Quadro Macroeconomico della Turchia. ETF Turkey Lyxor?

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Istituto nazionale per il Commercio Estero
Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 1^ sem. 2006
TURCHIA
1. QUADRO MACROECONOMICO

Andamento congiunturale e rischio Paese
Sulla base degli ultimi dati rilasciati dalla Banca Centrale e dall’Istituto Nazionale di statistica,la Turchia conferma un trend di crescita assolutamente positivo, che risente del successo della politica economica degli ultimi anni e della convergenza verso i parametri fissati dall’Unione Europea e dal Fondo Monetario Internazionale.
Solo cinque anni fa il Paese scontava gli effetti devastanti di una tra le più gravi crisi finanziarie degli ultimi tempi: svalutazione del 50%, tassi d’interesse nominali del 100%, collasso del sistema bancario e bancarotta di numerose imprese sul mercato. Alla fine del 2001 il PNL subiva un declino del 10%, con un’inflazione al 70% ed un debito pubblico al 90% del PNL.
Progressivamente, tuttavia, il Paese si è ripreso dalla crisi con caparbietà ed impegno, riportando una crescita dell’8% nel 2002, del 6% nel 2003, di quasi il 10% nel 2004 e del 7,7% nel 2005.
Una crescita confermata nel primo quadrimestre del 2006, pari al 6,3%, stimolata in particolare dalla domanda interna, da ottime prestazioni delle esportazioni e da un afflusso consistente di capitale straniero. Nel complesso, quindi, una economia viva, caratterizzata da un settore privato dinamico, elementi questi che controbilanciano le limitazioni alla spesa pubblica derivanti dall’applicazione di una rigida disciplina di bilancio, dettata dal Fondo Monetario Internazionale.
Fondamentali sono stati poi anche i progressi nel settore delle riforme strutturali. Tra le piu’ significative, la legge quadro sugli investimenti esteri, la riforma del mercato del lavoro, la legge sul controllo della finanza pubblica, la riforma del sistema di sicurezza sociale, oltre a concrete misure di liberalizzazione del mercato elettrico, del gas e della telefonia fissa. In particolare, e’ da porre in evidenza il recente completamento della complessa riforma della sicurezza sociale, che prevede l’unificazione degli attuali tre istituti di sicurezza sociale in un unico ente e la revisione dei sistemi pensionistico e sanitario con l’introduzione di un’assicurazione sanitaria, un monitoraggio delle spese e l’aumento dei vincoli di bilancio per gli ospedali.
Il Paese e’ inoltre profondamente impegnato, in ottemperanza alle indicazioni del Fondo
Monetario Internazionale ed alle aspettative della comunita’ di affari internazionale, a
proseguire il programma di privatizzazioni, i cui introiti negli ultimi due anni hanno raggiunto 16 miliardi di dollari. Nel prossimo futuro, i settori maggiormente interessati e che potrebbero peraltro vedere il coinvolgimento di imprese italiane sono quelli dell’energia elettrica, delle autostrade a pagamento, nonche’ il petrolchimico ed il bancario. A fronte dei notevoli progressi sin qui compiuti, sul sistema economico turco gravano peraltro alcune incertezze, soprattutto in merito all’indebitamento pubblico, al fenomeno dell’inflazione, al deficit delle partite correnti, all’andamento della disoccupazione.
Istituto nazionale per il Commercio Estero
Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 1^ sem. 2006
Negli ultimi mesi si e’ in particolare registrato un aumento dell’inflazione, pari al 11,7% nel mese di luglio, a fronte di una previsione per il 2006 del 5%. Seppur in modo tardivo, e’ arrivata la reazione della Banca Centrale che ha alzato i tassi di riferimento, al fine anche di limitare un rapido deprezzamento della lira turca, che ha perso in questi primi sei mesi del 2006 circa il 10% del proprio valore nei confronti del dollaro e dell’euro. Non sarebbe corretto parlare in questo momento di crisi; le recenti fluttuazioni, con conseguenti ricadute su alcuni fondamentali macroeconomici, sono da considerarsi un fenomeno essenzialmente strutturale, alla luce del regime di cambio flessibile attuale e di un’economia aperta. Risultano infine ancora relativamente alti sia il debito pubblico che il tasso di disoccupazione, pari nel mese di maggio al 8,8%.
