RIDI SEMPRE, RIDi, FATTI CREDERE PAZZO, MA MAI TRISTE.

DANY1969

Forumer storico
RIDI ANCHE SE TI STA CROLLANDO IL MONDO ADDOSSO, CONTINUA A SORRIDERE.
CI SON PERSONE CHE VIVONO PER IL TUO SORRISO E ALTRE CHE ROSICHERANNO QUANDO CAPIRANNO DI NON ESSERE RIUSCITE A SPEGNERLO.
(Roberto Benigni) :)
Buona settimana ragazzi :)
E' difficile scrivere le mie solite stupidaggini dopo una settimana del genere :( ... e la mia paura è che probabilmente non sarà l'ultima :(
E' inutile... la razza umana non è stata predisposta per vivere in pace :rolleyes:
;):)
 

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Buongiorno. Settimana cruciale.

Così, viene indicata come data probabile delle dimissioni del primo presidente rieletto della storia repubblicana il prossimo 14 gennaio 2015. A distanza di quasi nove anni dalla data della sua elezione al Colle, così, va per chiudersi la lunga fase che ha visto il primo ex Pci salire al Quirinale nell’ormai lontano 2006

Allora, chi potrebbe avere le credenziali per succedere a Giorgio Napolitano? Di Prodi – che resta in campo – abbiamo già detto, mentre sembrano meno praticabili altre piste che portano a Stefano Rodotà – anche lui, bruciato nel 2013 – o i più giovani, ma caratterizzati politicamente, Dario Franceschini e Pier Ferdinando Casini.


In queste ore, con nomi che si accavallano e si contendono i titoli dei giornali, tutti sembrano essersi dimenticati di un serissimo candidato, che potrebbe avere il profilo giusto per ottenere l’investitura da larga parte dei mille grandi elettori. Stiamo parlando di un altro professore, anche’egli ex presidente del Consiglio e con ampi trascorsi europei: non Romano Prodi, ma Mario Monti, che risponderebbe all’identikit del nuovo Capo dello Stato per diverse ragioni.

Personalmente...non so se sarebbe meglio avere a che fare con questo ....oppure con quelli dell'isis......il risultato sarebbe identico. CATASTROFE.
 
Può avere l’ok di Berlusconi. Nessuno sa con certezza se nel famoso patto del Nazareno c’è anche una postilla sul nuovo presidente della Repubblica. Ma le recenti aperture di Berlusconi – che ha escluso dei “no” a prescindere anche su nomi Pd – renderebbero il punto di accordo su Monti molto più agevole che su Prodi o altri, i quali costringerebbero Renzi a giocare sulla difensiva, obbligandolo a dare garanzie dagli sviluppi imprevedibili per il suo governo. Meglio, dunque, puntare su uno come Monti, che non chiederà particolari sforzi di convincimento al Cavaliere né metterà sul piatto scomode contropartite.
La maggioranza. Obiettivo del governo nell’elezione del nuovo Presidente, è infatti quello di ottenere il più vasto consenso possibile attorno al suo nome. Ebbene, Mario Monti potrebbe addirittura essere eletto al primo scrutinio: attorno al suo nome, non è fantascienza immaginare il benestare di Pd, Forza Italia, Scelta civica e Udc. Solo con questo blocco, l’ex premier potrebbe contare con 756 voti a favore, oltre i tre quarti necessari alle prime tre sessioni. Restano esclusi l’incognita Sel – che potrebbe anche convincersi – e l’opposizione netta di Lega Nord e Movimento 5 Stelle, ma residuale se si considera che Napolitano nel 2013 venne rieletto con 738 preferenze.
L’alternanza. Tra le principali richieste del polo avverso al Partito democratico, c’è quella di sostituire un laico con un cattolico, che non sale al Quirinale dai tempi di Oscar Luigi Scalfaro. Monti potrebbe sopperire anche a questa richiesta, risultando gradito anche alle schiere più progressiste, non avendo mai assunto, comunque, profili di integralismo sulle tematiche sensibili.
E’ un liberale. A un ex Pci, logica vorrebbe che finisca per succedere un moderato. Altro campo in cui il professore della Bocconi non ha certamente molti rivali in grado di offuscarlo.
E’ fuori scena. Se non si fosse candidato alle elezioni politiche con il fallimento di Scelta civica, oggi Monti potrebbe già essere presidente della Repubblica. L’entrata in campo, lo ha reso per un breve periodo uomo di parte, e ne ha escluso a priori la candidatura. Anche lui, dopo lo shock dei 101 antiprodi, partecipò alla processione che invocò la disponibilità a Napolitano per il secondo mandato. Da un anno a questa parte, Monti ha capito la lezione: non ricopre più incarichi nel partito e se ne sta bene in disparte, senza troppe apparizioni sui giornali o in tv.
E’ gradito all’Europa. Senza dubbio, si tratta dell’aspetto più controverso della sua possibile elezione. Come potrà Renzi giustificare all’opinione pubblica un presidente così gradito alla Germania e in particolare ad Angela Merkel? A ben vedere, però, questo governo si sta dimostrando – timidamente – antieuropeista solo nelle parole. Così, un Monti sul Colle potrebbe consentire a Renzi di continuare a parlare male dell’Ue, comportandosi da studente modello nelle sue visite a Juncker e soci. Altro particolare da non sottovalutare: a marzo le istituzioni europee dovranno pronunciarsi definitivamente sulle manovre recenti del governo, in primis la legge di stabilità. E con Mario Monti al Quirinale, l’ok di Bruxelles diventerebbe, di colpo, una formalità.
 
