Salve,
segue da tempo il forum, il quale reputo annoveri tra le sue file molti utenti disponibili e preparati.
Ho recentemente ereditato un immobile (un grattacapo) dalla fortuita vendita del quale ho recuperato una discreta somma.
Non avendo particolari necessità odierne ho preso la decisione di mettere a disposizione di mio figlio le circa duecentomila euro guadagnate, con lo scopo concordato di farne uso come sostegno economico per quando il figlio sarà in pensione (fra circa 35 anni.)
Ho vagliato diverse possibilità in tal senso, in autonomia e con il supporto di consulenti. Da questi ultimi ne ho spesso tratto la spiacevole sensazione di ricevere proposte molto utili a loro e ben poco al sottoscritto (nessuno scandalo, gradirei solo una più equa spartizione del vantaggio, ma ciò esula dal messaggio.)
La domanda che vi, mi pongo è la seguente: quali, sulla carta, le principali vie generiche adottabili per preservare una somma su lunghi periodi, con lo scopo di combattere l’inflazione e preservare il potere di acquisto, pareggiando almeno le spese di gestione, evitando però di vincolare la somma stessa?
Siamo in periodi di tassi infimi se non negativi, nessuno regala nulla a meno di non assumersi rischi troppo alti per i miei gusti; lo sgravio fiscale derivante dai fondi pensione (unica seria nota positiva di tali soluzioni, a mio avviso) non rappresenta ai miei occhi motivo sufficiente, in qualità e quantità, per impegnarsi in ciò.
Idealmente vorrei mantenere questi soldi liberi da ogni vincolo, perché le emergenze possono essere dietro l’angolo nella vita, così come preservarne il valore da qui a 30 anni circa (mi è difficile concepire un fondo pensione capace di restituire tale ammontare nel corso dell’esistenza di un pensionato.)
Patente come in trenta o quaranta anni possano accadere stravolgimenti sì grandi (es. guerre, profonde recessioni, ecc.) da rendere ogni progetto vano, sebbene queste considerazioni mi abbiano anche portato a considerare la trasformazione di tale liquidità in metalli preziosi, per esempio.
La situazione stessa dell’inflazione al momento di questo scrivere è nota a tutti, mentre assai meno certo sarà l’andamento della stessa nelle prossime decine di anni.
Scrivo tutto ciò nella speranza che le vostre eventuali considerazioni possano risultare di aiuto a molte altre persone che si trovino nella medesima situazione mia, quindi quella di preservare sul lungo periodo della moneta accumulata senza volerne ricavarne particolari vantaggi nel breve periodo.
Può darsi che questa mia visione delle cose appaia miope, statica, tipicamente italiana, agli occhi di molti talentuosi investitori qui presenti, ma qualsiasi critica motivata risulta sempre ben accetta.
Grazie mille per l’attenzione.
Leo.
segue da tempo il forum, il quale reputo annoveri tra le sue file molti utenti disponibili e preparati.
Ho recentemente ereditato un immobile (un grattacapo) dalla fortuita vendita del quale ho recuperato una discreta somma.
Non avendo particolari necessità odierne ho preso la decisione di mettere a disposizione di mio figlio le circa duecentomila euro guadagnate, con lo scopo concordato di farne uso come sostegno economico per quando il figlio sarà in pensione (fra circa 35 anni.)
Ho vagliato diverse possibilità in tal senso, in autonomia e con il supporto di consulenti. Da questi ultimi ne ho spesso tratto la spiacevole sensazione di ricevere proposte molto utili a loro e ben poco al sottoscritto (nessuno scandalo, gradirei solo una più equa spartizione del vantaggio, ma ciò esula dal messaggio.)
La domanda che vi, mi pongo è la seguente: quali, sulla carta, le principali vie generiche adottabili per preservare una somma su lunghi periodi, con lo scopo di combattere l’inflazione e preservare il potere di acquisto, pareggiando almeno le spese di gestione, evitando però di vincolare la somma stessa?
Siamo in periodi di tassi infimi se non negativi, nessuno regala nulla a meno di non assumersi rischi troppo alti per i miei gusti; lo sgravio fiscale derivante dai fondi pensione (unica seria nota positiva di tali soluzioni, a mio avviso) non rappresenta ai miei occhi motivo sufficiente, in qualità e quantità, per impegnarsi in ciò.
Idealmente vorrei mantenere questi soldi liberi da ogni vincolo, perché le emergenze possono essere dietro l’angolo nella vita, così come preservarne il valore da qui a 30 anni circa (mi è difficile concepire un fondo pensione capace di restituire tale ammontare nel corso dell’esistenza di un pensionato.)
Patente come in trenta o quaranta anni possano accadere stravolgimenti sì grandi (es. guerre, profonde recessioni, ecc.) da rendere ogni progetto vano, sebbene queste considerazioni mi abbiano anche portato a considerare la trasformazione di tale liquidità in metalli preziosi, per esempio.
La situazione stessa dell’inflazione al momento di questo scrivere è nota a tutti, mentre assai meno certo sarà l’andamento della stessa nelle prossime decine di anni.
Scrivo tutto ciò nella speranza che le vostre eventuali considerazioni possano risultare di aiuto a molte altre persone che si trovino nella medesima situazione mia, quindi quella di preservare sul lungo periodo della moneta accumulata senza volerne ricavarne particolari vantaggi nel breve periodo.
Può darsi che questa mia visione delle cose appaia miope, statica, tipicamente italiana, agli occhi di molti talentuosi investitori qui presenti, ma qualsiasi critica motivata risulta sempre ben accetta.
Grazie mille per l’attenzione.
Leo.