Rendicontazione on-line gratis ?! .. sigh !

NNGNews ha scritto:
Ho sottoscritto con la mia banca (S.P. Imi) un accordo per avere la rendicontazione on-line, sia per risparmiare soldi, sia per evitare tutta quella massa di carta che arriva per posta ... ebbene, nonostante avessi letto che fosse GRATIS, guardando sull e/c oggi mi ritrovo 1,50 euro per invio rendicontazione titoli on-line :-x ...
No comment ....

Ciao NNG,

io ho ancora un conto con una banca del gruppo San Paolo, con la quale ho chiuso il dossier titoli e l'operatività (anche bancaria) via internet l'anno scorso, a causa di una revisione delle condizioni verso l'alto.

Recentemente mi hanno proposto di passare alla rendicontazione online, ma non a costo zero, bensì con addebiti, esattamente come è successo a te.

Per avere accesso alla rendicontazione online avrei dovuto sottoscrivere il contratto di banca diretta, gratuito per il primo anno, il cui costo supera i 30 euro l'anno (non ricordo la cifra esatta poiché non l'ho mai pagata.)

Questi fanno le fusioni ma le sinergie dove stanno? alla fine i costi crescono e li fanno pagare ai clienti: morale della favola, entro quest'anno toglierò pure il bancomat da quel conto. Non chiudo il conto solo perché ancora c'è una (piccola) convenienza sulle utenze già domiciliate!
 
Ennesima dimostrazione della mentalità delle banche tradizionali: anche sul web non rinunciano ad imporre commissioni assurde, anche inventandosi voci che contrastano con la natura stessa del servizio web.
 
perchè Ombudsman bancario scherza?

Il PuntO. Sull’ Ombudsman bancario ABI
Di Mauro Novelli ( 30-10-2005)


Il primo gennaio 2006, entrerà in vigore il nuovo regolamento dell’Ombudsman privato dell’ABI.
Anche per questo organismo dobbiamo riscontrare la distrazione di Banca d’Italia e di tutti i governi succedutisi dal 1993 (quando fu istituito dall’Associazione Bancaria Italiana) ad oggi.
L’organismo è finanziato dall’Abi, i suoi membri ( il presidente è indicato da Bankitalia), due dall’Abi, un avvocato ed un commercialista, indicati dai ripettivi Ordini, sono nominati dal Presidente dell’Abi, le modifiche del regolamento sono appannaggio dell’Abi.

Le novità dal 2006

I membri
Fino ad oggi, l’organismo non ha previsto la presenza di rappresentanti degli utenti. Tale caratteristica è certamente elemento di impresentabilità per un organismo stragiudiziale che si è autoqualificato “super partes” (distratta Bankitalia ed altri). Infatti, dal gennaio 2006 il presidente dell’Abi nominerà due nuovi membri, uno indicato da organizzazioni imprenditoriali, l’altro dal CNCU (Consiglio Nazionale Consumatori Utenti).
In altri termini, dal 2006 si riproporrà la struttura organica prevista per gli organismi di conciliazione costituiti col Decreto Legislativo 28 luglio 2000 n. 253, in materia di criticità inerenti i bonifici transfrontalieri. Tale decreto ha recepito nel nostro ordinamento la direttiva 97/5/CE, che impone agli enti che effettuano tali bonifici, di assicurare adeguate ed efficaci procedure di reclamo del cliente, sia circa le procedure da seguire, sia in ordine alla composizione dell’organo decidente.
Dal 2002, infatti, sia Poste Italiane che le singole banche hanno una sezione dell’Ufficio Reclami specifica per i tentativi di soluzione di problemi annessi allo svolgimento di quel servizio. Della loro attività si deve riferire alla Banca d’Italia.
Pertanto dal 2006 l’organismo avrà una struttura costituita da 5 membri così individuati:
• Presidente nominato dalla Banca d’Italia;
• due membri nominati dal presidente dell’Associazione Bancaria Italiana;
• uno nominato dal presidente dell’associazione Bancaria Italiana su designazione del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti di cui all’art. 4 della legge 30 luglio 1998, n.281, ovvero da almeno tre associazioni di categoria scelte dal Consiglio stesso fra quelle iscritte nell’elenco di cui all’art. 5 della legge menzionata;
• uno nominato dal Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana su designazione di almeno due associazioni rappresentative delle altre categorie di clienti, scelte tra le seguenti: Confindustria (Confederazione Generale dell’Industria Italiana), Confcommercio (Confederazione generale Italiana del Commercio, del Turismo e dei Servizi), Confagricoltura(Confederazione generale dell’Agricoltura Italiana), Confartigianato (Confederazione Generale Italiana dell’Artigianato).


