QUANDO UNA PERSONA SOFFRE Di UN'ILLUSIONE,PARLIAMO DI PAZZIA,MA QUANDO CIO'ACCADE....

questa si e' una che se la tira
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E'uno show room dove vendono scarpe.....non posso pensare a quello dei cappotti!!:D:D:D
 
io metto musica di sottofondo :up:
(soprattutto per chi fa scalping stretto...naturalmente non io :D)

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=TlLWFa1b1Bc]Underworld Born Slippy - YouTube[/ame]
 
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Palermo paga i dipendenti
per spalare neve a luglio

Il caso di un dipendente della provincia siciliana che, solo ad agosto, ha richiesto il pagamento di 200 ore di straordinario per lo spalamento di una neve che non c'è. Altre 215 ore gli erano state pagate nei mesi precedenti. Fino a quando qualcuno in Provincia ha bloccato i pagamenti
di SEBASTIANO MESSINA

PALERMO - C'è un motivo, se la Sicilia spende otto volte di più della Lombardia per gli stipendi dei suoi 17 mila dipendenti, c'è un motivo se la Regione Siciliana ha il record italiano di dirigenti, funzionari, assistenti, consiglieri e consulenti: qui c'è tanto, tanto lavoro da fare. Per esempio, a luglio tocca spalare la neve. Sì, proprio a luglio, quando il termometro segna 19 gradi di minima (e 30 di massima), nell'isola del sole c'è la neve.

Ma dove, sulla spiaggia di Mondello? Sulla scogliera di Cefalù? Davanti al Duomo di Monreale? Questo, al momento, è un segreto. Però da qualche parte la neve deve esserci, a luglio, in provincia di Palermo, se il signor Salvatore Di Grazia, assegnato al servizio di Protezione Civile, ha chiesto e ottenuto dalla Provincia il pagamento di 42 ore e mezza di straordinario (più altre tre di straordinario notturno) per "spalamento neve".

Voi penserete: magari gli hanno pagato gli arretrati dell'inverno scorso. Macché. Quelli glieli avevano liquidati subito: 103 ore a gennaio, 92 a febbraio, 70 a marzo. Tutto lavoro straordinario, pagato a parte, che dall'inizio dell'anno a oggi ha rimpolpato la busta paga dell'instancabile Di Grazia di una cifretta pari a sei mesi di stipendio di un precario palermitano: 5165 euro.

Poi, a marzo - purtroppo - persino sulle cime delle Madonie l'ultima neve si è sciolta. E gli spalatori hanno smesso di spalare (e di farsi pagare gli straordinari). Tutti, tranne Di Grazia. Il quale, come quel giapponese sull'isoletta che non sapeva della fine della guerra, ha continuato a spalare una neve che vedeva solo lui. E alla fine del mese, si capisce, presentava il conto all'ufficio del personale. Diciassette ore di spalamento ad aprile (minima registrata, 10 gradi). Cinquantatre sotto il sole di maggio. Trentotto, sudando, nelle torride giornate di giugno. Lui spalava, spalava, e la neve non finiva mai. Anzi, più il caldo si faceva insopportabile e più il lavoro aumentava. Quarantaquattro ore di spalamento neve a luglio (30 gradi all'ombra). Per toccare, in pieno agosto, l'apice dello sforzo: duecento ore.

Dicono alla Provincia che davanti a questa cifra un dirigente pignolo ha inarcato un sopracciglio. E ha bloccato il pagamento, quando ormai l'instancabile spalatore aveva già totalizzato 415 ore di straordinario. Il poveretto dev'essere rimasto di sasso - lo immaginiamo con la vanga a mezz'aria, davanti ai suoi cumuli di neve settembrina sulle spiagge di Bagheria - perché l'anno scorso nessuno aveva battuto ciglio quando s'era fatto pagare centodiciassette ore di "spalamento neve" straordinario nel solo mese di agosto, più altre ottanta a settembre (quando evidentemente nel Palermitano comincia il disgelo di fine estate).

Ma non finirà qui, si capisce. Lo stakanovista dello spalamento estivo farà ricorso al Tar, si incatenerà davanti alla Regione contro l'ingiustizia subita, cercherà un politico disposto a prendere a cuore la sua causa. E lo troverà di sicuro. Perché in Sicilia, lo sanno tutti, il lavoro è sacro.
 
