Per fede

tontolina ripijati :D
dove hai letto che San Paolo definiva San Pietro un bastardo :-?
Quanto ai vangeli fu il concilio di Nicea a stabilire quali potevano essere accettati e quali no... la diatriba è lunga
ma esistono appunto quelli apocrifi dove c'è scritto tutto
e il contrario di tutto
 
l'ho pure postato
sono 6 video della durata totale di 60 min
un bel documentario


[ame="http://www.youtube.com/watch?v=1PZjztVmp78&feature=related"]YouTube - L'invenzione della Chiesa - 1/6 - mai trasmesso in Italia[/ame]
 
OSTOV, Russia -Il 28 luglio 2010 Aleksey Fedorin è stato accusato e processato per “distribuzione di massa di materiale estremista”, nonostante sia un ottantacinquenne e riconosciuto legalmente come invalido. In un tribunale di Tselina, il giudice Viktoria Samokhina ha deciso di multarlo con 1.000 rubli (circa 26€). L’agente di polizia S. Chernigovskiy ha rastrellato tutte le pubblicazioni che il Fedorin aveva distribuito nel corso degli anni ai suoi vicini nel villaggio di Sredniy Yegorlyk. L’agente Chernigovskiy in precedenza aveva espresso pubblicamente ostilità verso i Testimoni di Geova e ora ha presentato una relazione nella quale sostiene che il Fedorin abbia distribuito pubblicazioni che erano già state inserite nell’elenco federale del materiale estremista.
Il procuratore A. Lysenin ha convocato Fedorin presso il dipartimento di polizia e lo ha interrogato per otto ore, nonostante la sua età e la sua precaria condizione fisica. Il procuratore non ha informato il Fedorin delle accuse che stava per affrontare. Infatti la relazione del procuratore sostiene che il Fedorin abbia distribuito la letteratura tra il 15 e il 18 giugno 2010. Ma Fedorin era in realtà malato in quel periodo e non aveva potuto partecipare ad alcuna attività religiosa pubblica.
Prima dell’udienza, il giudice ha fatto allontanare dall’aula tutti coloro che erano venuti in sostegno di Fedorin. Il giudice ha anche omesso di prendere in considerazione la testimonianza alla corte di Fedorin, nella quale egli confuta l’accusa di aver distribuito le pubblicazioni durante il 2010 (dopo che erano state inserite nell’elenco federale). Fedorin non è nuovo a quelle che lui riconosce come accuse inventate. Durante il periodo sovietico ha trascorso cinque anni in prigione a motivo della sua fede.
 
