OGNI COSA HA iL SUO TEMPO. BISOGNA SOLO AVERE LA PAZIENZA E LA FORZA DI ASPETTARE.

:nnoo: E buonanotte :)

Io dovrei sistemare la cucina... ma non ho voglia e mi sto inventando tutte le scuse possibili :rolleyes:... devo solo più dire che ho male alla prostata e poi le ho inventate tutte :wall::wall::D
 
Buon fine settimana a tutti :)
 

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Prenderci per i fondelli - a noi - è un gioco da ragazzi.......ci riesce pure il bomba......ma questi qui, con tutti i sistemi satellitari, non si sono accorti che stavano montano delle postazioni ? :mmmm::mmmm::mmmm: per me ......c'è sotto qualcosa :D

Sarebbe opportuno capire la reale potenza antiaerea dello Stato islamico.
E’ possibile immaginare che sistemi d’arma come i MANPADS (sia della famiglia Strela che Stinger) trafugati prima dagli arsenali di Saddam e poi da quelli dell’esercito regolare lealista, siano giunti in Libia.
Se i terroristi avessero tali capacità su larga scala, l’intera strategia aerea della Coalizione (che si basa su un contesto ostile ma permissivo) potrebbe essere rimessa in discussione.

Come, infine, queste armi siano giunte in Libia e come Bengasi sia stata fortificata con postazioni antiaeree spostate sotto il naso dei velivoli spia Occidentali in volo 24 ore su 24 in Libia, questo è un altro discorso.
 
Sanremo offre spettacolo. Anche con la mano morta di Carlo Conti che si poggia sul didietro della Ghenea.
Fotografia inequivoca. Sanremo è sempre Sanremo.
Anche se non sempre dietro le quinte. Stavolta solo dietro. Con il capo della Rai Campo dall’Orto -quello affettuosamente soprannominato Camposanto da Dagospia- che rimane zitto, che in questo caso non ha niente da ridire.
E che perciò non licenzierà il buon Conti.

Magari perchè il presentatore è toscano, come il dante causa Matteo Renzi. Magari.

Fatto sta che non s’è levato alcun ululato di protesta. Nessuna indignazione civile.
Né s’è materializzato alcun comitato tipo “Se non ora quando?” né sit-in indignati hanno sostato davanti all’Ariston. Tutto si è accomodato in fretta.
E in silenzio.
Derubricato a veniale gaffe, da alzata di spalle.

Anche se -in altro momento e con altri interpreti- quel gesto avrebbe goduto dell’accusa immediata di sessismo. Con tanto di pubblico dileggio.
 

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