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Palermo paga i dipendenti
per spalare neve a luglio

Il caso di un dipendente della provincia siciliana che, solo ad agosto, ha richiesto il pagamento di 200 ore di straordinario per lo spalamento di una neve che non c'è. Altre 215 ore gli erano state pagate nei mesi precedenti. Fino a quando qualcuno in Provincia ha bloccato i pagamenti
di SEBASTIANO MESSINA

PALERMO - C'è un motivo, se la Sicilia spende otto volte di più della Lombardia per gli stipendi dei suoi 17 mila dipendenti, c'è un motivo se la Regione Siciliana ha il record italiano di dirigenti, funzionari, assistenti, consiglieri e consulenti: qui c'è tanto, tanto lavoro da fare. Per esempio, a luglio tocca spalare la neve. Sì, proprio a luglio, quando il termometro segna 19 gradi di minima (e 30 di massima), nell'isola del sole c'è la neve.

Ma dove, sulla spiaggia di Mondello? Sulla scogliera di Cefalù? Davanti al Duomo di Monreale? Questo, al momento, è un segreto. Però da qualche parte la neve deve esserci, a luglio, in provincia di Palermo, se il signor Salvatore Di Grazia, assegnato al servizio di Protezione Civile, ha chiesto e ottenuto dalla Provincia il pagamento di 42 ore e mezza di straordinario (più altre tre di straordinario notturno) per "spalamento neve".

Voi penserete: magari gli hanno pagato gli arretrati dell'inverno scorso. Macché. Quelli glieli avevano liquidati subito: 103 ore a gennaio, 92 a febbraio, 70 a marzo. Tutto lavoro straordinario, pagato a parte, che dall'inizio dell'anno a oggi ha rimpolpato la busta paga dell'instancabile Di Grazia di una cifretta pari a sei mesi di stipendio di un precario palermitano: 5165 euro.

Poi, a marzo - purtroppo - persino sulle cime delle Madonie l'ultima neve si è sciolta. E gli spalatori hanno smesso di spalare (e di farsi pagare gli straordinari). Tutti, tranne Di Grazia. Il quale, come quel giapponese sull'isoletta che non sapeva della fine della guerra, ha continuato a spalare una neve che vedeva solo lui. E alla fine del mese, si capisce, presentava il conto all'ufficio del personale. Diciassette ore di spalamento ad aprile (minima registrata, 10 gradi). Cinquantatre sotto il sole di maggio. Trentotto, sudando, nelle torride giornate di giugno. Lui spalava, spalava, e la neve non finiva mai. Anzi, più il caldo si faceva insopportabile e più il lavoro aumentava. Quarantaquattro ore di spalamento neve a luglio (30 gradi all'ombra). Per toccare, in pieno agosto, l'apice dello sforzo: duecento ore.

Dicono alla Provincia che davanti a questa cifra un dirigente pignolo ha inarcato un sopracciglio. E ha bloccato il pagamento, quando ormai l'instancabile spalatore aveva già totalizzato 415 ore di straordinario. Il poveretto dev'essere rimasto di sasso - lo immaginiamo con la vanga a mezz'aria, davanti ai suoi cumuli di neve settembrina sulle spiagge di Bagheria - perché l'anno scorso nessuno aveva battuto ciglio quando s'era fatto pagare centodiciassette ore di "spalamento neve" straordinario nel solo mese di agosto, più altre ottanta a settembre (quando evidentemente nel Palermitano comincia il disgelo di fine estate).

Ma non finirà qui, si capisce. Lo stakanovista dello spalamento estivo farà ricorso al Tar, si incatenerà davanti alla Regione contro l'ingiustizia subita, cercherà un politico disposto a prendere a cuore la sua causa. E lo troverà di sicuro. Perché in Sicilia, lo sanno tutti, il lavoro è sacro.

hai mai sentito dire che non esistono + le mezze stagioni? :D

una volta me lo disse Fulco Pratesi e gli sbottai a ridere in faccia :lol::lol::lol::lol:
 
ha scritto cose che si dicono da mesi, e forse saranno vere in parte, come se fossero novità

io nel mio piccolo da tempo seguo un grafico ventennale...semplice semplice che mi dice 11.800 in caso di rottura del min precedente.