testimonianza


Posso portarti la mia esperienza personale?
Prima di diventare un cristiano testimone di Geova, io ero assolutamente ateo.
Non solo, ma ero piuttosto addentro nella politica, facevo parte di una precisa area politica che non sto a specificare, perchè non interessa.
Un mio collega di lavoro (che scrive in questo forum), evidentemente un testimone di Geova, si affannava con solerzia a darmi testimonianza circa il regno di Dio, parlandomene come di un regno di giustizia (2 Pietro 3:13), e dandomi da leggere dei libri concernenti, ad esempio, le profezie di Daniele, o il libro di Apocalisse (Rivelazione), ecc.
E io mi affannavo, con altrettanta alacrità, a sfotterlo e a prenderlo in giro, anche in maniera assai pesante, a volte.
Ma il fratello non si dava per vinto...
Quei libri mi aprirono gli occhi, Araldo.
Mi fecero comprendere perchè erano accaduti tanti fatti che non riuscivo a spiegarmi, anche e soprattutto a livello geopolitico...
Eravamo durante gli anni '90.
Dopo un pò di anni, anche leggendo per conto mio la Bibbia, chiesi al mio collega di iniziare uno studio biblico con i cristiani testimoni di Geova.
E questo fu l' autentico sigillo di tutta la storia: l' accurata conoscenza della Parola di Verità (Gv. 17:17), l' avere avuto la risposta a tante domande che nessuna chiesa o nessun partito politico, fino a quel momento, aveva saputo darmi (ad esempio, perchè soffriamo e moriamo? Qual' è lo scopo della vita? Perchè ci troviamo su questa terra? Da dove proveniamo, e dove stiamo andando?), fece scattare in me, in maniera definitiva, la molla della fede in Dio, e quindi nella sua esistenza (Ebrei 11:6), conseguentemente la fiducia nel suo proposito, nelle sue promesse...
La Parola di Dio agì in me "più di una spada a due tagli" (Ebrei 4:12), agì in profondità nel mio cuore, evidentemente già predisposto a ricevere quelle sante parole.
Perchè inizia tutto da lì, Araldo: dal cuore.
La Scrittura dice: "Accostatevi a Dio, ed Egli si accosterà a voi" (Giacomo 4:8): certamente con la preghiera, sicuramente ammirando lo splendore della Sua Creazione (Romani 1:19-20), ma anche e soprattutto con la "spada tagliente" della Parola, mezzo insostituibile per conoscere accuratamente e avere fede in Dio, perchè è come se il Nostro Padre Celeste ci avesse lasciato scritta una meravigliosa lettera, che non possiamo certo esimerci dal leggere, se vogliamo conoscerlo a fondo (Colossesi 1:9-10).
Forse a te, tutto ciò, farà sorridere, ma è la mia esperienza, il mio percorso di fede, Araldo.
Grazie della tua domanda.
 
Un incontro con la Bibbia che cambia una vita







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Sabato al palazzo dello sport di Sherbrooke
29 nuovi Testimoni di Geova sono stati battezzati
(Foto di Maxime Picard)


(Sherbrooke) - Angélique Chuiton affiggeva «ladra professionista» sul suo veicolo. Con alcune amiche, anch'esse con una cattiva reputazione, aveva fatto 400 colpi, vale a dire rubato automobili, nelle case e causato molti problemi. La vita di questa ragazza rinviata da una famiglia all'altra, era difficile, probabilmente senza speranza

Infine, un giorno, una vicina le apre la sua porta, giusto per rifugiarsi un po' di tempo da lei, visto che Angélique fu messa alla porta dai suoi genitori. Questa signora ha posto una sola condizione alla ragazza di 17 anni: «Mi ha detto che dovevo leggere la Bibbia.»

Angélique ha accettato di leggere la Bibbia...... con l'unico scopo di dimostrare a questa signora che Dio non esiste; no, niente affatto! La ragazza aveva smesso di crederci all'età di 12 anni.

L'anno seguente, Angélique Chuiton ha letto la Bibbia, ha conosciuto i Testimoni di Geova e ha cominciato a credere in Lui. Al punto tale che si è battezzata nel 1991, dopo aver rinunciato all'alcool, alle cattive compagnie e sopratutto al suo lavoro di ladra professionista.

«Il popolo di Dio mi ha cambiata. E' un popolo generoso, caloroso e rispettoso», racconta la signora ormai più che trentenne, gli occhi lucidi durante l'intervista.

Parecchie cose sono dunque successe nella sua vita per incoraggiarla a riprendere la strada giusta.

«Una volta, due giovani sorelle sono venute a trovarmi durante un'assemblea di fine settimana come questa, e mi hanno chiesto di tenere la loro borsa, il tempo di andare in bagno. Non volevo crederci: ero io la sola ladra del gruppo, e si fidavano al punto di chiedermi un tale aiuto? In quel momento ho avuto un' altra rivelazione», sostiene.

Primo week-end

Ce ne sono parecchie testimonianze del genere nel corso dell'assemblea dei Testimoni di Geova, che si svolge dal venerdi sino a ieri al Palazzetto dello sport. Complessivamente, circa 3500 persone erano attese durante il primo di questi due fine settimana di congresso che raduna i Testimoni di Geova dell'Estrie, del Centre-du-Québec, della regione di Montréal e della Montérégie.

