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«Sto acquistando azioni americane». A dirlo non è uno dei tanti manager statunitensi o un fondo sovrano, ma il miliardario Warren Buffett. E lo fa personalmente, considerata la scarsa simpatia che nutre per i giornalisti. Il mezzo è stata una lettera scritta di suo pugno e pubblicata fra i commenti del New York Times.
La filosofia dell'oracolo di Omaha è che «occorre avere paura quando tutti sono troppo ottimisti, mentre bisogna essere ottimisti quanto gli altri hanno paura». Seguendo questo principio Buffett ha annunciato che è pronto ad investire in azioni statunitensi le sue risorse personali, distinte dalla partecipazione che detiene in Berkshire Hathaway, il suo braccio finanziario in azioni, se i prezzi continueranno ad essere attraenti. Se infatti gli investitori sono assolutamente nel giusto a essere cauti nei confronti di società con una leva finanziaria alta o con una posizione debole nei rispettivi settori di riferimento, è altrettanto vero però che «non ha senso nutrire preoccupazioni esagerate circa le prospettive di molte società statunitensi nel lungo termine».
Le società soffriranno, secondo Buffett, utili discontinui, come è sempre stato. «Ma molte grandi aziende probabilmente cominceranno a riportare utili-record fra 5-10-20 anni». L'oracolo di Omaha ci tiene però a sottolineare che «non può predire i movimenti del mercato del breve termine.
Non ho la più pallida idea se fra un mese i corsi di Borsa saranno più bassi o più alti», ma forse saliranno prima che il «sentiment» e l'economia si riprenda.
La lettera continua con un paio di aneddoti: «durante la Depressione, il Dow toccò il suo minimo a 41 l'8 luglio 1932. Le condizioni economiche, tuttavia, continuarono a deteriorarsi fino a quando Franklin D. Roosevelt arrivò alla presidenza nel marzo 1933. A quel tempo, il mercato aveva già guadagnato il 30 per cento». Il secondo caso portato ad esempio da Buffett riguarda i primi giorni della Seconda Guerra Mondiale, «quando le cose stavano andando male per gli Stati Uniti in Europa e nel Pacifico. Il mercato toccò il fondo nell'aprile del 1942, ben prima che la sorte degli Alleati girasse». Stessa cosa nel 1980, «il momento giusto di acquistare azioni era quando l'inflazione imperversava e l'economia era in difficoltà. In breve, le cattive notizie sono il miglior amico di un investitore. Vi permettono di acquistare una porzione del futuro dell'America a prezzi di mercato bassi», scrive Buffett.
Nel lungo termine, le notizie sui mercati azionari saranno positive, continua il miliardario statunitense, ricordando inoltre nella sua arringa che «nel ventesimo secolo, gli Stati Uniti hanno affrontato due guerre mondiali e altri traumatici e costosi conflitti; la depressione; una dozzina o quasi fra recessioni e panico nel mondo finanziario; lo shock del petrolio; l'epidemia e le dimissioni di un presidente. E nonostante tutto il Dow è salito da 66 a 11.497 punti».
(Mo.D.)
Se interessa posso postare l'articolo originale, completo.