La volatilità sull'oro nero è letteralmente esplosa a metà maggio, fattore che mi ha obbligato a sospendere il tradng sul future. E per quanto riguarda la correlazione inversa tra petrolio e borse mondiali suggerisco di approfondire l'argomento. Molto facile giustificare ribassi repentini con i movimenti esplosivi del petrolio.
Con questo non voglio negare l'esistenza della correlazione inversa, bensì sottolineare che questa è valida solo in alcune fasi particolari del mercato e non sempre, anzi!
E la questione è anche piuttosto logica e legata, in un certo senso, alla nostra dipendenza mediatica. La questione petrolio balza inesorabilmente sulle prime pagine dei giornali quando si hanno eccessi, nuovi massimi o crolli. Ma il resto del tempo, ovvero quando le quotazioni si muovono in maniera piuttosto regolare, difficilmente se ne viene a parlare. Questo fa si che la vicenda correlazione inversa petrolio-borse venga trattata, e di conseguenza abbia effeto sugli investitori, unicamente nelle fasi in cui il petrolio è altamente nervoso. Potrete facilmente riscontrare crolli della correlazione (ovvero impennate della correlazione inversa) in prossimità dei nuovi massimi che il petrolio ha segnato dal 2007 a oggi e nelle seguenti fasi di correzione, quando ancora la vicenza petrolio "scotta".
E come è stato da quasi 3 anni a questa parte, anche a maggio così è stato. A metà maggio esplosione della volatilità sul petrolio, nuovi massimi e correlazione in picchiata (ovvero aumento della correlazione inversa). Questa situazione si è ovviamente accentuata con l'aumento della volatilità, ma il quadro era già ben evidente da fine febbraio, quando il petrolio ruppe i precedenti massimi e superò la quota psicologica dei 100 dollari.
Sono disponibile per chiunque voglia apporfondire l'argomento, suggerendo di legare anche una valutazione del cross Euro-Dollaro e Dollar Index.