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Forumer storico
Napolitano a San Vittore: "Condizioni insostenibili. In gioco l'onore dell'Italia"
Visita del presidente della Repubblica nel penitenziario milanese. "Situazione gravissima che non consente lo spazio vitale garantito. Lo Stato - ha aggiunto - non rispetta la Costituzione". [fosse la prima volta... ma è un'abitudine]
E aggiunge: "Avrei firmato amnistia dieci volte". Sulla legge elettorale dice: "Non ricordatemi delusioni".
Giorgio Napolitano a San Vittore
MILANO - "Nessuna parte vorrà negare gravità ed emergenza della questione carceraria. La situazione delle carceri italiane non consente lo spazio vitale garantito". Lo ha affermato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in visita al carcere milanese di San Vittore. "Ho più volte, anche molto di recente, colto ogni occasione per denunciare l'insostenibilità della condizione delle carceri e avrei auspicato che quegli appelli fossero stati accolti in maniera maggiore".
"AVREI VOTATO DIECI VOLTE". In risposta al radicale Marco Cappato che, fuori dal carcere, invocava un provvedimento di amnistia, sottolineando che occorre un voto del Parlamento, il capo dello Stato ha detto: "Se mi fosse toccato mettere una firma lo avrei fatto non una ma dieci volte''.
"STATO NON RISPETTA COSTITUZIONE". La mancata attuazione delle regole penitenziarie europee conferma la perdurante incapacità del nostro Stato a realizzare un sistema rispettoso del dettato dell'articolo 27 della Costituzione sulla funzione rieducativa della pena e sul senso di umanità". Il presidente, dopo aver premesso di non voler assolutamente "interferire" sulle strade da scegliere in materia di legislazione penale e di politica penitenziaria, ha ricordato che "il sovraffollamento, le condizioni di vita degradanti, i numerosi episodi di violenza e di autolesionismo - sintomo di una inaccettabile sofferenza esistenziale - la mancata attuazione dunque delle regole penitenziarie europee", dimostrano come lo Stato italiano non riesca ad attuare l'art.27 della Costituzione, e il concetto della rieducazione del detenuto sia ben lontano dall'essere attuato.
"IN GIOCO ONORE ITALIA". Riprendendo le parole del presidente del Dap, Tamburrino, il capo dello Stato ha spiegato che sul sistema carcerario italiano è in gioco "una delle condizioni essenziali dello Stato di diritto". Ma, ha aggiunto Napolitano, "sono in gioco, debbo dire nella mia responsabilità di presidente della Repubblica, il prestigio e l'onore dell'Italia".
APPELLO A PARTITI ED ELETTORI. Il tema delle carceri, del loro estremo sovraffollamento, deve essere valutato "da qualsiasi parte politica con serenità, senza pregiudiziali liquidatorie", ha aggiunto il presidente della Repubblica. E' quindi una questione che deve essere ben presente "a tutte le forze politiche e anche ai cittadini-elettori nel momento in cui il nostro popolo è chiamato ad eleggere un nuovo Parlamento".
"NON RICORDATEMI DELUSIONI". Sulla legge elettorale dice: "Non mi ricordate le mie delusioni di presidente, ci sono state discussioni per due anni, e poi cosa hanno fatto? Non l'hanno cambiata''.
Visita del presidente della Repubblica nel penitenziario milanese. "Situazione gravissima che non consente lo spazio vitale garantito. Lo Stato - ha aggiunto - non rispetta la Costituzione". [fosse la prima volta... ma è un'abitudine]
E aggiunge: "Avrei firmato amnistia dieci volte". Sulla legge elettorale dice: "Non ricordatemi delusioni".
MILANO - "Nessuna parte vorrà negare gravità ed emergenza della questione carceraria. La situazione delle carceri italiane non consente lo spazio vitale garantito". Lo ha affermato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in visita al carcere milanese di San Vittore. "Ho più volte, anche molto di recente, colto ogni occasione per denunciare l'insostenibilità della condizione delle carceri e avrei auspicato che quegli appelli fossero stati accolti in maniera maggiore".
"AVREI VOTATO DIECI VOLTE". In risposta al radicale Marco Cappato che, fuori dal carcere, invocava un provvedimento di amnistia, sottolineando che occorre un voto del Parlamento, il capo dello Stato ha detto: "Se mi fosse toccato mettere una firma lo avrei fatto non una ma dieci volte''.
"STATO NON RISPETTA COSTITUZIONE". La mancata attuazione delle regole penitenziarie europee conferma la perdurante incapacità del nostro Stato a realizzare un sistema rispettoso del dettato dell'articolo 27 della Costituzione sulla funzione rieducativa della pena e sul senso di umanità". Il presidente, dopo aver premesso di non voler assolutamente "interferire" sulle strade da scegliere in materia di legislazione penale e di politica penitenziaria, ha ricordato che "il sovraffollamento, le condizioni di vita degradanti, i numerosi episodi di violenza e di autolesionismo - sintomo di una inaccettabile sofferenza esistenziale - la mancata attuazione dunque delle regole penitenziarie europee", dimostrano come lo Stato italiano non riesca ad attuare l'art.27 della Costituzione, e il concetto della rieducazione del detenuto sia ben lontano dall'essere attuato.
"IN GIOCO ONORE ITALIA". Riprendendo le parole del presidente del Dap, Tamburrino, il capo dello Stato ha spiegato che sul sistema carcerario italiano è in gioco "una delle condizioni essenziali dello Stato di diritto". Ma, ha aggiunto Napolitano, "sono in gioco, debbo dire nella mia responsabilità di presidente della Repubblica, il prestigio e l'onore dell'Italia".
APPELLO A PARTITI ED ELETTORI. Il tema delle carceri, del loro estremo sovraffollamento, deve essere valutato "da qualsiasi parte politica con serenità, senza pregiudiziali liquidatorie", ha aggiunto il presidente della Repubblica. E' quindi una questione che deve essere ben presente "a tutte le forze politiche e anche ai cittadini-elettori nel momento in cui il nostro popolo è chiamato ad eleggere un nuovo Parlamento".
"NON RICORDATEMI DELUSIONI". Sulla legge elettorale dice: "Non mi ricordate le mie delusioni di presidente, ci sono state discussioni per due anni, e poi cosa hanno fatto? Non l'hanno cambiata''.