Quindi noi viviamo di solo petrolio russo, gas russo, grano ucraino.
Eggia’, a leggere gli articoli di giornale, pare sia così… e ti spiegano con dovizia di particolari che le borse sono crollate per questi motivi.
Ma si vadi a cagare, si vadi….
In modo particolare lo auguro ai giornalai utili idioti che si prestano al gioco
Per chi non ha tempo e voglia del pappone.
Ermino? Ma come? Ti sfugge che i giornali hanno scritto che la globalizzazione è finita? Benvenuto nel nuovo mondo².
Più volte gli operatori di mercato si sono lamentati con frustrazione che non riuscivano a fare mercato. Ora immaginiamo un titolo con volumi bassi giornalieri la cui trattazione abbia al quinto sesto livello del book un grosso volume maggiore alla trattazione giornaliera. Cosa succede, che se anche quel giorno ci fosse una richiesta altissima per quel titolo il prezzo non schizzerebbe mai in alto perché tutte le richieste sarebbero assorbite da quel grosso ordine.
Applichiamo il ragionamento al grano.
A Ravenna piazzavano una enorme nave gi grano ucraino qualità modeata, ipotizziamo valore 200 €/tons
Immaginiamo un commerciante avesse avuto grano eccelso da piazzare sul mercato di Bologna. Il prezzo che avrebbe realizzato non si sarebbe scostato di molto dal valore di quei 200 euro anche se il suo valore fosse stato realmente maggiore.
In sostanza a tenere i prezzi bassi non era la disponibilità complessiva nel lungo periodo ma bensì la disponibilità nell'immediato.
Per cui carestie avevano scarse ripercussioni nell'immediato come come prodotti di alta qualità dovevano cercare altri mercati (filiera).
E per questo i produttori italiani (non solo di grano) si lamentavano dei scarsi margini e di non poter competere e sopratutto si lamentavano di prodotti realizzati con regole diverse presenti sullo stesso mercato che non ne teneva conto.
Questo prima quando c'era la globalizzazione.
Adesso anche se la produzione mondiale di grano è sufficiente nonostante una crescita media annuale della richiesta intorno al 3% stanno saltando gli schemi che tenevano bassi i prezzi. In particolare spaventano alcune dichiarazioni di protezionismo come quella dell'Ungheria che pare disposta a bloccare le esportazioni.