
intendevo flussi derivanti dall' aumento del dichiarato (l' operazione mediatica che hanno messo in piedi dovrebbe creare una maggior propensione ad emettere scontrini e fatture nel piccolo commercio) e dal giro di vite sugli studi di settore, insomma l' effetto-paura.
"i Contribuenti che non saranno né coerenti con i ricavi/compensi
stimati dagli studi di settore, né congrui rispetto agli indici di normalità economica (produttività per addetto, incidenza dei costi sui ricavi/compensi, indici di rotazione del magazzino od altri) saranno sottoposti a controllo “prioritariamente” utilizzando le indagini finanziarie (cfr. art. 10 c. 11, secondo inciso, del D.L. 201/2011) che, come è ormai drammaticamente noto, consentono al Fisco di applicare pericolosissime
presunzioni legali (versamenti non giustificati = ricavi evasi; prelevamenti non giustificati = ricavi evasi) rovesciando sul Contribuente l’onere di dover dimostrare in contrario (cfr. art. 32 c. 1 n. 2 del D.P.R. 600/1973) solo con documenti specifici e diretti perché la prova testimoniale è vietata in materia tributaria;
- i Contribuenti che comunicano o hanno comunicato al Fisco (anche in buona fede) uno o più dati errati per l’elaborazione dello studio di settore di pertinenza, se l’applicazione dei dati corretti evidenzia uno scostamento dei dati correttamente stimati superiore al 15% di quelli stimati sulla base dei dati infedeli comunicati, saranno sottoposti ad accertamento induttivo (cfr. art. 39 c. 2 lett. d-ter del D.P.R. 600/1973) che è lo strumento più grave concesso al Fisco perché Gli consente di avvalersi liberamente di mere presunzioni semplici utilizzando direttamente le informazioni che possiede e prescindendo completamente dalle risultanze della contabilità".
Con questi provvedimenti di soldi nelle casse statali ne entreranno, non per molto perchè poi la crisi farà la sua parte, ma per un po' vincerà la paura e qualcuno pagherà anche più di quanto dovuto pur di evitare gli accertamenti induttivi, che sono micidiali.