siamo ancora in onda 4..lo sfondone ci sta tutto e dovrà essere fatto in div per definire un nuovo min di lungo

imho

p.s.: naturalmente io non capisco un cass :V:V:V:V

sono daccordo con l'ultima che hai det :lol::lol:


ngiorno rekkie in fiera :D

merkati : gli orsetti sono tirati :eek:

fisso : aspettano angela :wall:

x tutti : (anche silpla:D) i 15500 sono dietro l'angolo:-o ...okkio :D
 
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Palermo paga i dipendenti
per spalare neve a luglio

Il caso di un dipendente della provincia siciliana che, solo ad agosto, ha richiesto il pagamento di 200 ore di straordinario per lo spalamento di una neve che non c'è. Altre 215 ore gli erano state pagate nei mesi precedenti. Fino a quando qualcuno in Provincia ha bloccato i pagamenti
di SEBASTIANO MESSINA

PALERMO - C'è un motivo, se la Sicilia spende otto volte di più della Lombardia per gli stipendi dei suoi 17 mila dipendenti, c'è un motivo se la Regione Siciliana ha il record italiano di dirigenti, funzionari, assistenti, consiglieri e consulenti: qui c'è tanto, tanto lavoro da fare. Per esempio, a luglio tocca spalare la neve. Sì, proprio a luglio, quando il termometro segna 19 gradi di minima (e 30 di massima), nell'isola del sole c'è la neve.

Ma dove, sulla spiaggia di Mondello? Sulla scogliera di Cefalù? Davanti al Duomo di Monreale? Questo, al momento, è un segreto. Però da qualche parte la neve deve esserci, a luglio, in provincia di Palermo, se il signor Salvatore Di Grazia, assegnato al servizio di Protezione Civile, ha chiesto e ottenuto dalla Provincia il pagamento di 42 ore e mezza di straordinario (più altre tre di straordinario notturno) per "spalamento neve".

Voi penserete: magari gli hanno pagato gli arretrati dell'inverno scorso. Macché. Quelli glieli avevano liquidati subito: 103 ore a gennaio, 92 a febbraio, 70 a marzo. Tutto lavoro straordinario, pagato a parte, che dall'inizio dell'anno a oggi ha rimpolpato la busta paga dell'instancabile Di Grazia di una cifretta pari a sei mesi di stipendio di un precario palermitano: 5165 euro.

Poi, a marzo - purtroppo - persino sulle cime delle Madonie l'ultima neve si è sciolta. E gli spalatori hanno smesso di spalare (e di farsi pagare gli straordinari). Tutti, tranne Di Grazia. Il quale, come quel giapponese sull'isoletta che non sapeva della fine della guerra, ha continuato a spalare una neve che vedeva solo lui. E alla fine del mese, si capisce, presentava il conto all'ufficio del personale. Diciassette ore di spalamento ad aprile (minima registrata, 10 gradi). Cinquantatre sotto il sole di maggio. Trentotto, sudando, nelle torride giornate di giugno. Lui spalava, spalava, e la neve non finiva mai. Anzi, più il caldo si faceva insopportabile e più il lavoro aumentava. Quarantaquattro ore di spalamento neve a luglio (30 gradi all'ombra). Per toccare, in pieno agosto, l'apice dello sforzo: duecento ore.

Dicono alla Provincia che davanti a questa cifra un dirigente pignolo ha inarcato un sopracciglio. E ha bloccato il pagamento, quando ormai l'instancabile spalatore aveva già totalizzato 415 ore di straordinario. Il poveretto dev'essere rimasto di sasso - lo immaginiamo con la vanga a mezz'aria, davanti ai suoi cumuli di neve settembrina sulle spiagge di Bagheria - perché l'anno scorso nessuno aveva battuto ciglio quando s'era fatto pagare centodiciassette ore di "spalamento neve" straordinario nel solo mese di agosto, più altre ottanta a settembre (quando evidentemente nel Palermitano comincia il disgelo di fine estate).

Ma non finirà qui, si capisce. Lo stakanovista dello spalamento estivo farà ricorso al Tar, si incatenerà davanti alla Regione contro l'ingiustizia subita, cercherà un politico disposto a prendere a cuore la sua causa. E lo troverà di sicuro. Perché in Sicilia, lo sanno tutti, il lavoro è sacro.
COMUNISTI:-o:-o
 
Quello che la Bce ha imposto all'Italia


Il vertice dei capi di stato e di governo dell'area-euro del 21 luglio 2011 ha concluso che 'tutti i paesi dell'euro riaffermano solennemente la loro determinazione inflessibile
a onorare in pieno la loro individuale firma sovrana e tutti i loro impegni per condizioni di bilancio sostenibili e per le riforme strutturali'. Il consiglio direttivo ritiene che
l'Italia debba con urgenza rafforzare la reputazione della sua firma sovrana e il suo impegno alla sostenibilità di bilancio e alle riforme strutturali.

