MF:
La corsa contro il tempo per l'ennesimo salvataggio di
Carige prende forma. E in attesa delle nuove indicazioni dagli Srep della Bce, attesi per fine mese, i commissari della banca ligure lavorano da un lato al piano industriale e dall'altro alla convocazione dell'assemblea, momento decisivo, ancora una volta, per l'aumento di capitale che consentirà l'emissione di nuove azioni dell'istituto con le quali, in caso, convertire i titoli subordinati rispetto al bond da 320 milioni sottoscritto dallo Schema Volontario del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd).
Vista l'urgenza che il caso richiede, l'assise potrebbe essere convocata entro metà febbraio. E l'esito questa volta dovrebbe essere differente dall'ultima adunanza di soci, lo scorso 22 dicembre, quando l'astensione del primo azionista, la holding Malcalza Investimenti (27,55%), aveva fatto saltare il progetto di ripatrimonializzazione da 400 milioni. Perché, secondo indiscrezioni di mercato raccolte da
www.milanofinanza.it, questa volta l'orientamento della famiglia Malacalza è positivo (in serata è atteso un comunicato ufficiale della finanziaria).
In sostanza, se il piano industriale che rivedranno i tre commissari, ossia l'ex presidente Pietro Modiano, l'ex ad Fabio Innocenzi e il professore Raffele Lener, darà effettivi riscontri di successo e se ci saranno rassicurazioni, anche in ambito di organi di vigilanza europea, sulla congruità del business plan, allora
i Malacalza, con ogni probabilità, voteranno a favore.
Un atteggiamento diverso dal recente passato, che scongiuererebbe anche la possibilità di una impugnazione, sempre da parte della Malacalza Investimenti, del dispositivo con il quale martedì 2 la Bce ha commissariato
Carige .
Adesso, quindi, i Malacalza sarebbero pronti a fare la loro parte nel processo di rafforzamento patrimoniale e di sottoscrizione, pro-quota, del prestito obbligazionario che li impegnerà nuovamente per diverse centinaia di milioni, in aggiunta ai 423 milioni già impegnati negli ultimi cinque-sei anni. L'obiettivo del primo socio della banca ligure è proteggere l'ingente investimento -
sinora presenta una minusvalenza latente del 90% - e soprattutto evitare che la capitalizzazione dell'istituto si azzeri: prima della sospensione sine die decisa da Consob, la market cap di
Carige era scesa a 93 milioni.