tontolina
Forumer storico
Bankitalia potrà rimuovere i banchieri
Luca Davi09 maggio 2015
In questo articolo
Argomenti: Consiglio dei Ministri | Fmi | Bce | Banca d'Italia | Normativa sulle banche
I poteri di intervento di Banca d’Italia sulle banche di rilevanza nazionale si allargano. E, così come accade a livello europeo per la Bce, che monitora le banche maggiori, diventano sempre più pervasivi. La novità fondamentale è che d’ora in poi Bankitalia avrà il potere di rimuovere i vertici delle banche di dimensioni medio-piccole, circa 500 istituti (soprattutto Bcc) che non rientrano sotto la vigilanza di Francoforte.
Una misura invocata da tempo dalla Vigilanza, e su cui l’Italia arriva in ritardo rispetto alle indicazioni europee. Fino a ieri, il nostro paese non aveva infatti ancora recepito la direttiva 2013/36/Ue, meglio conosciuta come Crd4 (la scadenza era il 1 gennaio 2014). Con il decreto legislativo sugli enti creditizi approvato dal Consiglio dei ministri, il Governo colma questa lacuna - per cui era stata avviata anche una procedura d’infrazione - e dà nuova forza alla vigilanza prudenziale di Bankitalia.
Nel dettaglio, a Palazzo Koch viene assegnato il potere di rimuovere «uno o più esponenti aziendali» delle banche quando la loro permanenza in carica sia di «pregiudizio per la sana e prudente gestione della banca».
Introdotta anche la possibilità per Banca d’Italia di disporre la rimozione dell’intero board, quale misura alternativa alla gestione provvisoria e all’amministrazione della banca (il cosiddetto potere di removal) come peraltro raccomandato dal Fondo monetario internazionale.
Non solo: il decreto assegna alla Vigilanza anche poteri intermedi come
la facoltà di fissare l’ordine del giorno dei Cda;
proporre l’assunzione di determinate decisioni societarie;
procedere alla convocazione degli organi collegiali;
fissare limiti all’importo totale della parte variabile delle remunerazioni interne;
vietare determinate operazioni o di distribuire utili.
A essere inasprite sono anche le sanzioni, che arrivano fino a 5 milioni e vengono applicate non solo alle persone fisiche ma anche agli stessi intermediari, ai quali potrà essere inflitta una multa fino al 10% del fatturato.
Il potere di rimozione riguarda peraltro anche gli organi di Sim, Sgr, Sicav, Sicaf.
Il decreto riforma anche la disciplina dei requisiti dei manager e dei partecipanti al capitale e integra «i requisiti oggettivi di onorabilità e di professionalità» con «criteri di competenza e correttezza».
In applicazione del principio in base al quale gli esponenti debbono dedicare un tempo adeguato all’espletamento del proprio incarico,
é prevista anche «una disciplina dei limiti al cumulo degli incarichi».
Nel provvedimento vengono introdotti infine anche i meccanismi per la segnalazione di eventuali violazioni normative, sia all’interno dell’ente sia verso l’autorità di vigilanza, da parte del personale delle banche, il cosiddetto “whistleblowing”.
E così pure viene riformata la disciplina delle sanzioni amministrative: viene sancito il passaggio a un sistema che sanzionerà in primo luogo l’ente e «solo sulla base di presupposti individuati nel decreto legislativo» anche l’esponente aziendale o la persona fisica responsabile della violazione.
[email protected]
Bankitalia potrà rimuovere i banchieri - Il Sole 24 ORE
Luca Davi09 maggio 2015
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I poteri di intervento di Banca d’Italia sulle banche di rilevanza nazionale si allargano. E, così come accade a livello europeo per la Bce, che monitora le banche maggiori, diventano sempre più pervasivi. La novità fondamentale è che d’ora in poi Bankitalia avrà il potere di rimuovere i vertici delle banche di dimensioni medio-piccole, circa 500 istituti (soprattutto Bcc) che non rientrano sotto la vigilanza di Francoforte.
Una misura invocata da tempo dalla Vigilanza, e su cui l’Italia arriva in ritardo rispetto alle indicazioni europee. Fino a ieri, il nostro paese non aveva infatti ancora recepito la direttiva 2013/36/Ue, meglio conosciuta come Crd4 (la scadenza era il 1 gennaio 2014). Con il decreto legislativo sugli enti creditizi approvato dal Consiglio dei ministri, il Governo colma questa lacuna - per cui era stata avviata anche una procedura d’infrazione - e dà nuova forza alla vigilanza prudenziale di Bankitalia.
Nel dettaglio, a Palazzo Koch viene assegnato il potere di rimuovere «uno o più esponenti aziendali» delle banche quando la loro permanenza in carica sia di «pregiudizio per la sana e prudente gestione della banca».
Introdotta anche la possibilità per Banca d’Italia di disporre la rimozione dell’intero board, quale misura alternativa alla gestione provvisoria e all’amministrazione della banca (il cosiddetto potere di removal) come peraltro raccomandato dal Fondo monetario internazionale.
Non solo: il decreto assegna alla Vigilanza anche poteri intermedi come
la facoltà di fissare l’ordine del giorno dei Cda;
proporre l’assunzione di determinate decisioni societarie;
procedere alla convocazione degli organi collegiali;
fissare limiti all’importo totale della parte variabile delle remunerazioni interne;
vietare determinate operazioni o di distribuire utili.
A essere inasprite sono anche le sanzioni, che arrivano fino a 5 milioni e vengono applicate non solo alle persone fisiche ma anche agli stessi intermediari, ai quali potrà essere inflitta una multa fino al 10% del fatturato.
Il potere di rimozione riguarda peraltro anche gli organi di Sim, Sgr, Sicav, Sicaf.
Il decreto riforma anche la disciplina dei requisiti dei manager e dei partecipanti al capitale e integra «i requisiti oggettivi di onorabilità e di professionalità» con «criteri di competenza e correttezza».
In applicazione del principio in base al quale gli esponenti debbono dedicare un tempo adeguato all’espletamento del proprio incarico,
é prevista anche «una disciplina dei limiti al cumulo degli incarichi».
Nel provvedimento vengono introdotti infine anche i meccanismi per la segnalazione di eventuali violazioni normative, sia all’interno dell’ente sia verso l’autorità di vigilanza, da parte del personale delle banche, il cosiddetto “whistleblowing”.
E così pure viene riformata la disciplina delle sanzioni amministrative: viene sancito il passaggio a un sistema che sanzionerà in primo luogo l’ente e «solo sulla base di presupposti individuati nel decreto legislativo» anche l’esponente aziendale o la persona fisica responsabile della violazione.
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