RICORDATi CHE IL CORPO E' COMPOSTO AL 70% DI ACQUA... QUINDI NOI NON SIAMO GRASSE,

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credo tanto, però :bow: Cacchio mi sono accorto ora che sei Dany e non Danny ahahahah, perdona, pensa che anche Tu quando avrai 77 anni sarai la con le Unidebit a 6 che dici: le vendo a 19 ahahaahah:lol::lol::lol::lol:
 
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Hanno aspettato che i volontari del turno pomeridiano se ne andassero. Poi, in serata, hanno devastato tutto. I serramenti sono spaccati. La sala chirurgica è fuori uso, come l’ambulatorio. Nei sotterranei, sono stati distrutti tre container dedicati alle “neomamme” e ai cuccioli. Una gattina ha il femore spaccato. Un cane cieco e anziano, terrorizzato, non vuole più muoversi dall’angolino in cui si è rintanato. Il canile dell’Enpa Torino di via Germagnano 8 è fuori uso. L’irruzione, che secondo la testimonianza del personale dell’Enpa sarebbe stata effettuata da un gruppo di rom che vive nel campo che confina con l’associazione, è avvenuta ieri, 20 maggio, intorno alle 19.
 
Dalle 18 al canile non c’erano più volontari, visto che l’ente, no profit, non ha le risorse necessarie per tenere aperta la sede anche di sera e di notte. Alcuni testimoni che si trovavano in un altro canile di fronte all’Enpa hanno visto dei movimenti strani e hanno dato l’allarme ai carabinieri. I militari sono intervenuti subito. È accorsa sul posto anche Tiziana Berno, la responsabile del canile, che racconta: «Un ragazzo ha visto una trentina di persone uscire di corsa dalla nostra struttura ed entrare nel campo rom attraverso un buco creato nel muro, che delimita il confine dell’area. Sicuramente hanno scavato apposta l’apertura per fare il blitz. I carabinieri li hanno inseguiti fin dentro il campo rom, ma penso che si siano poi dispersi. Una volta dentro al campo è impossibile prenderli». «Sono sicura che si tratti di rom – precisa la responsabile – dall’inizio dell’anno siamo stati colpiti da loro almeno una decina di volte. Ci hanno spesso minacciato. Hanno tirato pietre contro le auto dei nostri volontari. Loro vogliono che noi ce ne andiamo, perché vogliono occupare il nostro pezzo di terreno. Siamo alla fine di una via che considerano di loro proprietà. Ce l’hanno detto più volte: Dovete andarvene. Ci sentiamo abbandonati dal Comune. È dal 2003 che danneggiano i nostri mezzi e nessuno fa nulla».
 
Dalle 18 al canile non c’erano più volontari, visto che l’ente, no profit, non ha le risorse necessarie per tenere aperta la sede anche di sera e di notte. Alcuni testimoni che si trovavano in un altro canile di fronte all’Enpa hanno visto dei movimenti strani e hanno dato l’allarme ai carabinieri. I militari sono intervenuti subito. È accorsa sul posto anche Tiziana Berno, la responsabile del canile, che racconta: «Un ragazzo ha visto una trentina di persone uscire di corsa dalla nostra struttura ed entrare nel campo rom attraverso un buco creato nel muro, che delimita il confine dell’area. Sicuramente hanno scavato apposta l’apertura per fare il blitz. I carabinieri li hanno inseguiti fin dentro il campo rom, ma penso che si siano poi dispersi. Una volta dentro al campo è impossibile prenderli». «Sono sicura che si tratti di rom – precisa la responsabile – dall’inizio dell’anno siamo stati colpiti da loro almeno una decina di volte. Ci hanno spesso minacciato. Hanno tirato pietre contro le auto dei nostri volontari. Loro vogliono che noi ce ne andiamo, perché vogliono occupare il nostro pezzo di terreno. Siamo alla fine di una via che considerano di loro proprietà. Ce l’hanno detto più volte: Dovete andarvene. Ci sentiamo abbandonati dal Comune. È dal 2003 che danneggiano i nostri mezzi e nessuno fa nulla».

Poverini... sono emarginati... è colpa nostra se non riescono ad integrarsi :tristezza:
 

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Uno dei tanti .......ma da che parte sta.

Roma - Da animatore delle campagne contro la povertà al vitalizio da 2.619 euro netti al mese il passo è breve.
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Addirittura brevissimo se il soggetto interessato si chiama Enrico Fontana ed è anche il coordinatore nazionale di Libera, l'associazione fondata da Don Luigi Ciotti. Associazione nata nel marzo del 1995 «con l'intento - si legge nel sito internet di Libera - di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e promuovere la legalità e la giustizia».
Nessun imbarazzo insomma per i venerabili maestri della sinistra benpensante quando si tratta di arricchire la cassaforte di famiglia.

A Fontana, classe '58, giornalista professionista, ideatore del termine «ecomafie», che fa il maestrino a destra e a sinistra pubblicando libri per Einaudi e inchieste per l'Espresso , è bastato farsi eleggere alla Regione Lazio nel 2006.

Anzi, subentra ad Angelo Bonelli che nel frattempo diventa capogruppo a Montecitorio del Sole che ride, gruppo a sostegno dell'ex premier Romano Prodi.


Ma la legislatura finisce con qualche mese di anticipo per le dimissioni del governatore Marrazzo, coinvolto in uno scandalo a base di festini e trans. Ciò ovviamente consente al nostro Fontana di ottenere un lauto vitalizio. Dopo cinque anni scarsi in Regione e dopo aver versato circa 90mila euro di contributi, dal 2011 Fontana ricevo un assegno mensile di 3.187 euro che, a causa delle recenti sforbiciata apportate dalla modifica della normativa sui vitalizi, si è ridotto a 2.616,32 netto (dato che è possibile reperire all'interno del sito del M5s Lazio che monitora giornalmente le evoluzioni dei vitalizi).
 
In sostanza, facendo un calcolo di massima, Fontana ha già incassato più di 150mila euro recuperando i 90mila euro versati di contributi.

Ma non finisce certo qui.



Perché dal settembre del 2013 Fontana è il coordinatore nazionale di Libera.

E dalla casa di Don Ciotti, non è uno scherzo, Fontana lancia e anima la campagna «Miseria ladra».

Gira ogni angolo del Belpaese per diffondere il verbo del padre nobile di Libera.

Ma il vero paradosso è il seguente: il 15 aprile di quest'anno - insieme a Giuseppe De Marzo, coordinatore di «Miseria Ladra» - invia una lettera a tutti i parlamentari «per calendarizzare in aula entro cento giorni una legge per il reddito minimo o di cittadinanza, per contrastare povertà e disuguaglianza, così come da tempo ci chiede l'Europa».


Il virtuoso della «legalità e della giustizia» incalza Montecitorio e Palazzo Madama ma intanto incassa, senza batter ciglio, il vitalizio.

D'altronde è nello stile dei vertici di Libera.



Nando Dalla Chiesa, presidente onorario dell'associazione, riceve mensilmente un assegno di 4.581,48 euro.

Insomma, «miseria ladra» per gli altri, non per i venerabili maestri.
 

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