Indici Italia Opinioni di un clown

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la messa della domenica
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Le banche centrali creano base monetaria, la “M zero”.
La quantita’ di moneta in circolazione (M0, M1, M2…) dipende sia dalla base monetaria che dalla propensione del settore privato di farla circolare, ovvero da quanti prestiti/depositi si creano attraverso il sistema bancario. Quindi l’enorme espansione di liquidita’ iniettata sui mercati da FED, BCE, Banca d’Inghilterra e Banca del Giappone negli scorsi anni e’ il presupposto per un’esplosione della quantita’ di moneta in circolazione, con gli ovvi effetti inflazionistici che cio’ avrebbe.
Ma M0 da sola non basta.
Se la “velocita’” della moneta si riduce, ovvero se le banche concedono meno prestiti e vendono gli attivi, questo processo di moltiplicazione della base monetaria si ferma fino a trasformarsi, potenzialmente, in contrazione. E aggregati monetari in contrazione portano alll’opposto dell’inflazione, ovvero alla deflazione, che e’ il ribasso continuativo del livello dei prezzi.

Il Giappone soffre di deflazione da oltre un decennio. La deflazione e’ lo spauracchio (a torto o a ragione) di tutti i moderni banchieri centrali e, con certezza, il peggior incubo di ogni stato pesantemente indebitato a tassi nominali costanti.
Nell’Ottobre-Novembre del 2011, per la prima volta nella storia dell’Europa, la quantita’ di moneta in circolazione e’ diminuita per via della corsa alla riduzione dei bilanci degli istituti di credito, tagliati fuori dai mercati di capitali internazionali per la paura del fallimento di uno o piu’ stati sovrani, Italia in testa.
La mancanza di una Banca Centrale che possa agire come prestatrice di ultima istanza agli stati membri differenzia l’Eurozona da tutti gli altri paesi occidentali, e nell’autunno scorso questa falla nel sistema di sicurezza monetario continentale ha creato il panico tra i detentori di obbligazioni di Italia e Spagna, soprattutto a seguito del ricorso a prestiti d’emergenza del FMI per Grecia, Portogallo e Irlanda.
Questa drammatica situazione ha portato il Governatore Draghi ad approntare le operazioni di rifinanziamento a tre anni, gli LTRO, che hanno impedito un ulteriore collasso degli aggregati monetari e, in buona sostanza, hanno evitato la liquidazione delle posizioni di gran parte degli istituti di credito europei. Cio’ avrebbe portato a innumerevoli fallimenti ed all’equivalente moderno della Grande Depressione.
Insomma, Draghi ha evitato il disastro per i prossimi tre anni trasferendo per questo periodo le posizioni delle banche sul bilancio della banca centrale, di fatto correndo il rischio che cio’ provochi un forte rialzo dell’inflazione nel medio termine. Infatti la BCE ha di fatto stampato nuova moneta in via non definitiva, in quanto le banche devono chiudere i pronti contro termine entro i prossimi tre anni. Resta da vedere se in questo lasso di tempo il sistema trovera’ la forza di eliminare gli eccessi, o se gli LTRO di Dicembre e Febbraio sono stati solo i primi di una lunga serie.

GIANMARCO MENSI
 
pelandrone!

ci sentiamo domani mattina per il caffè

oggi mi sento moderatamente positivo


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