Gli stop and go sulla manovra-bis non convincono i mercati e la giornata di ieri si è chiusa con lo spread tra titoli di Stato italiani e Bund che, dopo un avvio poco sopra i 290 basis point, ha toccato la soglia di 301,2 punti base spingendo il rendimento sul decennale italiano a quota 5,15 per cento.
Un andamento che ha indotto la
Bce a nuovi acquisti di titoli del Tesoro. Secondo gli operatori, l'Eurotower sarebbe intervenuta per rilevare quantitativi moderati. «Abbiamo visto ancora attività delle banche centrali sull'Italia soprattutto sui decennali», ha rivelato più di un dealer.
La sensazione diffusa tra gli operatori, però, è che i benefici effetti prodotti dall'intervento di Francoforte si stiano ormai attenuando.
«Nessuna banca centrale - spiega alla Reuters
Alessandro Tentori, strategist a
Bnp Paribas – è mai riuscita a contenere i tassi. L'intervento può essere un inizio, l'occasione per dare il tempo ai governi di prendere provvedimenti, ma più il tempo passa senza che le misure arrivino, più l'effetto delle banche centrali si riduce».
A complicare il quadro hanno poi contribuito le perduranti incertezze su Grecia e Irlanda, ma anche i dati non esaltanti diffusi ieri sugli indici Pmi manifattura in Germania ed Eurozona, oltre alla conferma, in seconda lettura, che il Pil tedesco nel secondo trimestre del 2011 è salito solo dello 0,1 per cento.
Senza contare i risultati non molto soddisfacenti registrati sempre ieri dall'asta dei Bonos spagnoli a cinque anni. Il governo iberico ha collocato Bond a cinque anni per 3,6 miliardi di euro, a metà gamma del volume previsto (3-4 miliardi), con un rendimento pari al 4,489%, in calo rispetto al 4,871% dell'ultima analoga emissione del 7 luglio scorso, e il "bid to cover" (il rapporto tra domanda e offerta) che è sceso a 1,76 a fronte del 2,85 segnato a luglio.
Al termine dell'asta il rendimento dei titoli spagnoli a 10 anni sul mercato secondario è salito di 7 punti base al 5,11 per cento. Secondo alcuni operatori del mercato londinese, la Bce avrebbe ripreso così l'acquisto di Bonos subito dopo il collocamento mattutino, assorbendo titoli con durata fino a 10 anni. «Sembra che la Spagna - osserva il capo analista di Nordea, Jan Von Gerich - sia capace di finanziarsi sui mercati almeno fino a quando la Bce offre il suo aiuto».
Proprio sull'impegno di Francoforte a sostenere i titoli degli Stati in difficoltà è arrivato ieri un nuovo avvertimento di Jens Weidmann, presidente della Bundesbank. «Sul lungo periodo queste misure logorano la fiducia nelle banche centrali. Le decisioni sulla possibilità di assumere nuovi rischi vanno prese dai governi e dai Parlamenti, gli unici legittimati democraticamente a farlo».