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Scaglia sibillino: resterò a Fastweb almeno fino al pareggio
JOURNAL - 16:17 - 17 Gennaio 2005
Fastweb chiede al mercato 800 milioni di euro per accelerare la corsa alla copertura del territorio italiano con il proprio servizio. La società specializzata nella banda larga a fibra ottica intende tenere testa a Telecom Italia che in questo momento sta spadroneggiando nella connessione a Internet veloce, il segmento più vivace e promettente di tutto il mercato delle tlc.
Presentando stamattina i dettagli del piano industriale 2005-2013 che anticipa al 2006 gli obiettivi precedentemente fissati per il 2010, il presidente Silvio Scaglia ha parlato di un progetto “che crea valore sia dal punto di vista strategico che da quello finanziario”, perché con l’arrivo delle risorse “si abbassa il profilo di rischio in quanto la posizione competitiva della società diventa più solida”. Fastweb punta adesso a raggiungere con il servizio alle fine dell’anno prossimo 10 milioni di abitazioni (il 45% della popolazione italiana).
La Borsa, però, non ha reagito bene alla richiesta di denaro e il titolo perde oltre il 6% a 37,62 euro, allineandosi a quello che secondo gli analisti potrebbe essere il prezzo delle nuove azioni. L’operazione dovrebbe partire ai primi di marzo, i dettagli saranno discussi in un consiglio d’amministrazione a metà febbraio e verranno di seguito votati dall’assemblea.
Le rassicurazioni di Scaglia, che stamattina ha insistito sulla necessità di attrezzarsi subito per cogliere le opportunità del boom dell’Adsl, non hanno fatto breccia tra gli investitori che avrebbero preferito un chiarimento sul suo ruolo all’indomani dell’aumento di capitale, un evento che potrebbe tradursi in una mezza rivoluzione nella composizione azionaria.
Il manager è anche il primo azionista con il 30,14% e dispone di un patrimonio di credibilità costruito negli anni con il rispetto puntuale degli obiettivi del piano industriale. Poter contare sulla sua presenza ai vertici della società anche nel futuro avrebbe probabilmente tranquillizzato quelli che oggi vendono, perché sono delusi sia dalla richiesta di soldi, sia dallo spostamento in avanti di un anno, da fine 2005 a fine 2006, del pareggio di bilancio.
Scaglia non ha indicato quante azioni comprerà e si è limitato a confermare che investirà nella società il ricavato della vendita dei diritti. Interpellato di nuovo da più di un analista sul suo futuro ha risposto: “Conto di esserci nel momento in cui raggiungeremo l’utile”.
In un panorama di aziende che tengono i soldi in cassa o preferiscono restituirli agli azionisti perché non ritengono ci siano in giro occasioni per farli fruttare meglio, Fastweb decide di muoversi in controtendenza e chiede risorse per provare a incrementare le proprie dimensioni e diventare il secondo operatore di tlc dopo Telecom Italia. La base di partenza è buona: oggi la società della fibra ottica copre una popolazione di quattro milioni di persone, i suoi 496 mila clienti residenziali (erano 377mila a fine del 2003) sono concentrati nelle zone urbane e sono pregiati perché, comprando Internet veloce, servizi voce e televisione, garantiscono un ricavo medio di 900 euro l’anno, più alto di quello degli altri operatori.
Di fronte a un mercato dell’Adsl in una fase di boom (4,3 milioni di connessioni a fine 2004 rispetto ai due milioni e mezzo di fine 2003 che dovrebbero più che triplicarsi nel giro di tre anni), constatato che in questo momento è Telecom Italia a far la parte del leone con il suo servizio Alice (67% della quota di mercato), Fastweb ha rotto gli indugi e ha deciso di attrezzarsi per raggiungere sempre più potenziali clienti e per proporre nuovi servizi. Con un piano di investimenti per 2,8 miliardi di euro da oggi al 2010 e grazie alle potenzialità offerte dal possesso della vecchia rete Socrates, il management conta di raggiungere nel giro di quattro anni 2,2 milioni di clienti, circa 700mila in più rispetto alle precedenti indicazioni.
