ma perchè BarakObama vuole la guerra in Europa? (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
IL GRANDE GIOCO DEL 2017
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Comitato promotore della campagna #NO GUERRA #NO NATO
Italia
9 gen 2017 — Un esercito intero si sta spostando sui confini baltici della Russia. Se i calcoli approssimativi, basati sui comunicati stampa tedeschi e statunitensi, oltre che estoni, lituani, lettoni, polacchi, sono realistici, si tratta all'incirca di 5000 uomini, e più di 2500 tra carri armati, jeep, autocarri, cannoni trainati, veicoli da combattimento diversi. Senza contare le navi da trasporto, l’organizzazione del movimenti via terra, tutta la logistica, le telecomunicazioni e l’aviazione.

A parte il costo dei materiali (e si tratta di miliardi), si aggiungano i costi del personale e i trasporti. Un bottino splendido per i militari. E sarà una cosa lunga. Secondo il generale Volker Wieker, che si è fatto intervistare dal giornale dell’esercito Bundeswehr Aktuelle, bisognerà raggiungere la “piena capacità operativa” entro sei mesi. A questo servirà anche l’operazione Nato intitolata “Atlantic Resolve”.

Perché tutto questo?
Perché “la Russia si sta preparando alla guerra”?
Questo è il mantra che tutti i comunicati militari ripetono in continuazione.
Che equivale a dichiarare che la Nato si prepara sul serio a una guerra con la Russia. Qua e là emerge perfino il luogo dove ci si aspetta, o si pensa, di cominciare. Sarebbe da qualche parte al confine tra Lituania e Russia.

Ma non si può vedere l’operazione, che chiameremmo “fronte del Nord”, separata dalle altre in corso. È una tela di vari colori, su cui si muovono gli stessi personaggi. Il senatore americano/repubblicano McCaine, per esempio, che, appena completato il giro dei paesi baltici e della Polonia — per “rassicurare” la parte dell’Europa più aggressiva nei confronti della Russia che Washington, volente o nolente, manterrà la pressione su Putin — si precipita in Ucraina a passare in rassegna le truppe ucraino-mercenarie che stazionano sulle due frontiere del Donbass e della Crimea.

È questo il “fronte ucraino”, che si vuole tenere in caldo, in attesa che Donald Trump entri in azione. Magari per legargli le mani con qualche provocazione più o meno sanguinosa, che costringa la Russia a una qualche reazione meno fredda di quella che si voleva creare con l’espulsione dei 35 diplomatici russi dagli Stati Uniti.

Né si può dimenticare il “fronte siriano”. Che è quello più scottante, dove la guerra rischia di essere fermata dall'intesa davvero inedita tra Russia, Iran e Turchia. I servizi segreti occidentali, com’è già evidente, sono in piena attività per rifinanziare, riorganizzare, e riportare al combattimento le truppe mercenarie che stanno invece cedendo di fronte alla pressione dell’esercito di Assad, dell’aviazione russa, degli apporti di Hezbollah e dell’Iran. Qui la distinzione tra tagliagole e tagliagole-moderati viene lasciata da parte, purché taglino gole.

La CIA, il Pentagono, la Nato, non possono accettare la sconfitta su questo fronte che, da militare, si è già trasformata in politico-diplomatica. Le sue ripercussioni si delineano come catastrofiche per la cosiddetta coalizione occidentale. Per molte ragioni. Che la pace si può fare anche senza l’occidente (anzi che si può fare proprio perché l’occidente è tagliato fuori); che la Turchia, paese Nato, se ne va per i fatti suoi in cerca di nuove alleanze;
che il mondo arabo nel suo complesso si rende conto che la dominazione americana si sta sfaldando; che si crea un parziale fronte comune tra sunniti e sciiti.

Così è possibile leggere con chiarezza una linea terrorista che sfacciatamente sembra provenire direttamente dalle centrali occidentali e che lega l’assassinio dell’ambasciatore russo ad Ankara (punizione contro la Russia) con la strage nel night club di Istanbul (punizione contro Erdogan).

Ed è il “fronte turco” che, a sua volta, scolora nel “fronte europeo”. Tutto (e anche molto altro) “si tiene”. Insieme al preannuncio di una possente campagna di allarme in preparazione in Europa, in vista delle elezioni di Francia e Germania, e forse Italia. Le colonne dell’Europa delle banche americane devono essere portate definitivamente all'isteria anti russa e anti-islamica. Per adesso con la minaccia dell’hackeraggio russo, poi si vedrà come intensificare le stragi terroristiche contro l’inerme popolazione civile.

Il problema è che l’Europa — così come l’elettorato americano — sembra non reagire passivamente alla doccia di sangue e di paura cui è stata sottoposta in questi ultimi tre anni. Aumenta la diffidenza popolare nei confronti del mainstream, si allarga la sfiducia dei popoli nelle élites che li guidano. Incombe il fantasma del “populismo”.
Ecco perché il gioco diventa sempre più trasparente, e si vedono meglio i giocatori, scoprendo che sono gli stessi, anche se usano bandiere diverse.

Firma la petizione
IL GRANDE GIOCO DEL 2017
 

tontolina

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Interessi molto potenti all’interno dell’amministrazione USA spingono verso una guerra su larga scala. Tutti coloro che amano la verità dei fatti e il pensiero critico possono cercare di contrastare questa pericolosa deriva. Il punto fondamentale sta nell’informazione: analizzare attentamente tutte le affermazioni ufficiali propagandate dai media e non suffragate da prove, e rivolgergliele contro.


