La Banca d’Italia seguirà la raccomandazione dell’EBA con la flessibilità richiesta dall’evoluzione delle condizioni di mercato e consentita dagli sviluppi dei negoziati europei su questo tema.
Il 20 gennaio le banche hanno trasmesso al nostro Istituto i piani che intendono attuare per raggiungere l’obiettivo patrimoniale. Le nostre analisi sono specificamente rivolte a evitare azioni che possano compromettere il finanziamento dell’economia, a esaminare tutte le opzioni, inclusi: limiti alla distribuzione dei dividendi e dei bonus ai dipendenti; riacquisto di strumenti di capitale di qualità inferiore e la ristrutturazione di strumenti ibridi esistenti.
La raccomandazione dell’EBA prevede, inoltre, che possano essere utilizzate emissioni presso investitori privati di strumenti di debito convertibili in azioni al ricorrere di determinate evenienze (contingent capital), che saranno accettati nel calcolo del coefficiente patrimoniale se rispetteranno i requisiti stabiliti dalla stessa autorità europea; alla luce delle prime analisi effettuate, riteniamo che la convenienza a emettere questi strumenti sia per le nostre banche contenuta.
Cessioni di specifiche attività da parte delle banche, purché non risultino in una riduzione della capacità del sistema bancario di finanziare le economie, sono permesse. Anche la riduzione delle attività ponderate per il rischio che riflette la validazione dei modelli interni o la loro estensione a nuovi portafogli può contribuire al raggiungimento dell’obiettivo se le convalide sono già pianificate e concordate con le autorità competenti. Due delle cinque banche italiane utilizzano per il computo dei requisiti patrimoniali il metodo standard; il processo di convalida per il passaggio ai modelli di rating interni per queste banche è in corso.
I piani dovranno essere autorizzati dalla Banca d’Italia entro la fine del mese di febbraio, dopo una fase di consultazione e di revisione con l’EBA e con le altre autorità competenti nell’ambito dei Collegi dei supervisori.
Pur non entrando nel merito dei singoli piani, voglio sottolineare che le indicazioni sono finora incoraggianti. Come noto, l’aumento di capitale di Unicredit da solo copre quasi interamente le esigenze di questa banca e circa metà del fabbisogno complessivo del sistema italiano. Dopo un’iniziale reazione negativa dei mercati al lancio dell’operazione, il titolo
Unicredit è risalito e l’aumento di capitale è stato interamente sottoscritto. Per le altre banche stiamo valutando i tempi e le modalità di esecuzione di eventuali operazioni sul capitale.
Dobbiamo pensare che la conversione anticipata si allontana?