È il caso dell’Idv. Due suoi parlamentari (Antonio Razzi e Domenico Scilipoti) stanno decidendo, in queste ore, di votare a favore del Governo. Sono stati preceduti, in questa scelta, da Americo Porfidia e da una lunga serie di esponenti della stessa IdV che, nell’ultimo decennio, sono passati armi e bagagli al centro destra. Tra essi, il più noto è stato Pietro Mennea, sublime scucchia e meraviglioso velocista (il suo record mondiale sui 200 metri durò dal 1979 al 1996). Il numero di quanti hanno fatto il medesimo percorso, dall’IdV alla destra, è talmente ampio da imporre - e non certo ironicamente - l’interrogativo: e se invece fosse un passaggio dalla destra alla destra? Questo è, infatti, il primo problema: l’IdV è probabilmente (per cultura e sistema di valori) un partito di destra. O, per lo meno, una formazione dove prevalgono umori e tratti ideologici non certamente di sinistra, ma che il quadro politico attuale - condizionato così fortemente dal berlusconismo - trascina nel campo della sinistra.