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Tria: «Sullo spread ha ragione Draghi». Sulle banche: «Sì a intervento dello stato se vanno in crisi»
La strada non è facile visto che, anche a prescindere delle risorse disponibili, le regole Ue impongono l’applicazione della direttiva del burden sharing e comunque un’interlocuzione con l’Antitrust di Bruxelles.
Banche, il governo cambia rotta ma Piazza Affari vende ancora
Intervenuto nel tardo pomeriggio a Firenze alla Festa del Foglio, il responsabile del Tesoro dell’esecutivo giallo verde ha messo in evidenza che «non c’è nulla di strano nel dire interverremo, qualunque governo dovrebbe farlo. È giusto che lo Stato intervenga». «Poiché le banche hanno un effetto sistemico - ha continuato Tria -, è chiaro che l’intervento dello stato è doveroso. È giusto che lo stato intervenga quando c’è una banca in crisi, certo c’è il problema del moral hazard» ha aggiunto il ministro, rispondendo a una domanda sull’intervento fatto da precedenti governi su banche poste in risoluzione.
Il responsabile del Tesoro ha tenuto a sottolineare che «le nostre banche sono ancora solide, sono in grado di superare i test sulla capitalizzazione - o almeno quasi tutte - e per ora non ci sono pericoli».
Tria ha anche commentato le dichiarazioni del presidente della Bce Mario Draghi sui rischi per le banche a causa dello spread. Dichiarazioni che avevano spinto il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio ad affermare: «Mi meraviglio che un italiano si metta ad avvelenare il clima ulteriormente». «Non è stato inopportuno - ha messo in evidenza Tria nell’intervento all’incontro di Firenze - perché ha detto quella che è la realtà, non ha detto nulla di strano, l’ho detto anche io nei giorni scorsi».
Alitalia: problema prestito, restituire in linea Ue
Nell’intervento alla manifestazione fiorentina Tria ha parlato anche di Alitalia. «Dopo un anno abbiamo tre commissari e non ho visto nessun piano industriale - ha detto -, c’è il problema del prestito ponte di 900 milioni, e questo riguarda il Ministero dell’economia, che deve essere restituito secondo le regole europee. E poi verrà il piano industriale». Il ministro ha aggiunto che il piano industriale di Alitalia «deve rispettare le regole Ue e quindi devono esserci i privati».
Cda Fs autonomo, farà sue valutazioni
Quanto al possibile ruolo di Ferrovie dello Stato in Alitalia, Tria ha ricordato che Fs «sono al 100% statali, ma il ruolo dello Stato è di nominare il consiglio di amministrazione. Poi il consiglio di amministrazione ha la sua autonomia di giudizio e di analisi e farà le sue valutazioni autonomamente».
Dopo i passaggi su banche e Alitalia, l’intervento si è concentrato sulla manovra.
La decisione di puntare per il 2019 a un rapporto deficit-Pil del 2,4%, ha spiegato, nasce dal fatto che la manovra targata M5s-Lega ha una finalità espansiva. «Io avrei preferito un livello di deficit più basso - ha ammesso -, ma da ministro, non da economista. Da economista avrei scelto 2,4 o 2,5% perché bisogna contrastare il rallentamento dell’economia, ma da ministro avrei preferito un livello più basso per prima cosa perché forse non serviva». Per il responsabile del Tesoro è stata l’occasione per ribadire che la corsa dello spread non dipende dalle misure delineate nel ddl Bilancio, ma dall’incertezza politica. «C’è stata la scelta di fare un deficit più alto del previsto, espansivo - ha sottolineato Tria - : si può essere d’accordo o no, ma è considerato quasi normale per una manovra espansiva». Tria ha ammesso che «lo spread a questi livelli è dannoso, la questione - ha detto - è in che modo lo facciamo scendere». «Non credo» che si tratti di portare «il deficit da 2,4 a 2,2%», ha affermato, ma conta quello che «farà il Governo con l’Europa».
Bisogna sbloccare le opere pubbliche
Il responsabile del Tesoro ha ribadito che la strategia di contrasto al rallentamento dell’economia italiana passa attraverso il rilancio degli investimenti nelle infrastrutture. «Io dico, in generale, che bisogna sbloccare le opere pubbliche». A chi gli citava, nello specifico, opere come la Torino Lione e il Terzo Valico, il ministro ha risposto: «Io dico in generale tutte queste opere». «Dentro il bilancio dello Stato - ha ricordato Tria - ci sono i fondi per gli investimenti pubblici, il problema è come attivarli ed è lì che si è fallito tutto». Tria ha annunciato l’arrivo di una «grande centrale per la progettazione» per aiutare gli enti locali.
Boccia duro sulla manovra: «Non aiuta la crescita e disincentiva il lavoro»
Quello che succede in Ue non è colpa dell’Italia
Un passaggio dell’intervento del ministro dell’Economia è stato sull’Unione europea. «Il vero problema dell’Europa - ha affermato - è non avere un centro politico discrezionale. Quello che sta succedendo in Europa non è colpa dell’Italia, c’è un processo di non tenuta perché sta perdendo di vista le ragioni dello stare insieme. Ci sono paesi che non vogliono mettere nulla un comune. Allora chi è che non vuole stare insieme?».