La straordinaria performance della Turchia, frutto anche della stabilizzazione politica successiva alle elezioni del 2002, si deve all’attuazione di un’accorta politica economica sostenuta dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) attraverso due successivi Accordi di stand-by. Nel maggio 2005 il Comitato Esecutivo del FMI ha approvato la lettera d’intenti del Governo turco per un prestito di 10 miliardi di dollari nel quadro del nuovo Accordo di Stand-by triennale che fa seguito all’Accordo 2002-2005. Viene confermata la richiesta nei confronti della Turchia di un costante impegno nella riduzione del debito pubblico, nel rigore fiscale, nella lotta all’inflazione, nonché nell’attuazione delle riforme strutturali per il rafforzamento del settore privato e per il miglioramento del clima per gli investimenti. Il nuovo programma triennale è stato elaborato per prolungare i benefici effetti economici ottenuti con l’attuazione del programma appena terminato e ridurre le residue vulnerabilità dell’economia.
L’attuazione delle riforme fiscali sarà la chiave di volta del programma in questione,
concentrandosi sull’aumento degli introiti attraverso la semplificazione e la riduzione delle esenzioni, mentre la riforma della spesa dovrebbe ridurre il deficit della sicurezza sociale e la riforma dell’amministrazione fiscale dovrebbe a sua volta ridurre l’ampiezza dell’economia sommersa. Il programma prevede il raggiungimento di un obiettivo di crescita del 5% annuo, un’inflazione dell’8% per il 2005 ed un deficit corrente del 4,4% del PIL, che dovrebbe gradualmente ridurre il rapporto debito/PIL di un ulteriore 10%. Il 28 luglio 2006 il Consiglio Esecutivo del FMI ha concluso la terza e la quarta revisione di tale Accordo. Cio’ significa che secondo l’istituzione finanziaria l’andamento dell’economia turca e’ essenzialmente in linea con il programma concordato con il FMI. L’approvazione delle due revisioni consentira’ alla Turchia di prelevare immediatamente circa USD 1,85 miliardi dalle casse del FMI.
Nel novembre 2003 la Banca Mondiale ha lanciato la Country Assistance Strategy per la
Turchia, relativa inizialmente al triennio 2004-2006, con finanziamenti fino a 4,5 miliardi di dollari, al fine di prevenire il rischio di nuove crisi nonche’ di assistere il Paese nel percorso di adeguamento all’acquis comunitario. Le positive valutazioni sulle performance macroeconomiche e sociali del Governo turco, rilevate nel rapporto della Banca Mondiale del dicembre 2005, hanno comportato un prolungamento del periodo di assistenza fino al 2007 ed un incremento dello stanziamento a 6.6 miliardi di dollari. Recente è poi l’annuncio di un credito del valore di 325 milioni di dollari concesso dalla Banca Mondiale alla Turchia per la costruzione di depositi sotterranei per gas naturale e stazioni di compressione del gas. Tali strutture permetteranno la fornitura ininterrotta di gas naturale al Paese senza dover ricorrere a tagli nella distribuzione in caso di mancanza di rifornimenti e contribuiranno a rafforzare il ruolo di snodo energetico della Turchia tra i bacini di produzione e quelli di utenza.
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Sul fronte comunitario, la Commissione Europea ha deliberato, nell’ambito del piano di
assistenza finanziaria pre-adesione, aiuti in favore di Ankara per 1,05 miliardi di Euro per il periodo 2004-2006.
Nel 2006, in particolare, una importanza fondamenale sta rivestendo il volet relativo alla
societa’ civile - soprattutto in virtu’ delle raccomandazioni dell’Unione Europea alla Turchia in materia – ma anche il settore delle infrastrutture e quello ambientale, oggetto di progetti che verranno finanziati con uno stanziamento pari a circa 500 milioni di euro. A partire dal 2007, poi, la Turchia beneficera’ del nuovo Strumento di Pre-adesione (IPA) destinato in via specifica a Turchia, Croazia ed ai Paesi dei Balcani Occidentali potenziali candidati all’adesione.
Un’analisi più approfondita delle performance macroeconomiche annunciate in apertura fa rilevare come il Governo abbia sinora attuato con determinazione il programma di risanamento economico concordato con il Fondo Monetario Internazionale, conseguendo importanti risultati.
Anche nel 2005 l’avanzo primario ha soddisfatto il requisito del 6.5% richiesto dal FMI, grazie ad un’attenta politica fiscale di contenimento della spesa pubblica e di perseguimento di un più efficace sistema tributario. Il PNL e’ cresciuto del 5.5% nel 2005, tra i più alti tassi di crescita dei Paesi OCSE, riportandosi a 360 miliardi di dollari in valore assoluto; una crescita confermata nel primo quadrimestre del 2006, pari al 6,3%.
