Analisi Intermarket ....quelli che.... Investire&tradare - Cap. 1

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Nel Land della Renania del Nord-Vestfalia

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Berlino, 14 mag - La politica
europea tedesca non cambiera' per effetto della pesante
sconfitta subita dalla Cdu, il partico cristiano-democratico
di Angela Merkel, alle elezioni regionali nel Land della
Renania del Nord-Vestfalia. Lo ha assicurato il cancelliere
tedesco, Angela Merkel: "Non ci saranno conseguenze sul
lavoro in Europa", ha detto Merkel durante una conferenza
stampa, ribadendo che "non ci sono contraddizioni tra una
politica di bilancio solida e la crescita". Il Cancelliere
ha, tuttavia, aggiunto di voler andare incontro
all'opposizione per quanto riguarda il 'fiscal compact' e ha
detto di essere "molto rilassata" circa le elezioni
politiche in programma nel 2013, ammettendo, tuttavia, che
il risultato delle elezioni nel Land e' stato "una sconfitta
dolorosa e amara".
Red-mir-

(RADIOCOR) 14-05-12 13:39:51 (0221)news 5 NNN
 
Fitch: Italia e Spagna piu' colpite da eventuale uscita Grecia da euro

Ma questo soltanto nel caso di un'uscita disordinata

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 14 mag - Un'eventuale
fuoriuscita della Grecia dall'Eurozona potrebbe avere
ripercussioni che andrebbero a penalizzare le imprese di
tutta Europa, ma questo soprattutto nel caso in cui l'uscita
avvenisse in maniera disordinata. E' quanto osserva oggi
Fitch secondo cui un'uscita "disordinata" provocherebbe
downgrade soprattutto in Spagna, Portogallo e Italia. Nel
caso invece di un'uscita pilotata, "in cui vengano adottate
delle contromisure efficaci", le conseguenze sarebbero
invece piu' limitate e confinate ai paesi periferici.
Corrado Poggi cop-Y-
[email protected]

(RADIOCOR) 14-05-12 13:55:01 (0234) 3 NNNN
 
Eurozona, cala a sorpresa la produzione industriale -0,3%


Mentre gli analisti attendevano un incremento dello 0,7%, i Paesi dell'area euro hanno registrato a marzo un ulteriore calo della produzione industriale: le performance peggiori sono quelle di Olanda, Estonia e Danimarca - Italia in crescita rispetto a febbraio, ma in flessione del 5,8% su base annua.



Deludenti, e sorprendenti, i dati dell'economia reale nell'area euro. A marzo infatti, secondo i dati riportati da Eurostat, la produzione dell'industria nell'Eurozona ha subito un calo dello 0,3% rispetto al mese precedente. In media gli analisti si attendevano invece un progresso dello 0,7%. Guardando a tutta l'Unione europea a 27 la produzione di marzo è calata dello 0,4%. Nel confronto su base annua la produzione è calata del 2,2 per cento nell'area euro e dell'1,9 per cento nell'Ue a 27.

I cali mensili più forti si sono registrati in Olanda (-9%), Estonia (-3,4 per cento), Danimarca (-2,8%) e Irlanda (-2,7%), mentre i maggiori rialzi si sono registrati in Slovenia (+6,3%), Slovacchia (+3,5%) e Lituania (+3,1%). In Italia la produzione dell'industria è aumentata dello 0,5 per cento dal mese precedente mentre è diminuita del 5,8 per cento su base annua.
 
Più di scandalizzarsi verso un atteggiamento krukko di questo tipo, bisognerebbe indignarsi per quanto non stanno facendo Italia, Francia, Spagna, Olanda e Portogallo, nel senso di non aver battuto ancora un pugno sul tavolo sopratutto Noi e i Galli.

I tedeschi, ormai è chiaro, di società non ne fanno con nessuno, prima vengono lor, poi loro e ancora loro e capiscono solo l'uso della forza.

Quindi c'è da chiedersi il perchè della mancanza di una azione collettiva da parte dei paesi interessati.

Alla fine non sarebbe male una emissione congiunta di queste nazioni per il solo finanziare opere pubbliche nei Nostri territori, sbattere fuori la Germania da altri progetti, vedi ultimo vettore satellitare italiano ecc....

Chi vieta questo ? nessuno.

Vengono emesse obbligazioni di natura europea, che ricadono su questi stati e che vannoa finanziare infrastrutture pubbliche di collegamento tra questi paesi. Si potrebbe anche pensar di ridurre il finaziamento alla UE e per indirizzarli altrove.