«Per noi Testimoni di Geova, la Bibbia è il nostro manuale. L'assemblea è dunque un corso biblico che ci permette di conoscerla meglio. Venerdi per esempio, si parlava di comunicare nella famiglia», sostiene Rick Nadeau, portavoce nella regione di questa religione che si estende in 236 paesi nel mondo e che conta circa 7,3 milioni di addetti.

A Sherbrooke, ci sono circa 600 Testimoni di Geova, che fanno parte di cinque congregazioni (in qualche modo parrocchie), tre francofone, una inglese e una ispanica.

«La congregazione di lingua spagnola è stata aperta circa due anni fa. Ci siamo resi conto del bisogno a causa dell'arrivo di molto immigranti dell'America latina. Ci sono sempre di più Testimoni di Geova», aggiunge il signor Nadeau

Sabato a mezzogiorno in effetti 29 nuovi Testimoni di Geova sono stati battezzati. Per la fine della settimana prossima, ci aspettiamo altrettante conversioni.

Rick Nadeau non perde l'occasione per rinnovare l'invito: l'assemblea non è aperta solamente ai loro membri.

«L'anno scorso abbiamo ospitato circa 600 persone, che non erano Testimoni di Geova. Alcuni sono rimasti 10 minuti, altri tutto il giorno» conferma.
 
8 per mille - Una torta per pochi e molte religioni restano escluse







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Anche quest’anno, nelle dichiarazioni dei redditi degli italiani, la scelta di devolvere l’otto per mille non ha proposto molte alternative. Si tratta di una torta che vale centinaia di milioni di euro, ma a spartirsela sono soltanto sei confessioni religiose. A fare la parte del leone è la Chiesa cattolica, che anche questa primavera, come ogni anno, ha inondato le tv di spot, prendendo alla lettera l’evangelico “chiedete e vi sarà dato”. Oltre allo Stato italiano e alla Chiesa cattolica, sono solo altre cinque le confessioni ammesse a beneficiare del contributo dalla dichiarazione dei redditi: la Chiesa cristiana avventista del settimo giorno, le Assemblee di Dio in Italia, l’Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi, la Chiesa evangelica luterana in Italia e l’Unione delle comunità ebraiche italiane. E le altre religioni, che in molti casi possono contare su moltissimi fedeli nel nostro Paese, come mai non possono essere scelte per l’otto per mille?

Perché una comunità religiosa possa entrare a far parte delle istituzioni “riconosciute”, occorre che vi sia una intesa stipulata con lo Stato italiano e che tale accordo sia ratificato dal Parlamento. Ma non è così facile. Ne sanno qualcosa i Testimoni di Geova la cui intesa con lo Stato è stata approvata dal Consiglio dei Ministri il 21 gennaio 2000 e sottoscritta dal Governo il 20 marzo dello stesso anno, ma non è mai stata ratificata dal Parlamento. A distanza di dieci anni, i 250.000 Testimoni di Geova possono devolvere il proprio otto per mille a favore dello Stato, di un’altra confessione, o non firmare affatto. In quel modo anche loro entrerebbero nel calderone dei “non esprimenti alcuna preferenza”, i cui contributi vengono spartiti tra lo Stato e le confessioni presenti sui moduli del 730.

Analoga sorte per i buddisti, circa 103.000 in Italia, che hanno firmato l’intesa nell’ottobre 1999, ma, neanche loro, hanno mai visto ratificato dalle camere l’accordo stipulato. Una sorte condivisa con molti altri gruppi religiosi: l’Arcidiocesi ortodossa d’Italia ed Esarcato per l’Europa meridionale, la Chiesa apostolica in Italia, la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni, meglio conosciuti come mormoni e infine l’Unione induista italiana. Tutte con intese “pendenti” e in attesa di ratifica.