Anche sul versante dei tassi d’interesse la Turchia sta compiendo grossi sforzi volti ad attirare investimenti produttivi piuttosto che capitali a breve termine (“hot money”). La Banca Centrale ha progressivamente tagliato il tasso di sconto nei primi mesi del 2006, per poi rialzarlo a partire dall’aprile del 2006, portandolo all’attuale 17.5% alla luce del recente deprezzamento della valuta locale e di evidenti pressioni inflazionistiche.
Un certo miglioramento si è registrato anche nel contenimento della disoccupazione. Al 10.1% a fine 2005, nel primo semestre del 2006 e’ scesa all’8,8%, un dato nettamente in diminuzione, anche se ancora indicativo di una certa difficoltà a capitalizzare la crescita economica in termini di creazione di nuovi posto di lavoro. Un dato significativo è comunque l’incremento dell’occupazione nei settori “nuovi” - servizi e Information Technology - rispetto a quelli tradizionali e a produttività limitata quali quello agricolo, che interessa comunque ancora il 30% della popolazione attiva.
Un persistente fattore di disequilibrio del sistema risulta ancora essere l’alto debito pubblico, che a fine 2005 ha raggiunto i 246,9 miliardi di dollari, in aumento del 5% rispetto al 2004, costituito per il 70% da debito interno, con una composizione tale da esporre il Paese in caso di indebolimento del cambio e rialzo dei tassi di interesse.
La bilancia dei pagamenti riporta livelli sempre maggiori di deficit commerciale: 42,9 miliardi di dollari a fine 2005, con 73 miliardi di dollari di esportazioni e 116 miliardi di importazioni.
Nel primo semestre del 2006 il deficit commerciale e’ stato pari a 25,7 miliardi di dollari, con 39,5 miliardi di dollari di esportazioni (un incremento dell’11,52% rispetto al primo semestre del 2005) e 65,2 miliardi di importazioni (un incremento dell’18,34% rispetto al primo semestre del 2005). Dati che di per sé inducono a qualche cautela ma che rimangono comunque fisiologici di un’economia in espansione, che cresce soprattutto grazie al dinamismo della domanda privata per consumi.
Nel complesso, comunque, un quadro positivo, seppur caratterizzato da alcune incertezze, soprattutto in merito all’indebitamento pubblico, al fenomeno dell’inflazione, al deficit nelle partite correnti. L’economia turca ha senza dubbio compiuto progressi notevoli, dimostrandosi tra le più dinamiche economie emergenti a livello mondiale.
Istituto nazionale per il Commercio Estero Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 1^ sem. 2006
A dispetto delle recenti fluttuazioni della valuta nazionale e di inevitabili ricadute su alcuni fondamentali economici, il risultato degli sforzi di Ankara per riformare la propria struttura economica e’ sempre più apprezzato dai mercati finanziari, che premiano la determinazione turca nel mantenere una rigorosa politica fiscale ed una attenta politica monetaria. Vi sono vari segnali che suffragano la fiducia nutrita dalla maggioranza degli osservatori nella sostenibilita’ dell’attuale capacita’ turca di far fronte agli impegni debitori: tale prospettiva e’ ora piu’ credibile grazie dell’ancoraggio alle economie occidentali rafforzato dalla conclusione del nuovo Accordo di Stand-by con il FMI ma soprattutto dall’avvio dei negoziati di adesione nell’ottobre 2005. In tal senso vanno anche i sopra citati positivi commenti dell’istituzione finanziaria di Washington, che sostiene con convinzione la crescita di Ankara, lanciando ai mercati periodici segnali in merito all’importanza dei progressi compiuti (avanzo primario, crescita del PIL, diminuzione della disoccupazione), e sprona nel contempo il Governo a proseguire sulla strada delle riforme. Imperativo quindi per il Governo e la Banca Centrale continuare a condurre, in uno spirito di armonia istituzionale, politiche quali quelle del mantenimento di una rigida disciplina di bilancio e di controllo della massa monetaria. Nei prossimi mesi Ankara dovrà rivelarsi pertanto all’altezza delle aspettative della comunità internazionale e proseguire con determinazione sulla strada della stabilizzazione macroeconomica, consolidando i virtuosi risultati raggiunti nel corso dell’ultimo anno sul piano fiscale e monetario, impegnandosi altresì a risolvere i problemi che ancora minano la sostenibilità della crescita attraverso opportuni interventi, soprattutto nel senso di una riduzione del deficit commerciale e del debito pubblico.
Altrettanta attenzione desta poi l’effettiva volontà del Governo di completare le riforme
strutturali. Il completamento delle riforme e l’adeguamento alle richieste del FMI costituirà un’ulteriore testimonianza dell’impegno di questo Governo, gia’ dimostrato negli ultimi anni, verso il consolidamento di un’ economia di mercato stabile e forte.

