L’ITALIA DEI PREDICATORI I L’ULTIMO LIBRO DI MARIO GIORDANO SUI MORALIZZATORI A DUE VELOCITÀ
CI VUOLE UN’ETICA BESTIALE
Luca di Montezemolo è un grande sostenitore della trasparenza e del mercato. Ma a un magistrato confessò di avere accettato denaro da chi voleva avvicinare l’Avvocato. E dalla Fiat si è fatto assegnare un vitalizio.
di MARIO GIORDANO
Viaggio nell’Italia che predica bene e razzola male: è questo il sottotitolo del libro scritto da Mario Giordano, direttore di Studioaperto. Economy pubblica il capitolo su Luca di Montezemolo.
il presidente degli industriali, Luca Cordero di Montezemolo, adesso non perJIde occasione per rivestire i panni del moralizzatore. Noi però, ogni volta che lo sentiamo pontificare sull’etica e sui valori morali, non possiamo fare a meno di ripensare alle parole di Cesare Romiti; «Abbiamo pescato un paio di persone che pretendevano denaro per presentare qualcuno agli alti vertici Fiat» ha detto in una celebre intervista. «Uno l’abbiamo mandato in galera, l’altro alla Cinzano». Come tutti ricorderanno, Montezemolo diventò amministratore delegato della Cinzano. «Dalla Fiat lo licenziai in tronco» raccontò allora Romiti. «Anche se formalmente risultò che si era dimesso volontariamente ».
Nel maggio 1985, davanti al giudice istruttore Gian Giacomo Sandrelli, Luca Cordero di Montezemolo ammise di aver incassato denaro per introdurre vari personaggi ai piani alti di Corso Marconi: «E un episodio della mia vita che giudico assai vergognoso» spiegò. «Rammento con precisione due versamenti, uno di 30 milioni e uno di 50 milioni». Il magistrato ne ricordava di più, ma tant’è, in questi casi non è la quantità che fa la differenza. Una parte di denaro venne consegnata al futuro presidente di Confindustria in contanti, dentro un libro vuoto di Enzo Biagi. Libro vuoto e tasca piena: come inizio carriera, per un grande moralizzatore, non c’è male, no? Eppure Montezemolo non ha mai smesso di parlare di etica (...). «La trasparenza deve essere la nostra etica» dice all’assemblea di Confindustria nel maggio 2004; «Sogno un Paese con una forte etica» ribadisce all’assemblea di Coniindustria del maggio 2005 (...), nel dicembre 2005 con un intervento sul Sole 24 Ore chiede «più etica per far ripartire 1’ Italia»; e infine, nel gennaio 2006 pubblica addirittura un libro intitolato Etica e capitalismo (...).
Nel marzo 2006 Montezemolo enuncia una specie di manifesto industriale tutto improntato al mercato e alla competitività (...) Ma pochi giorni dopo il settimanale Panorama svela che il medesimo Montezemolo, gran sostenitore del mercato e della competitività, gode di un privilegio dal sapore feudale: un vitalizio ventennale che impegna la Ferrari a pagarlo, in pratica, per il resto dei suoi giorni. La clausola, approvata dalla Fiat e regolarmente pubblicata nel bilancio, dice testualmente che «a partire dal quarto anno di mandato il presidente-amministratore delegato di Ferrari maturerà il diritto a percepire in caso di interruzione del rapporto di collaborazione un capitale rateizzato in venti anni pari al massimo, dopo dieci anni, a cinque volte l’emolurnento annuale fisso».
E stato calcolato che la cifra è all’incirca astronomica: 32,5 milioni 4i euro, oltre 60 miliardi delle vecchie lire. Come vitalizio, non c’è male. «Presidente» si domanda giustamente il vicedirettore di Panorama, Paolo Madron, «lei che guadagna bene (...) perché ha ritenuto necessario aggiungere questo vitalizio che evoca privilegi dal vago sapore feudale? Perché impegnare un’azienda a doverle qualcosa fino a vent’anni dopo la sua uscita?». E soprattutto: non stona questa anomalia retributiva (...) in chi non perde occasioni per chiedere di abolire privilegi e rendite di posizione che impediscono alle industrie di volare? «Quando venne fuori che Maurizio Romiti aveva stipulato un patto anticoncorrenza che gli garantiva oltre 14 milioni di euro una volta lasciata la Rcs» conclude Madron «quella di Montezemolo fu tra le voci più critiche». Ora, lui prende un vitalizio che ammonta a più del doppio. E pretende pure di farci la morale: non è un po’ troppo?
Senti chi parla, Viaggio nell’italia che predica bene ma razzola male; autore Mario Giordano, direttore di Studioaperto, edito da Mondadori, 301 pagine, 17,50 euro
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