Ignatius
sfumature di grigio
Vi spiego: settimana scorsa ho assistito ad un corso di orientamento, nel quale si spiegava quale doveva essere il ruolo dei genitori nella scelta della facoltà universitaria dei figli.
La coordinatrice, ovvero la pro-rettoressa dell'Università Bicocca, ha esordito dicendo:
Nota personale:
Ai miei tempi, i miei non mi indirizzarono da nessuna parte ma dissero che, se non fossi rimasto "in corso", loro avrebbero smesso di pagare la retta e sarei dovuto andare a lavorare. O guadagnarmi da vivere come trader.
A quest'ora sarei morto.
Nei tempi attuali, io direi alla figlia (in IVa superiore) di scegliere liberamente (compatibilmente colla sostenibilità del costo della retta da parte della famiglia Ignatius'), ma guardando non solo a ciò che le piace o non le piace studiare, ma anche alla presenza di sbocchi professionali interessanti e possibili [secoli fa, le Università producevano miliardi di laureati in Medicina, o Sociologia, o Filosofia, o Lettere, a seconda della moda del momento: i giuovani d'ogni tempo faticano a capire la bellezza dell'Economia e Commercio o dell'Ignegneria, chissà perché.
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La coordinatrice, ovvero la pro-rettoressa dell'Università Bicocca, ha esordito dicendo:
"Sono stata colpita da una notizia clamorosa: in Italia, il 30% dei candidati si presenta ad un colloquio di lavoro accompagnato da un genitore (il 20% ci va accompagnato da un fratello/sorella o partner). E' un ottimo modo per dare subito una cattiva impressione".
Poi ha aggiunto, parlando del suo tema (era una giurista):
"La causa principale dei divorzi, in Italia, sono le intrusioni dei genitori/suoceri nella coppia".
I/Le più scaltri/e avranno già capìto quale sia stata l'impostazione della mattinata. Pare che voi/noi genitori si faccia meglio a star zitti, nelle scelte personali.
Nota personale:
Ai miei tempi, i miei non mi indirizzarono da nessuna parte ma dissero che, se non fossi rimasto "in corso", loro avrebbero smesso di pagare la retta e sarei dovuto andare a lavorare. O guadagnarmi da vivere come trader.


Nei tempi attuali, io direi alla figlia (in IVa superiore) di scegliere liberamente (compatibilmente colla sostenibilità del costo della retta da parte della famiglia Ignatius'), ma guardando non solo a ciò che le piace o non le piace studiare, ma anche alla presenza di sbocchi professionali interessanti e possibili [secoli fa, le Università producevano miliardi di laureati in Medicina, o Sociologia, o Filosofia, o Lettere, a seconda della moda del momento: i giuovani d'ogni tempo faticano a capire la bellezza dell'Economia e Commercio o dell'Ignegneria, chissà perché.
