NON Si PUO'APPREZZARE L'ALBA SE NON SI SONO PERCORSI......

Commento Quotidiano del 15/04/2010 09:00

La Borsa americana entra nel campo minato dell’area di maturità del mercato rialzista di medio periodo e si prepara a resistere all’offensiva dei ribassisti, ormai imminente.
L’arrivo di una correzione imminente non è al momento segnalato da nesssun indicatore di direzione. Il rialzo appare convincente, come ogni movimento che riesce a segnare sempre nuovi massimi e minimi ascendenti. Chi segue i trend non ha perciò nessun motivo di preoccupazione. Anche perché i recenti indicatori macroeconomici stanno mostrando un rafforzamento della crescita economica USA e le trimestrali per ora presentate sono state quasi tutte strabilianti, confermando così che il rally in atto non è immotivato.
I “trend follower” prima di preoccuparsi un po’ dovranno attendere che il mercato scenda almeno sotto 1.150. Non credo che ciò sia questione di questa settimana.
Chi invece utilizza ottiche di analisi di tipo “contrarian” comincia a vedere segnali premonitori di una imminente correzione. Ne cito alcuni. Graficamente l’indice SP500, analizzato con l’indicatore RSI, è da un mese in area di ipercomprato (mai successo in tutto il movimento di rimbalzo) e sta realizzando un andamento sostanzialmente laterale (tecnicamente parliamo di “divergenze ribassiste”): tradotto, diciamo che il mercato giunge molto “tirato” ad affrontare la prova della importante resistenza di 1.200 – 1.230. Tale situazione ci induce a ritenere molto improbabile che il mercato abbia ancora la benzina necessaria per accelerare al di là dell’area di resistenza e mantenersi almeno per un po’ in quota.
Inoltre le agenzie specializzate che si preoccupano di sondare atteggiamenti e comportamenti di operatori e managers stanno rivelando un paio di dati che in precedenti situazioni analoghe sono stati seguiti da importanti cali.
Primo dato: nell’ambiente degli operatori professionali pare esserci una percentuale di ottimisti intorno all’80%. Chi dichiara ottimismo è già posizionato e vulnerabile alle cattive notizie, mentre solo in presenza di scetticismo il mercato può continuare a salire.
Secondo dato: da qualche settimana gli “insider” americani, cioè i managers di società quotate, quelli che stanno pubblicando trimestrali fantastiche, stanno nettamente vendendo titoli della proria società. Mi chiedo perché mai, se le cose sono così rosee come affermano nelle loro comunicazioni ufficiali. Ne prendo però atto, dato che loro conoscono cose che magari non rivelano.
Prendiamo infine un altro indicatore che spesso si usa per misurare la paura del mercato, cioè il mitico indice VIX, cioè la volatilità implicita prezzata nelle opzioni sull’indice SP500. Tale indicatore sta continuando a segnare minimi sempre discendenti, ma anche qui abbiamo l’evidenza di divergenze di comportamento tra l’indice e la sua forza relativa. Questa volta sono divergenze rialziste, che anticipano possibili rialzi nella paura del mercato.
Mi rendo conto che l’aver presentato due modalità di interpretazione del mercato tra loro alternative potrebbe creare un po’ di confusione nei lettori. Non c’è da preoccuparsi molto. E’ un momento topico, per cui la situazione è difficile da affrontare ed i rischi di sbagliare sono rilevanti.
Ma perché stupirsi, dal momento che i mercati azionari quotano proprio il cosiddetto “capitale di rischio”?
C’è comunque un modo per semplificarci la vita.
Aspettare che la battaglia si svolga e, da buoni italiani, saltare sul carro del vincitore appena avremo buone probabilità di averlo individuato.

http://www.borsaprof.it/commento_quotidiano.asp
 

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