FORTEBRACCIO
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Berlusconi e Veltroni: avversari o alleati?
Formalmente sono avversari, perché si stanno disputando la poltrona di Palazzo Chigi, anche se l’esito della corsa sembra già scontato, ma praticamente sono più che alleati, quasi “soci”.
Questo non solo perché i loro programmi sono praticamente identici; non solo perché sono già pronti a fare una “grande coalizione” se queste elezioni non garantiranno una maggioranza stabile per una delle due parti; non solo perché entrambi hanno avuto il “nulla osta” da Washington: sono già alleati nella comunicazione di questa campagna elettorale.
Berlusconi e Veltroni ripetono infatti in ogni occasione che l’unico voto utile è quello per loro o per il loro avversario, di fatto delegittimando gli altri soggetti ed in qualche modo anche il valore della stessa consultazione elettorale.
Il Cavaliere sostiene che fuori da Pd e Pdl nessuno raggiungerà lo sbarramento del 4% alla Camera e dell’8% al Senato e questo può essere vero per i partiti che naturalmente graviterebbero intorno al centrodestra.
Veltroni non può essere così esplicito (ma vorrebbe esserlo), perché la Sinistra arcobaleno supererà certamente lo sbarramento potendo contare su forze che da sole erano già molto vicine a quella soglia.
Fatto sta che, se si è realizzata di fatto l’alleanza tra Veltroni e Berlusconi, un altro sodalizio, ancora più stravagante, sembra essere nato tra Bertinotti e Casini, ormai sodali nel rigettare le tesi del bipartitismo a difesa dei loro partiti o minicoalizioni.
Il bipartitismo più che imperfetto desiderato da Pd e Pdl è certamente un grave danno per la rappresentatività degli elettori, ma la Democrazia (la maiuscola per non confonderla con quella attuale) non sarà certo difesa da Casini e Bertinotti.
Il democristiano non pentito e il comunista pentito, a tratti vorrebbero infatti farci credere che fuori dal dualismo Pd-Pdl, nell’attuale panorama partitico di palazzo, c’è in Italia diritto di cittadinanza per le idee e gli ideali di tutti gli italiani.
Non è assolutamente così.
Meccanismi protezionsitici da tempo impediscono la nascita di soggetti politici veramente nuovi e liberi e non è un caso se l’assenteismo ai seggi è ormai costante intorno al 30%.
Tutti qualunquisti?
Certamente no, anzi, crediamo che una piccola parte sia effettivamente composta da qualunquisti, il grosso è però fatto di disillusi, gente che ha ben chiaro per chi votare, ma non trova il simbolo giusto sulla scheda.
Se Lorsignori, tutti Lorsignori, Berlusconi, Fini, Bossi, Veltroni, Rutelli, Casini e chi più ne ha più ne metta, sono così sicuri di rappresentare gli italiani, abbiano almeno il coraggio di aggiungere sulla scheda un simbolo in bianco, con la scritta “nessuno di costoro”.
Uno spazio dove chi non diserta le urne per qualunquismo, ma per scelta politica, possa apporre la sua croce.
Questa è una sfida.
Resta inteso che se il partito del “nessuno di costoro” raggiungesse la maggioranza relativa, nessun governo sarebbe legittimato e bisognerebbe innanzitutto ripensare una legge elettorale che possa dare maggior agibilità per nuovi soggetti politici.
E questa è pure una sfida nei confronti di quelle liste dell’antipolitca, quelle sì veramente qualunquiste (o “strumentali”) che vorrebbero cavalcare la protesta. Votate “nessuno di costoro”.
Paolo Emiliani
.
Formalmente sono avversari, perché si stanno disputando la poltrona di Palazzo Chigi, anche se l’esito della corsa sembra già scontato, ma praticamente sono più che alleati, quasi “soci”.
Questo non solo perché i loro programmi sono praticamente identici; non solo perché sono già pronti a fare una “grande coalizione” se queste elezioni non garantiranno una maggioranza stabile per una delle due parti; non solo perché entrambi hanno avuto il “nulla osta” da Washington: sono già alleati nella comunicazione di questa campagna elettorale.
Berlusconi e Veltroni ripetono infatti in ogni occasione che l’unico voto utile è quello per loro o per il loro avversario, di fatto delegittimando gli altri soggetti ed in qualche modo anche il valore della stessa consultazione elettorale.
Il Cavaliere sostiene che fuori da Pd e Pdl nessuno raggiungerà lo sbarramento del 4% alla Camera e dell’8% al Senato e questo può essere vero per i partiti che naturalmente graviterebbero intorno al centrodestra.
Veltroni non può essere così esplicito (ma vorrebbe esserlo), perché la Sinistra arcobaleno supererà certamente lo sbarramento potendo contare su forze che da sole erano già molto vicine a quella soglia.
Fatto sta che, se si è realizzata di fatto l’alleanza tra Veltroni e Berlusconi, un altro sodalizio, ancora più stravagante, sembra essere nato tra Bertinotti e Casini, ormai sodali nel rigettare le tesi del bipartitismo a difesa dei loro partiti o minicoalizioni.
Il bipartitismo più che imperfetto desiderato da Pd e Pdl è certamente un grave danno per la rappresentatività degli elettori, ma la Democrazia (la maiuscola per non confonderla con quella attuale) non sarà certo difesa da Casini e Bertinotti.
Il democristiano non pentito e il comunista pentito, a tratti vorrebbero infatti farci credere che fuori dal dualismo Pd-Pdl, nell’attuale panorama partitico di palazzo, c’è in Italia diritto di cittadinanza per le idee e gli ideali di tutti gli italiani.
Non è assolutamente così.
Meccanismi protezionsitici da tempo impediscono la nascita di soggetti politici veramente nuovi e liberi e non è un caso se l’assenteismo ai seggi è ormai costante intorno al 30%.
Tutti qualunquisti?
Certamente no, anzi, crediamo che una piccola parte sia effettivamente composta da qualunquisti, il grosso è però fatto di disillusi, gente che ha ben chiaro per chi votare, ma non trova il simbolo giusto sulla scheda.
Se Lorsignori, tutti Lorsignori, Berlusconi, Fini, Bossi, Veltroni, Rutelli, Casini e chi più ne ha più ne metta, sono così sicuri di rappresentare gli italiani, abbiano almeno il coraggio di aggiungere sulla scheda un simbolo in bianco, con la scritta “nessuno di costoro”.
Uno spazio dove chi non diserta le urne per qualunquismo, ma per scelta politica, possa apporre la sua croce.
Questa è una sfida.
Resta inteso che se il partito del “nessuno di costoro” raggiungesse la maggioranza relativa, nessun governo sarebbe legittimato e bisognerebbe innanzitutto ripensare una legge elettorale che possa dare maggior agibilità per nuovi soggetti politici.
E questa è pure una sfida nei confronti di quelle liste dell’antipolitca, quelle sì veramente qualunquiste (o “strumentali”) che vorrebbero cavalcare la protesta. Votate “nessuno di costoro”.
Paolo Emiliani
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