Vaffanculo la cermania, ecco, perchè non si chiede di fare questo ?
 
io starei molto attento all'indice americano
sp500 , stesso grafico nn zoomato e zoomato.
come possiamo vedere , si e' fermato proprio sulla mm a 100 gg, che tra l'altro passa molto vicina al canale ascendente di lungo.
bene, rotte questi due supporti , fossi long , stopperei, su una chiusura al di sotto di tali livelli, in particolar modo sotto il canale.
 

Allegati

  • sp1.gif
    sp1.gif
    58,8 KB · Visite: 319
  • sp2.gif
    sp2.gif
    48,2 KB · Visite: 348
  • sp3.gif
    sp3.gif
    35,1 KB · Visite: 324
In Grecia si lavora di più che nel resto d' Europa


Una classifica della Organisation for Economic Co-operation and Development rivela che i greci sono il popolo che lavora di più in Europa. Più dei tedeschi. Non è la pigrizia o la scarsa produttività che hanno causato la crisi degli elleni. E la classifica rivela che i Paesi del Mediterraneo lavorano più di quelli del Nord Europa.



Too lazy, troppo pigri. E' l'accusa che spesso dalle brume del Nord Europa viene fatta ai Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Tanto da meritare i 4/5 del poco edificante acronimo Piigs, che sciolto e tradotto alla lettera significa "maiali". Eppure statistiche alla mano gli analisti raccontano un'altra verità. Nel Sud d'Europa si lavora, e specie in Grecia a ritmi da fare invidia a Aleksej Stachanov.
Una ricerca della Ocse (Organisation for Economic Co-operation and Development) dimostra come la media dei lavoratori greci sia di 2.017 ore di lavoro all'anno, molto più che nella media degli altri Paesi europei. E a soli due punti di distanza da chi guarda dall'altro questa speciale classifica: la Corea del Sud.
E i tedeschi? Il popolo che più a lungo ha incarnato il concetto di lavoro e industriosità si classificano 33esimi su 34 Paesi, con 1.400 ore circa all'anno in media. Il 40% in meno rispetto agli ellenici, che, peraltro, proprio oggi si trovano ad affrontare nuovi tagli alla spesa dopo aver accettato il piano di salvataggio europeo di 130 miliardi.
Ai greci inoltre spettano meno vacanze e meno tutele in caso di malattia o maternità. Per l'analista Pascal Marianna, interpellata dalla Bcc, la causa di tale divario è nella composizione del tessuto lavorativo greco: "In Grecia ci sono molti lavoratori autonomi, agricoltori e piccoli commercianti, che lavorano molte ore in più rispetto agli impiegati e agli operai". Un'altra causa è il numero elevato di lavoratori part time della Germania. Addirittura uno su quattro, fenomeno molto più ridotto in Grecia.
All'Italia un dignitoso settimo posto, (1.778 ore all'anno) preceduta da molti paesi dell'Est Europa e dalla Turchia. Una classifica che a ben vederla rivoluziona pregiudizi e congetture. Soprattutto quelle relative alle cause prime della crisi del debito di certe nazioni. Quali siano la classifica non lo dice, ma una cosa è certa: non è per via di una scarsa propensione al lavoro.



Postilla mia, bisognerebbe anche distinguere fra lavoratori del settore privato e di quello pubblico e confrontare le rispettive produttività nelle nazioni del nord europa e in quelle mediterranee per avere un quadro ancora più esaustivo... in alcuni paesi, lavorando meglio tutti si lavora tutti in media di meno, in altri c'è una forbice enorme fra chi tira il carro e chi non fa un quazzo (senza generalizzare, parlo di medie naturalmente) :rolleyes:


http://stats.oecd.org/Index.aspx?DatasetCode=LEVEL
 
Ultima modifica:
io starei molto attento all'indice americano
sp500 , stesso grafico nn zoomato e zoomato.
come possiamo vedere , si e' fermato proprio sulla mm a 100 gg, che tra l'altro passa molto vicina al canale ascendente di lungo.
bene, rotte questi due supporti , fossi long , stopperei, su una chiusura al di sotto di tali livelli, in particolar modo sotto il canale.

fossi long in questa situazione mi suiciderei :( e poi bisogna sempre vedere se lei come canale intende il canale di suez o altro, in tal caso stopperei pure io ma sempre tenendo aperta l'ipotesi piu' tragica ;)
 
In Grecia si lavora di più che nel resto d' Europa


Una classifica della Organisation for Economic Co-operation and Development rivela che i greci sono il popolo che lavora di più in Europa. Più dei tedeschi. Non è la pigrizia o la scarsa produttività che hanno causato la crisi degli elleni. E la classifica rivela che i Paesi del Mediterraneo lavorano più di quelli del Nord Europa.



