L'EUROPA SPINGE LO SCENARIO DI GUERRA

ORBÁN: “C’È UN’ATMOSFERA DI GUERRA A BRUXELLES”​

Maurizio Blondet 22 Marzo 2024

È una strana sensazione venire a Bruxelles adesso dall’Ungheria: l’Ungheria sembra un paese normale dove si respira calma e pensiero razionale, ma a Bruxelles c’è un’atmosfera bellicosa, un linguaggio bellicoso, una logica bellicosa – ha dichiarato venerdì Viktor Orbán.
Il primo ministro ungherese riguardo al vertice UE in corso: i leader dell’UE si comportano come se stessero conducendo la propria guerra contro la Russia, insieme all’Ucraina, e per ottenere la vittoria contro la Russia si impegnano in sempre più cose.
“È come se combattessero la loro stessa guerra: noi non siamo in guerra con la Russia, ma loro lo sono”, ha detto Orbán, che ha rievocato l’inizio di questa spirale di guerra: dagli elmetti siamo passati all’idea di inviare soldati . Sempre più persone parlano di stazionare soldati europei, ha aggiunto.
“Mi sento come se fossi arrivato in un’altra galassia”…
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Ragazzi sono cazzi
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TRUPPE REGOLARI provenienti da Francia, Germania e Polonia sono arrivate, per ferrovia e per via aerea, a Cherkassy, a sud di Kiev.

Una forza sostanziale. Nessun numero è trapelato.

Sono ospitati in plessi scolastici.

A tutti gli effetti pratici, questa è una forza NATO.

Che i giochi inizino. ❌

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A Mosca tre persone in mimetica hanno aperto il fuoco; oltre ai morti ci sono dei feriti, riferisce RIA Novosti. Dopo la sparatoria è scoppiato un incendio. Le persone stanno evacuando dall'edificio del centro.

Inoltre, è stato riferito che nel centro si è verificata un'esplosione.

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La rosea economia di guerra di Michel​


Quando Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, invita l’Europa a passare a un’economia di guerra, non intende dire che dobbiamo raccogliere tutto il nostro acciaio per fonderlo in modo che i nostri soldati possano combattere contro un nemico che ci attacca sul terreno. Nella sua lettera, Michel usa queste grandi parole di guerra per sostenere due cose: sostenere l’Ucraina con le armi di cui ha bisogno e rilanciare la nostra economia europea concentrandosi sull’industria della difesa. Dietro il suo appello c’è il presupposto che se l’UE non riuscirà a fornire una buona risposta e l’Ucraina non fornirà il sostegno sufficiente per fermare la Russia, i prossimi saremo noi.

Ciò che Michel vuole concretamente è che l’UE si impegni ad acquistare il doppio delle armi dai produttori europei della difesa entro il 2030; utilizzare i profitti dei beni russi congelati per finanziare l’acquisto di armi per l’Ucraina; facilitare l’accesso finanziario per l’industria europea della difesa, anche emettendo un bond europeo per la difesa e convincendo la Banca europea per gli investimenti ad aggiungere obiettivi di difesa ai suoi criteri di prestito. Michel ce lo spaccia come un modo per creare posti di lavoro e crescita. Si tratta di fornire maggiore chiarezza alle aziende con contratti di difesa pluriennali per aumentare le loro capacità. E investendo nell’industria della difesa, l’UE sta potenziando la propria tecnologia e innovazione, ci rassicura Michel fiducioso.

Ciò di cui Michel parla non è più un’Unione europea che riconosciamo, né un’Unione che funzionerebbe nella pratica. Forse il più grande trionfo di Vladimir Putin sarà quello di aver cambiato il DNA della nostra unione.

Il tentativo di basare l’integrazione economica e lo stimolo economico sulla difesa crea dei precedenti. Se vogliamo costruire un’industria della difesa, abbiamo bisogno che i conflitti la alimentino. Al di là dell’Ucraina, faremo lo stesso per la Georgia? Vorremmo che la nostra economia dipendesse dalle guerre in Africa per sostenere i nostri dati sulla crescita del PIL? Se gli Stati Uniti decidono di ritirarsi, significa che dobbiamo riprendere da dove hanno lasciato?