E poi resta aperta la questione di introdurre la comunità musulmana fra i beneficiari dell’otto per mille. Secondo il dossier 2008 della Caritas, In Italia l’Islam è la seconda religione con 1.300.000 fedeli. Ma la “frammentarietà” del culto, l’assenza di una gerarchia precisa, rendeva problematico stipulare una possibile intesa. Nel 2005, l’allora ministro dell’Interno Pisanu ha istituito la Consulta per l’Islam italiano. Tre anni dopo è nata anche l’omonima federazione che, in vista di un’intesa con lo Stato, raccoglie quelle organizzazioni musulmane che si riconoscono nei principi della Costituzione repubblicana e della Carta dei valori. La Lega Nord si è messa di traverso e, facendo propria la battaglia in difesa delle cosiddette radici cristiane, ha promesso di dare battaglia affinché la Federazione per l’Islam italiano non venga riconosciuta a livello giuridico.

Ma, al di là della propaganda leghista, perché le intese stipulate da almeno un decennio non sono ancora state ratificate dal Parlamento? L’inserimento di altre confessioni nella distribuzione dell’otto per mille aumenterebbe la percentuale di chi esprime una scelta, farebbe diminuire il numero delle scelte inespresse e ridurrebbe il divario tra la percentuale di scelte per un determinato ente e la percentuale del gettito devoluto all’ente stesso. L’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti sostiene che per questo motivo la Chiesa cattolica, attraverso i parlamentari cattolici, ha di fatto bloccato la ratifica degli accordi già sottoscritti e impedito l’avvio di trattative con gli islamici: i fedeli di queste religioni, grazie al meccanismo delle scelte inespresse, porterebbero alle loro gerarchie un contributo ben superiore alla loro percentuale reale, con un mancato apporto economico per la Chiesa cattolica valutabile in centinaia di milioni di euro.


Vania Lucia Gaito





fonte
 
Per l’immediata diffusione
23 agosto 2010
Nota tattica del “timore per bombe” obbliga i partecipanti a tornare a casa
STAVROPOL, Russia – “L’aspettavamo da un anno. Molti di noi si son presi le ferie e hanno risparmiato soldi per venire… e ora ci sono dei camion dell’immondizia che bloccano l’entrata!”—Yuriy Savitskiy, 44 anni.
Il 23 luglio 2010 i fedeli arrivati per partecipare ad un congresso di tre giorni dei Testimoni di Geova nel villaggio cosacco di Nezlobniy non sono potuti neanche entrare nel luogo dell’assemblea. Il capo della divisione di polizia del villaggio, Yuriy Mukhin, ha bloccato l’ingresso principale con la sua auto della polizia. Come conseguenza, le pacifiche funzioni religiose non sono potute iniziare e ai convenuti, che erano circa duemila, è stato impedito l’accesso ad acqua, bagni o aree dove sedersi. Sebbene simili riunioni religiose erano già state tenute in precedenza con successo nello stesso edificio, le autorità locali hanno dichiarato che le loro azioni erano dovute alla diffusione di attività criminali nelle regioni meridionali da dove provenivano molti dei partecipanti.
Vedendo che uno dei Testimoni aveva una videocamera, un agente dei Servizi di Sicurezza Federali (FSB) che si è identificato col nome di Sergey Viktorovich, l’ha scaraventata per terra dalle sue mani e l’ha rotta. Il Testimone è stato pure trattenuto per essere interrogato.
Dopo esser stati costretti a restare al cancello per cinque ore, ai Testimoni è stato permesso di entrare nel luogo dell’assemblea. Ma Svetlana Zhurakovskaya, Vicecapo dell’Amministrazione del villaggio, ha poi preso un microfono sul podio e ha dichiarato ad alta voce un ordine d’interrompere la riunione religiosa, e a quel punto è stata tagliata l’elettricità dell’edificio.
La mattina presto seguente, tutte le entrate al luogo dell’assemblea erano bloccate da camion maleodoranti dell’immondizia ed è stato predisposto un cordone di agenti di polizia attorno all’edificio. I Testimoni sono stati ancora costretti ad aspettare in strada. Poi è stato “rinvenuto” un pacco sospetto con dei fili che fuoriuscivano nello stesso punto in cui il giorno prima era stata parcheggiata un’auto appartenente al Capo della Polizia per la Sicurezza Pubblica Vladimir Lipov. La polizia ha ordinato a tutti di evacuare l’area e si è dovuto annullare il congresso. Ai convenuti non è stata data altra scelta che tornarsene alle proprie case.
Allo stesso modo, durante il 2009 in alcune città russe che ospitavano congressi dei Testimoni di Geova, furono disdetti simili eventi a causa di “ispezioni antincendio” non preannunciate durante le quali spesso la polizia “trovava” dei pacchi “sospetti” piazzati nelle immediate vicinanze del luogo dell’assemblea. Il tempo necessario per “neutralizzare” il pacco si protraeva per ore con l’unico risultato evidente dell’annullamento dei congressi e il reinvio a casa dei partecipanti.