Persone molto potenti all’interno dell’amministrazione americana vogliono la guerra: ecco la loro strategia.
vocidallestero.it
 

tontolina

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Interessi molto potenti all’interno dell’amministrazione USA spingono verso una guerra su larga scala. Tutti coloro che amano la verità dei fatti e il pensiero critico possono cercare di contrastare questa pericolosa deriva. Il punto fondamentale sta nell’informazione: analizzare attentamente tutte le affermazioni ufficiali propagandate dai media e non suffragate da prove, e rivolgergliele contro.


Persone molto potenti all’interno dell’amministrazione americana vogliono la guerra: ecco la loro strategia.
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"È incredibile come siamo passati senza problemi dalla minaccia esistenziale di al-Qaeda, alla minaccia esistenziale dell’ISIS, alla minaccia esistenziale della Russia." Devo osservare che mentre al-Qaeda e l'ISIS erano entità create e gestite dagli USA al contrario la Russia sembra essere uno Stato in grado di difendersi efficacemente e poco incline a servire gli interessi degli USA. Forse questa volta i guerrafondai sbagliano i conti.
 

tontolina

Forumer storico
È la CIA che traccia il solco ma è la stampa che lo difende. Paul Craig Roberts smaschera l'appoggio dato dai media alle notizie false propagandate dalle agenzie di intelligence. Le accuse alla Russia di avere interferito con le elezioni americane sono solo l'ultimo esempio.


Un caso di scuola nella creazione di notizie false
Paul Craig Roberts ricostruisce sul suo blog Institute for Political Economy l’azione di supporto alla propaganda della CIA svolta dai media negli Usa, concentrandosi sul recente caso delle accuse alla Russia di avere interferito nelle elezioni americane attraverso azioni di hacking. Nella totale mancanza di prove, diventa essenziale il sostegno dei media, che diffondono e rendono credibili le notizie false lanciate dalle agenzie di intelligence: come gli esempi concreti portati dall’autore dimostrano con evidenza in questo caso.



di Paul Craig Roberts, 6 gennaio 2017
vocidallestero.it
 

tontolina

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È la CIA che traccia il solco ma è la stampa che lo difende. Paul Craig Roberts smaschera l'appoggio dato dai media alle notizie false propagandate dalle agenzie di intelligence. Le accuse alla Russia di avere interferito con le elezioni americane sono solo l'ultimo esempio.


Un caso di scuola nella creazione di notizie false
Paul Craig Roberts ricostruisce sul suo blog Institute for Political Economy l’azione di supporto alla propaganda della CIA svolta dai media negli Usa, concentrandosi sul recente caso delle accuse alla Russia di avere interferito nelle elezioni americane attraverso azioni di hacking. Nella totale mancanza di prove, diventa essenziale il sostegno dei media, che diffondono e rendono credibili le notizie false lanciate dalle agenzie di intelligence: come gli esempi concreti portati dall’autore dimostrano con evidenza in questo caso.



di Paul Craig Roberts, 6 gennaio 2017
vocidallestero.it
Assange di WikiLeaks ha dichiarato in modo inequivocabile che non c’è stato nessun hacking. L’informazione è arrivata a WikiLeaks grazie a una fuga di notizie, il che suggerisce che provenisse dall’interno del Comitato Nazionale Democratico
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Che cosa potrebbe esserci in ballo?
Vengono in mente diverse cose. Forse c’è un tentativo di costringere Assange a rivelare la sua fonte (che potrebbe essere quel membro dello staff del Comitato Nazionale Democratico che è stato misteriosamente ucciso per strada vedi UNA LUNGA SCIA DI SANGUE), il che sarebbe un modo sicuro per mettere fuori gioco WikiLeaks.
WikiLeaks non ha mai rivelato una fonte. Una volta che lo facesse, nessuna fuga di notizie raggiungerebbe più WikiLeaks.
 

tontolina

Forumer storico
Trump è un uomo forte, ma non stupitevi se esce da un colloquio con la CIA accettando la loro storia, visto che potrebbe essere stato condotto a capire che l’alternativa ad arrendersi alla CIA potrebbe essere la morte.
 

tontolina

Forumer storico
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[URL='http://www.zerohedge.com/news/2017-01-08/ron-paul-sums-nobel-peace-prize-winning-president-obama-one-short-sentence']Zero Hedge fa una breve sintesi impietosa
della politica estera di Barack Obama, premio Nobel per la Pace e presidente di una delle amministrazioni statunitensi più belligeranti di sempre. La sintesi si fa coi numeri: quelli delle bombe sganciate (solo nel 2016 almeno 26.171, in aumento sull’anno precedente anche nelle zone dove doveva esserci pacificazione), delle promesse non mantenute e della durata delle guerre. Obama è l’unico presidente ad essere stato “in guerra” in ogni singolo giorno del suo mandato. (A questo, aggiungiamo noi, andrebbe aggiunta la recente escalation di tensione con la Russia, in un nuovo clima da Guerra Fredda.)



di Zero Hedge, 9 gennaio 2017

ZH – Barack Obama, da Premio Nobel per la Pace a Medaglia al merito del Pentagono[/URL]
 

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