Solo Parmalat festeggia, ma l'accordo con Bpi è un'ottima notizia per la banca
07/08/2006 11.30
Miglior performance dell'S&P/Mib Parmalat che beneficia dell'accordo con Bpi. Il titolo del gruppo di Collecchio avanza del 2,70% a 2,608 euro, dopo aver toccato un massimo a 2,7 euro, viaggiando in netta controtendenza rispetto al listino, che sta accusando un ribasso dello 0,97%. Sostenuti gli scambi, già pari allo 0,58% del capitale. L'azione dell'istituto lodigiano è invece debole, accusando ora un calo dello 0,42% a 9,23 euro. Venerdì scorso, a mercato chiuso, è stata così realizzata la prima transazione da Bondi dopo l'approvazione del concordato.
In particolare,
Bpi e Parmalat hanno raggiunto l'intesa definitiva circa i crediti che la Popolare vantava nei confronti del gruppo di Collecchio. Con tale accordo, quindi, volto a dirimere "tutte le reciproche pretese concernenti il contenzioso che originava da operazioni effettuate nel periodo antecedente l'entrata del Gruppo Parmalat in amministrazione straordinaria" (dicembre 2003), l'azienda emiliana rinuncerà a tutte le azioni civili nei confronti di Bpi. Viene inoltre scongiurato definitivamente il rischio di ulteriori azioni revocatorie.
La ex-Lodi pagherà a Parmalat 59,5 milioni di euro. L'onere per la banca è così circa pari al 29% dell'ammontare iniziale richiesto. "Alla luce della copertura parziale già contabilizzata nel 2005, l'onere addizionale lordo sarà di circa 30 milioni, pari al 7,5% dell'utile netto atteso nel 2006", spiega Cheuvreux, secondo cui la chiusura dell'accordo è una buona notizia per la banca.
Mentre è negativo il write-off di 27 milioni di non perfoarming loans (crediti in sofferenza) che aumenta il conto finale per Bpi. Per gli analisti la transazione non dovrebbe configurarsi come una guidance per le azioni legali tra Parmalat e le banche.
L'azione in oggetto era infatti legata al bond Nextra, ovvero a un deal specifico tra la Banca Popolare Italiana e Banca Intesa che ha già pagato 160 milioni due anni fa.
Ma il mercato ora pensa che dopo Bpi, anche altre banche possano decidere di arrivare a transazioni di questo tipo con Parmalat. "Si suppone che possa arrivare a una transazione anche con altre banche, che finora avevano risposto in modo negativo alle richieste risarcitorie di Parmalat", dice un trader. "Tra azioni revocatorie e risarcitorie ci sono in ballo molti miliardi di euro di richiesta. Se Parmalat arrivasse a transare per un importo pari al 30% potrebbe rientrare di un po' di soldi".
Antonella Marseglia
http://libero.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=170017&chkAgenzie=TMFI