Parmalat: ma di quale successo parliamo? (1 Viewer)

giuseppe.d'orta

Forumer storico
Domani verrà quotata la nuova Parmalat. Un po' tutti i politici parlano di un caso chiuso con successo.
Maggioranza e opposizione, ovviamente, cercano di tirare l’acqua al proprio mulino. La maggioranza sostiene che il "successo" sarebbe dovuto alla legge che ha consentito l’amministrazione straordinaria della Parmalat (la stessa, lo ricordiamo, che ha previsto il meccanismo del "silenzio-assenso") mentre l'opposizione, per bocca del suo leader Prodi sostiene che il successo è da addebitare a Bondi "nonostante l’assenza della legge sul risparmio".
Fin qui tutto normale. Il solito spettacolo poco edificante della politica italiana.
Ciò che proprio non si capisce è di quale successo vadano farneticando questi personaggi.

A due anni di distanza dal crack, il bilancio è il seguente:
- I piccoli azionisti non rivedranno un euro.
- Gli obbligazionisti potranno recuperare una parte molto modesta del proprio credito in azioni della nuova Parmalat.
- I processi penali sono solo all’inizio e, viste la numerosissime parti in causa, si prospettano particolarmente lunghi.
- Anche la Class Action negli Stati Uniti, che l'Aduc aveva per prima appoggiato in Italia, sta avendo tempi molto lunghi e un iter poco trasparente.
- A seguito dell’approvazione del concordato le banche, cioè i principali co-artefici del crack, sono diventate i principali azionisti della nuova Parmalat.

Sia ben chiaro. Non stiamo criticando il lavoro di Bondi. Il commissario ha fatto quel che ha potuto e – soprattutto – ha rispettato le priorità che gli erano state affidate (ovvero, la protezione del valore industriale del gruppo Parmalat). Il punto è che l’interesse dei risparmiatori, a parte le chiacchiere che sono state fatte in questi due anni (e che si continuano a fare in questi giorni con proposte demagogiche ed elettoralistiche che non si realizzeranno mai), non sta a cuore al sistema politico.

Cerchiamo di vedere la realtà per quello che è. I risparmiatori faranno bene a non aspettarsi niente né dal sistema politico, né – tantomeno- da quello finanziario. L'unico aspetto positivo della vicenda Parmalat, così come della altre vicende di risparmio tradito, è che molti risparmiatori hanno compreso che non devono fidarsi delle persone che gli propongono investimenti poiché queste sono in conflitto d'interessi (e molto spesso sono anche profondamente ignoranti in materia).
I risparmiatori devono imparare a farsi in proprio una piccola cultura finanziaria (ad esempio leggendo libri, giornali e siti internet possibilmente i meno influenzabili dagli interessi dei grandi gruppi finanziari) ed a fidarsi solo di se stessi e/o di professionisti privi di conflitti d'interesse.

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tontolina

Forumer storico
giuseppe.d'orta ha scritto:
Domani verrà quotata la nuova Parmalat. Un po' tutti i politici parlano di una caso chiuso con successo.
Maggioranza e opposizione, ovviamente, cercano di tirare l’acqua al proprio mulino. La maggioranza sostiene che il "successo" sarebbe dovuto alla legge che ha consentito l’amministrazione straordinaria della Parmalat (la stessa, lo ricordiamo, che ha previsto il meccanismo del "silenzio-assenso") mentre l'opposizione, per bocca del suo leader Prodi sostiene che il successo è da addebitare a Bondi "nonostante l’assenza della legge sul risparmio".
Fin qui tutto normale. Il solito spettacolo poco edificante della politica italiana.
Ciò che proprio non si capisce è di quale successo vadano farneticando questi personaggi.

A due anni di distanza dal crack, il bilancio è il seguente:
- I piccoli azionisti non rivedranno un euro.
- Gli obbligazionisti potranno recuperare una parte molto modesta del proprio credito in azioni della nuova Parmalat.
- I processi penali sono solo all’inizio e, viste la numerosissime parti in causa, si prospettano particolarmente lunghi.
- Anche la Class Action negli Stati Uniti, che l'Aduc aveva per prima appoggiato in Italia, sta avendo tempi molto lunghi e un iter poco trasparente.
- A seguito dell’approvazione del concordato le banche, cioè i principali co-artefici del crack, sono diventate i principali azionisti della nuova Parmalat.

Sia ben chiaro. Non stiamo criticando il lavoro di Bondi. Il commissario ha fatto quel che ha potuto e – soprattutto – ha rispettato le priorità che gli erano state affidate (ovvero, la protezione del valore industriale del gruppo Parmalat). Il punto è che l’interesse dei risparmiatori, a parte le chiacchiere che sono state fatte in questi due anni (e che si continuano a fare in questi giorni con proposte demagogiche ed elettoralistiche che non si realizzeranno mai), non sta a cuore al sistema politico.

Cerchiamo di vedere la realtà per quello che è. I risparmiatori faranno bene a non aspettarsi niente né dal sistema politico, né – tantomeno- da quello finanziario. L'unico aspetto positivo della vicenda Parmalat, così come della altre vicende di risparmio tradito, è che molti risparmiatori hanno compreso che non devono fidarsi delle persone che gli propongono investimenti poiché queste sono in conflitto d'interessi (e molto spesso sono anche profondamente ignoranti in materia).
I risparmiatori devono imparare a farsi in proprio una piccola cultura finanziaria (ad esempio leggendo libri, giornali e siti internet possibilmente i meno influenzabili dagli interessi dei grandi gruppi finanziari) ed a fidarsi solo di se stessi e/o di professionisti privi di conflitti d'interesse.

