(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Francoforte, 28 set - La Grecia
non ha altra scelta che lasciare Eurolandia. Lo ha detto in
un'intervista al settimanale 'Stern' Otmar Issing, ex capo
degli economisti della Bce, che esclude che Paese riuscira'
a rimettersi in piedi attraverso un piano di radicale
austerita'. Con un debito previsto al 160% del Pil nel 2012
la Grecia "non puo' semplicemente ripianare questo orrendo
fardello", ha aggiunto Issing, per il quale il Paese non
potra' riprendersi senza che i detentori di bond accusino
perdite di almeno il 50% "o probabilmente anche maggiori".
Una ristrutturazione del debito all'interno di Eurolandia,
ha proseguito Issing, costituirebbe pero' un via libera per
la Grecia e altri Paesi fortemente indebitati a sbarazzarsi
dei propri problemi e questo sarebbe "la fine dell'unione
monetaria". Issing ha guidato gli economisti della Bce dal
1998 fino al 2006
alia troppo grande per poter essere salvata da altri
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Amburog, 28 set - Issing mette
anche in guardia, nell'attuale crisi, da un possibile
contagio da parte della Grecia ad altri Paesi di Eurolandia.
In quanto, ad esempio, l'Italia "sarebbe troppo grande per
poter essere salvata da altri". Issing ritiene inoltre
giustificate le affermazioni del Fmi secondo cui in un tale
caso vi sarebbe un crollo dell'intero sistema finanziario.
"Questo pericolo sussiste in realta'", ha dichiarato l'ex
capo degli economisti della Bce, che ha anche ammonito sui
rischi legati all'introduzione di Eurobond. "Chi vuole gli
eurobond - ha detto - vuole diventare il becchino della
stabilita' dell'euro. Alla fine Paesi finora solidi
rischiano di cadere in un vortice di debiti. Allora anche la
Germania soffocherebbe a livello di politica finanziaria e
il progetto di un euro stabile sarebbe defunto".