Contatti:
In Russia: Grigory Martynov, tel. +7 812 702 2691
Negli USA: J.R. Brown, tel. +1 718 560 5600
 
Meno emorragie, meno trasfusioni, meno rischi di trasmissione virale, minori complicanze per i pazienti, ripresa post-intervento più rapida: tutto questo grazie a una colla a base di fibrina che “chiude” le ferite già nel corso degli interventi chirurgici, evitando o riducendo la necessità di infondere nuovo sangue nel paziente. La notizia arriva da Montesilvano, dove è in corso il 41° Congresso degli Ortopedici Traumatologi Ospedalieri Di Italia (O.T.O.D.I.) durante il quale sono state presentate nuove evidenze sulle strategie da adottare per far fronte a un problema frequente in chirurgia ortopedica: le forti emorragie che si registrano nel corso di interventi come la protesizzazione dell’anca o del ginocchio.
Fino ad un litro: è questa la quantità di sangue che si può perdere nei giorni successivi ad un intervento di chirurgia ortopedica. Mentre in sala operatoria il sanguinamento non è significativo, nelle prime sei ore e fino a due giorni dopo l’intervento si può arrivare ad un litro, un quarto del sangue in circolo. “Il sanguinamento, nei primi due-tre giorni dopo l’intervento” – afferma Francesco Saverio Santori, Presidente Società Italiana dell’Anca – “può determinare anemia, che rende necessaria la trasfusione, o la comparsa di un ematoma che, se non si riassorbe, deve essere nuovamente operato per scongiurare un’infezione, un problema molto importante, che allunga i tempi di recupero del paziente”:
Sebbene vitali, le trasfusioni di sangue sono comunque una fonte di rischio. Infezioni virali e batteriche, shock anafilattico, episodi di febbre alta, rappresentano alcuni dei possibili rischi, nonostante siano rispettate tutte le norme sulla sicurezza del sangue donato.
Numerose strategie sono state messe a punto per contenere i sanguinamenti negli interventi di chirurgia ortopedica e limitare così la necessità di ricorrere a trasfusioni di sangue. “Strategie anestesiologiche, farmacologiche, e chirurgiche” – dichiara Filippo Randelli, U.O. Ortopedia II, Policlinico San Donato IRCCS, San Donato Milanese (MI) – “come un’attenta emostasi, e l’utilizzo di medical devices particolari, tra cui la colla di fibrina”.
Utilizzata direttamente in sede operatoria, la colla di fibrina è un emostatico sigillante che permette di controllare il sanguinamento, limitando così il rischio di ematomi e, conseguentemente, di infiammazioni e tumefazioni. Spruzzato come uno spray alla fine dell’intervento su tutto il “campo” chirurgico esposto, la colla di fibrina forma un film adesivo che favorisce la coagulazione.
Grazie al ridotto sanguinamento, anche la necessità di trasfusioni è notevolmente ridotta. Negli interventi di protesi d’anca vengono di solito predisposte due trasfusioni da 300 cc ciascuna: secondo i risultati di uno studio condotto dal professor Santori, presso l’Ospedale San Pietro di Roma su un gruppo di 220 pazienti, solo il 23% dei 110 pazienti trattati con colla di fibrina ha avuto bisogno della trasfusione, contro il 58% di quelli non trattati. Inoltre, tra quelli trattati con colla di fibrina, solo nello 0,9% dei casi c‘è stato bisogno della seconda trasfusione; diversamente, in quelli trasfusi sono stati necessari due o più flaconi di sangue in oltre il 10% dei casi.