L’operatività
A differenza del precedente organismo, possono rivolgersi all’Ombudsman tutti i clienti bancari, non solo quindi i consumatori presone fisiche, ma anche persone giuridiche (aziende ecc.).
Le possibilità di ricorso sono soggette ad alcune limitazioni:
1. I danni lamentati non devono superare i 50.000 euro (per operazioni di qualsiasi importo poste in essere dal 1° gennaio 2006)
2. La vicenda non deve essere stata portata all’attenzione della magistratura, di collegi arbitrali, di organismi di conciliazione. Sarebbero quindi escluse tutte quelle posizioni (Parmalat, Cirio, ecc.) trattate – negli ultimi anni - in attività di conciliazione.
3. E’ d’obbligo coinvolgere, in prima istanza, l’Ufficio reclami della banca interessata.

L’Ombudsman risponde entro 60 giorni; entro 90, per problemi inerenti investimenti mobiliari.


I dati sull’attività dell’Ombudsman (1° semestre 2005)

I dati riportati dall’Ombudsman bancario circa l’attività svolta nel primo semestre 2005, evidenziano anzitutto una ridotta entità dimensionale del “fenomeno”n in generale.
In sei mesi, solo 2448 clienti bancari hanno fatto ricorso al giudizio dell’organismo dell’ABI. Di questi, oltre la metà (1315) sono risultati inammissibili, perché effettuati da non consumatori, cioè da professionisti o aziende; per danni lamentati oltre il massimale dei 10.000 euro; per ricorsi contro banche o finanziarie non aderenti all’acordo ABI, ecc.
Ma oltre alla scarsa numerosità di coloro che ritengono l’Ombudsman un organismo efficace per la risoluzione delle controversie, fa riflettere la presentazione non proprio trasparente dei dati.
Una lettura affrettata potrebbe far decidere per un bilanciato pronunciamento complessivo: 464 ricorsi risolti in senso favorevole al cliente; 492 in senso favorevole alle banche. Se però si riflette sulla disaggregazione del primo dato, si scopre che solo 76 su 464 sono gli effettivi pronunciamenti a favore del cliente, mentre i restanti 388 si sono conclusi per “decisioni di accertamento di cessazione della materia del contendere per intervenuto componimento della vertenza”. Cioè, perché banca e cliente si sono accordati.
Adusbef non pretende trasparenza da chi non se la può dare, e fornisce i dati del primo semestre 2005 in modo più “utile”:
• Ricorsi definiti in senso favorevole al cliente ricorrente: 76
• Ricorsi definiti in senso favorevole alla banca: 492
• Ricorsi non definiti dall’Ombudsman per accordo intervenuto tra banca e cliente: 388 *

(*) Se anche noi godessimo di carenza di scrupoli, potremmo annettere l’ultimo dato appena riportato al penultimo ( come l’Ombudsman lo annette al primo) e concludere:
- Ricorsi definiti in senso favorevole al cliente ricorrente: 76
- Ricorsi definiti in senso favorevole alla banca: 880


IN “MODULI” (sotto lo stesso titolo), LA TABELLA E LA DOCUMENTAZIONE ALLEGATA


02/11/2005
 
per par condicio ....

BANCHE: SELLA, SU COSTI BASTA CON CRITICHE STRUMENTALI

Roma, 29 ott. (Adnkronos) - Basta con le polemiche sui costi dei servizi bancari. Il presidente dell’Abi, Maurizio Sella, lancia il monito. ’’Le banche italiane non sono piu’ disposte ad essere bersaglio di critiche strumentali, fondate su presupposti non corretti’’. Parlando nel corso della Giornata mondiale del risparmio, il numero uno dell’associazione bancaria sottolinea che ’’occorre chiarire e condividere le metodologie, per una corretta comparazione internazionale dei costi, prima di innescare polemiche di scarso spessore ma di forte impatto mediatico’’.


31/10/2005

ma lui lo sa che fanno le altre banche?
oppure le altre banche sanno che succede in Sella e lo hanno nominato presidente dell'ABI apposta?
 
Re: per par condicio ....

tontolina ha scritto:
BANCHE: SELLA, SU COSTI BASTA CON CRITICHE STRUMENTALI

Roma, 29 ott. (Adnkronos) - Basta con le polemiche sui costi dei servizi bancari. Il presidente dell’Abi, Maurizio Sella, lancia il monito. ’’Le banche italiane non sono piu’ disposte ad essere bersaglio di critiche strumentali, fondate su presupposti non corretti’’. Parlando nel corso della Giornata mondiale del risparmio, il numero uno dell’associazione bancaria sottolinea che ’’occorre chiarire e condividere le metodologie, per una corretta comparazione internazionale dei costi, prima di innescare polemiche di scarso spessore ma di forte impatto mediatico’’.


