Val
Torniamo alla LIRA
Spianata la strada alle banche, il governo prescrive che i creditori adottino procedure per gestire il rapporto con “i consumatori in difficoltà nei pagamenti”.
Di cosa si tratti di preciso non si sa, eccetto che i contenuti di tali procedure potranno essere dettati dalla Banca d’Italia – organismo indipendente che ha notoriamente a cuore la tutela dei consumatori come dimostrano i suoi reiterati tentativi di reintrodurre l’anatocismo, cioè il pagamento degli interessi sugli interessi, pratica vietata dalla legge – “con particolare riguardo agli obblighi di informativa e di correttezza del finanziatore”.
E’ evidente che il risultato di simili norme rischia di essere drammatico per migliaia di famiglie che da un giorno all’altro si ritroverebbero sul marciapiede, con le loro case vendute “al meglio”.
Ma al danno – come sempre – si aggiunge pure la beffa, perché alle banche e agli speculatori è assicurata anche la defiscalizzazione pressoché totale degli importi incassati dalle vendite forzose degli immobili.
Lo stabilisce l’articolo 16 del provvedimento di conversione in legge del decreto sulla riforma del credito cooperativo e la garanzia sulle cartolarizzazioni delle sofferenze:
chi acquisisce gli immobili nell’ambito di vendite giudiziarie per poi rivenderli a un’acquirente finale paga un’imposta sostitutiva di appena 200 euro, contro la tassazione ordinaria del 9%.
“La norma – si legge negli atti parlamentari – ha la finalità di agevolare il collocamento degli immobili in sede di vendita giudiziaria, così come in caso di assegnazione degli immobili stessi ai creditori”.
La dimostrazione palmare di quali interessi difenda in ogni circostanza e sopra ogni cosa il governo Renzi.
Di cosa si tratti di preciso non si sa, eccetto che i contenuti di tali procedure potranno essere dettati dalla Banca d’Italia – organismo indipendente che ha notoriamente a cuore la tutela dei consumatori come dimostrano i suoi reiterati tentativi di reintrodurre l’anatocismo, cioè il pagamento degli interessi sugli interessi, pratica vietata dalla legge – “con particolare riguardo agli obblighi di informativa e di correttezza del finanziatore”.
E’ evidente che il risultato di simili norme rischia di essere drammatico per migliaia di famiglie che da un giorno all’altro si ritroverebbero sul marciapiede, con le loro case vendute “al meglio”.
Ma al danno – come sempre – si aggiunge pure la beffa, perché alle banche e agli speculatori è assicurata anche la defiscalizzazione pressoché totale degli importi incassati dalle vendite forzose degli immobili.
Lo stabilisce l’articolo 16 del provvedimento di conversione in legge del decreto sulla riforma del credito cooperativo e la garanzia sulle cartolarizzazioni delle sofferenze:
chi acquisisce gli immobili nell’ambito di vendite giudiziarie per poi rivenderli a un’acquirente finale paga un’imposta sostitutiva di appena 200 euro, contro la tassazione ordinaria del 9%.
“La norma – si legge negli atti parlamentari – ha la finalità di agevolare il collocamento degli immobili in sede di vendita giudiziaria, così come in caso di assegnazione degli immobili stessi ai creditori”.
La dimostrazione palmare di quali interessi difenda in ogni circostanza e sopra ogni cosa il governo Renzi.