grazie per l'attenzione
 
Con l'ingresso in Europa la Turchia in effetti potrebbe avere uno sviluppo non indifferente.
 
oggi non è andata bene sicuramente ma che fosse un etf ballerino si sapeva!

confido in domani se wally chiuderà decentemente (sulla parità)

ciao
 
Volatilita' di ETF "geografici" collegabile a...

Argema ha scritto:
Con l'ingresso in Europa la Turchia in effetti potrebbe avere uno sviluppo non indifferente.

Il quadro geopolitico di breve :rolleyes: non e' confortante.
La Turchia in particolare e' tra le aree piu' a "rischio"

Bene quindi stare sempre aggiornati. :)

http://www.tradersxsempre.com/public/forum/index.php?showtopic=211



Non ho controllato la curva dei prezzi, volentieri in settimana gli do un'occhiata
e vediamo dove siamo :cool: :rolleyes:
 
Il momento e' delicato, anche per noi Europei ...

30 aprile 2007
In Turchia è crisi istituzionale: cadono Borsa e lira


dal nostro inviato Vittorio Da Rold

ANKARA - Mercati in fibrillazione lunedì 30 aprile in una Turchia spaccata a metà, tra sostenitori laici e filo-islamici, in una giornata forse decisiva per il braccio di ferro istituzionale, che vede non solo le forze politiche di opposizione (Chp in prima fila), ma anche i vertici delle Forze Armate e gran parte dell'opinione pubblica (dopo la marcia di protesta ad Ankara e poi a Istanbul) in rotta di collisione con il Governo filo-islamico sulla nomina del nuovo presidente della Repubblica.

Il primo ministro Recep Tayyip Erdogan si è rivolto alla Nazione in diretta televisiva, per chiedere «unita e solidarietà tra le forze politiche» in un tentativo di abbassare i toni della crisi che sta spaccando il Paese. Ma i mercati hanno reagito con molto nervosismo alle tensioni politiche. Già mattinata si era registrata un'apertura in netto ribasso per i mercati valutari e finanziari, come conseguenza dei timori legati alla possibilità di un golpe dei militari per bloccare la candidatura alle presidenziali di Abdullah Gul, ministro degli Affari Esteri nel Governo filoislamico o del ricorso a elezioni anticipate.

La lira turca è arretrata del 4% rispetto all'euro e al dollaro, quotati rispettivamente 1,8976 (1,82) e 1,3932 (1,3350), per poi dimezzare le perdite dopo interventi di sostegno della Banca centrale turca mentre l'indice di riferimento Ise del mercato azionario ha aperto in calo dell'8% a 43.116,1 punti per poi recuperare e chiudere a -4 per cento. Sul mercato obbligazionario si è avuta una forte risalita dei rendimenti, conseguenza a sua volta della caduta dei prezzi dei bond; segnale evidente di sfiducia degli investitori internazionale.

La Turchia, dal punto di vista economico, è in momento positivo con qualche elemento di fragilità: lo scorso anno ha attirato investimenti esteri per la cifra-record di 19,8 miliardi di dollari, mentre altri undici miliardi di flussi di capitale straniero sono entrati nel Paese nei primi tre mesi del 2007, ma questo processo positivo deve continuare per poter ripianare il deficit delle partite correnti pari al 7,2% del Pil. Il tasso d'inflazione turco è di poco meno dell'11%, un obiettivo straordinario rispetto all'80% di partenza ma quasi sei volte quello medio dell'Unione europea. La banca centrale, che ha alzato i tassi di interesse al 17,5% per contenere un crollo della lira a maggio 2006, si è posta l'obiettivo di centrare un tasso del 4% entro la fine dell'anno. La crescita dell'economia è stata mediamente del 7% annuo dal 2002 ma ora le tensioni tra l'esercito e il Governo, secondo gli analisti, rischiano di raffreddare l'interesse degli investitori stranieri.

