il grassetto chiaramente non è speculazione
il punto invece 2) si, lo è assolutamente...nella fattispecie, per essere più precisi, è sia un'operazione commerciale (acquisto per vendere) che finanziaria (il profitto viene reinvestito per acquistare altro)
ciao
Non applicherei le definizioni della finanza o dell'economia politica così rigidamente alle categorie dello spirito ma se proprio mi tiri per la giacca
Riprendo i tre raggruppamenti che ho dato:
1) le opere e gli artisti che mi interessano e che quindi compro
2) le opere e gli artisti che non mi interessano ma a cui riconosco una dignità, che compro bene allo scopo di rivendere per finanziare gli acquisti della categoria precedente
3) le opere e gli artisti che non mi interessano ma a cui non riconosco dignità alcuna, che non compro nemmeno quando c'è l'affare, perchè se li rivendessi mi parrebbe di avere rapinato il prossimo
Se adotto le tue definizioni in tutti e tre i casi possono verificarsi operazioni finanziarie, cioè vendere con la finalità di acquistare altro. Posso decidere di vendere il quadro che ho amato per una vita intera e che ho ereditato dai miei avi, ma di cui ormai sono stufo, per comprare altro con il guadagno realizzato.
Quindi come la mettiamo?
Se invece guardiamo alle operazioni commerciali (acquisto al solo scopo di vendere, secondo le definizioni che dai) allora:
la 1) sicuramente non è operazione commerciale
la 3) la seconda nel mio caso non si verifica, cioè non compro gli artisti che ritengo pompati artificialmente dal mercato dell'arte (il 75% almeno per me lo sono)
La categoria 2) è la più insidiosa, e spiego perchè.
Ci sono artisti a cui riconosco dignità e che compro per studiarmeli ma già sapendo che prima o poi me ne libererò. Quando il tale quadro o la tale stampa mi ha dato tutto quello che doveva dare in termini culturali, inizio a pensare di venderlo.
Anche qui, come la mettiamo? E' un acquisto fatto con il solo scopo di vendere? Direi di no, cioè vendere non è lo scopo esclusivo dell'acquisto, ma una delle finalità previste sicuramente si.
Ciò che intendo dire è che ci muoviamo nell'ambito della cultura, delle motivazioni interiori, e che quindi ci sono sfumature che le definizioni rigide non riescono a contenere.
Una nota.
Il
profitto si definisce semplicemente come la differenza tra il ricavo e il costo. Nonostante molti attribuiscano a tale termine un significato negativo, non ne ha alcuno e infatti vendere un quadro per farci un guadagno è operazione assolutamente corretta.