MEGLIO AGGIUNGERE VITA AI GIORNI... CHE NON GIORNI ALLA VITA

DANY1969

Forumer storico
(Rita Levi Montalcini)
Buona settimana a tutti :)
Visto l'evento della settimana... ;)

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Quelli dei 5stelle sono su una "cattiva strada"....ma non erano loro che si lamentavano sempre ? Ahahahahah

Il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, napoletano ed ex responsabile della polizia provinciale,
ha nominato a capo della segreteria un altro partenopeo: Fulvio Mamone Capria, un esperto di uccelli e poltrone.

Il braccio destro del ministro Costa è una vecchia conoscenza del mondo ambientalista di Napoli,
avendo ricoperto, nell'era dell'ex leader dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio,
sia l'incarico di responsabile Agricoltura del movimento ambientalista
che di capo di gabinetto del ministero delle Politiche agricole quando alla guida c'era Pecoraro Scanio.

Mamone Capria, il giorno in cui ha ricevuto la chiamata per guidare la segreteria del ministro Costa,
occupava la poltrona di presidente della Lipu, (Lega italiana protezione uccelli): una poltrona che il nuovo capo della segreteria del ministro dell'Ambiente non ha mollato.

E che non intende mollare.

I doppi incarichi non rappresentano più un privilegio da abbattere per il M5S di governo:
tutti i ministri mantengono sia la poltrona nell'esecutivo che di parlamentare.

La nomina di Mamone Capria a capo della segreteria del ministro Costa è stata ufficializzata il 6 giugno;
il 17 luglio, il braccio destro del ministro firmava ancora comunicati a nome della Lipu,
complimentandosi per un'operazione dei carabinieri contro il bracconaggio.

Sul sito istituzionale della Lipu, il nome di Momone Capria figura ancora alla voce «presidente» dell'associazione, alla quale i soci versano una quota di 25 euro l'anno.

L'ex fedelissimo di Pecoraro Scanio conserverà, dunque, le due poltrone: presidente Lipu e capo della segreteria del ministro Costa.

Le associazioni dei cacciatori hanno sollevato il problema del doppio incarico,
ma Mamone Capria di lasciare la sedia non ne vuole sapere. Niente dimissioni.

«Continuerò ad essere Presidente della Lipu perché non c'è incompatibilità rispetto alla nomina dirigenziale (tecnica),
nonostante le critiche di una parte del mondo venatorio che, comunque, ringrazio per la maestosa celebrazione
che mi stanno dedicando sui loro strumenti social e blog vari», ha precisato il segretario del ministro.
 
Sull'altra sponda di sinistra .....

Imperdibili momenti di follia estiva scuotono un mondo politico privato delle sue ormai sparute, e residuali, certezze.

Una di queste notoriamente è la Rai, luogo ameno nel quale i partiti hanno sempre girato in pantofole.

Eppure una cosa è discutere del metodo di una nomina o contestarla, come in queste ore pure fa Forza Italia,
un'altra che il Pd, partito che in Rai lottizza tutto da decenni, pure le scrivanie, mandi alti lai verso il cielo perché, per una volta, teme di restare a bocca asciutta.

Daniela Coli, collaboratrice al sito Occidentale e, probabilmente, oggi disorientata tra un passato di destra e il caduco richiamo della (fu) sirenetta Renzi.
Coli, che tiene corsi su Storia della filosofia politica e ha scritto libri su Gentile e Hobbes, non si sa perché ha messo Foa nel mirino.
E twitta sul pesante: «Ci sono sempre stati ebrei alleati del fascismo, anzi fascistissimi, onorati e remunerati.
#Foa non è una novità. Ma si ricorda come finirono gli Ovazza? Bruciati in una stufa».

«Non si può accettare che la polemica politica o partitica arrivi a questo livello.
Non si può accettare da nessuno, figuriamoci da una docente universitaria!».

La Coli però è lanciatissima e non si ferma più: scrive di rabbini, del Sangue dei vinti e tira in ballo l'Olocausto.
 
Chi avrà ragione ? Mah ......

"Marcello Foa? La sua storia parla da sè".
Luigi Di Maio difende la nomina del giornalista alla presidenza della Rai e sulla quale va avanti lo scontro politico.

"È una persona di totale indipendenza ed è sempre stato un po' fuori dal coro", ha detto il vicepremier a Omnibus su La7,

"La Vigilanza discuterà perchè è una sua prerogativa, ma vorrei comprendere perché Marcello Foa non va bene.
Non è all'altezza perché non appartiene al club degli scacchi dei giornalisti parolini che passano il tempo a scrivere con la loro penna sui loro giornali?

