Vorrei aprire una discussione comparativa fra fondi comuni di investimento italiani (abbreviamoli con fci), che hanno la quota al netto delle imposte, e strumenti 'lordi' come ETF o Sicav.
In primis, ci sono differenze in termini di costi, sia di semplice gestione che TER. C'è qualche differenza nei costi di transazione (generalmente nulli per gli fci, in percentuale o quota fissa per Etf e Sicav). Ma queste sono cose note e troppo relative all'importo investito (cioè, se investo 100.000Euri, che le spese d'operazione siano 5 o 30Euri non mi cambia niente, mentre se investo 1000E, le cose cambiano).
E neppure voglio ragionare delle politiche più o meno attive di gestione.
La mia riflessione nasce dal fatto che, avendo una quotazione netta, i fci, in caso di forte storno, limano leggermente la perdita, liquidando all'investitore il credito d'imposta.
Quindi, se oggi come oggi, ossia in una situazione di toro storico, con potenziale orso imminente, uno dovesse entrare, potrebbe considerare questo aspetto come rilevante.
Certo, in caso di toro persistente, la 'lordità' rende, perchè il temporaneo risparmio fiscale si compone mese dopo mese.
Ma se uno entra, e si becca immediatamente un orso imbizzarrito, tempo che decida di liquidare in stop-loss e si ritrova un -10% del sottostante.
Al che, con Etf o Sicav, si trova un -10% anche del capitale rimborsato, mentre con fci si ritrova un -8.75%.
Perchè il credito d'imposta, non è che poi sia facile da recuperare entro i termini, se parte veramente l'orso...
Ciao
Nikkei
In primis, ci sono differenze in termini di costi, sia di semplice gestione che TER. C'è qualche differenza nei costi di transazione (generalmente nulli per gli fci, in percentuale o quota fissa per Etf e Sicav). Ma queste sono cose note e troppo relative all'importo investito (cioè, se investo 100.000Euri, che le spese d'operazione siano 5 o 30Euri non mi cambia niente, mentre se investo 1000E, le cose cambiano).
E neppure voglio ragionare delle politiche più o meno attive di gestione.
La mia riflessione nasce dal fatto che, avendo una quotazione netta, i fci, in caso di forte storno, limano leggermente la perdita, liquidando all'investitore il credito d'imposta.
Quindi, se oggi come oggi, ossia in una situazione di toro storico, con potenziale orso imminente, uno dovesse entrare, potrebbe considerare questo aspetto come rilevante.
Certo, in caso di toro persistente, la 'lordità' rende, perchè il temporaneo risparmio fiscale si compone mese dopo mese.
Ma se uno entra, e si becca immediatamente un orso imbizzarrito, tempo che decida di liquidare in stop-loss e si ritrova un -10% del sottostante.
Al che, con Etf o Sicav, si trova un -10% anche del capitale rimborsato, mentre con fci si ritrova un -8.75%.
Perchè il credito d'imposta, non è che poi sia facile da recuperare entro i termini, se parte veramente l'orso...
Ciao
Nikkei