Può avere l’ok di Berlusconi. Nessuno sa con certezza se nel famoso patto del Nazareno c’è anche una postilla sul nuovo presidente della Repubblica. Ma le recenti aperture di Berlusconi – che ha escluso dei “no” a prescindere anche su nomi Pd – renderebbero il punto di accordo su Monti molto più agevole che su Prodi o altri, i quali costringerebbero Renzi a giocare sulla difensiva, obbligandolo a dare garanzie dagli sviluppi imprevedibili per il suo governo. Meglio, dunque, puntare su uno come Monti, che non chiederà particolari sforzi di convincimento al Cavaliere né metterà sul piatto scomode contropartite.
La maggioranza. Obiettivo del governo nell’elezione del nuovo Presidente, è infatti quello di ottenere il più vasto consenso possibile attorno al suo nome. Ebbene, Mario Monti potrebbe addirittura essere eletto al primo scrutinio: attorno al suo nome, non è fantascienza immaginare il benestare di Pd, Forza Italia, Scelta civica e Udc. Solo con questo blocco, l’ex premier potrebbe contare con 756 voti a favore, oltre i tre quarti necessari alle prime tre sessioni. Restano esclusi l’incognita Sel – che potrebbe anche convincersi – e l’opposizione netta di Lega Nord e Movimento 5 Stelle, ma residuale se si considera che Napolitano nel 2013 venne rieletto con 738 preferenze.
L’alternanza. Tra le principali richieste del polo avverso al Partito democratico, c’è quella di sostituire un laico con un cattolico, che non sale al Quirinale dai tempi di Oscar Luigi Scalfaro. Monti potrebbe sopperire anche a questa richiesta, risultando gradito anche alle schiere più progressiste, non avendo mai assunto, comunque, profili di integralismo sulle tematiche sensibili.
E’ un liberale. A un ex Pci, logica vorrebbe che finisca per succedere un moderato. Altro campo in cui il professore della Bocconi non ha certamente molti rivali in grado di offuscarlo.
E’ fuori scena. Se non si fosse candidato alle elezioni politiche con il fallimento di Scelta civica, oggi Monti potrebbe già essere presidente della Repubblica. L’entrata in campo, lo ha reso per un breve periodo uomo di parte, e ne ha escluso a priori la candidatura. Anche lui, dopo lo shock dei 101 antiprodi, partecipò alla processione che invocò la disponibilità a Napolitano per il secondo mandato. Da un anno a questa parte, Monti ha capito la lezione: non ricopre più incarichi nel partito e se ne sta bene in disparte, senza troppe apparizioni sui giornali o in tv.
E’ gradito all’Europa. Senza dubbio, si tratta dell’aspetto più controverso della sua possibile elezione. Come potrà Renzi giustificare all’opinione pubblica un presidente così gradito alla Germania e in particolare ad Angela Merkel? A ben vedere, però, questo governo si sta dimostrando – timidamente – antieuropeista solo nelle parole. Così, un Monti sul Colle potrebbe consentire a Renzi di continuare a parlare male dell’Ue, comportandosi da studente modello nelle sue visite a Juncker e soci. Altro particolare da non sottovalutare: a marzo le istituzioni europee dovranno pronunciarsi definitivamente sulle manovre recenti del governo, in primis la legge di stabilità. E con Mario Monti al Quirinale, l’ok di Bruxelles diventerebbe, di colpo, una formalità.

