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Regole Ue anti crisi più rigide


di Vittorio Da Rold

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14 aprile 2010
Papandreou-finanziaria-240.jpg


La Grecia approva la terza manovra finanziaria - da 4,8 miliardi di euro - per rimettere a posto i conti pubblici. Mentre il commissario Ue agli Affari economici Olli Rehn annuncia a Bruxelles che ci saranno regole più rigide e maggiori controlli sui conti pubblici di tutti i Paesi membri per evitare il ripetersi di nuove crisi finanziarie nell'Eurozona.

La Finanziaria 2011 è stata approvata dal Parlamento a maggioranza (158 voti favorevoli su 300), una manovra da "lacrime e sangue" con l'obiettivo di rimettere a posto i conti pubblici a ritmi accelerati, passando dal 12,9% di deficit attuale all'8,7 per cento. È una boccata d'ossigeno nella lotta per riconquistare la fiducia dei mercati. Mercati che continuano a restare cauti sul lungo termine dopo i ripetuti allarmi lanciati dalla Pimco, il gigante dei fondi obbligazionari, che proprio oggi ha annunciato che riduce nel suo portafoglio la quota di obbligazioni governative da 35 al 33 per cento.

Il premier greco George Papandreou ora ha imboccato la via maestra del recupero di competitività attraverso la riduzione dei salari (visto che la svalutazione è un passo impossibile), mentre la benzina è già volata a un euro e mezzo dopo gli aumenti decisi nella prima delle tre manovra varate negli ultimi mesi. A dicembre il governo aveva deciso tagli per 9,8 miliardi di euro, a cui era seguito un secondo aggiustamento dei conti a febbraio per 1,2 miliardi e infine a marzo la terza stretta da 4,8 miliardi voluta dalla Ue.

La manovra ter - così potremmo definire quella approvata oggi - prevede per i dipendenti pubblici il taglio della quattordicesima e della tredicesima mensilità (del 30%), una nuova riduzione delle indennità salariali (complessivamente del 12%) per una riduzione media dello stipendio del 20%, il congelamento delle pensioni (che si aggiunge a quella di tutti i salari pubblici già annunciata). La Manovra aumenta poi l'Iva (dal 19% al 21%), elimina tutti i bonus agli alti funzionari e manager, prevede un incremento delle imposte su alcool (+20%), sigarette (+65%), benzina (8 centesimi in più al litro), gasolio (3 centesimi) e beni di lusso (fra cui yacht, auto di grossa cilindrata, gioielli).

Anche il rogito sarà più salato e gli interessi del prestito prima casa non più deducibili. Scatterà il redditometro per tutti, anche su piccoli appartamenti e utilitarie, con l'inclusione della partecipazione alle scuole private. Colpite anche le associazioni no-profit e della Chiesa, finora esentasse. Poi sarà varato lo "scudo fiscale" sul modello italiano per favorire, pagando il 5% di penale, il rientro dei capitali greci fuggiti all'estero.

In questo fase delicata un ritorno di capitali in patria sarebbe una boccata di ossigeno per le disastrate finanze elleniche, soprattutto viste le stime di calo del Pil al 2,2 nel 2010: secondo i dati della Banca centrale greca le banche commerciali elleniche hanno trasferito all'estero circa 10 miliardi di euro di risparmi greci nei primi due mesi del 2010. La Finanziaria di austerità aumenta inoltre il prelievo sui bonus dei banchieri al 90% (una mossa populista allo stato puro) nonché il meccanismo per beneficiare dello scaglione tax-free fino a 12mila euro: si dovranno raccogliere e dichiarare ricevute d'acquisto per un valore pari al 30% del reddito imponibile), un meccanismo ideato dal ministro delle Finanze Papacostantinou, ex docente alla London School of Economis di Londra, per incentivare i cittadini a chiedere la ricevuta fiscale, richiesta oggi fatta in Grecia solo dai turisti stranieri. Atene cerca di far emergere parte di quell'economia sommersa oggi pari al 27% del pil, un record in Europa che potrebbe da sola risanare il suoi conti.

I tassi tornano a salire, la manovra non basta
Nonostante il varo di una riforma fiscale improntata all'austerità, i bond greci sono tornati a scendere e i rendimenti, di conseguenza, a salire (biennali dal 6 al 6,6% e le altra scadenze dai tre ai dieci anni sopra il 7%). Dopo aver tirato il fiato grazie ai dettagli sul pacchetto di aiuti Ue-Fmi da 45 miliardi di euro, la Grecia è, quindi, di nuovo sotto la pressione dei mercati finanziari: tutta colpa dei timori sul possibile stop di uno dei parlamenti nazionali degli Stati di Eurolandia a una misura di cui Atene ha bisogno come l'ossigeno.

Timori che hanno messo in ombra l'ambiziosa riforma fiscale, approvata oggi con i soli voti della maggioranza socialista, che punta a ridurre il deficit attraverso un nuovo sistema di aliquote, la lotta all'enorme evasione fiscale, l'eliminazione degli sgravi riservati a categorie come medici, avvocati e tassisti, che assieme ai dipendenti pubblici annunciano una nuova ondata di scioperi.

Atene ha escluso che qualche Paese possa tirarsi indietro, e la presidenza spagnola dell'Ue ha precisato che sugli aiuti «la decisione politica è stata presa all'unanimità e nessuno può dire di no». Ma gli investitori sanno che una cosa sono gli accordi internazionali, una cosa i voti parlamentari. E tanto è bastato a far tornare nervosismo sui mercati, mentre Moody's, l'agenzia che mantiene il rating più elevato sul debito greco, fa sapere che l'ipotesi di una bocciatura nel giro di 12-18 mesi è superiore al 50 per cento
 
[ame=http://www.youtube.com/watch?v=DNT7uZf7lew]YouTube - Men at work: Land down under!!!! (One of their best songs!!)[/ame]
 
questi non ce la faranno mai...la manovra è troppo pesante....la grecia rischia di sprofondare ancora di più.......qua scoppia na guerra civile....:rolleyes::rolleyes:
 

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