Too lazy, troppo pigri. E' l'accusa che spesso dalle brume del Nord Europa viene fatta ai Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Tanto da meritare i 4/5 del poco edificante acronimo Piigs, che sciolto e tradotto alla lettera significa "maiali". Eppure statistiche alla mano gli analisti raccontano un'altra verità. Nel Sud d'Europa si lavora, e specie in Grecia a ritmi da fare invidia a Aleksej Stachanov.
Una ricerca della Ocse (Organisation for Economic Co-operation and Development) dimostra come la media dei lavoratori greci sia di 2.017 ore di lavoro all'anno, molto più che nella media degli altri Paesi europei. E a soli due punti di distanza da chi guarda dall'altro questa speciale classifica: la Corea del Sud.
E i tedeschi? Il popolo che più a lungo ha incarnato il concetto di lavoro e industriosità si classificano 33esimi su 34 Paesi, con 1.400 ore circa all'anno in media. Il 40% in meno rispetto agli ellenici, che, peraltro, proprio oggi si trovano ad affrontare nuovi tagli alla spesa dopo aver accettato il piano di salvataggio europeo di 130 miliardi.
Ai greci inoltre spettano meno vacanze e meno tutele in caso di malattia o maternità. Per l'analista Pascal Marianna, interpellata dalla Bcc, la causa di tale divario è nella composizione del tessuto lavorativo greco: "In Grecia ci sono molti lavoratori autonomi, agricoltori e piccoli commercianti, che lavorano molte ore in più rispetto agli impiegati e agli operai". Un'altra causa è il numero elevato di lavoratori part time della Germania. Addirittura uno su quattro, fenomeno molto più ridotto in Grecia.
All'Italia un dignitoso settimo posto, (1.778 ore all'anno) preceduta da molti paesi dell'Est Europa e dalla Turchia. Una classifica che a ben vederla rivoluziona pregiudizi e congetture. Soprattutto quelle relative alle cause prime della crisi del debito di certe nazioni. Quali siano la classifica non lo dice, ma una cosa è certa: non è per via di una scarsa propensione al lavoro.



Postilla mia, bisognerebbe anche distinguere fra lavoratori del settore privato e di quello pubblico e confrontare le rispettive produttività nelle nazioni del nord europa e in quelle mediterranee per avere un quadro ancora più esaustivo... in alcuni paesi, lavorando meglio tutti si lavora tutti in media di meno, in altri c'è una forbice enorme fra chi tira il carro e chi non fa un quazzo (senza generalizzare, parlo di medie naturalmente) :rolleyes:


al volo

si deve distinguere tra ore di lavoro e produttività
la produttività dipende anche e soprattutto da investimenti e infrastrutture

esempio: due contadini
il tdesco lavora 6 ore, il greco 10 ore

il tedesco va a lavorare in auto e ci impiega mezz'ora, sale sul trattore e lavora 6 ore e rorna a casa in mezz'ora

il greco deve andare in collina su strada sterrata e ci impiega una ora, prende la zappa e zappa per 10 ore e poi si fa una ora di strada

chi ha fatto maggior prodotto ??
 
Più di scandalizzarsi verso un atteggiamento krukko di questo tipo, bisognerebbe indignarsi per quanto non stanno facendo Italia, Francia, Spagna, Olanda e Portogallo, nel senso di non aver battuto ancora un pugno sul tavolo sopratutto Noi e i Galli.

I tedeschi, ormai è chiaro, di società non ne fanno con nessuno, prima vengono lor, poi loro e ancora loro e capiscono solo l'uso della forza.

Quindi c'è da chiedersi il perchè della mancanza di una azione collettiva da parte dei paesi interessati.

Alla fine non sarebbe male una emissione congiunta di queste nazioni per il solo finanziare opere pubbliche nei Nostri territori, sbattere fuori la Germania da altri progetti, vedi ultimo vettore satellitare italiano ecc....

Chi vieta questo ? nessuno.

Vengono emesse obbligazioni di natura europea, che ricadono su questi stati e che vannoa finanziare infrastrutture pubbliche di collegamento tra questi paesi. Si potrebbe anche pensar di ridurre il finaziamento alla UE e per indirizzarli altrove.

Vaffanculo la cermania, ecco, perchè non si chiede di fare questo ?



:up::up: i francesi hanno ancora la scusa del cambio di presidente, quelli che proprio di scuse non ne hanno, visto anche il peso economico e finanziario che abbiamo in UE, siamo proprio noi. :wall:
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

Users who are viewing this thread

Back
Alto