Michel vuole un’Europa geopolitica e conclude la sua lettera con la frase familiare della guerra fredda secondo cui se vuoi la pace devi prepararti alla guerra. Questa non è una guerra fredda ma una guerra calda in Ucraina. Sono queste le armi dell’economia di guerra di Michel a testimoniare i nostri fallimenti diplomatici? Qual è il nostro contributo storico a questo conflitto? Non dovremmo ripartire da lì?

Il linguaggio che usa Michel è drammatico e pericoloso. Alcuni dei nostri cittadini più anziani ricordano ancora cosa significa vivere in un’economia di guerra. I discorsi sciolti di Michel sono irrispettosi. Ed è falso affermare che abbiamo bisogno di un’economia di guerra per aiutare l’Ucraina. Si concentra sul lato positivo di questa guerra, sulla solidarietà che l’UE dimostra nei confronti dell’Ucraina e sulla crescita economica che potrebbe derivare da un’economia della difesa sempre più fiorente. Michel sta deliberatamente ignorando il lato oscuro di questa guerra, con le molte decisioni difficili di vita o di morte da prendere. Basta guardare Israele per vedere dove è andato tutto questo.

Michel sta agendo da solo o sta costruendo una causa a favore di leader come Emmanuel Macron o del prossimo Parlamento europeo? Macron ha recentemente parlato di truppe europee in Ucraina e di un’unione di difesa. Pensiamo che questo discorso vago e non coordinato sia imprudente. Dà origine a narrazioni di paura secondo cui il pubblico non è nella posizione di giudicare in un quadro razionale. Non risolve nemmeno i disaccordi più fondamentali tra i paesi europei. Poi c’è il Parlamento europeo, che dovrebbe spostarsi ulteriormente a destra dopo le elezioni di giugno. Dobbiamo resistere alla tentazione di ridurre le nostre opzioni politiche alla sola difesa. L’Europa avrà bisogno di molto di più, soprattutto in termini di diplomazia, per diventare un attore geopolitico a pieno titolo.
 
la stupidità dei politicanti europei che, a suon di sanzioni economiche, hanno impoverito il loro popolo
mentre gli Stati uniti americani fanno affari con la Russia

IL CREMLINO NON È MAI STATO COSÌ RICCO, GRAZIE A UN PARTNER STRATEGICO COME GLI STATI UNITI
La Russia sta entrando nel suo terzo anno di guerra in Ucraina con una quantità senza precedenti di liquidità nelle casse del governo, sostenuta da un record di 37 miliardi di dollari di vendite di greggio all'India lo scorso anno, secondo una nuova analisi, che conclude che parte del greggio è stato raffinato dall'India e poi esportato negli Stati Uniti come prodotti petroliferi per un valore di oltre 1 miliardo di dollari.
Questo flusso di pagamenti, in ultima analisi a vantaggio di Mosca, proviene dall'India che ha aumentato i suoi acquisti di greggio russo di oltre 13 volte le quantità prebelliche, secondo l'analisi del Centro per la ricerca sull'energia e l'aria pulita (CREA), condivisa in esclusiva con la CNN.
Si tratta di un intervento del partner strategico degli Stati Uniti Nuova Delhi per sostituire gli acquisti di greggio da parte degli acquirenti occidentali, ridotti dalle sanzioni per l'invasione russa dell'Ucraina, secondo l'analisi.
Mentre le vendite di greggio russo all'India non sono soggette a sanzioni e sono del tutto legittime, un esame delle rotte marittime da parte degli esperti suggerisce che questo enorme volume di spedizioni potrebbe coinvolgere la cosiddetta "flotta ombra" di petroliere per il greggio, appositamente creata da Mosca per cercare di mascherare con chi sta commerciando e come, e massimizzare i profitti del Cremlino. [...]

"Il price cap è stato il vero fattore scatenante per la creazione della flotta ombra", ha dichiarato Viktor Katona, responsabile dell'analisi del petrolio greggio presso la società di ricerca commerciale Kpler. "Quanto più lunghe sono le catene di approvvigionamento, tanto più difficile è districarsi tra i trasferimenti da nave a nave, più difficile diventerà... determinare il costo reale di un barile russo". [...] L'analisi del CREA ha stimato che gli Stati Uniti sono stati il più grande acquirente di prodotti raffinati dall'India realizzati con greggio russo lo scorso anno, per un valore di 1,3 miliardi di dollari tra l'inizio di dicembre 2022, quando è stato introdotto il price cap, e la fine del 2023. Le stime dell'organizzazione si basano su dati disponibili al pubblico sul trasporto marittimo e sull'energia. (Fonte: CNN)

Il price cap imposto dall'Europa ha funzionato. Per la Russia, sicuramente.