Domenica la Tusiad (la Confindustria turca) ha in un comunicato criticato il Governo e l'Akp per la sua linea oltranzista ed ha chiesto le elezioni anticipate, così come indicato nei giorni scorsi dai partiti di opposizione e da parte della stampa. Anche Guler Sabanci, amministratore delegato della Sabanci Holding, una delle donne più potenti del mondo, bandiera della Turchia laica e moderna, ha commentato la manifestazione di domenica che a Istanbul ha portato in piazza oltre un milione di persone.Intervistata dalla Ntv la Sabanci ha detto di aver seguito la manifestazione in diretta televisiva: «Ho visto una manifestazione democratica e molto dignitosa alla quale hanno partecipato tante donne e bambini». La donna d'affari ha poi aggiunto che adesso aspetta con ansia il verdetto della Corte Costituzionale circa la votazione di venerdì scorso in Parlamento.

Qualche mese fa, in un'intervista a un settimanale britannico, Guler Sabanci aveva sconsigliato a Tayyip Erdogan di candidarsi alla presidenza della Repubblica. «È ancora giovane - aveva detto - può rimanere alla politica attiva». Un modo garbato per invitarlo a non superare i limiti in cui in democrazia si entra nella sfera della "dittatura della maggioranza".Ora non resta che attendere il verdetto della la Corte Costituzionale di Ankara che dovrà decidere sulla validità del ricorso, presentato dagli avversari del premier, per chiedere la sospensione delle elezioni presidenziali in Parlamento a causa della mancanza del numero legale; qualora fosse accolto, diverrebbero inevitabili lo scioglimento dell'assemblea mocamerale e la convocazione di elezioni anticipate entro un termine minimo di 45 giorni e non superiore ai novanta.





UnTaleQuale ha scritto:
che fosse un etf ballerino si sapeva!


Turchia, appello di Erdogan
alla solidarietà nazionale


Recep Tayyip Erdogan
ANKARA - Un appello a conservare "la stabilità la fiducia, la pace, l'unità e la solidarietà nazionale" è stato lanciato questa sera dal premier Tayyip Erdogan in un suo discorso televisivo ed evidentemente finalizzato ad allentare le tensioni politiche nate a ridosso del tentativo del suo partito di eleggete l'attuale vicepremier Abdullah Gul e che ha portato in piazza un milione di persone.

"La Turchia ha bisogno soprattutto di conservare il clima di stabilità e di tranquillità", ha aggiunto Erdogan nel suo discorso registrato dopo il duro comunicato dei militari turchi che, anche in relazione all'elezione presidenziale, si sono detti fortemente preoccupati per i tentativi di erodere la laicità del paese appoggiati dalla leadership filoislamica dell'attuale governo turco.

Erdogan, nel suo discorso ha promesso per il 2023, centenario della Repubblica turca, un reddito medio pro capite di 20.000 dollari Usa ed ha affermato che nei cinque anni del suo governo il reddito medio pro-capite è salito da 2.598 dollari agli attuali 5.470, dando l'impressione di una sorta di discorso elettorale.

Domani o al massimo mercoledì mattina la Corte costituzionale dovrà decidere su un ricorso dell'opposizione che ha chiesto l'annullamento della prima votazione presidenziale del 27 aprile in Parlamento a causa dell'assenza del numero legale di 367 deputati. Se il ricorso sarà accolto, si aprirà la procedura per le elezioni anticipate che si terrebbero entro 90 giorni.

(30 aprile 2007)

Turchia 01/05 06:43

CET Timori di violenze nelle piazze turche per via del 1° maggio e dello scontro sulla laicità


Primo maggio ad alto rischio in Turchia. Nel timore di scontri il governatore di Istanbul ha vietato le manifestazioni in piazza Taksim, dove sindacati e gruppi di sinistra vogliono commemorare un attentato di matrice nera risalente a 30 anni fa.

Ma molto più dei costrasti fra destra e sinistra a tenere con il fiato sospeso è la sentenza che la Corte costituzionale emetterà oggi, o al massimo domani, sull'elezione del nuovo capo dello Stato.

Malgrado il tentativo del primo ministro Recep Tayyp Erdogan di rasserenare gli animi l'opposizione continua a chiedere che il voto di venerdì scorso venga invalidato. Anche se quella prima tornata si era conclusa con una fumata nera, i supremi giudici potrebbero contestare il conteggio del quorum e decidere di mandare a casa il parlamento che ha avallato la presunta irregolarità.

Il ricorso mira a ostacolare l'elezione a presidente della repubblica di un candidato filoislamico. Con lo stesso obiettivo domenica erano scesi in piazza oltre un milione di turchi.
 

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