- –di Andrea Carli
- 27 ottobre 2018
La strada non è facile visto che, anche a prescindere delle risorse disponibili, le regole Ue impongono l’applicazione della direttiva del burden sharing e comunque un’interlocuzione con l’Antitrust di Bruxelles.
Banche, il governo cambia rotta ma Piazza Affari vende ancora
Intervenuto nel tardo pomeriggio a Firenze alla Festa del Foglio, il responsabile del Tesoro dell’esecutivo giallo verde ha messo in evidenza che «non c’è nulla di strano nel dire interverremo, qualunque governo dovrebbe farlo. È giusto che lo Stato intervenga». «Poiché le banche hanno un effetto sistemico - ha continuato Tria -, è chiaro che l’intervento dello stato è doveroso. È giusto che lo stato intervenga quando c’è una banca in crisi, certo c’è il problema del moral hazard» ha aggiunto il ministro, rispondendo a una domanda sull’intervento fatto da precedenti governi su banche poste in risoluzione.
Il responsabile del Tesoro ha tenuto a sottolineare che «le nostre banche sono ancora solide, sono in grado di superare i test sulla capitalizzazione - o almeno quasi tutte - e per ora non ci sono pericoli».
Tria ha anche commentato le dichiarazioni del presidente della Bce Mario Draghi sui rischi per le banche a causa dello spread. Dichiarazioni che avevano spinto il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio ad affermare: «Mi meraviglio che un italiano si metta ad avvelenare il clima ulteriormente». «Non è stato inopportuno - ha messo in evidenza Tria nell’intervento all’incontro di Firenze - perché ha detto quella che è la realtà, non ha detto nulla di strano, l’ho detto anche io nei giorni scorsi».
Alitalia: problema prestito, restituire in linea Ue
Nell’intervento alla manifestazione fiorentina Tria ha parlato anche di Alitalia. «Dopo un anno abbiamo tre commissari e non ho visto nessun piano industriale - ha detto -, c’è il problema del prestito ponte di 900 milioni, e questo riguarda il Ministero dell’economia, che deve essere restituito secondo le regole europee. E poi verrà il piano industriale». Il ministro ha aggiunto che il piano industriale di Alitalia «deve rispettare le regole Ue e quindi devono esserci i privati».
Cda Fs autonomo, farà sue valutazioni
Quanto al possibile ruolo di Ferrovie dello Stato in Alitalia, Tria ha ricordato che Fs «sono al 100% statali, ma il ruolo dello Stato è di nominare il consiglio di amministrazione. Poi il consiglio di amministrazione ha la sua autonomia di giudizio e di analisi e farà le sue valutazioni autonomamente».
Dopo i passaggi su banche e Alitalia, l’intervento si è concentrato sulla manovra.
La decisione di puntare per il 2019 a un rapporto deficit-Pil del 2,4%, ha spiegato, nasce dal fatto che la manovra targata M5s-Lega ha una finalità espansiva. «Io avrei preferito un livello di deficit più basso - ha ammesso -, ma da ministro, non da economista. Da economista avrei scelto 2,4 o 2,5% perché bisogna contrastare il rallentamento dell’economia, ma da ministro avrei preferito un livello più basso per prima cosa perché forse non serviva». Per il responsabile del Tesoro è stata l’occasione per ribadire che la corsa dello spread non dipende dalle misure delineate nel ddl Bilancio, ma dall’incertezza politica. «C’è stata la scelta di fare un deficit più alto del previsto, espansivo - ha sottolineato Tria - : si può essere d’accordo o no, ma è considerato quasi normale per una manovra espansiva». Tria ha ammesso che «lo spread a questi livelli è dannoso, la questione - ha detto - è in che modo lo facciamo scendere». «Non credo» che si tratti di portare «il deficit da 2,4 a 2,2%», ha affermato, ma conta quello che «farà il Governo con l’Europa».
Bisogna sbloccare le opere pubbliche
Il responsabile del Tesoro ha ribadito che la strategia di contrasto al rallentamento dell’economia italiana passa attraverso il rilancio degli investimenti nelle infrastrutture. «Io dico, in generale, che bisogna sbloccare le opere pubbliche». A chi gli citava, nello specifico, opere come la Torino Lione e il Terzo Valico, il ministro ha risposto: «Io dico in generale tutte queste opere». «Dentro il bilancio dello Stato - ha ricordato Tria - ci sono i fondi per gli investimenti pubblici, il problema è come attivarli ed è lì che si è fallito tutto». Tria ha annunciato l’arrivo di una «grande centrale per la progettazione» per aiutare gli enti locali.
Boccia duro sulla manovra: «Non aiuta la crescita e disincentiva il lavoro»
Quello che succede in Ue non è colpa dell’Italia
Un passaggio dell’intervento del ministro dell’Economia è stato sull’Unione europea. «Il vero problema dell’Europa - ha affermato - è non avere un centro politico discrezionale. Quello che sta succedendo in Europa non è colpa dell’Italia, c’è un processo di non tenuta perché sta perdendo di vista le ragioni dello stare insieme. Ci sono paesi che non vogliono mettere nulla un comune. Allora chi è che non vuole stare insieme?».