genere c’è bisogno di fare chiarezza, è un problema di civilità e per il Pd questa sarà la priorità assoluta nel nostro passaggio al Senato e non consentiremo che nessun accordo ci fermi. Con questo voto vogliamo dimostrare che facciamo sul serio».


M5s: «Un’orrenda schifezza»

Netta la contrarierà dei grillini: «Questa legge elettorale voluta da Renzi, Alfano e Berlusconi è un’orrenda schifezza che fa male al paese e peggiora il livello della democrazia» ha detti in aula il deputato del M5s Danilo Toninelli annunciando il no del suo gruppo all’Italicum.

12 marzo 2014 | 10:28
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Italicum a rischio, "Pd allo sbando"

Passa alla Camera ma seduta Senato salta: "Maggioranza Renzi non esiste".
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La Camera approva l'Italicum, regge l'intesa Renzi-Berlusconi.


ROMA (WSI) - La seduta del Senato di questa mattina è saltata e l'assemblea di palazzo Madama si è aggiornata al pomeriggio, dopo che per quattro volte in aula è mancato il numero legale.

"Al Senato la maggioranza del governo Renzi non esiste. Il Partito Democratico è completamente allo sbando e dilaniato da lotte interne", ha denunciato il capogruppo M5S a palazzo Madama Maurizio Santangelo. "L'inconsistenza della maggioranza Renzi - ha aggiunto il capogruppo grillino- la vedremo presto al Senato durante l'approvazione della legge elettorale. Una legge truffa nata dal perverso patto a due tra Renzi ed il pregiudicato Berlusconi". (TMNEWS)

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ROMA (WSI) - Approvato alla Camera l'Italicum. La riforma della legge elettorale ha ottenuto 365 voti favorevoli e 165 contrari. Il testo ora passerà all'esame del Senato.

L'Italicum ottiene sì al termine di una maratona notturna e dopo una serie di votazioni ad altissimo rischio. L'intesa Renzi-Berlusconi regge e vengono respinti per il rotto della cuffia gli emendamenti che potevano minarla, soprattutto quello sulla doppia preferenza di genere dove Matteo Renzi evita lo scivolone per 20 voti soltanto e si vede costretto a schierare in Aula il governo a ranghi compatti, ministri e sottosegretari. Restano bloccate le liste dei candidati in Parlamento e si evita il peggio anche sull'emendamento per reintrodurre le preferenze, bocciato per 35 voti (264 sì contro 299 no).

Si arriva insomma con il brivido verso il voto finale di Montecitorio, con numeri sempre più esili e che lasciano presagire nuove complesse trattative al Senato ed una sorta di redde rationem nel Pd, il partito del premier. Si assottiglia ancora di più la maggioranza che sostiene il patto Pd-Fi sulla legge elettorale ma arriva il via libera su due pietre angolari dell'Italicum: l'emendamento che prevede la soglia di sbarramento al 37% per ottenere il premio di maggioranza al 15% (315 sì, 237 no),
la soglia di ingresso del 4,5% per i partiti in coalizione, dell'8% per i partiti non coalizzati e del 12% per le coalizioni.
Passano anche il ballottaggio tra le due coalizioni che ottengono più voti ma non superano la soglia del 37% ed i criteri ed algoritmi per la ripartizione dei seggi.

L'Aula boccia invece le primarie obbligatorie per scegliere i candidati. Intanto Matteo Renzi, alla vigilia del decisivo consiglio dei ministri di oggi, non e' stato in Aula ma fin dal mattino ha dovuto fare i conti con il forte malumore di un Pd spaccato, che ha convocato al Nazareno per blindare l'accordo e sedare gli animi dopo la bocciatura sulle quote rosa.

"Se qualcuno non vuole votare oggi - ha usato toni spicci il premier - lo deve spiegare bene fuori da qui. Vi chiedo, come Pd, di chiudere oggi o questo ricadrà su di noi". Le cose si complicano per il premier-segretario, con la minoranza Pd che tenta di mettere in difficoltà il patto con il Cavaliere, e con l'affondo di Pier Luigi Bersani: "Al Senato dovrà essere cambiato qualcosa. Capisco gli accordi e che Berlusconi sia affezionato ad alcuni punti, ma dovrà farsene una ragione pure lui".
La Bindi annuncia il voto contrario,
Cuperlo e Fassina parlano di "ferita",
Sandra Zampa di "trappole"
e persino il renziano Richetti deve ammettere che "qualche errore è stato commesso".

Renzi, che aveva sperato di poter chiudere sulla legge elettorale già in febbraio, deve perciò promettere che, prima dell'approdo a Palazzo Madama, si potrà ridiscutere di tutto in una riunione congiunta dei gruppi di Montecitorio e palazzo Madama, approfondendo i punti critici a partire dalle famose quote rosa appena bocciate. Entro quindici giorni, dice infine, "sarà formalizzato un atto parlamentare su Senato e Titolo V". (ANSA)
 

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