giorno a tutti.. se il pdl appoggia Monti merita il peggio del peggio.. senza se e senza ma.. e se lo fa per liberare silvio dall'impedimento politico attuale .. allora il pdl si classificherebbe come un partito schifosamente mafioso :wall:
 
giorno a tutti.. se il pdl appoggia Monti merita il peggio del peggio.. senza se e senza ma.. e se lo fa per liberare silvio dall'impedimento politico attuale .. allora il pdl si classificherebbe come un partito schifosamente mafioso :wall:

a questo giro il presidente per accontenare sia renzi che il nano deve per forza essere un cattolico. Troveranno il nome anche se questo fosse di una persona infimamente insignificante.
 
Roma, 12 gen. (AdnKronos) - 'Si Amo l'Italia'. E' il titolo della manifestazione promossa dal Coordinamento nazionale dei Club di Forza Italia, guidato da Marcello Fiori, e organizzata dal network dei club 'Cuore Azzurro', presieduto da Andrea Di Maso, che si terrà mercoledì prossimo, 14 gennaio, a Roma, presso l'Auditorium del Complesso del Divino Amore, presso l'omonimo santuario. Annunciata la presenza di Silvio Berlusconi

lo potevano fare il 14/2 sarebbe stata più adatta come data :wall::wall:
 
giorno a tutti

STRASBURGO (WSI) - Secondo Renzi la responsabilità italiana non si ferma con la chiusura del semestre italiano alla guida dell'Europa. Parlando al Parlamento Ue a Strasburgo, il premier chiede flessibilità nel patto degli investimenti.

Ma i teutonici gli rispondono dicendo che per dare un buon esempio l'Europa "deve anche essere affidabile".

L'Europa costruita in questi anni "ha dato l'impressione troppo spesso di essere un modello basato su vincoli, parametri e austerità. Questo atteggiamento è stato un errore, e il cambiamento che la commissione Juncker sta avanzando andava immaginato negli ultimi sei anni, non negli ultimi sei mesi", secondo Renzi.

Nel semestre di presidenza Ue italiano "siamo stati sconfitti sul 'made in'. Nessun risultato positivo su questo, ci sono state incomprensibili resistenze", ha detto sempre il leader del governo italiano.

"Fatti non foste per vivere come bruti, ma per seguire virtute e canoscenza": l'ex sindaco di Firenze ha chiuso il suo discorso citando la frase che Dante fa pronunciare a Ulisse.

"Siamo a un bivio: il Parlamento europeo scelga se vivere come bruti inseguendo il linguaggio demagogico per qualche decimale in più, oppure di essere europei e seguire virtù e conoscenza".

Il passaggio accolto da qualche contestazione in Aula, alle quali Renzi replica sarcastico: "Capisco che leggere due libri è difficile per qualcuno di voi...".

chi è stato ? :mumble::help:
 

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