“Quando utilizziamo la colla di fibrina” – osserva Santori – “è sufficiente programmare un solo flacone di sangue invece che due, con un netto miglioramento dello stato di benessere del paziente e la riduzione del rischio di complicazioni”.
Risultati confermati anche da uno studio condotto presso la Chirurgia Ortopedica del Policlinico San Donato, dove fino a quattro anni fa la percentuale di pazienti trasfusi con sangue omologo era circa del 30-40%, percentuale oggi quasi azzerata.
Lo studio ha dimostrato che nel gruppo di pazienti in cui vengono utilizzate tutte le metodiche per limitare il sanguinamento (eccetto la colla di fibrina), la percentuale di pazienti trasfusi si è ridotta dal 40% al 17%; ma nei pazienti trattati anche con farmaci a base di colla di fibrina questa percentuale è scesa fino al 3%, cioè solo in tre pazienti su cento si è fatto ricorso alla trasfusione omologa.
“L’impiego dei farmaci a base di colla di fibrina consente un notevole risparmio in termini di sacche di sangue utilizzate” commenta Randelli.
Riduzione delle emorragie, minori rischi per i pazienti e riduzione dei costi sanitari non sono gli unici vantaggi della colla di fibrina, che può inoltre rappresentare un farmaco salvavita nel caso di pazienti che per motivi etici e religiosi non intendono sottoporsi a interventi chirurgici che comportano trasfusioni di sangue.
La colla di fibrina
Per limitare le perdite ematiche perioperatorie e, di conseguenza, ridurre la morbidità indotta dall’accumulo di sangue o altri fluidi nei tessuti limitrofi alla ferita chirurgica (ritardata guarigione, infezioni, etc.) e la necessità di supporto trasfusionale, è fondamentale accelerare i processi emostatici a livello dei tessuti lesi nel corso dell’intervento chirurgico. Per raggiungere questo obiettivo sono stati realizzati nel tempo sia elettrocoagulatori che moderni bisturi laser. Nel corso degli anni, inoltre, sono stati sviluppati numerosi agenti emostatici naturali o sintetici quali i prodotti a base di collagene, le spugne di gelatine riassorbibili, i composti di cellulosa ossidata e le colle a base di cianacrilato sintetico. Tra questi tipi di prodotti la “colla di fibrina” è stata considerata da molti chirurghi come il prodotto che più si avvicina al “collante” ideale. La “colla di fibrina” è un adesivo composto da un concentrato di fibrinogeno e da soluzioni di trombina. Al momento dell’utilizzo i due componenti vengono miscelati in presenza di ioni calcio, riproducendo così le fasi finali del processo della coagulazione. La colla di fibrina è utilizzata come trattamento di sostegno per facilitare l’emostasi e ridurre le emorragie intra- e post-operatorie negli interventi di chirurgia ortopedica, quali sostituzioni totali dell’anca o sostituzioni totali di ginocchio e negli interventi di chirurgia epatica, quali resezioni epatiche e trapianti parziali di fegato. La preparazioni di colla di fibrina hanno trovato un largo impiego in vari campi della pratica chirurgica dove sono state utilizzate per facilitare l’adesione tessutale, coadiuvare le suture chirurgiche e favorire l’emostasi. La colla di fibrina è priva di tossicità per i tessuti su cui viene applicata, promuove la formazione in pochi secondi di un coagulo ben adeso ai tessuti, è completamente riassorbita in qualche giorno e sembra in grado di stimolare i processi riparativi e la crescita dei tessuti lesi su cui è applicata.
pubblicato il: 28/05/2010
Fonte: Italia-News.it News in Italia
 