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Guerra, pace e cabaret: l’Europa sul palco delle indecisioni​


Nel caos delle politiche europee, tra cabaret e guerre dichiarate, i leader mostrano la loro vera natura. Meloni attende ordini, Macron vuole truppe a Kiev, e gli storici temono l’inizio di una nuova guerra mondiale, mentre l’Europa si perde in un cabaret di strategie.


 

Pazzi da spazzare, di Marco Travaglio​

Maurizio Blondet 24 Marzo 2024
Dopo le faccette nere in Senato, la premier cabarettista si è recata al Consiglio di guerra europeo che l’ha dichiarata alla Russia, anche se nessuno s’è accorto di lei. E forse lei non s’è accorta della dichiarazione di guerra alla Russia. La posizione dei leader che contano si è capita:
- Michel vuole “prepararsi alla guerra per avere la pace” (praticamente un deficiente);
- Borrell e Sánchez non vogliono “spaventare i cittadini europei” dicendo la verità, sennò poi non li votano;
- Macron si traveste da boxeur e vuole inviare truppe a Kiev (non si sa per fare cosa, visto che è l’unico)
e
frugare nelle nostre tasche per eurobond da investire in armi (mica nella lotta alla povertà e nel green);
- Scholz, Orbán e i nordici non vogliono altri salassi.

la Russia non ha mai minacciato di attaccare un Paese Nato o Ue, mentre è stato un governo Nato e Ue – la Francia – a minacciare di attaccare la Russia
 
Vi ricordate questi versi: «Cantami, o diva, del Pelide Achille l’ira funesta?» Ecco, a quanto pare Omero è il capostipite della «mascolinità tossica» e un esempio di «patriarcato» a detta dei progressisti della cancel culture e va bandito dalle scuole.
«Sono molto orgogliosa di dire che quest’anno abbiamo rimosso l’Iliade e l’Odissea dai nostri programmi», dichiara Heather Levine, che insegna alla Lawrence High School. Negli Stati Uniti non hanno gradito che gli eroi omerici siano guerrieri «forti e dai capelli biondi», e hanno pensato bene di impedire ai ragazzi di leggerlo in classe.
Ma di cosa parla l’Iliade?
Dell’onore, di gelosia, amicizia, tradimenti, di uomini assetati di potere che vorrebbero dominare il mondo e di innocenti che muoiono in modo tragico a causa di una guerra voluta dai potenti.
Vi suona familiare?
Ma soprattutto parla dell’amore: dell’amore verso la propria patria, l’amore fraterno e dell’amore di un padre nei confronti del figlio.
Vi ricordate di quando il vecchio Priamo supplica Achille di restituirgli il corpo di Ettore? Io mi ricordo che quando lo lessi per la prima volta mi commossi del dolore di questo padre che avanza nella notte vestito come un mendicante e si mette in ginocchio davanti all’assassinio di suo figlio. E vi ricordate la scena in cui Ettore dice addio alla moglie e al figlioletto?
Ecco, in quei momento la guerra non è più gloriosa, non è più eroica, ed Omero ve lo mostra!
Secondo voi è tossico tutto questo?
E sì l’Iliade parla di uno scontro tra due civiltà, esattamente come le guerre di oggi, ed esattamente come le guerre di oggi nasce da un pretesto, il tradimento di Elena nei confronti del marito Menelao che un uomo assetato di potere, Agamennone, fratello di Menelao, sfrutta per dare inizio alla guerra. Per distruggere i suoi nemici. E alla gente «racconta» la favoletta del tradimento di Elena.

Perché forse il vero motivo per bandire i classici non è perché sono politicamente scorretti e non stanno al passo con i tempi ma perché lo sono fin troppo!
Non sia mai che i ragazzi leggendoli, incomincino a fare una cosa pericolosissima per tutti i governi, i politici e gli Agamennone di oggi: pensare!

Guendalina Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X
#cultura #omero #letteratura #istruzione
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 

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