La Rai è un'istituzione che adesso ha bisogno di stimoli. Io mi aspetto di capire quali siano le vere ragioni per non votarlo come presidente della Rai.

È un allievo di Montanelli, ha portato avanti tante battaglie contro le fake news, è uno che ha diretto giornali, è stato a capo di gruppi editoriali.
Adesso dicono che non è all'altezza perché è un sovranista.
Ma sovranità è una parola che sta all'articolo uno della Costituzione, non è una brutta parola, non è una parolaccia".
 
E ...giusto per terminare l'argomento, perchè di qualcun altro non voglio proprio parlare .....

Che orrore la spartizione della Rai quando la fanno gli altri.
A sinistra, specie i renziani che avevano occupato militarmente la tv di Stato,
hanno scoperto che la maggioranza di governo si sceglie i vertici della Rai,
magari pescando tra persone con idee vicine a quelle della maggioranza di governo.

«Se Salvini e Di Maio pensano di occupare la Rai, che è degli italiani e non loro,
noi siamo già qui, glielo impediremo» protesta il piddino siciliano Davide Faraone,
già sottosegretario del governo Renzi, annunciando la battaglia del Pd per bloccare
la nomina alla presidenza Rai di Marcello Foa, giornalista diventato una sorta di pericolo pubblico.

Eppure il Pd conosce bene l'arte della lottizzazione Rai, avendola praticata a piene mani durante il biennio di Renzi a Palazzo Chigi.

A partire dalla scelta di Antonio Campo Dall'Orto, già frequentatore della Leopolda e amico personale di Renzi, come direttore generale.
Dall'Orto a sua volta ha riempito l'azienda pubblica di manager fidati (cacciando decine di dirigenti con un costo enorme)
e giornalisti di provata fede renziana, dalla Bignardi a Massimo Coppola, quello della raccolta firme (ad insaputa dei firmatari, peraltro) contro Salvini su Rolling Stone.

La presidenza di Monica Maggioni era stata così indipendente da uscire proprio da un suggerimento di Paolo Gentiloni, allora ministro degli Esteri, poi premier.

Epurazione di giornalisti non allineati (Porro, Giannini), e parallelamente promozioni di dirigenti renziani, come Luca Mazzà,
dimessosi da responsabile di Ballarò perché programma troppo anti-renziano e promosso a direttore del Tg3.

E infine la scalata alla direzione generale di Mario Orfeo, in quella occasione sponsorizzato soprattutto da Maria Elena Boschi, ancora influente sulla assegnazione delle poltrone pubbliche.

Per non parlare dei Renzi boys infilati nei consigli di amministrazione di tutte le altre partecipate italiane, diventate un feudo fiorentino.
 
Iscrizioni aperte.

All’ombra della rigogliosa pineta, su una ripida salita lunga soltanto 150 metri – con un dislivello up di 50 metri –
sabato 4 agosto 2018 si disputerà la terza edizione della Magut Race.

Una gara goliardica da effettuarsi, rigorosamente, con un sacco di cemento in spalla.

La Magut Race è la pazza corsa dei muratori, e i muratori senza cemento non vanno da nessuna parte.
I sacchi di cemento da 25 kg saranno messi a disposizione anche quest’anno da Italcementi, la storica azienda leader del settore con radici bergamasche.

Non solo muratori, ma anche runner, sciatori e sportivi di ogni tipo si butteranno nella mischia,
sorretti dal tifo di due ali di folla e dal suono di campanacci e motoseghe.

Lo scorso anno si aggiudicò la prova lo sciatore fondista Paolo Visini fermando il crono su 1’57”.

Grande affezionato alla Magut Race il plurivicitore del Giro d’Italia Paolo Savoldelli, che nel 2017 completò il tracciato in 2’15”.
Sicuramente al via, fra gli uomini a cui prestare molta attenzione, il recordman delle Orobie Mario Poletti,
che sarà, anche e soprattutto, il regista della manifestazione, da lui promossa ed ideata.
Al termine della goliardica prova con partenza a cronometro, l’evento continua con le premiazioni e la festa al ristorante La Baitella.

A proposito, sono stati avvistati alcuni aspiranti Magut addentrarsi nei boschi che circondano il ristorante, muniti di grossi pesi, per provare in gran segreto il percorso…

Appuntamento a Songavazzo (Bg), in via Pineta 71, sabato 4 agosto.
Ritrovo dalle ore 15.30 e inizio gara, con partenze singole cronometrate, alle ore 17.30.
 

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