JOURNAL - 16:17 - 17 Gennaio 2005
Fastweb chiede al mercato 800 milioni di euro per accelerare la corsa alla copertura del territorio italiano con il proprio servizio. La società specializzata nella banda larga a fibra ottica intende tenere testa a Telecom Italia che in questo momento sta spadroneggiando nella connessione a Internet veloce, il segmento più vivace e promettente di tutto il mercato delle tlc.
Presentando stamattina i dettagli del piano industriale 2005-2013 che anticipa al 2006 gli obiettivi precedentemente fissati per il 2010, il presidente Silvio Scaglia ha parlato di un progetto “che crea valore sia dal punto di vista strategico che da quello finanziario”, perché con l’arrivo delle risorse “si abbassa il profilo di rischio in quanto la posizione competitiva della società diventa più solida”. Fastweb punta adesso a raggiungere con il servizio alle fine dell’anno prossimo 10 milioni di abitazioni (il 45% della popolazione italiana).
La Borsa, però, non ha reagito bene alla richiesta di denaro e il titolo perde oltre il 6% a 37,62 euro, allineandosi a quello che secondo gli analisti potrebbe essere il prezzo delle nuove azioni. L’operazione dovrebbe partire ai primi di marzo, i dettagli saranno discussi in un consiglio d’amministrazione a metà febbraio e verranno di seguito votati dall’assemblea.
Le rassicurazioni di Scaglia, che stamattina ha insistito sulla necessità di attrezzarsi subito per cogliere le opportunità del boom dell’Adsl, non hanno fatto breccia tra gli investitori che avrebbero preferito un chiarimento sul suo ruolo all’indomani dell’aumento di capitale, un evento che potrebbe tradursi in una mezza rivoluzione nella composizione azionaria.
Il manager è anche il primo azionista con il 30,14% e dispone di un patrimonio di credibilità costruito negli anni con il rispetto puntuale degli obiettivi del piano industriale. Poter contare sulla sua presenza ai vertici della società anche nel futuro avrebbe probabilmente tranquillizzato quelli che oggi vendono, perché sono delusi sia dalla richiesta di soldi, sia dallo spostamento in avanti di un anno, da fine 2005 a fine 2006, del pareggio di bilancio.
Scaglia non ha indicato quante azioni comprerà e si è limitato a confermare che investirà nella società il ricavato della vendita dei diritti. Interpellato di nuovo da più di un analista sul suo futuro ha risposto: “Conto di esserci nel momento in cui raggiungeremo l’utile”.
In un panorama di aziende che tengono i soldi in cassa o preferiscono restituirli agli azionisti perché non ritengono ci siano in giro occasioni per farli fruttare meglio, Fastweb decide di muoversi in controtendenza e chiede risorse per provare a incrementare le proprie dimensioni e diventare il secondo operatore di tlc dopo Telecom Italia. La base di partenza è buona: oggi la società della fibra ottica copre una popolazione di quattro milioni di persone, i suoi 496 mila clienti residenziali (erano 377mila a fine del 2003) sono concentrati nelle zone urbane e sono pregiati perché, comprando Internet veloce, servizi voce e televisione, garantiscono un ricavo medio di 900 euro l’anno, più alto di quello degli altri operatori.
Di fronte a un mercato dell’Adsl in una fase di boom (4,3 milioni di connessioni a fine 2004 rispetto ai due milioni e mezzo di fine 2003 che dovrebbero più che triplicarsi nel giro di tre anni), constatato che in questo momento è Telecom Italia a far la parte del leone con il suo servizio Alice (67% della quota di mercato), Fastweb ha rotto gli indugi e ha deciso di attrezzarsi per raggiungere sempre più potenziali clienti e per proporre nuovi servizi. Con un piano di investimenti per 2,8 miliardi di euro da oggi al 2010 e grazie alle potenzialità offerte dal possesso della vecchia rete Socrates, il management conta di raggiungere nel giro di quattro anni 2,2 milioni di clienti, circa 700mila in più rispetto alle precedenti indicazioni.