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concordo pienamente
e senza una legge che tutela il risparmio cosa ne saranno dei fondi pensioni che si accaparrano il TFR?
è possibile chiedere che siano investiti solo in quegli stati che prevedono nella loro legislazione la CLASS ACTION?
per inenderci affidare il TFR ad un gestore americano soecificando che, anche se la raccolta avviene in Italia, la legge a cui si fa riferimento è quella americana?
 

giuseppe.d'orta

Forumer storico
calmau ha scritto:
perfettamente d'accordo con te pero' ho una domanda, tu su parmalat domani cosa fai o faresti?

Non farò niente. Se fossi costretto a prendere posizione entrerei in apertura, ma sapendo del rischio che corro ad entrare al buio.
 
giuseppe.d'orta ha scritto:
calmau ha scritto:
perfettamente d'accordo con te pero' ho una domanda, tu su parmalat domani cosa fai o faresti?

Non farò niente. Se fossi costretto a prendere posizione entrerei in apertura, ma sapendo del rischio che corro ad entrare al buio.

d'accordo il se
cosa compreresti w o fisso?
dove posso trovare le quotazioni ?
grazie
 

alessia70

Nuovo forumer
giuseppe.d'orta ha scritto:
- Gli obbligazionisti potranno recuperare una parte molto modesta del proprio credito in azioni della nuova Parmalat.

sai anche quanto sarebbe questa percentuale? ho sentito che dipende dalle obbligazioni in possesso. Io ho la Parmalat Finance 7% 2007 isin code Xs0118659688

grazie, se puoi
 

tontolina

Forumer storico
anche gli inglesi sono attenti ll'italina stupidità e infeccienza politica
Risparmio: piu' che soluzioni "creative" serve riforma (Ft)

ROMA (MF-DJ)--Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti e' considerato un maestro nel trovare soluzioni "creative" alle difficolta' economiche del Paese. Alcune di queste soluzioni, prosegue il quotidiano, si sono dimostrate efficaci, come il condono fiscale; la sua idea della banconota da 1 euro non era malvagia se non altro come fattore psicologico di controllo sull'inflazione. La sua ultima proposta di utilizzare i fondi dormienti nelle banche italiane per rimborsare i piccoli risparmiatori colpiti dagli scandali Cirio, Parmalat e bond argentini e' tuttavia discutibile. E' quanto scrive il Financial Times commentando il lavoro svolto negli ultimi giorni dal nuovo titolare di via XX Settembre nella definizione della Finanziaria 2006. Non c'e' ragione, infatti, perche' tali fondi debbano andare alle vittime dei crack. Serve piuttosto che Tremonti, piuttosto di improvvisare una nuova soluzione cervellotica, trovi una risposta istituzionale per proteggere gli investitori italiani. Si e' parlato molto della riforma sulla tutela del risparmio, ma si e' impantanata. E' bizzarro, conclude Ft, vedere Parmalat in procinto di rientrare in Borsa prima che il Governo abbia messo a punto una normativa per impedire un altro scandalo come quello di Parmalat. red/ren (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2005 MF-Dow Jones News Srl. October 05, 2005 03:58 ET (07:58 GMT)
 

Totem

Forumer attivo
INVESTIRE IN BORSA NON è UN GIOCO come spesso viene detto... ma una presa di posizione sul mercato a scopo di lucro, quindi chi cerca di lucrare deve sapere il rischio che corre...
caso mai lo scandalo sta nel bloccare un titolo se questo scende o sale oltre la soglia consentita...
la scusa è quella di proteggere l'investitore (o risparmiatore) in effetti, di fatto si protegge solo l'azienda...
io per puro sedere due giorni prima del crac ero uscito ma se fossi rimasto dentro mi avrebbero masacrato...
mentre se si lascia libero è il mercato che ne determina le sorti.... anche piangendo lacrime di sangue molti investitori avrevvero recuperato una parte del capitale...!
 

Paperino

Forumer attivo
Totem ha scritto:
...se si lascia libero è il mercato che ne determina le sorti....

Il mercato non è libero, oggi meno che mai: basta rendersene conto. Per il resto, inutile illudersi che cambi qualcosa: abbiamo ancora in giro in incarichi vari De Michelis, Pomicino, Poggiolini, Dini, Cragnotti, Tanzi, Fazio... e chi più ne ha più ne metta. Amen.

Il motto è: si salvi (e arraffi) chi può. Tout court......
 

alias333

Forumer attivo
giuseppe.d'orta ha scritto:
Domani verrà quotata la nuova Parmalat. Un po' tutti i politici parlano di un caso chiuso con successo.
Maggioranza e opposizione, ovviamente, cercano di tirare l’acqua al proprio mulino. La maggioranza sostiene che il "successo" sarebbe dovuto alla legge che ha consentito l’amministrazione straordinaria della Parmalat (la stessa, lo ricordiamo, che ha previsto il meccanismo del "silenzio-assenso") mentre l'opposizione, per bocca del suo leader Prodi sostiene che il successo è da addebitare a Bondi "nonostante l’assenza della legge sul risparmio".
Fin qui tutto normale. Il solito spettacolo poco edificante della politica italiana.
Ciò che proprio non si capisce è di quale successo vadano farneticando questi personaggi.
Perfettamente d'accordo in tutto, vorrei solo aggiungere che non esiste una destra in opposizione ad una sinistra, ma solo persone che si autodivinizzano ed una massa ossequiosa che si prostra più o meno convinta e condiziona il resto degli italici.
Da una parte il palazzo con tutte le sue sfumature dall'altra noi.
Non dimentichiamo che i nostri amati deputati di dx o di sx che siano, tra loro si danno del tu, mentre da noi pretendono di essere chiamati deferentemente onorevoli o presidenti!
In compenso ogni tanto fingono di litigare per i nostri interessi!
:ombrello:
 

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