lorenzo63
Age quod Agis
OMA - La Rai ha chiesto a 5 milioni di imprese il pagamento del canone televisivo su qualsiasi apparecchio in grado di ricevere il segnale, quindi pc, smartphone e tablet. Questo canone speciale costerà dai 200 ai 6.000 euro annui ed ha già provocato la protesta dei consumatori.
LA PROTESTA ''E' l'ennesima vergogna, l'ennesimo tentativo di scippo con destrezza che deve essere respinto al mittente, da parte del ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera per evitare l'ennesimo salasso''. Ad affermarlo in una nota sono Adusbef e Federconsumatori in merito alle richieste di pagamento del canone Rai su strumenti di lavoro come computer o cellulari. La Rai, un'azienda lottizzata che sempre di piu' sforna cattiva informazione e servizi spesso taroccati e strappalacrime per inseguire il feticcio dell'audience -sottolineano le due associazioni dei consumatori-, ha sfornato l'ennesimo balzello, a carico di imprese, studi professionali ed uffici, per imporre un pesante tributo sul possesso non solo degli apparecchi Tv, ma anche di qualsiasi dispositivo atto o adattabile a ricevere il segnale tv, inclusi monitor per il Pc, videofonini, videoregistratori, Ipad, addirittura sistemi di videosorveglianza, telefonini che si collegano ad internet con una somma che, a seconda della tipologia di impresa, va da un minimo di 200 euro fino a 6.000 euro l'anno a carico di oltre 5 milioni di utenti per un controvalore di 1 miliardo di euro l'anno
LA PROTESTA ''E' l'ennesima vergogna, l'ennesimo tentativo di scippo con destrezza che deve essere respinto al mittente, da parte del ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera per evitare l'ennesimo salasso''. Ad affermarlo in una nota sono Adusbef e Federconsumatori in merito alle richieste di pagamento del canone Rai su strumenti di lavoro come computer o cellulari. La Rai, un'azienda lottizzata che sempre di piu' sforna cattiva informazione e servizi spesso taroccati e strappalacrime per inseguire il feticcio dell'audience -sottolineano le due associazioni dei consumatori-, ha sfornato l'ennesimo balzello, a carico di imprese, studi professionali ed uffici, per imporre un pesante tributo sul possesso non solo degli apparecchi Tv, ma anche di qualsiasi dispositivo atto o adattabile a ricevere il segnale tv, inclusi monitor per il Pc, videofonini, videoregistratori, Ipad, addirittura sistemi di videosorveglianza, telefonini che si collegano ad internet con una somma che, a seconda della tipologia di impresa, va da un minimo di 200 euro fino a 6.000 euro l'anno a carico di oltre 5 milioni di utenti per un controvalore di 1 miliardo di euro l'anno