Il governo italiano ha deciso di mirare al pareggio di bilancio nel 2014 e, a questo scopo, ha di recente introdotto un pacchetto di misure. Sono passi importanti, ma non
sufficienti. Nell'attuale situazione, riteniamo essenziali le seguenti misure:

1.vediamo l'esigenza di misure significative per accrescere il potenziale di crescita. alcune decisioni recenti prese dal governo si muovono in questa direzione;
altre misure sono in discussione con le parti sociali.
Tuttavia, occorre fare di piu' ed e' cruciale muovere in questa direzione con decisione. Le sfide principali sono l'aumento della concorrenza, particolarmente nei servizi, il
miglioramento della qualita' dei servizi pubblici e il ridisegno di sistemi regolatori e fiscali che siano più adatti a sostenere la competitivita' delle imprese e
l'efficienza del mercato del lavoro.

a) E' necessaria una complessiva, radicale e credibile strategia di riforme, inclusa la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali. questo
dovrebbe applicarsi in particolare alla fornitura di servizi locali attraverso privatizzazioni su larga scala.
b) C'è anche l'esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d'impresa in modo da ritagliare i salari e
le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende e rendendo questi accordi piu' rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione. L'accordo del 28 giugno tra le
principali sigle sindacali e le associazioni industriali si muove in questa direzione.
c) dovrebbe essere adottata una accurata revisione delle norme che regolano l'assunzione e il licenziamento dei dipendenti, stabilendo un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i
settori piu' competitivi.

2.Il Governo ha l'esigenza di assumere misure immediate e decise per assicurare la sostenibilita' delle finanze pubbliche.

a) Ulteriori misure di correzione del bilancio sono necessarie. riteniamo essenziale per le autorità italiane di anticipare di almeno un anno il calendario di entrata in vigore delle misure adottate nel pacchetto del luglio 2011. L'obiettivo dovrebbe essere un deficit migliore di quanto previsto fin qui nel 2011, un fabbisogno netto dell'1% nel
2012 e un bilancio in pareggio nel 2013, principalmente attraverso tagli di spesa. e' possibile intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico, rendendo piu'
rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni di anzianità e riportando l'eta' del ritiro delle donne nel settore privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico, cosi' ottenendo dei risparmi gia' nel 2012.
Inoltre, il governo dovrebbe valutare una riduzione significativa dei costi del pubblico impiego, rafforzando le regole per il turnover (il ricambio, ndr) e, se necessario,
riducendo gli stipendi.

b) andrebbe introdotta una clausola di riduzione automatica del deficit che specifichi che qualunque scostamento dagli obiettivi di deficit sara' compensato automaticamente con tagli orizzontali sulle spese discrezionali.

c) andrebbero messi sotto stretto controllo l'assunzione di indebitamento, anche commerciale, e le spese delle autorità regionali e locali, in linea con i principi della riforma in corso delle relazioni fiscali fra i vari livelli di governo.
Vista la gravita' dell'attuale situazione sui mercati finanziari, consideriamo cruciale che tutte le azioni elencate nelle suddette sezioni 1 e 2 siano prese il prima possibile per decreto legge, seguito da ratifica parlamentare entro la fine di settembre 2011.

Sarebbe appropriata anche una riforma costituzionale che renda piu' stringenti le
regole di bilancio.

3. Incoraggiamo inoltre il governo a prendere immediatamente misure per garantire una revisione dell'amministrazione pubblica allo scopo di migliorare
l'efficienza amministrativa e la capacita' di assecondare le
esigenze delle imprese.
Negli organismi pubblici dovrebbe diventare sistematico l'uso di indicatori di performance (soprattutto nei sistemi sanitario, giudiziario e dell'istruzione). C'è l'esigenza di un forte impegno ad abolire o a fondere alcuni strati
amministrativi intermedi (come le province). Andrebbero rafforzate le azioni mirate a sfruttare le economie di scala nei servizi pubblici locali. Confidiamo che il governo assumera' le azioni appropriate. Con la migliore considerazione,

Jean Claude Trichet
Mario Draghi".
 

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