JOACKIN
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In una bacheca della sala d’aspetto leggevo un annuncio:”Cerco una persona che voglia prendersi cura del mio cane, non riesco più a mantenerlo, seguiva indirizzo e numero telefonico”. Questi due esempi sono la punta di un iceberg. Tantissimi anziani ormai hanno seri problemi economici.
Nei paesi normali esiste una stretta correlazione fra il costo della vita e le retribuzioni/pensioni. Costo della vita basso, retribuzioni / pensioni basse. Costo della vita alto, retribuzioni/pensioni alte. In Italia dall’introduzione dell’euro non è mai stato così. I prezzi si sono adeguati prontamente alla nuova moneta; viceversa per le retribuzioni/pensioni si è provveduto solo ad una conversione matematica: Una retribuzione di 2.000.000 lire è stata convertita in una di 1.033 €. Mancando anche uno straccio di scala mobile (abolita con lo sciagurato Accordo del 1993) retribuzioni e pensioni languono. Nonostante ciò si sente tuonare sull’alto costo del lavoro. Non è il costo del lavoro ad essere alto bensì la pressione fiscale che massacra aziende e cittadini, una pressione fiscale attestata su una percentuale del 47 %. Finora, vorrei sbagliarmi, nessuna forza politica e sindacale ha posto seriamente il problema. Molte famiglie sono in crisi. Molte aziende, soprattutto piccole rischiano di chiudere. La risposta che viene dalla politica è il Federalismo. Federalismo, regionalismo, autonomismo non possono prescindere dal buon senso: Se non si adeguano retribuzioni e pensioni al reale costo della vita, non si risolve nulla, si getta solo polvere negli occhi alla collettività.
I Sindacati, quelli storici c.d. rappresentativi, hanno sposato la strada della concertazione. Il sindacato era nato per lottare, conquista e mantenimento dei diritti dei lavoratori, questo era il vero ed unico obiettivo.
Credo nella democrazia e soprattutto nella Costituzione. Credo anche però che ognuno dovrebbe svolgere il proprio ruolo: Il sindacato dovrebbe sindacare le scelte datoriali. Questo non implica il rifiuto del dialogo. Il dialogo implica sempre un confronto, e non certo la rinuncia al ruolo storico ed ineludibile del sindacato: Lottare per i sacrosanti diritti dei lavoratori e delle categorie più deboli.
Nel 1993 a seguito dell’Accordo che aboliva la scala mobile, nasceva in Italia un forma di sindacato nuova: Il sindacato di base. Ho fatto parte per molti anni di un sindacato di base e mi sono reso conto che chi decide in concreto per i lavoratori, sono i sindacati storici e rappresentativi, ovvero quelli che accettarono l’Accordo del 1993. L’introduzione delle R.S.U. (Rappresentanze Unitarie di Base) elette dai lavoratori, in parte ha permesso di fare udire la voce di sindacati che preferiscono la lotta alla concertazione. In alcune categorie però questo non è avvenuto. I bancari ad esempio non hanno ancora oggi le R.S.U.. In questa categorie i sindacati di base possono solo distribuire volantini ed indire degli scioperi. Anche sul problema della rappresentatività, sarebbe ora di attuare pienamente la Costituzione, riconoscendo a tutte le OO.SS la stessa ed identica dignità. I diritti dei lavoratori sono stati conquistati a prezzo di durissime lotte e sacrifici. Non si dimentichi che ancora agli inizi del ‘900 in Italia il riposo festivo era un mito; il lavoro minorile invece un durissima realtà.
Si gioca anche molto sulla confusione di termini: Flessibilità e precarietà. La flessibilità è la disponibilità del lavoratore ad imparare nuovi lavori e ad utilizzare nuove tecnologie per lo svolgimento della propria mansione. La precarietà è cosa assai diversa: Oggi lavori domani forse. Confondere flessibilità con precarietà ingenera solo gran confusione. Affido la conclusione del mio libro a due brani della Bibbia, il miglior libro che abbia mai letto. Ecclesiastico 34, 22 “Uccide il prossimo chi gli sottrae il cibo, e sparge sangue, chi priva l’operaio della sua mercede.”
Proverbi 29,4 “Il re con la giustizia fa prosperare lo stato, ma il principe che impone troppi tributi lo manda in rovina”.
I politici ed i sindacalisti che contano, dovrebbero di tanto in tanto leggere la Bibbia, avrebbero molto da imparare.