31/10/2005

ma lui lo sa che fanno le altre banche?
oppure le altre banche sanno che succede in Sella e lo hanno nominato presidente dell'ABI apposta?[/
quote]
lo sanno lo sanno... tutti lo sanno ... anche la banca mondiale...
http://www.adusbef.it/consultazione.asp?Id=3614&Ricerca=conto corrente

BANCA:ANCHE LA BANCA MONDIALE SMASCHERA LE FROTTOLE DELL’ABI,

CARO BANCA:ANCHE LA BANCA MONDIALE SMASCHERA LE FROTTOLE DELL’ABI, CONFERMANDO IL RECORD DEI COSTI DELLE BANCHE ITALIANE NEL MONDO ! 250 EURO L’ANNO PER I SERVIZI DI BASE CONTRO I 42 EURO DELL’OLANDA ED UNA MEDIA DI 107 EURO DEI 18 PAESI DEL RAPPORTO DELLA WORLD BANK ! CONSUMATORI ITALIANI NON PIU’ DISPONIBILI AD ACCETTARE LE BUGIE ABI !



Dopo Adusbef,Antitrust italiana ed europea,commissione e commissari UE,anche l’ultimo rapporto della Banca Mondiale smaschera le frottole dell’Abi,secondo la quale, i costi dei conti correnti italiani,sarebbero tra i più economici del mondo: con 65 euro,i tartassati correntisti italiani non riescono neanche a chiudere il conto corrente costellato di trappole e tranelli (spese di chiusura,spese per il trasferimento titoli anche superiori a 1.000 euro), per cambiare banca.

L’Abi infatti continua a provocare milioni di correntisti propagandando uno studio sui prezzi dei servizi bancari, commissionato alla società di consulenza Mercer Oliver Wyman,secondo la quale il “costo effettivamente pagato per chi opera sul conto corrente in Italia è di 65 euro, più basso di Francia (94 euro), Spagna (86 euro) e Germania (68 euro)”.

Un conto corrente con 11,5 operazioni mensili costa invece 46,37 euro al mese, secondo l’Osservatorio Adusbef,cifra che moltiplicata per i dodici mesi dell’anno fa balzare a 556,44 euro l’anno il costo del conto e non 65 euro come affermato dall’Abi, contro una media di 107 euro degli altri Paesi esaminati dal rapporto della World Bank.

Ed è attorno alla media di 107 euro l’anno, che si aggira il costo pagato dai cittadini nella maggior parte dei 18 Paesi: solo Italia (250 euro), Germania (225),Svizzera (155), Norvegia (130),Stati Uniti (120) e Spagna (108) vanno oltre i 107 euro,con il record di 250 euro dell’Italia. Pur essendo le meno virtuose e più vessatorie nei rapporti con la clientela, le banche italiane non hanno rinunciato a pubblicare in gazzetta Ufficiale una raffica di aumento dei costi, cresciuti in un anno del 9,7 per cento (come certificato dall’Istat).

L’Abi farebbe bene a ritirare quel “rapporto” sui costi dei conti correnti in Italia,perché non risponde ad alcun criterio di obiettività non solo per i consumatori,che pagano costi sproporzionati ed ingiustificati per servizi inefficienti e spesso di scarsa qualità,ma anche per le associate che sempre più non si riconoscono nelle sue analisi sfrontate e provocatorie,al punto che alcune grandi banche (Unicredit,Intesa,MPS,Capitalia),cominciano a fissare costi fissi dei conti correnti bloccati per 2/3 anni che non prevedono alcuna penale,vero e proprio residuo feudale per chiudere il conto,e l’impegno a non rincararli per quel periodo.

Il rapporto della World Bank sui 250 euro di costo dei conti correnti applicati dalle banche italiane, è la media tra i costi dei conti correnti ‘convenzionati’; dei conti correnti ’a pacchetto’ e dei conti ‘a listino’, questi ultimi rilevati dall’Adusbef ed affissi nelle agenzie in ossequio alla legge sulla trasparenza bancaria,che con 11,5 operazioni mensili costano oltre 550 euro l’anno e continuano ad aumentare (+ 9,7 per cento negli ultimi 12 mesi, secondo le elaborazioni Adusbef sui dati Istat),per effetto della mancanza di concorrenza e di una concezione predatoria ed irriguardosa delle banche italiane verso i consumatori,l’Europa ed il mercato.

Il Presidente

Elio Lannutti

Roma,24.10.2005




Prezzo medio (in euro) dei servizi bancari di base

Fonte Banca mondiale – Rapporto 2005

1. Italia 250

2. Germania 225

3. Svizzera 155

4. Norvegia 130

5. USA 120

6. Spagna 108

MEDIA 107,11

7. Slovacchia 102

8. Polonia 100

9. Francia 100

10. Portogallo 96

11. Austria 90

12. Canada 88

13. Rep Ceca 78

14. Australia 68

15. Svezia 67

16. Gran Bretagna 55

17. Belgio 54

18. Olanda 42

24/10/2005
 

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