Veloce la risposta dei Testimoni all’ondata di caldo e incendi in Russia







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“La Russia non ha mai assistito ad un’ondata di caldo come questa nella sua storia. Gli incendi boschivi risultanti sono un pesante tributo per la popolazione e per i suoi beni”, ha riferito Grigory Martynov, del Centro Amministrativo russo dei Testimoni di Geova.

Facendo il punto, in base ai rapporti ricevuti da parte delle decine di congregazioni di Testimoni che risiedono nelle zone colpite dagli incendi, ha continuato: “Al tempo stesso, come Testimoni di Geova vediamo in questa situazione un’opportunità per praticare l’insegnamento biblico, soccorrendoci l’un l’altro e porgendo aiuto ai nostri vicini nel bisogno”.

Un rapporto afferma che 37 membri della piccola congregazione dei Testimoni di Geova di Vyksa nella Regione di Nizhniy Novgorod (adulti e bambini inclusi) hanno seguito la raccomandazione degli anziani di congregazione di allontanarsi durante la notte del 29-30 luglio 2010. Dopo sono stati trasferiti in comuni limitrofi in cui hanno ricevuto accoglienza nelle abitazioni sicure dei loro compagni di fede.

Uno degli anziani della congregazione, Yuriy Loboyko, ha avuto la propria casa rasa al suolo dalle fiamme ma è gioioso perchè la sua famiglia è sana e salva.

A sud di Mosca, nella città di Voronezh, una famiglia di Testimoni ha perso la casa nell’incendio. Gli enti governativi locali hanno messo a disposizione dei fondi per coprire i bisogni immediati della famiglia e promesso un rimborso per la ricostruzione. Consapevoli che non sono gli unici a soffrire a causa di perdite di questo tipo, i membri della famiglia attendono con pazienza di ricevere l’assistenza governativa promessa. Nel frattempo, Oleg Sklyadnev, un amico Testimone della zona, ha fornito premurosamente alla famiglia un appartamento in cui abitare fino a quando non riavranno una casa loro.

Il Centro Amministrativo russo dei Testimoni di Geova ha celermente organizzato dei Comitati di Soccorso per fornire assistenza nelle zone devastate dagli incendi.


 
6 settembre 2010 VLADIKAVKAZ, Russia – Sabato 21 Agosto 2010 sarà un giorno ricordato a lungo dagli osseti che hanno partecipato all’Assemblea di Distretto dei Testimoni di Geova del 2010 “Rimaniamo vicini a Geova!” che è stata tenuta a Vladikavkaz (Ossezia), dove è stata annunciata la prima traduzione completa della Bibbia in osseto. Molti dei quasi 2.000 presenti non hanno potuto trattenere le lacrime di gioia quando hanno ricevuto la propria copia personale gratuita della Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture in osseto. In precedenza solo alcune parti delle Sacre Scritture erano state tradotte in questa lingua.
Se si tiene presente che l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) nel febbraio 2009 ha incluso l’osseto in un elenco delle lingue in estinzione, ci si rende conto del valore letterario di questa traduzione. I traduttori credono che la Bibbia sarà di grande aiuto a tanti che in Ossezia desiderano che la propria lingua continui ad essere parlata dalle generazioni future. Ancor più importante è che la traduzione in osseto moderno contribuirà a una più profonda comprensione della suprema saggezza di questo antico libro.
A tutt’oggi sono state stampate oltre 165 milioni copie della Traduzione del Nuovo Mondo, completa o in parte, in 83 lingue.
 

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